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Channel: VERSO LA STRATOSFERA
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Alberto Radius - 1982 - Gente di Dublino (vinyl)

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TRACKLIST:

Lato A
01. Lombardia
02. Se il mare c'è
03. Non metteteci la bomba
04. Labirinto

Lato B
05. Olè
06. Centro campo
07. Pane amore e fantasia
08. Gente di Dublino
09. Paura di volare


FORMAZIONE

Alberto Radius - voce, chitarra, programmazione
Sante Palumbo - tastiera, pianoforte
Filippo Destrieri - tastiera
Stefano Pulga - tastiera, pianoforte
Pietro Pellegrini - programmazione
Paolo Donnarumma - basso
Alfredo Golino - batteria


"Gente di Dublino"è il sesto album solista di Alberto Radius, ex Formula 3 e Il Volo, pubblicato nel 1982 solo in vinile e cassetta e mai ristampato in versione CD. Si tratta di un disco di buon livello, onesto, come è stata onesta la produzione solista di Radius. Brani pop con qualche sconfinamento nel rock, giusto per dare voce alla chitarra elettrica, con la quale Alberto Radius ha scritto in passato pagine memorabili, valga per tutti il suo primo e inarrivabile album solista del 1972. 

Vorrei ricordare la collaborazione di Alberto Radius in questo periodo e in quelli immediatamente precedenti e successivi con Franco Battiato: sua è la chitarra solista in "Patriots (1980)", La voce del padrone" (1981), "Larca di Noè" (1982) e, proseguendo, in "Mondi lontanissimi" (1985). Difatti, se guardate con attenzione il gruppo che lo accompagna in questa prova solista,vedrete che è in gran parte quello che accompagna Franco Battiato nel "La voce del padrone" e ne "L'arca di Noè" (Filippo Destrieri, Alfredo Golino, Paolo Donnarumma). Scusate se è poco, Collaborano ai testi Oscar Avogadro, presenza costante negli album di Radius oltre che Francesco Messina e Tommaso Tramonti, quest'ultimo collaboratore di Franco Battiato. Come d'abitudine vi lascio augurandovi un buon ascolto.



Post by George


I Russi possono arrivare... Ogniora! Ogniora!

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 Post di servizio, lo sapete che son fissato con queste cose... Da circa una settimana nuove anomalie statistiche si registrano, accompagnate da picchi giornalieri di visite senza apparente spiegazione. Come avrete capito dal titolo del post, citazione di (lo sapete tutti), la novità è la provenienza, non più dagli Usa ma da madre Russia, come potete evincere anche voi dagli inoppugnabili dati qui esposti... Null'altro, ve lo volevo raccontare.

Amorevolmente vostro Captain
 

Gli Avvoltoi - Singoli e inediti 1968 - 70 (mini CD - mini post)

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TRACKLIST:

01. Brucerò (45 giri, lato A, 1968)
02. Lei può...dirmi che se ne va (45 giri, lato B, 1968)
03. To be or not to be (45 giri, lato A, 1970)
04. Così talmente noi (donne e buoi dei paesi tuoi) (45 giri, lato B, 1970)
Cara Ofelia (lato A del 45 giri EMI Italia, 1970) - MISSING

Inediti live 1969 registrati in un locale di Milano (unknown)
05. Funky Street
06. Money Money


FORMAZIONE

Armando D'Antonino - voce, organo
Antonino Intersimone detto "Tano" - voce, chitarra solista
Letterio Boncordo detto "Leonardo" - voce, basso
Santino Pensavalle detto "Chicco" - voce, chitarra
Franco Miloro - voce, batteria


Il ricordo di questo gruppo originario di Messina si perde nell'oblio del tempo. Sono venuto a conoscenza dell'esistenza degli Avvoltoi, per la prima volta, leggendo un brevissimo paragrafo a loro dedicato nel volume "Terzo Grado - Indagine sul pop progressivo italiano" di Alessio Marino e Massimiliano Bruno. Secondo i due autori Gli Avvoltoi (da non confondere con l'omonimo gruppo anni '80-'90 e successivi di Moreno Spirogi) hanno pubblicato un solo singolo (l'introvabile Cara Ofelia sul lato A e Così talmente noi sul lato B), mentre Brucerò e Lei può...dirmi che se ne va, sarebbero solamente dei provini. A questi brani si uniscono i due inediti registrati dal vivo nel 1969 in un non ben precisato locale di Milano. La loro musica viene definita "un pop ben suonato e con ottime voci che già guarda alle sonorità dei '70". 

Niente di più vero. Musica e voci sono splendide. A questo stringato commento va però aggiunta la pagina di testimonianze dell'organista e cantante Armando D'Antonino che troverete qui, dove la breve storia musicale degli Avvoltoi viene tracciata con dovizia di particolari. Vi lascio alla lettura completa dell'articolo. In questa sede mi limiterò a sottolineare i momenti salienti della loro carriera.

Gli Avvoltoi in concerto
1967 - Vincono il Festival Euro Davoli, precedentemente vinto dai Gens, sempre di Messina.
 
1968 - Vincono il Concorso Nazionale ENALC, riservato ai complessi dilettanti italiani. In ambedue le manifestazioni partecipano con la canzone Brucerò di James Brown, con testo di Salvatore Trimarchi. Sempre nel 1968 incidono negli studi del Maestro Canfora, Brucerò (lato A) e sul lato "B" un altro pezzo di Trimarchi, Lei può... dirmi che se ne va. Nulla viene detto circa la pubblicazione del disco, pertanto rimane aperto l'interrogativi se trattasi di provini o meno.

1970 - A Parigi, mettono in musica ed incidono per la Pathé Marconì il monologo di Shakespeare Tobe or not to be, in versione originale con relativo video (girato in uno dei castelli della Loira e lungo la Senna). Lo stesso video viene messo in onda più volte durante il 1970/1971 ed il brano rimane in classifica per qualche tempo. Inoltre il lato B, Così talmente noi (donne e buoi dei paesi tuoi...) diventa sigla di una trasmissione dedicata a tutti gli emigrati, in particolare Italiani, trasmessa dalla rete EUROPA 1. Quindi, se D'Antonino afferma che il 45 rimase in classifica per qualche tempo significa che venne pubblicato e non restò relegato nel ruolo di semplice provino. In Italia il 45 giri contenente Così talmente noi fu distribuito dalla EMI-Parlophone con Cara Ofelia sul lato A (a proposito, se qualcuno possiede questo raro 45 giri si faccia vivo, in modo tale da completare il post). Il gruppo raggiunge il massimo dell'esperienza internazionale con l'importante partecipazione nel 1970 al Festival Pop di Aix-en-Provence al fianco di artisti del calibro di Rare Bird, Mungo Jerry, Colosseum, Michel Polnareff, Sylvie Vartan e molti altri.

1972 - Rientrato a Messina per gli obblighi di leva, il gruppo malinconicamente si scioglie.


E qui finisce la storia, e con essa anche questo mini post.
Buon ascolto.

Due immagini del Festival Pop di Aix-en-Provence: peace, love & music

Mini-post by George

Le Orme: 1966 / 2016 - 50 anni di leggenda. Happy Birthday (Superpost)

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C'era una volta...potrebbe essere l'inizio di una qualunque favola. E forse di favola si tratta, perché la storia de Le Orme (vedete come sono rispettoso dell'articolo determinativo), iniziata nel lontano 1966, si tinge di un non so che di favolistico. Le Orme compiono quest'anno 50 primavere, record che ben poche band italiane possono vantare. Il primo nucleo si formò a Marghera nel 1966 col nome  Le Ombre, per emulare gli Shadows, subito cambiato in Le Orme. Il primo singolo, Fiori e colori, risale però al 1967 (in formazione a quattro, senza Michi Dei Rossi ma con Marino Rebeschini alla batteria).  Nel corso di cinque decenni il gruppo di Marghera ha cambiato stili musicali e componenti passando dal beat alla psichedelia, dal progressive rock al rock puro, fino al pop più facilone  e masticabile degli anni '80 (che causò la fuoriuscita di Toni Pagliuca). Per fortuna l'ultima stagione musicale vede un ritorno al grande amore (che è poi anche il nostro) delle suite e delle sonorità prog degli anni '70. Le Orme sono state tra i protagonisti della Stratosfera fin dagli inizi (non si contano le compilation, i bootleg e gli album ufficiali pubblicati) e noi quest'oggi siamo qui a rendere loro omaggio e a celebrare questi "primi 50 anni". 

Tra i bootleg postati tempo fa vorrei ricordarne uno in particolare, risalente al 2012, uno dei miei primissimi contributi alla Strato, che racchiude una rara registrazione radiofonica del 1974 (la trasmissione era Supersonic, ve la ricordate?) realizzata da me all'epoca, poi - una volta postata - pubblicata un po' ovunque, da Youtube ad alcuni siti americani. Ma è giusto che sia così. La musica, una volta in rete, è patrimonio di tutti. Il link è inattivo da tempo, ma per l'occasione ho proceduto ad effettuare un re-upload. Così il concerto del 1974, che vanta uno dei record massimi di download sulla Stratosfera, è di nuovo fruibile. La recensione è QUI, mentre il nuovo link, fresco come un uovo di giornata, lo trovate qui sotto. Aggiungo anche le splendide copertine realizzate allora dal mitico Captain.




Non è mia intenzione tracciare per l'ennesima volta la biografia delle Orme, anche perché tutti voi la conoscete a memoria. Per colmare qualche lacuna basta cercare in rete. Ci sono biografie da vendere. Mi piace invece l'idea di celebrare questo loro ambizioso traguardo attraverso l'ascolto di tre concerti live, che catturano il trio, poi quartetto, poi nuovamente trio, in tre diverse fasi del loro lungo percorso musicale. I concerti risalgono al 1975 (trio Pagliuca-Tagliapietra-Dei Rossi), 1994 (quartetto senza Pagliuca, ma con Michele Bon e Francesco Sartori) e 2016 (ultima incarnazione, ancora in trio, con il solo Michi Dei Rossi quale componente originario). I concerti con Jimmy Spitaleri (con e senza Banco del Mutuo Soccorso) sono già stati ampiamente documentati e quindi vi rimando a quelle pagine, sempre qui sulla Stratosfera. Finita la premessa, iniziamo insieme questo percorso storico.

Le Orme - Teatro Storchi, Modena, 5 maggio 1975
(Serie "Bootleg" n. 226 - re-upload)


TRACKLIST (album wrap):

01. Sera (listata come "Unknown")
02. India
03. Sospesi nell'incredibile
04. I due pianeti / drums solo
05. Ritorno al Troubadour
06. Cemento armato
07. Era inverno
08. La porta chiusa
09. Collage


FORMAZIONE

Aldo Tagliapietra - voce, basso
Toni Pagliuca - tastiere
Michi Dei Rossi - batteria, percussioni


Non è una novità. Questo concerto era apparso sul bootleg "C'era un volto", pubblicato solo in Giappone. Venne postato sulla Stratosfera nel 2013 (QUI), ma il link è da tempo inattivo. Il video del concerto, di scarsa qualità, è ancora su Youtube, ma non so per quanto tempo ancora. Ho riportato fedelmente la tracklist così come indicata sul bootleg. E' una buona occasione per riascoltare Le Orme anni '70, nella formazione storica. Germano Serafin si unirà al gruppo da qui a breve.L'apertura del concerta è affidata ai due brani che formarono l'ultimo 45 giri in trio (Sera e India). Il resto è storia. 



Le Orme - Fontanarosa (AV), 14 agosto 1994
(Serie "Bootleg" n. 227)


TRACKLIST CD 1 (album wrap):

01. Collage
02. Sguardo verso il cielo
03. Una dolcezza nuova
04. Gioco di bimba
05. La porta chiusa
06. Senti l’estate che torna
07. Felona e Sorona (sintesi)
08. Maggio
09. Sera 
10. Figure di cartone 
11. Felona

TRACKLIST CD 2 (album wrap):

12. Frutto acerbo
13. Verità nascoste 
14. Storia o Leggenda
15. Fine di un viaggio
16. Los Angeles – voce Francesco Sartori 
17. Amico di ieri
18. Canzone d’amore 
19. Regina al Troubadour 
20. Se io lavoro 
21. Marinai 
22. Dimmi che cos'è 
23. L’universo
encore
24. Cemento armato/Era inverno/Blue rondò à la turk/Collage


FORMAZIONE

Aldo Tagliapietra: voce, basso, chitarra
Francesco Sartori: pianoforte, tastiere, voce
Michele Bon: organo Hammond, tastiere
Michi Dei Rossi: batteria

Grande concerto registrato a Fontanarosa (AV) il 14 agosto 1994 con Le Orme oramai orfane di Toni Pagliuca, ma con Francesco Sartori e Michele Bon in organico. Il gruppo, in forma smagliante, ripercorre praticamente la sua storia musicale, attingendo a piene mani dalla copiosa discografia. Particolarmente suggestivo il ripescaggio di Senti l'estate che torna, uno dei loro primi hit inciso nel 1968 prima della conversione al prog. Il finale è grandioso con il medley Cemento armato/Era inverno/Blue rondò/Collage. Assolutamente imperdibile. PS: sul tubo c'è anche il video. 


Link CD 1
Link CD 2

Le Orme - Teatro Atlantic, Borgaro Torinese (TO), 
16 aprile 2016
(Serie "Bootleg" n. 228)


DISC 1 - Collage live

01. Collage 
02. Era inverno 
03. Cemento armato 
04. Sguardo verso il cielo 
05. Evasione totale 
06. Immagini 
07. Morte di un fiore 


DISC 2 - Uomo di pezza live

08. Michi saluta e presenta la band 
09. Una dolcezza nuova 
10. Gioco di bimba (false start) 
11. Gioco di bimba 
12. La porta chiusa 
13. Breve immagine 
14. Figure di cartone 
15. Aspettando l'alba 
16. Michi a proposito delle vere e delle false Orme 
17. Alienazione 


DISC 3 - Felona e Sorona live

18. Michi introduce Felona e Sorona 
19. Sospesi nell'incredibile / Drum Solo 
20. Felona 
21. La solitudine di chi protegge il mondo 
22. L'equilibrio 
23. Sorona 
24. Attesa inerte 
25. Ritratto di un mattino 
26. All'infuori del tempo 
27. Ritorno al nulla 

encore
28. Audience 
29. La fabbricante d'angeli 
30. Maggio 


FORMAZIONE

Fabio Trentini: voce, basso, chitarra acustica ed elettrica 
Michele Bon: tastiere
Michi Dei Rossi: batteria, percussioni


E dopo tre concerti legati al passato eccoci giunti all'episodio finale, una lunga performance risalente alla primavera di quest'anno (16 aprile). Le Orme hanno suonato davanti ad un ristretto pubblico di nostalgici a Borgaro Torinese, cittadina nei pressi di Torino. Nuovamente in trio (con il solo Michi Dei Rossi quale membro storico), il gruppo è colto dal vivo nel corso del tour celebrativo dei suoi 50 anni. Per l'occasione ripropongono per intero i primi tre album, quelli prog: Collage, Uomo di pezza e Felona e Sorona. I brani sono suonati in modo piuttosto fedele agli originali. Alcuni di essi, come Evasione totale, Morte di un fiore e Alienazione non erano mai stati proposti dal vivo. Accompagnano Dei Rossi il tastierista Michele Bon (potremmo oramai definirlo "storico" pure lui, visto che vanta una maggiore presenza nelle Orme rispetto a Toni Pagliuca) e il cantante, bassista e chitarrista Fabio Trentini. Certo, la voce di Aldo Tagliapietra era un'altra cosa, ma che volete... dobbiamo accontentarci.


A dire il vero speravo che per il tour celebrativo dei 50 anni il gruppo riunisse i componenti originari, magari con qualche ospitata, vedasi Tolo Marton, un po' sulla falsariga del farewell tour dei Pooh. Invece niente. Quella attuale pare più una tribute band con ospite Michi Dei Rossi piuttosto che l'ultima incarnazione delle Orme. Ma non voglio infierire. Diamo loro il merito di essere ancora dei grandi professionisti. La riproposta integrale dei tre primi album non è cosa da poco. A questo tour, come sapete, si affianca la pubblicazione di una nuova versione rivista e corretta di "Felona e/and Sorona", nelle due versioni italiano/inglese. Insomma, gran fermento in casa Orme. Che dire? Auguri per un luminoso futuro.


Link CD1
Link CD2
Link CD3

...cadeau finale pre-natalizio...

Le Orme - 1967-69 - Le origini (2005)


TRACKLIST CD 1 - "Ad Gloriam"

1. Introduzione (1:19)
2. Ad gloriam (5:35)
3. Oggi verrà (2:37)
4. Milano 1968 (3:13)
5. I miei sogni (3:01)
6. Mita Mita (2:54)
7. Era un anno fa (3:02)
8. Fumo (3:30)
9. Senti l'estate che torna (2:53)
10. Fiori di giglio (3:08)
11. Non so restare solo (5:30)
12. Conclusione (1:46)
13. Tutto passerà (2:47)


TRACKLIST CD 2 - "L'Aurora delle Orme"

1. L'aurora (3:16)
2. Irene (2:39)
3. Lacrime di sale (2:57)
4. Dovunque andrai (2:58)
5. Casa mia (3:22)
6. Fiori e colori (2:35)
7. Finita la scuola (2:40)
8. Summer Coming (3:14)
9. Flowers And Colours (2:46)
10. She Lives For Today (5:02)
11. Concerto N°3 (3:10)
12. Blue rondò a la turk (3:20)



FORMAZIONE

Aldo Tagliapietra - voce, chitarra
Nino Smeraldi - chitarra
Antonio "Toni" Pagliuca - tastiere
Claudio Galieti - basso
Michi Dei Rossi - batteria


Voglio concludere il lungo post con questa bella antologia pubblicata più di 10 anni dalla piccola etichetta Crisler che raccoglie i primi due album del gruppo, "Ad Gloriam" del 1969 e "L'Aurora delle Orme" del 1970 (che peraltro era una compilation di singoli e altri brani), con in aggiunta una bella serie di bonus tracks. Qui troviamo Le Orme nella prima formazione a cinque, con Nino Smeraldi (il fondatore del gruppo nel lontano 1966) e Claudio Galieti. Con la successiva photo gallery si chiude il superpost. 

Precisazione finale (ribadisco alcuni concetti già espressi dal Captain e altri amici): i superpost sono lunghi da digerire perché molto ricchi di materiale. Come già accaduto in passato, post così corposi devono essere legati ad eventi particolari e, nella fattispecie, ritengo che valga la pena celebrare in grandezza 50 anni di attività di un gruppo storico e da noi molto amato come Le Orme. Scaricate con calma gli album (magari solo quelli che vi interessano) e con altrettanta calma ascoltateli. I giudizi e i commenti, se volete, fateli al momento opportuno. Buon (lento) ascolto a voi tutti e...

Happy birthday, Orme!







Link CD1
Link CD2

Post by George 

Gianfranco Manfredi - La crisi (1972) & Biberon (1978)

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1972 - La Crisi


TRACKLIST:

 01 La crisi
 02 Povero padroncino
 03 La proletarizzazione
 04 'O piscatore rivoluzionario
 05 'Che Brambilla
06 Avanguardo
 07 E Giuseppe leggeva Lenin
08 Sei impazzita per Marcuse
09 Quattro parole in fila
 10 L'imagination au boudoir
11 Lamento per i compagni usciti dall'organizzazione
12 C'è venuta in sogno la realtà
13 Liberiamo (Singolo del 1977)


 Breve prefatio capitanis: ringrazio l'amico Frank-One, che sopperisce alla mia poca energia di questo periodo concitato pre festivo, con un bel post già confezionato, oltretutto di ottimo valore storico e musicale. A me restava solo da postare, e son riuscito causa stanchezza a lasciarlo in bozza per una decina di giorni. Excuse-moi, mon ami... A te la parola!


Ecco due lavori di Gianfranco Manfredi, che Giangilberto Monti nel suo “Dizionario dei Cantautori” (Garzanti 2003) definisce : “Romanziere, saggista musicale, attore e sceneggiatore cinematografico nonché soggettista di fumetti. Gianfranco Manfredi tra i suoi molti mestieri è stato negli anni 70 anche cantautore, pubblicando una serie di album socialmente impegnati, ma tutti con irresistibile spirito satirico e dissacratorio nei confronti dell’ideologia di sinistra e dei suoi dogmi”. Tra l’altro, per chi ha avuto modo di vedere le immagini del Parco Lambro e del documentario : “Nudi verso la follia”, sicuramente lo ricorderà in canottiera sul palco di fianco ad un ragazzo, se non sbaglio dal nome Cristo, con problemi di droga….ma non è di questo che dobbiamo parlare. Vogliamo invece parlare del cantautore che Angiolini e Gentile inseriscono nel loro libro: ”Note di pop italiano” (Gammalibri 1977), in un capitolo denominato La Nuova Resistenza, dove di lui scrivono: “E’ la voce più gagliarda che il Movimento ha generato nell’ultimo anno con liriche e strofette che danno pizzicotti anche alla Sinistra (e alla sua elefantiasi, alle sue contraddizioni, ai suoi impacci, ai suoi cedimenti).In precedenza Manfredi (militanza all’interno di Re Nudo, simpatie per la Sinistra capace di non farsi imbottire nei luoghi comuni, anche se alternativi) aveva provato a travasare i suoi testi velenosi in un 33 giri, La Crisi, che avrà una diffusione molto limitata per i motivi che da sempre soffocano le etichette improvvisate”.
.

 Ed ecco l’album di cui sopra, quel La Crisi edizioni Lo Spettro che si aggira per l’Europa, davvero acerbo seppur graffiante, musicalmente davvero scarno e minimalista, del quale però non possiamo non citare la meravigliosa copertina disegnata da Guido Crepax, “che riporta il clima di quegli anni: il poliziotto che spara, l’operaio, il borghese, gli studenti, la pila dei testi sacri di allora”, come scrive il fratello Roberto, scrittore, autore radiofonico e televisivo in Skan-Zo-Na-Ta, la canzone umoristica e satirica italiana da Petrolini a Caparezza, ed. Skira 2016. Sinceramente non avrei altre intuizioni o commenti da proporre, un album da ascoltare a parer mio con un sorriso sulle labbra memori, per chi come me ha l’anagrafe che glielo consente, di anni ed eventi di un secolo fa. 


 Avevo aggiunto, credendo di fare cosa gradita, un singolo del 1977, quel "Liberiamo" retro di "Questa casa non la mollerò" di Ricky Gianco, presente nell’album del Parco Lambro con la famosa bestemmia, dove in origine, nel 45 giri, c’era un semplice : “porco cane…”. Solo in un secondo momento mi sono accorto fosse già presente nella Stratosfera in una precedente raccolta. Non abbiatene a male, ascoltatela ugualmente nella sua ingenuità, tanto che lo stesso Gentile nella Guida critica ai cantautori italiani (Gammalibri 1979) scriveva : “Ha saputo imporsi con un’immagine pepata e stuzzicante ai giovani del Movimento, agli incazzati, agli indiani metropolitani, a chi ha travasato il suo livore contro le istituzioni dal 68 al 77 : …per quanto anche lui sia inciampato in questo tranello (dello slogan n.d.r.) con un 45 giri, Liberiamo, un po’ rozzo, sui detenuti politici”.


1978 - Biberon


TRACKLIST:

 1 Precipitoooo
2 Sbrinati
3 Non c'eri
 4 Biberon
 5 Pagana
6 Jungla libera
7 Mai più resistenza
 8 Mass media
9 Ognuno segua il suo destino


I due album seguenti “Ma non è una malattia” (1976) e “Zombie di tutto il mondo unitevi” (l977) sono molto stimolanti ed interessanti, ma essendo stati ristampati in cd e reperibili a costi non esorbitanti preferiamo non postarli. Invece se non vado errato, ma sarete voi a correggermi, non mi sembra sia mai stato ristampato in cd l’album “Biberon” del 1979, un LP dal quale non possiamo prescindere, in primis perché frutto di quella collaborazione con la P.F.M. che generò per il gruppo milanese il sempre troppo sottovalutato : “Passpartù”, e per il cantautore appunto Biberòn. Inoltre bellissima la copertina, dove si possono riconoscere le caricature in primo piano dello stesso Manfredi e di Ricky Gianco, presente nell’album in compagnia di altri prestigiosi ospiti: Claudio Fabi, Claudio Dentes, Roberto Colombo, Giuliano Illiani (Donatello) ed altri. In ogni caso è lo stesso autore ad essere non totalmente soddisfatto del suo lavoro, tanto che, citando nuovamente Enzo Gentile e la sua "Guida critica ai cantautori italiani" si può leggere: “Nel 78, con l’aiuto della PFM quasi al completo e di un paio di citazioni di Kierkegaard, appronta il suo quarto disco, Biberon, che lo vede ancora autore di alcuni sprazzi degni di rispetto, ma in generale abbastanza distratto: infatti Manfredi si avvede del cinema, del suo fascino… Dice Manfredi che così si diverte molto di più.”Mi rivedranno in un ufficio di casa discografica quando mi avranno garantito un’autonomia ed una libertà di azione che per il momento non mi sembra neppure ipotizzabile”. Resta il fatto che in seguito, da solo o col sodale Ricky Gianco, ha pubblicato altri lavori, che nulla avevano a che vedere con l’ironia e le intuizioni di quegli anni.

Bene! Spero che il tutto sia di vostro gradimento, buon ascolto e soprattutto buona salute a tutti


LINK Crisi
LINK Biberon

Post by Frank-One (all) & Captain (nothing)

Serie "Historic prog bands live in Italy" - Capitolo 12 - Genesis - "The Lamb Tour" live in Torino, Palasport, 24 marzo 1975

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Più che un concerto una leggenda. I Genesis portarono in giro per il mondo il loro "The Lamb Lies Down On Broadway Tour" nel corso del 1974-1975. L'unica tappa italian del tour, in un momento dove i palasport italiani erano disertati dai grandi gruppi stranieri, causa la ben nota stupidità e delirante protesta politica dei soliti idioti facinorosi (permettetemi questo sfogo dopo più di 40 anni), i Genesis, memori dell'affetto loro riservato alcuni anni prima dai fans italiani, regalarono al popolo di Torino questo magico concerto. Il fatto che Peter Gabriel presenti quasi tutto il concerto in italiano la dice lunga sulla sua simpatia verso l'Italia.


Bene, conclusa questa doverosa prefazione, passiamo al concerto, veramente memorabile. La location era il Palasport di Torino, nel Parco Ruffini, la data quella del 24 marzo 1975. Palazzetto pieno all'inverosimile. Rivedere i Genesis a un anno di distanza dal "Selling England Tour" e sentirli suonare dal vivo l'intero "The Lamb Lies Down On Broadway" uno dei concept più memorabili della storia del rock, fu un'esperienza assolutamente indelebile. 


TRACKLIST DISC 1:

01. Intro / The Lamb Lies Down On Broadway
02. Fly On A Windshield
03. Broadway Melody
04 Cuckoo Cuckoon
05. In The Cage
06. The Great Parade Of Lifeless Packing
07. The Story of Rael / Back In NYC
08. Hairless Heart
09. Counting Out Time
10. Carpet Crawl
11. The Chamber of 32 Doors / Story Of Rael II
12. Lillywhite Lillith
13. The Waiting Room


TRACKLIST DISC 2:

01. Anyway
02. Here Comes The Supernatural Anaesthetist
03. Interlude / The Lamia
04. Silent Sorrow In Empty Boats
05. The Colony Of Slippermen
06. Ravine
07. The Light Dies Down On Broadway
08. Riding The Scree
09. In The Rapids
10. It
11. The Musical Box
12. Watcher Of The Skies


LINE UP

Peter Gabriel - lead vocals, flute, percussion;
Steve Hackett - lead guitars, effects;
Mike Rutherford - bass, guitars, bass pedals, backing vocals;
Phil Collins - drums, percussion, backing vocals;
Tony Banks - keyboards, 12 strings guitar.


Al termine dell'intera performance di "The Lamb" i Genesis regalarono al pubblici italiano due loro brani storici, come bis: The Musical Box, da "Nursery Cryme" e Watcher Of The Skies, da "Foxtrot", fino all'anno prima brano di apertura dei loro concerti. Che dire? Resta il ricordo di un periodo meraviglioso ed irripetibile. Vi lascio con questa breve galleria fotografica e con il mio consueto buon ascolto.




Link CD1
Link CD2


Post by George

Gualtiero Accornero Blues Band

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Gualtiero Accornero, chitarrista torinese (Torino, 1948) dilettante appassionato di blues tradizionale, in particolare del blues elettrico, o di città (il Chicago Blues), si avvicina alla musica nel '65, con il basso, suonando originariamente brani strumentali degli Shadows passando poi dal “beat” al “pop” e facendo parte di alcuni storici "complessi" torinesi degli anni sessanta. Attratto poi dalle sonorità della chitarra elettrica imbraccia questo strumento dedicandosi inizialmente al "rock", al "blues-rock" di Johnn Mayall e dei Ten Years After e all'ascolto del jazz" di Wes Montgomery. Alla fine del 1969, superando un provino, entra nel complesso torinese Gli Alluminogeni, fondato dall'organista-cantante Patrizio Alluminio che, in quel periodo, ha all'attivo l'incisione di due 45 giri ed un LP in progetto. Per scelta personale però abbandona subito la carriera professionistica per dedicarsi completamente al "blues-rock". Si dedica anche al genere “fusion” suonando in alcune band torinesi dei "gruppi di base" degli anni ’70 e studiando sotto la guida del virtuoso chitarrista torinese Marco Roagna.

Scopre infine la sua grande passione per il blues e nel 1982 fonda la “Chicago blues trails” una tra le storiche blues-band torinesi da cui ha inizio la tradizione blues nella nostra città. Verso la fine degli anni ‘80, scoprendo di essere diventato un “purista” del blues, abbandona il palco per dedicarsi all’ascolto ed allo studio del blues rurale e tradizionale.

Si perfeziona poi presso il Centro Jazz di Torino frequentando un corso di chitarra blues tenuto da Dario Lombardo, chitarrista che ha all'attivo collaborazioni con famosi bluesmen di Chicago. Avendo l’occasione di ascoltare al Folk Club di Torino alcuni grandi bluesmen, tra i quali J. Lee Burnside, Frank Frost, Honeyboy Edwards, Bob Margolin, Lousiana Red e John Hammond, e la fortuna di ricevere da loro qualche consiglio, decide di imbracciare nuovamente lo strumento elettrico per dedicarsi completamente a questo genere musicale.


Nel 1993 da un gruppo di musicisti appassionati del blues nasce la Gualtiero Accornero Blues Band e si consolida all'inizio del 1996 prendendo nome dal suo fondatore, con l'intento di far sopravvivere ill blues, genere musicale tradizionale, origine della musica moderna, attraverso una seria continuità di intenti artistici, culturali e divulgativi senza scopo di lucro. Il progetto blues di Gualtiero Accornero è quello di proporre un repertorio composto esclusivamente da brani "standard" dello stile di Chicago, nel rispetto della più pura tradizione, sia nella scelta dei suoni che degli arrangiamenti.

Blues (live sessions)
Gualtiero Accornero: electric guitar and vocals
Roberto Ferrero: piano and keyboards
Franco Prisco: harp
Raffaella Ranieri: bass
Fabrizio Faule: drums

01 - Caledonia - 6:01 - Hollywood Fats Blues Band (Moore) - Claxon Club, Turin (January 19, 2002)
02 - Help me - 6:15 - Sonny B. Williamson II (Williamson) - Claxon Club, Turin (January 19, 2002)
03 - Walking thru the park - 3:06 - Muddy Waters Blues Band (McKinley Morganfield) - Claxon Club, Turin (January 19, 2002)
04 - Got my mojoworking - 5:23 - Muddy Waters Blues Band (Preston) - Claxon Club, Turin (January 19, 2002)

Blues (home-studio sessions) 
Gualtiero Accornero: electric and acoustic guitars, slide guitar, dobro, lap-steel guitar, harp[*] and vocals
Roberto Ferrero: piano and keyboards
Franco Prisco : harp
Raffaella Ranieri: bass
Maurizio De Nardi: drums

05 - Delta theme - 0:16 - By Gualtiero Accornero (website's opening theme) - Home-studio recording (march 2008)
06 - Blow and shuffle - 2:48 - By Gualtiero Accornero & Franco Prisco - Home-studio recording (december 2004)
07 - Mojo hand - 3:34 - Sam Lay Blue Band (Lightin' Hopkins) - Home-studio recording (december 2004)
08 - Woman in trouble - 5:01 - Carey Bell Blues Band (Carey Bell) - Home-studio recording (december 2004)
09 - Hoochie coochie man - 3:35 - Muddy Waters Blues Band (Willie Dixon) - Home-studio recording (december 2004)

Instrumental rock (home-studio sessions) 
Gualtiero Accornero: electric and acoustic guitars, slide guitar, dobro, lap-steel guitar, bass

   
10 - Apache - 3:00     - The Shadows (Jerry Lordan) - Home-studio recording, with electronic drums (february 1994)
11 - 36-24-36 - 1:49 - The Shadows (Harris - Marvin - Meehan - Welch) - Home-studio recording, with electronic drums (february 1994)
12 - Adventure in paradise - 3:58 - The Atlantics (D. Cochran - L. Newman) - Home-studio recording, with electronic drums (february 1994)
13 - Sleepwalk - 2:59 - The Shadows (Santo & Johnny Farina) - Home-studio recording, with electronic drums (february 1994)
14 - Hawaiian fitting - 2:08 - By Gualtiero Accornero - Home-studio recording, with electronic drums (may 1994)

LINK

post by GROG & Captain

P.S. - Tutti i brani di questa raccolta sono liberamente ascoltabili (e scaricabili) sul sito ufficiale dell'artista, al quale vi rimando con piacere. Guarda caso il sito si chiama Bluesband...

Flavio Premoli - 1983 - Flavio Premoli (vinyl)

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TRACKLIST:

Side A
01. La collina4:55
02. Varese (strumentale)  4:03
03. Ma che sole sarà  3:44
04. Il marinaio  5:15

Side B
05. Acqua di mare  4:08
06. Angelillo  3:48
07. Donna fumetto4:04
08. Bianco & azzurro  2:12
09. Cose di piazza  3:31


FORMAZIONE

Flavio Premoli - tastiere, fisarminica, voce
Geoff Westley - tastiere, voce
Phil Palmer, Paul Keogh - chitarre
Guy Barker, Chris Hunter, Malcolm Griffiths - fiati
Pete Van Hooke, Stuart Elliott - batteria
Mo Foster, Paul Westwood - basso
Rossana Casale - voce


Ho cercato questo album sul mercato del vinile, in quanto mai ristampato in CD dalla sua data di pubblicazione (1983) e pressoché introvabile sul web, nella speranza o addirittura nella certezza di ascoltare le evoluzioni tastieristiche di Flavio Premoli, a cui ci eravamo abituati, e invece ho provato una profonda delusione. Vi sono musicisti che affrontano la loro prima prova solista percorrendo le strade della ricerca musicale e della sperimentazione, altri che si adagiano sulle note di un pop morbido e facilone. Ecco, Flavio Premoli appartiene a questa seconda categoria. 

Nulla di più lontano dai suoni prog della Premiata Forneria Marconi, in cui Premoli militò fino al 1980 (salvo i ritorni nel "gruppo madre" alla fine degli anni '90). Possiamo dire che Premoli volle voltare decisamente pagina, prendendo le distanze dai suoni che caratterizzarono tutto il suo percorso musicale con la PFM. Qui ci troviamo di fronte ad un pop/funky (?), indubbiamente ben confezionato, ma privo di qualunque emozione, Un album che dopo averlo ascoltato te lo sei già scordato. Piattume totale. Peccato, Flavio Premoli, sarebbe stato sicuramente in grado di realizzare un disco di ben altra levatura. Come si diceva a scuola? Il ragazzo è intelligente, ma non si applica abbastanza e potrebbe fare di più. Il disco ebbe in effetti scarsissimo successo. Non basta la voce di Rossana Casale (con la quale Premoli iniziò un sodalizio artistico)  e la schiera di ottimi musicisti inglesi a risollevarne le sorti. Per la cronaca l'album venne registrato negli studi Lansdowne Parsifal e remixato al Manor Studio di Londra. Collaborò ai testi Giangilberto Monti. Nonostante tutto ciò resta confermata la mia bocciatura. Sono stato cattivissimo, lo so, nonostante l'approssimarsi del Natale. Se la pensate diversamente fatemelo sapere attraverso i commenti. Buon ascolto. 




Post by George


Franz Di Cioccio - 1992 - Lupus in fabula

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TRACKLIST :

01 Virgilio è ballabile
02 Tatum
03 Il cerchio
04 Miserere nobis
05 I ragazzi di dove
06 I pesci
07 Uccello ferito
08 Today


Cari amici, come promesso nei commenti al bel post, dell'amico George, dedicato al lavoro di Flavio Premoli, ecco un'altra prova solista da parte di uno storico componente della gloriosa PREMIATA FORNERIA MARCONI, ovvero il mitico Franz Di Cioccio che, nel 1992, se ne uscì con l'album "Lupus in fabula". Per la prima volta, da quando collaboro a questo blog, vorrei fare un... chiamiamolo giochino, ovvero io mi asterrò da qualsiasi commento, augurandomi siate voi a scrivere le note che riterrete più opportune. Mi preme sottolineare solo come, in questo lavoro, oltre all'autore, abbiano preso parte fior fior di musicisti, dal basso del sodale Patrick Dijvas a Carmelo Isgrò (Celentano, Anna Oxa, Antonella Ruggiero ma anche decine di altri artisti), alla chitarra quello che io reputo uno dei più grandi chitarristi italiani, Andrea Braido, alla partecipazione dell'allora giovane Gatto Panceri, insomma un gran bell'ensemble. Io resto in attesa dei vostri commenti. Buon ascolto e buona salute a tutti, Frank-One.



Post by Frank-One

Serie "Bootleg" n. 229 - Nuova Compagnia di Canto Popolare + Osanna - Live in Aosta, Teatro Splendor, 15 dicembre 2016 (50 anni in buona compagnia)

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First time on the web


50 anni in buona compagnia tour con
"i portatori sani di napoletanità"

Chiudiamo il 2016 con un bel regalo a tutti i nostri amici. Vi serviamo insieme al cotechino con le lenticchie, al panettone e allo spumante questo spettacolare concerto di due colossi della musica napoletana: Nuova Compagnia di Canto Popolare, gruppo storico del "prog popolare" (come lo ha definito il cantante Gianni Lamagna) e Osanna, tra gli alfieri del prog rock italiano. La NCCP è in tour per festeggiare i suoi 50 anni di attività. In analogia con Le Orme, anche la NCCP ha raggiunto questo importante e ambizioso traguardo. Il concerto l'ho registrato ad Aosta, il 15 dicembre scorso, all'interno del Teatro Splendor, nell'ambito della rassegna "Saison culturelle" promossa dall'Assessorato regionale Istruzione e Cultura. Lo show è diviso in 3 set: il primo vede protagonista la NCCP, il secondo gli Osanna e l'ultimo i due gruppi insieme sul palco, occasione più unica che rara, a deliziarci con uno strepitoso finale.

E ora spazio alla musica.


TRACKLIST CD 1 
Set Nuova Compagnia di Canto Popolare

01. Ricciulina
02. La Gatta Cenerentola suite
03. Madonna de la grazia (interrotta per problemi tecnici)
04. Madonna de la grazia
05. Canzone mora
06. Moresca
07. ‘a vita è ‘na taranta
08. Capera
09. Fujenti
10. Napulitane
11. Meu core
12. Vottate ll’acqua


TRACKLIST CD 2
Set Osanna

01. In un vecchio cieco
02. Prog Garden medley:
a. Non mi rompete
b. Il banchetto
c. Luglio, agosto, settembre (nero)
03. There will be time
04. Preludio 
05. Fenesta vascia 
06. Santa Lucia / Michelemma / Santa Lucia
07. Fuje ‘a chistu paese
08. L’uomo / Purple Haze


TRACKLIST CD 3
Set Nuova Compagnia di Canto Popolare & Osanna (together)

01. Sotto il velo del cielo
02. Canzone amara
03. In galera li panettieri
04. Presentazione dei due gruppi
encore
05. Tammurriata nera
encore 2
06. Ma pecche’


FORMAZIONE NCCP

Fausta Vetere– voce e chitarra
Corrado Sfogli – chitarra classica, batteria, bouzuki
Gianni Lamagna– voce
Michele Signore– violino e mandoloncello
Pasquale Ziccardi– voce e basso
Mario Ciro Sorrentino– fisarmonica, flauti e ciaramella
Carmine Bruno– percussioni e tamburi a cornice


FORMAZIONE OSANNA

Lino Vairetti– voce solista, chitarra acustica, elettrica e armonica
Gennaro Barba– batteria
Nello D’Anna– basso
Pako Capobianco– chitarra elettrica
Sasà Priore– paino, organo e synth
Irvin Vairetti– voce e vintage keyboards


E' partito il 29 novembre 2016 dall'Auditorium di Milano il tour “50 anni in Buona Compagnia”, con cui la Nuova Compagnia di Canto Popolare presenta per la prima volta dal vivo il suo nuovo doppio album, intrecciando il proprio percorso concertistico con ospiti d’eccezione quali gli Osanna di Lino Vairetti, storica band di prog rock, in rappresentanza della ‘Buona Compagnia’. Non è il momento di ripercorrere la storia dei due gruppi, troppo noti al pubblico della Stratosfera. Va però sottolineata la sapiente contaminazione tra la musica popolare di Napoli e di tutto il Sud, riscoperta e splendidamente rielaborata dalla NCCP e i colori con la teatralità del rock progressive degli Osanna. La loro comune radice etnica trova espressione proprio in questa contaminazione. Una scelta che poteva parere azzardata: invece le due sfere musicali apparentemente distanti, sono in realtà molto vicine. La dimostrazione è nel momento in cui le due band si uniscono sul palco e 13 musicisti si integrano perfettamente, miscelando suoni a armonie vocali. Dopo Milano e prima della data aostana, il tour ha toccato le città di Bari, Roma, Firenze per proseguire a Torino e Napoli.



La NCCP apre la serata in modo minimale: sul palco salgono Fausta Vetere (unico componente della prima formazione fin dal 1966, anche se - ricordiamolo -  per ascoltare la prima prova discografica del gruppo bisognerà attendere il 1971), accompagnata da Corrado Sfogli (entrato nel 1976). Il primo brano per sole voci e chitarre acustiche è la splendida Ricciulina, tratta da quel grande capolavoro del 1974 che era "Li sarracini adorano lu sole". Ottimo il recupero de "La Gatta Cenerentola", presentata come una mini suite. Il concerto prosegue con l'intero gruppo impegnato a proporre vecchie e nuove composizioni. Tra queste ultime Napulitane, la più recente prova discografica del gruppo posta in apertura del doppio live.  Il pubblico di Aosta, che nonostante la latitudine è da sempre particolarmente caldo, ha dimostrato tutto il suo apprezzamento per i sette musicisti, in particolare per Fausta Vetere, ancora dotata di una voce splendida e potente.

 

Breve stacco ed entrano gli Osanna. Scusate, ma mi sono emozionato. La prima e unica volta che li vidi dal vivo correva l'anno 1973, in occasione di un concerto balneare (se ben ricordo erano nel campo sportivo di Borghetto Santo Spirito, in Liguria, per presentare "Palepoli"). Allora non ero ancora avvezzo a frequentare i concerti con un registratore sotto il braccio per fissarne la memoria su qualche cassetta C90 (che immancabilmente veniva inghiottita al secondo ascolto). All'insegna della tradizione Lino Vairetti & Co. hanno i volti dipinti, come le maschere della tradizione napoletana. L'apertura con In un vecchio cieco è una scarica di adrenalina. Segue il prog medley, una dedica musicale alle formazioni anni '70 a loro contemporanee: Banco del Mutuo Soccorso, Premiata Forneria Marconi e Area. Seguono due tracce dalla colonna sonora di "Milano calibro 9", There will be time e Preludio (con gli ottimi inserti di chitarra elettrica suonata da Pako Capobianco, musicista di grandissimo talento). Il set prosegue con spezzoni tratti da "Palepolitana" e si chiude con le classiche Fuje 'a chistu paese e L'uomo.


La terza ed ultima parte è la chicca della serata: le due formazioni si uniscono sul palco per una sezione congiunta in cui interpretano alcuni brani della NCCP, uno in particolare, lo storico In galera li panettieri, viene rivisitato in chiave rock grazie alla potente sezione ritmica degli Osanna. Bellissime le voci congiunte di Fausta Vetere e Lino Vairetti. Il primo bis è la tanto attesa Tammurriata nera. Pubblico in delirio, si canta e si balla mentre il ritmo sale di intensità. Sembra che sia finita qui. Ma il pubblico di Aosta non è ancora appagato. A gran voce i 13 ritornano sul palco per proporre Mapecchè. E' il saluto finale. Resta il ricordo di una serata eccezionale e la registrazione audio, a memoria di questo evento. Enjoy!!

Raccomandazione finale. Non accontentatevi di questa registrazione. Procuratevi sia il doppio CD della NCCP (che dà il titolo al tour) che il live degli Osanna, "Pape Satan Aleppe", peraltro in confezione digipack e con molti brani non inclusi in questo concerto. Entrambi contengono un booklet con foto e info varie. In occasione del concerto venivano venduti a 10 euro l'uno. E' tutto. Vi lascio con il consueto buon ascolto.



Post by George


BUON 2017 A VOI TUTTI
dal team della Stratosfera


Nanni Svampa canta Brassens

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Nanni Svampa nasce a Milano il 28 febbraio 1938, nella zona di Porta Venezia. Il piccolo Nanni, durante la guerra si trasferisce sul Lago Maggiore, vicino a Varese: la possibilità di vivere per qualche anno, in un mondo contadino, ingenuo e genuino al tempo stesso, gli permette di prendere contatto con un mondo completamente diverso da quello di Milano, già grande città, e di assaporare negli anni dell'infanzia, il gusto per le piccole cose, e l'amore per le zone del Lago Maggiore, che gli resteranno nel cuore e saranno spesso fonte di inspirazione. Finita la Guerra, Nanni torna a Milano dove frequenta il liceo scientifico. In seguito, convinto dal padre ragioniere, si iscrive alla Bocconi di Milano, presso la quale consegue una laurea in Economia e Commercio, ottenuta poco prima di partire per il militare; laurea che gli sarà però poco utile nella vita d’artista. 


Nel 1959 ancora studente alla Bocconi, si esibisce con il gruppo “I Soliti Idioti”, per debuttare realmente sulla scena teatrale nel 1960 con la satira musicale “Prendeteli con le pinze e martellateli”, rappresentata al Piccolo e al Gerolamo, insieme ad alcuni amici dell’ Università tra cui Nuccio Ambrosino. Nanni stesso definisce "un po' goliardici" i suoi primi spettacoli, tanto che farà presto l'incontro con una canzone più "seria" intorno al 1960, con la scoperta della canzone di Georges Brassens. Il suo interesse per la divulgazione dell'opera di colui che considera come un maestro lo porta, durante il militare, a tradurre molti dei brani di Brassens in milanese. Questo si rivelerà un utile esercizio di espressione dialettale, contribuendo ad avvicinarlo alle canzoni popolari della sua regione e della sua città. Nel 1964 Svampa interpreta il cantastorie ne “Il Tarfante” di Ambrosino. E' dello stesso anno il suo primo disco, contenente 12 canzoni tradotte in milanese: una sorta di tributo al chansonnier francese Georges Brassens, dal titolo: “Nanni Svampa canta Brassens”.


Nanni Svampa canta Brassens l'è ona serie de trii album del cantant milanes Nanni Svampa, sortii foeura in del 1971. Come che 'l spiega el titol, el se tratta de cover del cantant frances Georges Brassens, voltaa in lombard (e portaa in del contest milanes) del Svampa, che l'era on grand amirator de la soa oeuvera. L'unega canzon voltada in italian a l'è Concorrenza sleale.


LINK

Vol. 1 - 1964
I assassitt (L'assassinat)
Canzon per el rotamatt (Chanson pour l'Auvergnat)
Poer Martin (Pauvre Martin)
L'erba matta (La mauvaise herbe)
Doman te porti a ballà (J'ai un rendez-vous avec vous)
El testament (Le testament)
El bamborin de la miee d'on ghisa (Le nombril des femmes d'agents)
Pelanda tì (Putaine de toi)
El gorilla (Le gorille)
La Ginetta (Marinette)
La prima tosa (La première fille)
Mì sont on malnatt (Je suis un voyou)





Vol. 2 1967
El rochettee (Le mauvais sujet repenti)
Donne di piacere (Le complaint des filles de joie)
L'era on bell fior (Une jolie fleur)
El desgrazziaa (La mauvaise réputation)
Pien de corna (Le cocu)
El pastizzon
El temporal (L'orage)
Purghi i mè peccaa
L'ombrella (Le parapluie)
Al mercaa de Porta Romana (Hécatombe)
El beccamort (Le fossoyeur)
La tetta de carna e la tetta de legn



LINK

Vol. 3 1971
La vocazion (Le mécréant)
La donna de cent cinquanta franch (La fille à cent sous)
Bonomm (Bonhomme)
La guerra del desdott (La guerre de 14-18)
I mè moros d'on temp (Les Amours d'antan)
I panchett (Les amoureux des banc publics)
La Rita de l'Ortiga (Brave Margot)
Madonna varda giò (La prière)
El sposalizi (La marche nuptiale)
Visin al mè lares (Auprès de mon arbre)
La mia ganza (La  traîtresse)
Concorrenza sleale (Concurrence déloyale)

Post by Grog

Serie "Historic prog bands live in Italy" - Capitolo 13 - Embryo live at Doctor Jazz, Pisa, 18 marzo 1999

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First time on the web


Prosegue la collaborazione con l'amico Stefano, grande appassionato di prog (e non solo) e autore di moltissime registrazioni live. Periodicamente, con nostra grande gioia, ci elargisce uno dei numerosi concerti che tiene custoditi nei suoi archivi. E' questa la volta degli Embryo, storico ensemble che prese vita nel 1969 a Monaco di Baviera, ad opera del polistrumentista Christian Bulchard (batteria, vibrafono, tastiere) e del sassofonista e flautista Edgar Hoffmann.  Affiliati dai critici al krautrock, gli Embryo si distinsero dagli altri gruppi tedeschi a loro contemporanei per l'originale miscela di jazz-rock, ethno, avanguardia e progressive che crearono fin dal primo disco, quel lontano e meraviglioso prodotto che fu "Opal", pubblicato nel 1970. Altra caratteristica costante della band è quella di essere da sempre un gruppo aperto a molteplici collaborazioni, La prova risiede, a 30 anni dalla nascita, nel doppio LP "Istanbul-Casablanca Tour 1998", presentato nel corso del tour che li vide ospiti anche a Pisa, con oltre 40 musicisti accreditati. Peraltro non dimentichiamo che gli Embryo sono tuttora in attività. L'ultimo loro prodotto discografico risale proprio al 2016.


Il concerto non è recentissimo: è stato registrato al Doctor Jazz di Pisa, il 18 marzo 1999 e vede ancora gli Embryo guidato dai due membri fondatori, Christian Bulchard e Edgar Hoffmann. Non abbiamo la tracklist e nemmeno la formazione completa che suonò in quella serata. A parte i due componenti storici sappiamo che gli Embryo ospitarono Xizhi Nie, musicista molto famoso in Cina, già presente nella line-up di "Istanbul-Casablanca Tour" ai flauto, violini cinesi e scheng.

Xizhi Nie 
In una breve nota di commento, Stefano ricorda "che fu un concerto molto naif: gli Embryo arrivarono al Doctor Jazz su un furgone anni '70 (nel senso che era proprio malmesso) e dopo una veloce prova strumenti iniziarono subito a proporre il loro affascinante repertorio, facendo solo una breve pausa sul palco, tra i due set, mangiandosi un panino". Altro che rockstar!! Qui siamo ancora alle prese con una band di fricchettoni orfani di Woodstock che fa lo spuntino sul palco.

Christian Bulchard 
Edgar Hoffmann 
Il concerto integrale, della durata di poco più di un'ora, scorre praticamente senza interruzioni (a parte la pausa panino) ed è come sempre registrato con una elevata qualità sonora. Grazie Stefano per questa preziosa testimonianza, che vede per la prima volta la luce sul web, e che ora mettiamo a disposizione degli amici della Stratosfera.

Articolo pubblicato su "Il Tirreno" il 17.03.1999


Post by George - Music by Stefano
 

Serie "Catto Prog" n. 10 - L'Arcipelago - 1977 - Il Rivoluzionario

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E' la storia di Uno che scriveva uomini con la "u" maiuscola. Lo spettacolo ricorda alcuni fra gli episodi più incisivi del Vangelo e presi a sintesi di un messaggio bimillenario, ma libero da ogni rigidezza dottrinale, come risposta sempre viva ai problemi dell'uomo moderno.

Titolo  Il rivoluzionario / Complesso l'Arcipelago ; Arrangiamenti di Giacomo dell'Orso
Pubblicazione  Assisi : Pro Civitate Christiana, 1977
Descrizione fisica  1 Disco sonoro : 33 1/3 rpm, Elettrica/analogica ; 12 in. (30 cm.)
PCCCS0205 PCC Edizioni Fonografiche Pro 
Lingua di pubblicazione  ITALIANO
Paese di pubblicazione  ITALIA
Codice identificativo  IT\ICCU\DDS\1237966
Dove si trova
RM0200  DDSIC  Istituto Centrale per i Beni Sonori ed Audiovisivi - Roma - RM 


Alessandro Aliscioni
Compositore incline verso un discorso edificante, inizia la sua attività con un Lp edito dalle Edizioni Paoline intitolato "Celebriamo la nostra speranza" nel quale spicca la famosa "Scusa Signore" (qui nella versione cantata da M.Paulicelli e S.Paul Chorus). Sempre con le Edizioni Paoline ha firmato molti altri lavori. Nel 1977 ha composto, per la Pro Civitate Christiana, il suo primo musical "Il Rivoluzionario". Con esso, forse per la prima volta in Italia, aveva attuato organicamente ( in collaborazione con l'autore Renato Biagioli) una nuova tecnica di costruzione della commedia musicale consistente nell'ideare le musiche dell'opera prima dei testi dell'opera stessa. Questa nuova concezione, per così dire "discografica" nel teatro musicale è stata alla base della riuscita dei suoi lavori successivi. Dopo aver realizzato per la Rai alcuni sottofondi musicali, ha composto la commedia "Arcobaleno" e ha partecipato alla stesura musicale di "Cristo 2000". Per la casa editrice LDC ha composto "Scusi, Lei ci crede ai miracoli?", musical ispirato alla vita e alle opere di Don Bosco. Recentemente ha scritto, sempre con Biagioli il musical "Il diavolo chierichetto" e per il centenario del cinema ha composto la colonna sonora del videoclip "Cinecantando". In occasione dell'ultimo Natale del secolo ha composto le musiche per La Nativitate, commedia musicale tratta da "antica rappresentazione sacra del 1400" di un anonimo e messa in scena,con successo, dalla compagnia GER Teatro Music della quale è il direttore artistico. Ultimamente ha scritto la colonna sonora del cartone animato Smile di Simona De Rossi prodotto dalla Scuola Nazionale Di Cinema.

Renato Biagioli 
Ha iniziato la sua collaborazione con Alessandro Aliscioni scrivendo i testi per il disco "Celebriamo la nostra speranza" e successivamente per il musical "Il Rivoluzionario". Fra i suoi lavori successivi spicca il famosissimo "Forza venite gente" di cui è stato il coautore e l'ispiratore. Quest'opera scritta e realizzata, tra gli altri, con l'apporto determinante di Mario Castellacci, ha totalizzato, a tutt'oggi, più di 1600 repliche oltre 1.300.000 di spettatori solo in Italia. Successivamente ha scritto e messo in scena "Cristo 2000" con quest'opera Biagioli, ancora una volta in controtendenza, ha sperimentato, molto positivamente, un genere teatrale, il dramma musicale, poco o affatto praticato in Italia, recuperando così al teatro musicale moderno un impegno ed un approfondimento sconosciuto alla commedia musicale "all'italiana" di genere tradizionalmente brillante - leggero. Tra i suoi ultimi lavori "Scusi, le ci crede ai miracoli?" musical ispirato alla vita e le opere di San Giovanni Bosco.


A1  Io E Gli Altri  
A2  L'Arrivista  
A3  Ne' Servi Ne' Padroni  
A4  Maddalena  
A5  Bla, Bla, Bla (La Pagliuzza E La Trave)  
B1  Scribi E Farisei  
B2  Cena Di Addio  
B3  Il Braccio Della Morte, Getsemani  
B4  Non Voglio Sentire  
B5  Il Rivoluzionario

Musica: Alessandro Aliscioni
Testi: Renato Biagioli
Arrangiatore: Giacomo Dell'Orso


Post by Grog

Le Antologie della Stratosfera vol. 30 - Luigi Grechi - 1976/1979 - Il periodo PDU

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1976 - Accusato di libertà

01 Il mio cappotto
02 Accusato di libertà
03 Lo spessore dei ricordi
 04 E' troppo tempo ormai
05 Questa è una storia antica come il sole
06 Mattmark
07 Buonanotte Nina
08 Quel buon vino
09 L'uomo del Nord
10 Paese


 Settembre 1977 o forse 1978, ah la memoria! A Milano nella sede del P.S.I. all’interno della Cascina Torchiera, oggi divenuta Torkiera senz’acqua sede dell’omonimo centro sociale cantato anche da Giubbonski in un suo album, in piazzale Cimitero Maggiore, era in pieno svolgimento un Festival dell’Avanti, col tipico palco, l’orchestrina di liscio, la gente del quartiere che ballava tanghi e mazurke. Ad un certo punto l’orchestra prende una pausa ed uno pseudo conduttore annuncia al microfono: ”Ed ora un giovane compagno di origine romana ci canterà alcune sue canzoni, ecco a voi LUIGI GRECHI!”. Sale sul palco, canta due canzoni e partono i mugugni dei “ballerini di Musocco” desiderosi di tornare alle loro danze. Io ed i miei amici, Albertino, Renato, Carlo e gli altri notiamo la più che giustificata insofferenza di Luigi, che di lì a poco incapace a dissimulare un certo disagio, dopo 3 / 4 canzoni si alza e se ne va. Ed è lì che lo intercettiamo, gli chiediamo se abbia voglia di passare con noi il resto della serata, e con altre 2 chitarre, un po’ di legna, acceso un fuoco sul retro della Cascina di fronte al Cimitero, tiriamo le 4 con una persona schiva, ma cortese, simpatica e disponibile, cantando le poche sue canzoni che conoscevamo, ma anche quelle di tanti altri: De Andrè, De Gregori (e chi lo sapeva fosse il fratello, ce lo disse lui), Finardi, Camerini, Dalla e via discorrendo.



 Il giorno dopo corsi subito ad acquistare i suoi due album usciti fino a quel momento: Accusato di libertà del 1976 e Luigi Grechi del 1977, entrambi pubblicati dalla PDU di Mina. All’interno di Accusato di libertà trovai anche il comunicato stampa che la casa discografica aveva allegato per i giornalisti, che qui troverete allegato, questo perché i soldi non erano tanti così compravo i vinili nei pochi negozi di dischi usati dell’epoca. Non vi tedierò con le notizie e la biografia dell’artista, che ben si possono leggere all’interno del suddetto comunicato, mi preme sottolineare solo alcuni punti che possono essere spunti per riflessioni da parte vostra. In primis il fatto che abbia sempre glissato sul suo vero cognome, De Gregori, assumendo il cognome della madre, appunto Grechi; in una sua recente intervista reperibile sul tubo motiva il tutto dicendo che se il pubblico ascolta due artisti diversi, vuole poterli distinguere, e così non voleva generare confusione. Sarà, ma allora i fratelli Bennato? Ed i fratelli Nocenzi? D’altra parte però le sorelle Bertè… Okay, passiamo oltre.


I suoi esordi avvengono nell’ambiente del leggendario Folkstudio di Roma, con i ben noti Antonello Venditti, Mimmo Locasciulli (seppur originario abruzzese), Stefano Rosso, Ernesto Bassignano e appunto Francesco De Gregori, appartenenti alla cosiddetta scuola romana. I primi tempi rinuncia ad una vera e propria carriera musicale, preferendo la lettura dei tarocchi ai turisti nel centro di Roma, e successivamente il lavoro di bibliotecario a Milano, come si può leggere nell’Enciclopedia del Rock Italiano, editrice Arcana. Altro spunto interessante è l’ottimo ensemble esecutore dei due dischi, il meglio del jazz italiano di allora, ovviamente della scuderia PDU: Gaetano Liguori, già presente sulla StratoSfera, Andrea Centazzo, Franco Feruglio appartenente al gruppo del percussionista friulano, e Pietro Bianco leader dei Lyonesse. Insomma ottimi musicisti seppur utilizzati per delle intuizioni musicali non certo di spessore particolare. Nel secondo partecipazioni di Roger Belloni, noto bluesman, e Mariano De Simone della Hillbilly String Band.


Una cosa che sin dai tempi mi ha sempre stupito è la benevolenza mostrata da parte di alcuni critici che nei loro libri non lesinavano certe frecciatine ai guru dell’epoca, per parlare con simpatia e quasi tenerezza di questo strano fratello matto, autore di due dischi piacevoli ed insoliti per l’epoca, con non velati riferimenti a Guthrie, Dylan e Cohen. Scrivono Angiolini e Gentile nel libro : “Note di pop italiano” edizioni Gammalibri : “Nella voce e nello sguardo c’è tutto il personaggio semplice, silenzioso, un po’ limitato nel linguaggio adottato (il che lo dissocia profondamente dal fratello Francesco De Gregori), così come appare nei suoi LP, Accusato di libertà (76) e Luigi grechi (77). Quest’ultimo è un po’ più vivace e curato del precedente; l’evoluzione la si avverte anche nella sottile atmosfera country (un brano del folk singer americano John Prine) che testimonia dell’attenzione riservata in gioventù da Grechi per il maestro Woody Guthrie. Da rilevare come Grechi non abbia voluto abbracciare il professionismo, il che gli avrebbe impedito di mantenere l’impiego di bibliotecario; le sue esibizioni sono così concentrate nel fine settimana. E’ stato sottoposto ad una censura politica da parte della sua casa discografica, la PDU a capitale svizzero, che gli ha imposto la soppressione del brano “Seveso Blues” (“Senti odore di frutta matura, forse è l’estate che si avvicina, ma questa volta ho davvero paura, questa è l’estate della diossina….”).


1977 - Luigi Grechi

 11 Le chiavi
 12 Canzone d'autunno (1943)
13 Se la mia penna fosse un'ala
14 Rosso corallo
 15 Souvenirs
16 La strada è fiorita
17 Elogio del tabacco
18 Anelli alle tua dita
19 Disco a 78 giri
20 Le chiavi (reprise)


Dopo questi due lavori, due anni dopo sempre per la PDU dà alle stampe : ”Come state?”, album più curato dal punto di vista musicale, che a me ricorda molto il percorso di Loy & Altomare, che ai primi due album assolutamente Westcoast ne fecero seguire un terzo dissacrante, talora al limite del demenziale, Lago di Vico (m.507). In Grechi non c’è la demenzialità, ma sicuramente una maggiore leggerezza quasi scanzonata, si ascoltino Rock della crostata o Flu, seppur con pregevoli brani quali Dublino scritta in coppia col fratello Francesco o la cover di L.Cohen, La regola d’oro. Segue un lungo silenzio, con un album non particolarmente dissimile dagli altri pubblicato nel 1987 per la CBS, Dromomania, ed una cassetta autoprodotta nel 1990, “Azzardo”, dove per la prima volta compare il Jolly, ovvero il brano Il bandito e il campione, portato ad un successo al di sopra di ogni previsione dal fratello Francesco. 


1979 - Come state ?

01 Come state
02 La regola d'oro
03 Polmoni di Piombo e Pancia Cromata
04 Rock della crostata
05 Dublino
06 Sotto una bandiera
07 Chitarrista cieco
08 Flu
09 Tema di Polmoni di Piombo


Bonus track - Il bandito e il campione (Live - 1993)




Come bonus track vi dono la versione da Luigi Grechi cantata al Festival Tenco in occasione dell’omonima targa vinta come miglior canzone 1993. Successivamente ha dato alle stampe molti altri lavori, nei quali una costante è sempre la presenza di rifacimenti di vecchi motivi seppur in chiave diversa, uniti a nuove produzioni.


Ora Luigi Grechi è in pensione, ha mutato il suo look dai primi tempi fin troppo sobri di quel lontano 1977, vi invito a visionarlo in questo recente filmato dove canta Elogio del tabacco in occasione di un raduno a lui dedicato, potrete vedere un vero folk singer nostrano.

Sperando che tutto sia di vostro gradimento, auguro buon ascolto e soprattutto i migliori auguri di buona salute a tutti.

LINK

 Post by Frank-One (all) & Captain (nothing)

Genfuoco - 1979 - Dentro l'invisibile

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FORMAZIONE

Marco Borgogni (voce, flauto, chitarra)
 Tarcisio Bratto (sax, chitarra)
 Franco Cecchi (tastiere)
 Paolo De Luca (chitarra)
 Giovanni De Luca (basso)
 Marco Naldini (batteria)


L'unico album dei Genfuoco risale al 1979, quando oramai il prog stava agonizzando un po' ovunque. L'album, assolutamente coraggioso in quanto controcorrente rispetto alle facile formule musicali di quel periodo, proprone un'ottima miscela di suoni prog, grazie soprattutto all'uso dei fiati (flauto e sax) e delle tastiere. Ho letto su Italian Prog dell'amico Augusto Croce che questo gruppo toscano (sono senesi) realizzò nel 1976 una cassette autoprodotta con nove brani, dal titolo "Antichi confini". E qui si apre la caccia a questa rarità. Invito aperto a tutti i navigatori della Strato.

Pur venendo ascritti nel filone "catto prog" e avendo registrato il disco per l'etichetta Città Nuova (di ispirazione religiosa) io preferisco - musicalmente - tenerli fuori da questa catalogazione, sia per i testi (poche le parti cantate senza riferimenti smaccatamente religiosi) sia per la predilezione per i brani strumentali. Altra cosa è il fatto che i Genfuoco fossero parte integrante del movimento internazionale Gen, al fianco di altri gruppi "catto" fino all'osso quali Gen Verde e Gen Rosso. Torneremo nelle prossime settimane su questi ultimi due gruppi. 


Scrive ancora Augusto Croce che "Dentro l'invisibile ebbe una distribuzione limitata, prevalentemente nelle librerie, ed è oggi piuttosto raro, anche se non particolarmente ricercato dagli appassionati di rock progressivo. Atmosfere acustiche e soft sono prevalenti nel disco, con un buon uso di flauto, sax, tastiere, come nel primo brano Ouverture, ma le canzoni hanno parti strumentali molto brevi e sono prevalentemente costruite in funzione del cantato.  L'album segnò anche la fine del gruppo, sciolto intorno al 1980".


"I Genfuoco si sono riuniti nel 2000 con tutta la formazione originale, suonando a Firenze, e riuscendo poi a realizzare un CD auto prodotto registrato dal vivo tra il 1976 e il 1978.  Registrato bene, e contenente otto brani (nessuno dei quali era apparso sull'album), il CD è un bel documento dell'attività live del gruppo, con due brani di oltre 10 minuti. La copertina non cita i dettagli delle registrazioni, ma i brani contenuti vengono da diversi concerti con varie formazioni, e i musicisti coinvolti sono i sei che compaiono sull'LP oltre al percussionista Marco Scala e al batterista Marco Masotti". Il "Live"è stato pubblicato nel 2001. E qui rivolgo il secondo invito ai nostri amici e collaboratori. Se per caso è nei vostri archivi, che ne dite di postarlo? (postilla del Capitano: sia questo album che la cassetta autoprodotta del 1976 sono stati prontamente inseriti nella wishlist stratosferica, così la ricerca non si fermerà ai prossimi post).

"Dentro l'invisibile"è stato ristampato in CD nel 1992 da parte della Mellow e in vinile nel 2010 dalla AMS/BTF. Sono certo che a distanza di quasi 7 anni dalla ristampa in vinile non facciamo torto alla AMS se lo pubblichiamo su questo blog. Peraltro, come albumwrap, è anche su Youtube.
Buon ascolto.



Post by George


Paolo Amulfi

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Musicista, Chitarrista, Arrangiatore, Insegnante.
Ha iniziato lo  studio della chitarra all’età di 10 anni dedicandosi in particolar modo alla musica rock blues. Successivamente ha iniziato la sua attività concertistica suonando con varie formazioni rock, blues, funky, metal, fusion ecc..  Dal 1987 al  1993 ha insegnato chitarra elettrica rock e blues nella scuola LIZARD di Fiesole.


Nel 1994 forma la band BLUES POWER BAND; con tale gruppo riesce a mettere in mostra le spiccate attitudini al blues, eseguendo soprattutto brani di Stevie Ray Vaughan, Jimi Hendrix ed Eric Clapton. Ha pubblicato tre metodi per chitarra editi dalla BERBEN: "IL BLUES ELETTRICO", "CLASSIC SOUND" e "LA CHITARRA RITMICA" (quest’ultimo insieme al collega Luigi Gagliardi. Per alcuni anni ha collaborato con la rivista CHITARRE pubblicando varie trascrizioni nella rubrica "chitarra rock". Nel 1998 ha fondato, insieme con Luigi Gagliardi e Gianni Zei, il progetto GUITAR TRAINING. FUNPLUGGED è il nome del duo, insieme a Laura Vicini, con il quale si esibisce da alcuni anni in Italia e nel nord Europa eseguendo brani del repertorio pop, rock e blues in versioni unplugged. Nel 2010 è stato direttore artistico a La Cantinetta Live Music portando tra i migliori musicisti del panorama internazionale: John Helliwell (supertramp), David Joice (U2, Sinatra, B Streisand..), Mark Lambert, Trini Massie…. Ha pubblicato due album: “I’LL BE WAITING” 2013 e "FIFTY FIVE" 2015 edizioni Drycastle Records.


Lavora inoltre come turnista nella realizzazione di dischi, colonne sonore ed in importanti tournée per vari artisti italiani: Anna Oxa, Marco Masini, Gianni Morandi, Aleandro Baldi, Francesca Alotta, Alessandro Canino, Dik Dik, Camaleonti, Maurizio Vandelli, Federico Salvatore, Marco Baroni, Ka Bizzarro, Giuseppe Povia, Ima, Gosia Andrzejewicz, Mario Ortiz, ecc..



Post by Grog

Genfuoco - 1975 - Antichi Confini

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TRACKLIST :

01. La notte della vita
02. Non fermarti e va'
03. Per un emarginato
04. La lunga strada
05. Come a Santiago
06. Ricordi
07. Un giorno di primavera
08. Antichi confini
09. Tutto passa


Il caro amico George esprimeva pochi giorni fa il desiderio che qualcuno condividesse la rarissima prima audiocassetta autoprodotta dei GenFuoco, titolata "Antichi Confini" e menzionata anche da Augusto Croce su Italianprog. Neppure il tempo di includere il titolo nella wishlist che, in men che non si dica, mi son trovato nella mail questo ottimo contributo (tra l'altro proveniente direttamente da un remaster a cura della stessa band) di Eufrasia, che già in passato mi aveva scritto e probabilmente mi ero perso la sua mail nella fitta corrispondenza inerente al blog, il "lavoro indiretto" della stratosfera, che a volte subisce ritardi/mancanze di cui mi scuso con gli interessati, Eufrasia compreso. Con questo lascio all'amico appena citato la parola, lo ringrazio per questo e per gli altri contributi e mi complimento con lui per l'ottimo testo di accompagnamento che ci ha inviato: davvero, non avrei saputo fare di meglio. By Captain.


 "Per quanto attiene ad un mio commento su 'Antichi confini', ci provo, ma mi trovo in difficoltà perchè ho conosciuto il Gen Fuoco da adolescente (sono del 1960) in un'epoca in cui frequentavo con convinzione chiesa ed oratorio, con molta simpatia per il movimento del focolare (i Gen, per l'appunto), poi la vita mi ha portato a considerazioni e scelte molto diverse ed oggi sono di idee pressoché opposte da quelle di allora, serbo comunque un bel ricordo di quei tempi, degli amici conosciuti all'epoca, con alcuni dei quali sono ancora in splendidi rapporti, e notevole gratitudine perchè in quegli anni (ed anche grazie alle canzoni del Gen Fuoco) ho imparato a suonare la chitarra, passione e pratica che continua ad essere importante nella mia vita. Venendo più strettamente all'album, provo a dire qualcosa sui vari brani: 'La notte della vita'è un brano dalla notevole musicalità, quasi una suite con diversi spunti tematici, di argomento pacifista ed ecologista, propone come possibile via d'uscita il rispetto della natura e degli esseri umani, e - trattandosi di un gruppo dichiaratamente cristiano - non può che trovare nella comunità religiosa la risposta alle domande, a me piace molto la ripresa finale del tema musicale fatta dalla chitarra solista; 'Non fermarti e va''è una ballata ancora sul tema della condivisione, del vivere non per se stessi, ma per gli altri (leit motiv del pensiero Gen), molto orecchiabile nella sua semplicità; 'Per un emarginato'è già descritta compiutamente dal titolo, data l'ottica cristiana non poteva che venire dalla fede una parola di speranza per i meno fortunati...la vita ci insegna che esistono molte strade che portano al rispetto e all'accoglienza dell'altro, anche fuori dagli ambiti religiosi, molto bella la musica; 'La lunga strada'è un brano strumentale gradevole anche se piuttosto ripetitivo; 'Come a Santiago' riprende il tema pacifista già espresso in 'La notte della vita', con toni musicali più cupi e duri (l'uso del distorsore in ambito religioso era esplicitamente vietato, anche nelle 'messe beat', ma qui il Gen Fuoco sfoga tutta la sua rabbia), evidente la 'ricerca musicale' di nuove sonorità, caratteristica tipica del progressive rock, gli impasti strumentali e vocali sono emblematici; 'Ricordi' ha una musica graziosissima ed anche il tema del ricordo contribuisce a renderla una delle più belle canzoni dell'album (me ne innamorai al primo ascolto); 'Un giorno di primavera' riprende un altro tema caro al movimento Gen: la gioia che si esprime attraverso tutti gli esseri viventi, affiancata alla necessità di ripianare le disparità sociali; 'Antichi confini'è a mio parere la più bella fra tutte, musica e testo poetici ed evocativi, una musica apparentemente semplice ma impreziosita da passaggi ricercati e da sonorità 'aperte'; 'Tutto passa'è una canzone religiosa che di più non si può, la musica è molto efficace. Considerando l'epoca e l'ambiente (necessariamente limitato) da cui nasce
questo lavoro, mi pare davvero degno di nota. Angelo (Eufrasia)"


Piccola provocazione finale by Cap, e scusate tanto se trascendo, ogni tanto mi capita: ma non è un po' fallico questo particolare sulla destra in basso della minimale cover? E non è strana la sua presenza in album che, seppur non smaccatamente, appartiene al filone catto prog?


Post by Eufrasia & Captain

Serie "Battiato & Friends Special Fan Collection" n. 47 - Giusto Pio - Alla corte di Nefertiti (1988) & Per un altro futuro (1992)

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TRACKLIST :
 
1 - Alla corte di Nefertiti (14:26)
2 - Alla corte di Nefertiti - Frammenti (13:42)
 3 - Per un altro futuro - Parte1 (5:22)
 4 - Per un altro futuro - Parte 2 (7:24)


Due rarità musicali che riguardano il maestro Giusto Pio, figura di grande spessore artistico e umano. Dopo avere affiancato per anni Franco Battiato ed avere contribuito non poco a creare un suono capace di conquistare milioni di appassionati, il maestro di Castelfranco Veneto inaugura una nuova stagione della sua maturità artistica. Con alle spalle un LP piuttosto sperimentale come "Motore immobile" e 3 album strumentali capaci di conquistare le classifiche, Pio si avventura nella composizione di suite di grande fascino. E' come se la tastiera diventasse una tavolozza di colori e le partiture uno spazio in cui esprimere delle impressioni, prima ancora che narrare qualcosa. Non è un caso, forse, che Giusto Pio affianchi l'attività di musicista a quella meno nota di pittore.
 
"Alla corte di Nefertiti"è il primo LP del nuovo corso, edito dalla coraggiosa etichetta "L'Ottava" di Franco Battiato e mai più ristampato su supporto digitale. Una lunga suite in cui i suoni si susseguono, sempre in maniera piuttosto gradevole. Il materiale sonoro serviva come colonna sonora di una mostra di scultura dall'evocativo titolo "Molte bianche ali sospese sugli aquiloni". La seconda traccia ripropone alcuni temi della precedente ma in ordine sparso. Il disco, in tal senso, rappresenta quasi l'officina creativa di Giusto Pio. Il violino che lo aveva reso celebre riposa nell'ombra per dare spazio all'elettronica. Che lo stile compositivo sia cambiato lo rivela il lavoro seguente, "Attraverso i cieli" (ristampato in cd col titolo "Utopie") e questi 2 frammenti che proponiamo in questa sede. Ancora una volta musiche per una mostra che nessuno prima d'ora aveva messo su supporto. Ci auguriamo sia cosa gradita ai tanti ammiratori di Giusto Pio, artista immenso. Antonio.


LINK empetre
LINK flacchete

Post by Antonio LM with a little Captain's help

Art and Illusion - Monolithos 1993

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Uscito verso la fine del 1993, "Monolithos"è prodotto e distribuito dalla casa discografica Mellow Records con cui gruppo firma un contratto di cinque anni. Il CD è  registrato ed arrangiato presso "Studio Elfo" di Agazzano (PC), che in breve tempo diviene un punto focale nell'attività della band. 

La formazione ufficiale che partecipa alla realizzazione del primo lavoro è composta da:

Luca Sabia (Voce e Chitarre)
Fabio Antonelli (Chitarre)
Marco Morandotti (Tastiere)
Dario Broglia (Batteria)
Alberto Callegari (Basso nonché arrangiatore e titolare dello "Studio Elfo")

Quest'ultimo, da questo momento, con Luca Sabia, rimarrà l'unico membro stabile del gruppo.

In questo periodo il repertorio Art and Illusion è composto dai brani originali tratti dal primo demo-tape e da "Monolithos", unitamente ad una serie di cover di band come Genesis, Marillion, Jethro Tull, Pink Floyd, etc…


1. Picasso's cloud
2. Monolithos
3. Now or never
4. The stone
5. The wild wind Mr. Windflower and Mouthpiece
the Elf
6. Walking behind the sas theatre
7. Travelling with Mouthpiece the Elf
8. Meta enter
9. Präambel to Mr. Mindflower's dream
10. Mr. Mindflower's dream
11. Meta end
12. Nuts
13. The Aleph

LINK




Luca Sabia (vox, gtr), Fabio Antonelli (gtr, vox), e Marco Morandotti (key), coadiuvati da Alberto Callegari (bass) e Dario Broglia (drm) ci portano su un piatto d'argento "Monolithos", finalmente cimentandosi in qualcosa di più concreto rispetto ad un demo tape. Quello che esce dal CD in questione è decisamente considerabile, perché, mentre i lavori per così dire home-made risultavano ancora immaturi e a volte poco convincenti, "Monolithos" non può essere considerato un embrione, bensì un figlio a tutti gli effetti (dopo un parto a dire il vero molto lungo). Allora, cosa devo dirvi se non che è un CD speciale? Forse potrei aiutarvi ricordandovi che i pezzi presenti sono riccamente ripieni di chitarre acustiche che si sovrappongono creando intrecci carichi di atmosfere soffuse e, quando il caso, scattanti. Il riferimento più lampante, a mio avviso, lo si ritrova negli ERIS PLUVIA tuttavia è bene precisare che i riferimenti vanno presi con molta attenzione, perché gli ART & ILLUSION riescono davvero a creare un sound particolare e personale, difficilmente accostabile ad altri. Così "Picasso's cloud". "Monolithos", "The wild wind" scivolano via entusiasmando già al primo ascolto, impressionando successivamente per ingegnosità compositiva, ricerca delle sonorità, esecuzione (sempre precisa) e scelta melodica. Poi è giusto ricordare la suite: "Mr Mindflower and Mouthpiece the elf 'è divisa in sei movimenti che a mio parere risultano essere troppo frammentati per rendere realmente l'idea di continuità, anche se la prima parte e l'ultima meritano di essere ascollate con attenzione. Vi assicuro, questo "Monolithos" non è il solito lavoro scialbo, già sentito, ma qualcosa di speciale per quelle persone che amano atmosfere irreali ed oniriche con fate, elfi, gnomi, dove i sogni sanno di libertà, dove puoi cavalcare la tempesta, dove puoi camminare dietro tristi teatri e raggiungere l'altra parte, il luogo in cui nessun uomo è mai stato.

Serie "Historic prog bands live in Italy" - Capitolo 14 - Emerson, Lake & Palmer - 1972 - First italian tour

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In memory of Greg Lake (1947-2016) 
Keith Emerson (1944-2016)


Annus horribilis per la musica questo 2016 da poco concluso: lo ricorderemo come l'anno che ha falcidiato un numero incredibile di rock e pop star. Giornali e notiziari hanno purtroppo ripercorso, negli ultimi giorni di dicembre, il triste elenco. Si fa fatica a rendere omaggio ad ognuno di loro. Tra i grandi eroi del progressive che ci hanno lasciato da poche settimane brilla il leggendario Greg Lake, nato Gregory Stuart Lake, classe 1947, scomparso a Londra il 7 dicembre scorso. Dai King Crimson agli EL&P Greg Lake ha accompagnato l'adolescenza e la maturità di molti di noi. Keith Emerson lo abbiamo già ricordato sulle pagine della Stratosfera con un memorabile concerto, mentre - lo ammetto - siamo in ritardo nel ricordare Greg Lake, complici le festività natalizie e altri post che erano in lista di attesa. Ma non è mai troppo tardi anche se, come spesso accade, è la scomparsa dei grandi musicisti che ti fa ritornare la voglia di andare a riscoprire vecchi album o concerti che, forse, non avresti mai più ascoltato.. Tributiamo quindi Emerson, Lake & Palmer con questo post che racchiude i primi due concerti italiani tenuti dalla band nel 1972, rispettivamente a Genova e a Bologna.

Act 1 - Emerson, Lake & Palmer live in Genova, 
Palazzo dello Sport, 15 giugno 1972


TRACKLIST CD 1:

01. Tarkus (cuts in)
02. The Endless Enigma
03. Take A Pebble
04. Lucky Man
05. Piano Improvisations / Take A Pebble

TRACKLIST CD 2:

01. Pictures At An Exhibition
02. Rondo / America



Nel 1972, a distanza di tre anni dal loro debutto (avvenuto il 23 agosto 1970 alla Guildhall di Plymouth), in quella florida stagione concertistica che in Italia durò fino al 1975, anche Emerson. Lake & Palmer calcarono il nostro patrio suolo seppur per due sole date, il 15 giugno a Genova, al Palazzetto dello Sport, e il 25 giugno a Bologna, allo Stadio Dall'Ara. Tra le due date ci fu una breve fuga nella vicina Svizzera, il 24 giugno, dove suonarono a Wetzikon. La scaletta comprendeva Tarkus dall'omonimo album, Take A Pebble (farcita da una lunga improvvisazione pianistica) e Lucky Man, entrambe dal disco di debutto, Pictures At An Exhibition e due tracce da "Trilogy" (che sarebbe stato pubblicato il successivo mese di luglio), Hoedown e The Endless Enigma. Il trio chiudeva i concerti con Rondo, attinta direttamente dal repertorio dei Nice, spesso intercalata alla classicissima America.


Questo primo concerto è mancante di Hoedown, brano con cui Emerson, Lake & Palmer aprivano abitualmente il loro set, mentre Tarkus è tagliata al nono minuto. La registrazione è piuttosto scadente, però...si tratta di un historic concert e vi assicuro che non esiste null'altro sulla piazza. Spettacolare il finale con una lunga dissertazione sulle note di Rondo, compreso l'immancabile assolo di batteria da parte di Carl Palmer.
 
  


Act 2 - Emerson, Lake & Palmer live in Bologna,
Stadio Dall'Ara, 25 giugno 1972


TRACKLIST CD 1:

01. Hoedown
02. Trakus
03. The Endless Enigma
04. Take A Pebble
05. Lucky Man

TRACKLIST CD 2:

01. Piano Improvisation / Take A Pebble
02. Pictures At An Exhibition


Seconda tappa italiana per E.L. & P.  Da Genova scesero a Bologna per riproporre, nello Stadio Dall'Ara, la loro performance. La scaletta non cambia. Qui la registrazione è decisamente migliore anche se, purtroppo, manca il brano finale, Rondo. C'è invece Hoedown. Diciamo che i due concerti, entrambi parzialmente monchi, si possono integrare a vicenda. L'improvvisazione pianistica di Keith Emerson, ora che la qualità della registrazione è più che dignitoso, è semplicemente spettacolare ed esalta la sua straordinaria  tecnica ed inventiva.

La foto sottostante è stata scattata nel backstage dello stadio di Bologna. Si vedono, da sinistra, Carl Palmer, Dee Anthony (manager di ELP), Francesco Sanavio (promoter italiano), Greg Lake e Keith Emerson. 


A chiusura del post, giusto per non farci mancare niente, pubblichiamo tutte e quattro le copertine che realizzò illo tempore il mio vecchio amico Danilo per il suo blog "Rock Rare Collection Fetish".





Il trio ritornerà altre volte in Italia, ad iniziare dal 1973 e, a reunion avvenuta, una ventina di anni dopo, nel 1992. Magari fra un po' vi faremo ascoltare anche queste splendide pagine. Non voglio concludere con la nota di tristezza che, inevitabilmente, mi pervade. Musica immortale, musicisti immortali. Ed è il caso di Greg Lake e Keith Emerson. Buon ascolto.  




Link ELP live in Genova
Link ELP live in Bologna

Post by George

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