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Channel: VERSO LA STRATOSFERA
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Tony Esposito - 1982/1983 - Tamburo - (studio & live)

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TRACKLIST:

01. Camminando
02. Je-na
03. Controra
04. Limbo rock
05. Il giorno e la notte
06. Pagaia
07. Pata Pata
08. Danza dell'acqua
09. Jesce sole
10. Caravan
11. Dune


FORMAZIONE (non in tutti i brani)

Tony Esposito - percussioni, voce
Fernando Fera - chitarra
Toto Torquati - tastiere, voce
Remo Licastro - tastiere, voce
Massimo Pizzale - marimba, vibrafono, basso
Ricky Romei - basso
Claudio Golinelli - basso
Remo Licastro - organo
Pasquale Schembri - flicorno, tromba
Claudio Pizzale - sax, flauto
Luciano Carratoni - trombone
Enrico Fineschi - tromba
Emanuele Laudanna - batteria
Walter Martino - batteria in track 8
Marco Rinalduzzi - chitarra
Detenuti della Casa Penale di Rebibbia - performers in track 11


E' da un bel pezzo che non parliamo più di Toni (Tony) Esposito. Anzi, a ben pensarci non abbiamo mai parlato di lui direttamente. Sul nostro blog, che oserei definire oramai "enciclopedico", è presente in veste di ospite in molti album di altri musicisti, registrati sia in studio che dal vivo (e anche in molti bootleg), ma non vi è nulla che lo riguardi in prima persona. E questo non ci pare bello. Rimediamo subito ai torti inflitti al nostro amico Antonio Esposito, in arte Toni o Tony, con un disco pubblicato nel 1982, peraltro mai ristampato in CD, dal titolo "Tamburo". Il percussionista napoletano, celebre perché percuoteva tutto ciò che gli capitava a tiro, dai tamburi alle padelle, conclusa l'esperienza degli anni '70 in cui ci regalò dischi meravigliosi (ricordiamo la trilogia "Rosso napoletano", "Processione sul mare" e "Gente distratta"), dopo una quarta prova di tutto riguardo risalente al 1978 ("La banda del sole"), affrontò gli anni '80 con sonorità più "commerciali", diciamo più masticabili da parte del grosso pubblico. "Tamburo", che include la celebre Pagaia, sigla della trasmissione televisiva "Domenica In", aprì a Tony Esposito le porte del successo. Due anni dopo, con il tormentone Kalimba de Luna, vinse pure il Disco per l'estate. Il singolo vendette oltre 5 milioni di copie in tutto il mondo. Insomma, una bella soddisfazione.

La lista delle collaborazioni è lunghissima. Ci limitiamo nel ricordarlo al fianco di artisti quali Pino Daniele (era nel celebre "Vai mo' Tour"), Edoardo Bennato, Alan Sorrenti, Lucio Dalla, Francesco De Gregori, ma anche di musicisti di fama internazionale quali Don Cherry, Gato Barbieri, Eumir Deodato, Billy Cobham, Brian Auger (guadate più in basso...)


Il disco è particolarmente gradevole, ovviamente con grande sfoggio di percussioni (in Limbo rock sono torrenziali). Comprende interessanti rielaborazioni di classici quali Pata Pata e Caravan. Curiosità: l'ultima traccia, molto breve, dal titolo Dune, è suonata da un gruppo di detenuti della Casa di Pena di Rebibbia. 


Tony Esposito & Brian Auger live @ RTSI 23.11.1983 (bootleg)


TRACKLIST:

01. Je-na
02. Danza dell'acqua
03. Pagaia
04. Sardinia
05. Pata Pata
06. Freedom
07. Happiness
08. Camminando



Dopo il disco in studio, ritroviamo Tony Esposito, accompagnato niente meno che dal "mostro sacro" Brian Auger all'organo, che ripropone buona parte di "Tamburo" in versione live. Il concerto venne realizzato il 23 novembre 1983 negli studi della televisione svizzera italiana RTSI. Inutile dire che si tratta di un concerto di notevole spessore, dove anche i brani del disco in studio assumono una nuova veste, impreziositi dalle tastiere di Brian Auger.
Buon ascolto.



Post by George 


Garbo - 1981 - A Berlino...va bene

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TRACKLIST:

01. A Berlino... va bene
02. C'est la Vie
03. Futuro
04. In questo cielo a novembre
05. Dans une nuit ainsi
06. On the Radio
07. A Milano... va bene
08. Anche con te... va bene
09. Lili Marlene 
10. Mekong

Bonus tracks

11. A Berlino...va bene (versione acustica)
12. Radioclima (singolo, 1984)


FORMAZIONE

Garbo - voce, synth
Maurizio Anesa - basso
Maurizio Gianni - chitarra
Sergio Franzosi - tastiera, pianoforte
Giuseppe Pagani - sax, clarino, basso
Aldo Banfi - synth, programmazione
Bruno Bergonzi - batteria, percussioni


In questo post "di passaggio", mentre è in fase di preparazione un robusto Superpost, andiamo a riscoprire il primo disco di Renato Abate, in arte Garbo, uno dei più importanti alfieri della new wave italiana dei primi anni '80. Come altri musicisti di quel periodo (Faust'O, l'Enrico Ruggeri degli esordi e pochi altri) si ispirava ai grandi artisti internazionali, David Bowie, Ultravox, Japan su tutti. Allora girava sulle televisioni la leggendaria trasmissione "Mister Fantasy", curata da Carlo Massarini, e Garbo ebbe l'onore di vedere passare il suo videoclip per la prima volta. A soli 23 anni Garbo registrò questo album per la EMI e fu subito una ventata di freschezza nel panorama musicale italiano. Testi semplici ma immediati, sostenuti dai nuovi suoni elettronici (percussioni, synth) e da strumenti tradizionali (chitarra, basso e fiati). 

Così scrive Andrea Salvi sul sito www.mescalina.it: “A Berlino… va bene”, datato 1981, è un album di fondamentale importanza se non altro per la title-track, il cui ascolto nella versione originale è un’emozione che riesce a ripercorre in un brivido le distanze lunghe un intero quarto di secolo che la separano da noi. I suoni sono inevitabilmente datati così come gli arrangiamenti sintetici, ma il cantato spavaldo e romantico è senza dubbio quello di un interprete di rara intensità. La sequenza dei brani è una prosecuzione del brivido di cui sopra, ciascuno qui elemento indispensabile per l’equilibrio dell’intero album, tra lezioni di pop sofisticato (Dans une nuit ainsi, On the radio), hit danzerecce (Futuro, Anche con te va bene), bizzarri frammenti cantautorali in lingua (Lili Marlene), e mirabili sperimentazioni, come nella conclusiva straordinaria Mekong, lunga composizione che chiude i 38 minuti di questo album con uno sguardo senza complessi di inferiorità alle esperienze di Laurie Anderson e Tuxedomoon".


Lascio a voi giudicare. A me questo disco continua a piacere. La storia musicale di Garbo è lunghissima e arriva fino ai giorni nostri, Wikipedia vi darà una mano, se la volete approfondire."A Berlino...va bene" venne ristampato in versione CD nel 2004. La tracklist include anche due bonus track, una versione acustica di A Berlino...va bene e la splendida Radioclima, tra i miei brani preferiti, che Garbo pubblicò nel 1984 e che portò al Festival di Sanremo nello stesso anno dove, buon per lui, si classificò nelle ultime posizioni. Machissene...in compenso vinse il "Premio della Critica" in memoria dello storico direttore di Ciao 2001, Saverio Rotondi. E a noi questo basta. Buon ascolto. 


Post by George

Serie "Catto Prog" n. 4 - Anawim RELOADED

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GLI ANAWIM, storico gruppo di Abbiategrasso (MI), è un ottimo esempio pop di comunità. Uno dei tanti gruppi che negli anni '70 hanno unito testi di ispirazione religiosa con un sottofondo musicale rock, questi Anawim hanno realizzato almeno tre album per la Rusty, tutti con parti cantate a più voci (qualche volta stonate in maniera imbarazzante, soprattutto nel primo LP) e grande uso di flauto e organo. Forse il più interessante per gli appassionati di prog è il terzo, contenente su una facciata un lungo Concerto di Natale di oltre 20 minuti.

Purtroppo non ci sono molte informazioni su questi gruppi, sono mesi che inseguo di tutto nella rete, ma quello che ho trovato lo condivido con voi, chi avesse di più può sempre integrare.

La formaziomne tipo:

    Basso – Francesco Roda
    Chitarre – Franco Damiano
    Effetti – Pino Marchetti
    Tastiere – Luciano Scaglianti
    Percussioni – Carlo Sola
    Chitarra a 12 corde – Gianluigi Marseglia



1974



A1 Perchè Sei Triste Così?
A2 Ave Maria
A3 In Quei Giorni...
A4 Si Chiama Gesù
A5 Ninna Nanna
A6 Perchè Sei Venuto?
B1 Amici, È Lui...
B2 Tu Salvi L'Uomo
B3  Tu Sei La Vita
B4  Beati Voi
B5  Andiamo A Betlemme
B6  Alleluia 

AUDIO+COVER SPARTITI PARTITURE


Canti per la preghiera dei giovani 
Autori: L.Scaglianti, F.Roda, Gl.Marseglia

01 Sei giunto da molto lontano
02 Non c'è salvezza se non in te
03 Porta la croce, Gesù
04 Ci perdonerai
05 L'uomo dei dolori
06 Preghiera
07 Che male ti ho fatto
08 Eppure tu
09 Tornerai
10 Ha sconfitto ormai la morte Gesù

11 Meditazione
12 Tutti si risorgerà


AUDIO+COVER LIBRETTO PARTITURE


1975



1. Cambiare questo mondo (Anawim);
2. Mondo d’amore (Anawim);
3. L’albero del linciaggio (Anawim);
4. La ballata dell’emigrante (Anawim);
5. Aiutami a cambiare (Anawim);
6. Vorrei tanto tornare bambino (Anawim);
7. Spiritual povero (Anawim);
8. Sarà stato (Anawim);
9. Dio, dammi la forza (Anawim);
10. Ciò che un uomo è (Anawim);
11. Signore (Anawim);
12. Dare la propria pelle (Anawim);
13. Gloria a te (Anawim);
14. Speranza, Libertà, Luce e verità (Anawim)

AUDIO+COVER SPARTITI



1976




AUDIO+COVER PARTITURE LIBRETTO TESTI





A1 In principio
A2 Voglio lodare Dio
A3 Se il nostro cuore
A4 Ti cerco, Signore
A5 Speranza e futuro
A6 Anamnesi

B1 Vega
B2 Perchè negarti?
B3 Vedo un giorno nuovo
B4 Senza te
B5 Marana Tha

AUDIO+COVER LIBRETTO PARTITURA



1977



1. Missione uomo (Anawim);
2. Uomo io sono (Anawim);
3. Nasce la vita (Anawim);
4. Guardo il cielo (Anawim);
5. Lui (Anawim);
6. Chi sei, cosa fai, dove vai (Anawim);
7. Canto della vita (Anawim);
8. … e nostro figlio (Anawim);
9. La tua terra (Anawim);
10. Amore senza confini (Anawim);
11. Andata e ritorno (Anawim);
12. Confronto (Anawim);
13. Ridammi il mio passato (Anawim);
14. I talenti (Anawim);
15. Umanità (Anawim);
16. Eccomi Signore (Anawim)

AUDIO+COVER



1 Verbum Caro
2 Se non ci avessi amato tu
3 Venga il tuo regno
4 Torna, Signore
5 Cantico
6 Notte più chiara del giorno

AUDIO+COVER LIBRETTO



1978


01 - Ho chiesto a lui (stookey)
02 - Cammina con noi
03 - Perche' non tu (ochs)
04 - Quando arrivero' (springfield)
05 - Senza nessuno, fratello, dove vai
06 - Hurry sundown (robinson)
07 - Leaving on a jet plane (denver)
08 - L'uomo ricco e l'uomo povero (yarrow-zimmel)
09 - Verso un mondo migliore (springfield)
10 - Don't think twice (dylan)
11 - Non restare sempre chiuso in te
12 - Rritornero' (nyro)

AUDIO+COVER SPARTITI




A1 Concerto di Natale (mancante)

B1 Conversione
B2 Gloria a Dio
B3 Ti loderò tra i popoli
B4 Alleluja
B5 Credo
B6 Spiritual povero
B7 Santo
B8 Elevazione - Annunciamo - Elevazione
B9 Padre Nostro
B10 Vidi cielo e terra nuovi
B11 Cristo è vivo




1980


A1 Lodate Maria
A2 L'anima mia (Magnificat)
A3 Lo chiamerai Gesù
A4 Donna de Paradiso

B1 Creatura nuova
B2 Ave Maria
B3 Ausiliatrice
B4 Well
B5 Visione
B6 Litanie





L'annuncio della parola
A1 Apritevi, o cieli!
A2 Dio ci ama
A3 La vera vite
A4 Pasqua

L'uomo difronte alla Parola
B1 Il samaritano
B2 Il giovane ricco
B3 La samaritana
B4 Canterò al Signore
B5 Zaccheo
B6 Beatitudini








Bernardo Lanzetti - Covering 'Em Live (Superpost)

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Continuano gli omaggi a Bernardo Lanzetti, una tra le più belle voci del rock italiano. Lo abbiamo ascoltato qualche settimana fa in un paio di dischi in studio. Ora preparatevi ad una grande abbuffata di rock e di prog col nostro Bernardo in versione "totally live". 

Questo post ha un valore aggiunto perché è il frutto di un lavoro a quattro mani tra me e il grande Frank-One che - scusate se è poco - ha fornito il materiale sonoro (bootleg esclusi) e le copertine. Quando avevo promesso di pubblicare dei dischi live di Bernardo Lanzetti Frank-One non ha potuto resistere alla tentazione e ha tratto dai suoi archivi una sequenza di album bellissimi. Già dal titolo del post avrete capito che le cover fanno la parte del leone. Sarà quindi un piacere condividere con voi un pezzo di vita artistica di Lanzetti, sia con il suo gruppo che con la cover band Beggar's Farm (con alcuni ospiti illustri). E adesso spazio alla musica.


1 - Bernardo Lanzetti - 1997 - Cover Live


TRACKLIST:

01. Do it again
02. Have you ever seen the rain
03. Hallelujah I love her so
04. I can't stand the rain
05. Una sera che piove
06. Mercedes Benz
07. She's gonna rock you
08. I've been lovin' you too long
09. Heartattack & Vine
10. Joy to the world
11. Impressioni di settembre


Siamo nel 1997 e Bernardo Lanzetti, accompagnato dalla sua band (la formazione è indicata sulle copertine), registra questo splendido "Cover Live", per rendere omaggio ad alcuni grandi classici. E così ci ritroviamo un Bernardo Lanzetti in forma smagliante alle prese con brani dei Creedence Clearwater Revival, di Janis Joplin, di Tom Waits e di Otis Redding, giusto per citarne alcuni. Come ricordano le note di copertina il disco è stato registrato interamente dal vivo senza nessuna sovra incisione aggiuntiva. Per una volta tanto abbiamo sul piatto un "Live integrale". La voce di Bernardo Lanzetti è potente come non mai. Sentitelo alle prese con Mercedes Benz o con I've been loving you too long. Grandioso. Un omaggio alla PFM non poteva mancare. E così in chiusura ci riascoltiamo l'evergreen Impressioni di settembre.


Link


2 - Clive Bunker & Beggar's Farm featuring Bernardo Lanzetti - 2005 - Diving in the past


TRACKLIST:

01. Wind Up
02. A New Day Yesterday
03. A Song For Jeffrey
04. My Sunday Feeling
05. For A Thousand Mothers
06. Thick As A Brick
07. Bouree
08. Hunting Girl
09. Cross-Eyed Mary
10. My God
11. Aqualung
12. Locomotive Breath


FORMAZIONE

Clive Bunker - drums
Franco Taulino - lead vocals, harmonica, flute
Massimo Faletti - flute, acoustic guitar
Enzo Garlando - keyboards
Gigi Graziano - electric guitar
Luca Grosso - drums
Andrea Caravelli - bass
Bernardo Lanzetti - lead vocals in tracks 9-12


I Beggar's Farm non sono solamente un'operazione nostalgia. Sarebbe troppo riduttivo liquidarli così. Sono invece la più importante cover band italiana dei Jethro Tull. E come ha sempre sostenuto Franco Taulino il debito che molti gruppi hanno avuto o continuano ad avere nei confronti dei colossi del prog internazionale è enorme. Jethro Tull, Gentle Giant, King Crimson, Genesis hanno lasciato tracce indelebili e gli echi sono rimasti nei suoni di molti gruppi neo prog. I Beggar's Farm da anni sono presenti alle convention di Itullians, il fan club italiano dei Jethro Tull. Hanno ottenuto la "benedizione" di Ian Anderson, che ne ha riconosciuto l'indiscutibile bravura, e hanno avuto più di una occasione di avere sul palco alcuni ex Jethro Tull, da Glenn Cornick a David Palmer fino a Clive Bunker, come in questo caso. Il primo storico batterista dei Jethro Tull, che contribuì alla registrazione dei primi quattro album del gruppo inglese, è stato l'ospite di lusso dei Beggar's Farm in questo concerto registrato a Piacenza nel 2003, proprio in occasione della convention annuale di Itullians. Una sequenza di brani storici mozzafiato, suonati con incredibile maestria dalla band e da Clive Bunker ai tamburi. Bernardo Lanzetti appare negli ultimo quattro brani. Inutile sottolineare ancora una volta la sua grandezza. My God e Aqualung ci lasciano decisamente senza fiato.


Link 


3 - Beggar's Farm - 2007 - Itullians featuring Clive Bunker, 
Mick Abrahams, Jonathan Noyce, Bernardo Lanzetti


TRACKLIST:

01 A fairy tale
02 Life is a long song
03 Traveler
04 Taxi grab
05 To cry you a song
06 Harlequin
07 Back door
08 Serenade to a cockoo
09 Seven stones
10 Someday the sun won't shine for you
11 Mother goose
12 Impressioni di settembre
13 Nothing is easy
14 My sunday feeling



FORMAZIONE

Clive Bunker - drumas in 1,5,11,13,14
Bernardo Lanzetti - voice, Glovox  in 3.6.9.12
Mick Abrahams - electric guitar in 8,14
Jonathan Noyce - bass in 5
Franco Taulino - voice, flutes, harmonica in all songs
Massimo Faletti - flute, acoustic guitar in 1,2,3,4,7,10,11,12,13
Enzo Garlando - keyboards in 1,2,3,4,5,7,11,12,13
Andrea Garavelli - bass in 3,6,8,9,12,14
Tiziano Villata - electric guitar in 2,4,13
Michele Delemont - drums in 2,4,7
Massimo Coppo - bass in 1,2,4,7,13
Gigi Graziano - electric guitar in 1,3,5,9,12
Luca Grosso - drums in 3,9,12
Sergio Ponti - drums in 1,6
Marcello Chiaraluce - electric guitar in 6,7,9,14
Aldo Carpanelli - keyboards in 6,9
Matteo Ferrario - violin in 6,9

Beggar's Farm with Jonathan Noyce
Ancora una eccezionale performance dei Beggar's Farm, questa volta con ben tre ex Jethro Tull: a Clive Bunker si affiancano Mick Abrahams, primo storico chitarrista della formazione di "This Was" (poi con i Blodwyn Pig e la Mick Abrahams Band) e Jonathan Noyce, bassista dei JT dal 1995 al 2006. L'album contiene registrazioni tratte da diversi concerti tenuti dalla band tra Pavia, Piacenza, Novara e dintorni. Bernardo Lanzetti non è presente in tutti i brani, così come gli altri ospiti illustri. In particolare Lanzetti canta nelle tre cover della PFM (splendida la versione di Harlequin) e in Seven Stones, ripescata nientemeno che da "Nursery Cryme" dei Genesis. Gli altri brani ripercorrono la storia dei Jethro Tull con un crescendo incredibile, fino alla conclusiva My sunday feeling (da "This Was") sostenuta dalla chitarra di Mick Abrahams. Piccola curiosità: la scaletta si apre con l'inedito A Fairy tale, che include il brano dei JT Tomorrow was today. ,Per la cronaca, Frank-One mi ha inviato un altro live di Bernardo Lanzetti, un doppio CD del 2004 con gli Extra, anch'esso composto da cover. Lo teniamo da parte per un prossimo futuro.


Link

4 - Serie "Bootleg" n. 214 
Bernardo Lanzetti & The Chocolate Kings - PFM Tribute
Live in Parma, 28.05.2013


TRACKLIST:

01. La Carrozza Di Hans
02. Dolcissima Maria
03. Paper Charms
04. Traveler
05. Harlequin
06. Chocolate Kings
07. Impressioni di Settembre
08. William Tell Overture
09. E’ Festa / Celebration


FORMAZIONE

Bernardo Lanzetti - lead vocals and Glovox

The “Chocolate Kings” Prog Tribute Band

Maurizio Colori - bass
Giulio Sirci - drums
Matteo Settepani - guitars
Laurence Cocchiara - violin
Michele Sanchini - keyboards
Special Guest: Franco Taulino - flute and recorder (from Beggar's Farm)

Bernardo Lanzetti col Glovox
Questo bootleg raccoglie la registrazione del concerto tenuto da Bernardo Lanzetti il 28 maggio 2013 al Park Theatre di Parma, accompagnato dai Chocolate Kings, ottima cover band della Premiata Forneria Marconi, qui arricchita dalla presenza di Franco Taulino, leader dei Beggar's Farm, al flauto. L'occasione era quella di rendere un giusto tributo alla band in cui Bernardo militò dal 1975 al 1978. Il gruppo è in splendida forma e le nove tracce scorrono senza sbavature. Particolarmente intense e magistralmente eseguite le versioni de La Carrozza di Hans e dei brani tratti da "Chocolate Kings". Attenzione: la registrazione è raccolta in un solo file (albumwrap).


5 - Serie "Bootleg" n. 215
Bernardo Lanzetti - Covering 'Em Live

Steve Hackett & Bernardo Lanzetti
TRACKLIST CD 1:

01. Locomotive Breath - Beggar's Farm feat. Clive Bunker, Martin Barre & Jonathan Noyce
02. La carrozza di Hans - with Beggar's Farm feat. Giorgio 'Fico' Piazza on bass
03. R.I.P. - with Beggar's Farm
04. Impressioni di settembre - with Ian Anderson on flute
05. Maestro della voce - with Beggar's Farm
06. Harlequin - with Alex Carpani Band (ACB)
07. Cosmic Mind Affair - from 2nd Acqua Fragile album
08. The Mask - with Mangala Vallis

TRACKLIST CD 2:

01. Non mi rompete - with Banco del Mutuo Soccorso
02. Sweet Home Chicago - with Zero50Dieci
03. Dancing with the Moonlight Knight - with Real Dream
04. The Return of the Giant Hogweed - with Steve Hackett

Beggar's Farm con Bernardo Lanzetti e Martin Barre
Analizziamo questo bootleg, realizzato esclusivamente per gli amici della Stratosfera. Si tratta di una raccolta di brani con Bernardo Lanzetti ospite di altre band. Il CD1 si apre ancora con i Beggar's Farm, ma con tracce inedite sugli album ufficiali. Locomotive Breath è eseguita con ben tre ex Jethro Tull. Segue La carrozza di Hans con Giorgio 'Fico' Piazza, primo bassista della PFM, anche lui ospite dei Beggar's Farm. Proseguiamo con una potente cover di R.I.P., un omaggio al Banco del Mutuo Soccorso. Quella che segue è una chicca: nientemeno che Impressioni si settembre con Ian Anderson al flauto ad accompagnare Bernardo Lanzetti. Jethro Tull forever. Le cover di Lanzetti con i BF si concludono con Maestro della voce, altro storico brano della PFM dedicato a Demetrio Stratos. Proseguiamo con la ACB (Alex Carpani Band) che accompagna il nostro Bernardone in una splendida versione di un altro brano della PFM. Il periodo era quello di "Chocolate Kings" (quindi piena era Lanzetti). Si tratta di Harlequin, versione 2014.

Bernardo Lanzetti con Giorgio 'Fico' Piazza, primo bassista della PFM
Il brano che segue giunge direttamente dal secondo album degli Acqua Fragile (prima formazione di Bernardo Lanzetti), "Mass-media stars", del 1974. Stiamo parlando del brano di apertura di quello storico disco, Cosmic Mind Affair. In chiusura del primo CD troviamo The Mask, con Lanzetti ospite dei Mangala Vallis, ottimo gruppo prog rock reggiamo. La registrazione proviene dal Gong Festival del 2013.

Il duetto tra Francesco Di Giacomo e Bernardo Lanzetti in "Non mi rompete"
Il secondo CD si apre con Non mi rompete e con un incredibile duetto Lanzetti-Di Giacomo. Siamo ad Alessandria nel giugno 2010. Proseguiamo con una ruvida versione di Sweet Home Chicago, con i Zero50Dieci, ottima studio & live band umbra, formatasi nel 1998. Stiamo per giungere al termine di questa lunga cavalcata. E' la volta di valorizzare il nostro Peter Gabriel nazionale. E allora, cosa c'è di meglio di una chiusura  all'insegna di due storici brani dei Genesis?  La voce di Lanzetti in Dancing with the Moonlight Knight mette i brividi. Bravissimi anche i Real Dream, notevole Genesis tribute band che lo accompagnano in questo brano di non facile esecuzione

Bernardo Lanzetti con la ACB
Il finalone è memorabile: Bernardo Lanzetti viene chiamato al fianco di Steve Hackett e della sua band per cantare The Return of the Giant Hogweed. Siamo a Cortona, il 27 luglio 2014.
E qui termina il grande omaggio a Bernardo Lanzetti e alla sua incredibile voce.

Mi raccomando...da consumare poco per volta. I commenti sono, ovviamente, sempre graditi. Buon ascolto e
Thank You, Bernardo


Link CD1 
Link CD2

Post by George & Frank-One (4 hands are better than 2)

Odeia - 1979 - Salto nel vuoto - INEDITO, for the first time on the web

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Intro by Captain - E' un grande onore per me postare questo doppio CD, contenente il jazz prog degli Odeia, rimasto inedito per ben 38 anni (riappare infatti solo oggi, con la sua pubblicazione in esclusiva qui sulla stratosfera). Il lavoro meraviglioso di conservazione e pulitura dei nastri originali, e la sopraffina cura nel rirpoporlo ai posteri che troverete nel post che segue la dobbiamo all'amico Giudas. Vi prego di soffermarvi a leggere, prima di correre a scaricare, perchè nel suo piccolo la storia degli Odeia è la fotografia di un'epoca, e gli aneddoti riportati da Giudas sono davvero gustosi. Dunque grazie di cuore al nostro nuovo amico, buona lettura e buon ascolto dal vostro Capitano...

Cd 1 – Odeia, live al Cinema Astra, Barletta 22 Dicembre 1979

01 – Intro – presentazione (0’ 59”)
02 – Ribaud (7’ 45’’)
03 – Bambu’ (9’ 33’’)
04 – Ghirlanda (7’ 33’’)
05 – Ramadan (8’ 24’’)
06 – A Demetrio (6’ 00’’)
07 – Semiramide (12’ 16’’)
08 – Pegaso 78 (9’ 00’’)
09 – Salto nel vuoto (5’ 54)

Cd 2 – Prove, provini, provette - Odeia “in studio”

01 – Ribaud
02 – Pegaso 78
03 – Salto nel vuoto
04 – Ghirlanda
05 - Ramadan

 
Gli ODEIA – Salto nel vuoto

Siamo in Puglia, a Barletta, nel dicembre del 1979. Un gruppo tiene un concerto agli studenti delle scuole superiori, presso il Cinema Astra (oggi sostituito da un palazzo). E’ l’unica apparizione pubblica degli ODEIA, che non terranno altri concerti, ne’ registreranno mai i loro brani per conto proprio, ne’ tantomeno entreranno mai in una sala di registrazione. Insomma, suonavano veramente per puro divertimento ed amore per la musica senza alcuna velleita’ di lucro, che infatti non li ha mai sfiorati. Il gruppo aveva tenuto in realta’ altri due concerti, uno nel febbraio ed un altro a maggio dello stesso anno, presso due istituti superiori (liceo scientifico prima e liceo classico dopo) per i soli allievi. Il concerto al Cinema Astra si tiene l’ultimo giorno di lezione prima delle vacanze di Natale – e’ un sabato 22 dicembre - e prevede un prezzo simbolico di appena 1000 lire pro ARCI (per i diversamente anziani che non hanno vissuto quel periodo diciamo che 1000 lire corrispondono tecnicamente a 0,52 euro al cambio, ma come potere di acquisto corrispondono in realta’  ad 1 euro di oggi). A tale prezzo il cinema si riempie, circa 1000 persone.

Gli stessi musicisti, che gia’ l’anno dopo erano di fatto andati ognuno per la propria strada lavorativa, non si sono mai preoccupati di tenere alcuna registrazione delle proprie opere. Se oggi le possiamo ascoltare si deve al fatto che qualcuno registro’ quel concerto ed io, amico sia dei membri del gruppo che del “registratore” me ne procurai una copia che ho gelosamente ascoltato e custodito in questi decenni. Ho sempre pensato che se solo avessero continuato, sarebbero diventati gli eredi del Perigeo, che ricordano molto da vicino per la cura delle costruzioni musicali. Perigeo che si era sciolto proprio in quel periodo.

Il nome ODEIA lo stabilisce il bassista del gruppo – Rino Sarcina – che così spiega la genesi del nome “all’epoca ero studente di Architettura ed avevo studiato che nell’antica Grecia le strutture dedicate al teatro ed alla rappresentazione si chiamavano Odeon (nome che ricorre spesso ancora oggi in teatri e cinema) mentre quelle dedicate al canto ed alla musica si chiamavano Odeia; … noi facevamo musica … e quello fu il nostro nome di battaglia” , ed e’ un nome che ricorre nel tempo, dato che anche oggi, ad esempio, lo si ritrova in alcune associazioni culturali italiane ed in un gruppo di musica da camera jazz - folk francese.

I membri del gruppo, che in quegli anni avevano un’eta’ compresa tra 20 e 30 anni, erano:

Gino VENA (sax vari)
Tommaso “Tommy” GANGAI (piano Fender, Hammond, Synth)
Rino SARCINA (basso)
Gino CARBONE (chitarra)
Filippo CHIUMEO (batteria e percussioni)

Oggi, a distanza di tempo, Gino Vena, ordinario presso l’Universita’ di bari, e’ un nome della dermatologia italiana; Tommy Gangai gestisce un ingrosso di attrezzature per la grafica e serigrafia; Rino Sarcina e’ architetto; Gino Carbone e’ membro dei Carabinieri  e Filippo Chiumeo e’ impiegato in una societa’ di distribuzione di energia e metano. Nella prima formazione non c’e’ il chitarrista. Si suona in quattro ma i brani, per quanto si autosostengano, risultano sempre un po’ zoppi – manca qualcosa – il quinto uomo arrivera’ nell’ultimo anno e risultera’ decisivo nell’arrangiamento finale dei pezzi (infatti uno dei pezzi eseguiti doveva chiamarsi in origine proprio “Il quinto uomo” ma fu ribattezzato “Semiramide”).

ODEIA – Concerto al Cinema Astra, Barletta, 22 Dicembre 1979

Durante quel concerto eseguirono 8 brani in tutto, frutto dei due anni di musica fatta insieme presso uno scalcinato cantinato prima (il sottoscala della rivendita di automobili del padre di Tommy Gangai) e successivamente presso un capannone industriale abbandonato dello zio di Gangai (… quando si dice avere una famiglia comprensiva …). Il genere musicale suonato, che nella sua originalita’ ricorda molto il Perigeo, e’ fatto da brani che presentano linee melodiche molto belle, spesso con cambi di tempo e ritmica sofisticata.  Una cosa che colpisce e’ l’assoluta mancanza di un leader che sovrasti gli altri; i brani sono di fatto composti da tutti ed i pieni strumentali sono dati da linee musicali molto semplici che ognuno suona senza uso di inutili virtuosismi ma che, insieme, producono un effetto orchestrale strepitoso (illuminante a tale proposito la seconda parte di Bambu’ eseguita addirittura in 13/4). Praticamente nessun brano mantiene lo stesso tempo dall’inizio alla fine (in questo sono molto “prog”) divertendosi i compositori a cambiare spesso le carte in tavola – appare evidente lo spirito compositivo del batterista, Filippo Chiumeo, che non amava “addormentarsi” pigiando sempre gli stessi tamburi ma che preferiva “cambiare” spesso e volentieri, trovando ricettivita’ nei colleghi le cui porte erano sempre spalancate alle novita’ divertenti. Trattandosi di brani esclusivamente strumentali, i titoli erano messi unicamente per necessita’ di catalogazione, sulla base dell’umore del momento, con alcune eccezioni:

- “A Demetrio”, come si intuisce, e’ dedicato a Demetrio Stratos, cantante (e non solo) degli Area, scomparso prematuramente quello stesso anno
- “Bambu’” -  ai membri del gruppo la melodia ricordava molto l’Africa ed i suoi suoni, e cosi’ hanno intitolato il brano Bambu’ (che infatti non si trova solo in Asia come si crede, ma anche nell’Africa sub – sahariana e in Madagascar)
- “Salto nel vuoto“ lo stavano provando da alcune settimane e non aveva ancora un titolo, le prove si svolgevano nel famigerato cantinato della rivendita di auto, a cui si accedeva attraverso una micidiale scalinata – un giorno, presenti tutti i musicisti tranne uno, ritardatario abituale, si vede scendere la famosa scalinata dal finalmente giunto ultimo musicista che, tentando di fare un ingresso trionfale, inciampa malamente e percorre l’ultimo (lungo) tratto usando il sedere al posto dei piedi – constatata l’integrita’ fisica del bassista Rino Sarcina (unica vittima il suo sedere) risata generale e titolo trovato.

Ho volutamente incluso, come intro, la presentazione che il gruppo fa di se’ ad inizio di concerto – una quarantina di secondi in tutto - ma a mia memoria e’ una delle presentazioni piu’ sgarrupate mai udite, il che dimostra ancora una volta che l’animo di questi musicisti era solo quello di suonare la propria musica, senza inutili chiacchiere (con le quali peraltro non erano a proprio agio).

All’epoca gli Odeia favoleggiavano sulla opportunita’ o meno di realizzare un album – ricordo a chi legge che non esistevano i CD e si viaggiava ad LP, la cui durata tipica variava da 30 a 45 minuti circa. Era gia’ pronto il titolo “Salto nel vuoto” con un evidente doppio significato, sia riferito al brano in questione che al salto nel buio che compie ogni gruppo alle prime armi quando si vuole proporre sul mercato – ed e’ proprio questo il nome che ho scelto per la compilation che vi propongo. Col materiale del Live all’Astra oggi si farebbe un cd pieno pieno – all’epoca si poteva tranquillamente tirare fuori un LP doppio o due LP singoli – e questo, si badi bene, col solo materiale eseguito in concerto. Ma i tempi erano quelli che erano – alcuni membri del gruppo erano gia’ impegnati col lavoro - e comunque, pure volendo, dove si andava? Le piazze realmente valide, anche solo per proporsi, erano a non meno di 500 km dalla Puglia, e cosi’ la passione musicale resto’ solo passione musicale.

Vale la pena di ricordare cosa fosse il settore musicale, a quell’epoca, in una zona del Sud Italia come Barletta riportando alcuni episodi, veri e significativi dei sacrifici che un musicista doveva affrontare.

Episodio 1– gli Odeia si iscrivono ad un concorso musicale sbandierato come nazionale – scoprono che i partecipanti sono appena una decina – il concorso, a voler essere larghi, e’ poco piu’ che condominiale – si tiene alla “Spiaggia della Salute” (un nome una garanzia: per la cronaca vi sfociava anche il principale collettore fognario di Barletta) – si classificano secondi – non e’ rimasta alcuna traccia dei primi classificati che, come poi si e’ scoperto, erano parenti del gestore.

Episodio 2 ovvero cosa si deve fare per suonare – il gruppo ottiene la possibilita’ di suonare in un locale molto fuori mano – serve la macchina per caricare gli strumenti ed i musicisti – e’ disponibile solo la Fiat 126 di uno di loro (per chi non conoscesse questa gloriosa auto nazionale si procuri delle foto e le compari con quelle di una scatoletta di tonno; non notera’ differenze sostanziali) – gli strumenti sono caricati all’esterno sul tetto – i 5 (dicasi cinque) musicisti sono stipati all’interno con un Tommy Gangai che si accorge di avere le scarpe inzuppate di acqua estremamente puzzolente (un’acqua di spurgo di un tombino ? una pozzanghera di acque reflue ? vai a sapere) – ebbene, l’intero viaggio e‘ fatto con i piedi di Tommy FUORI dal finestrino per le giuste rimostranze dei compagni di viaggio.

Episodio 3– Gli Odeia provavano all’inizio nel comodo e spaziosissimo cantinato della rivendita di auto del padre di Tommy Gangai – Cosa li porta a trasferirsi dall’altra parte della citta’, nello scomodo magazzino dello zio di Tommy, praticamente all’aria aperta ? La nuda verita’ risiede nel fatto che negli ultimi mesi il cantinato si era completamente allagato per una risalita della falda - appena una decina di centimetri – e l’ingegnoso Tommy aveva completamente riempito il cantinato stesso con una serie di vecchi copertoni di auto sui quali aveva disteso una serie di tavoloni di legno (praticamente il, diciamo cosi’, palcoscenico). Sulle tavole cosi’ poste, il gruppo aveva sistemato tutta la strumentazione, pensandola al sicuro (?!?!) dall’acqua. L’avere quasi totalmente apparecchiature elettriche a 220 Volt ha fortemente consigliato il trasloco (perche’ va bene l’amore per la musica ma c’e’ un limite a tutto). Breve annotazione: e’ evidente che i Pink Floyd, col loro concerto a Venezia di venti anno dopo, fatto in mezzo al mare di fronte a Piazza San Marco, non hanno inventato niente...

ODEIA – Prove, provini, provette (Bonus Tracks)

Per non farci mancare proprio niente ci sono anche (udite ! … udite ! …) delle “bonus tracks” (e scusate se ci siamo montati la testa …).

Bonus tracks che pero’ vanno spiegate... Il caso volle che il sottoscritto si recasse diverse volte ad assistere alle prove del gruppo e registrasse quanto eseguito usando un semplice registratorino portatile ad audiocassette dotato di microfonino incorporato: oggi farebbe inorridire ma all’epoca quello passava il convento. Chiamamo questi brani, con molta fantasia, “brani in studio”, anche se erano suonati nel capannone dello zio di Gangai, nell’unico spazio disponibile non ancora invaso da vecchi motori industriali arrugginiti, calcinacci vari e residui di lamiere. E questo senza alcun rivestimento alle pareti per attutire almeno il riverbero. Come il destino volle la registrazione riusci’ abbastanza bene e quello che potete ascoltare sono le prime versioni di alcuni dei brani poi eseguiti nel famoso concerto all’Astra. I primi tre pezzi sono eseguiti nella formazione a 4, senza il chitarrista – solo gli ultimi due brani sono stati registrati a formazione completa. E’ molto interessante osservare come i pezzi si siano trasformati e completati dopo l’ingresso di Gino Carbone alla chitarra.

Alcuni membri degli ODEIA ancora oggi suonano attivamente, per conto proprio, e sempre per pura passione. Beati loro.

LINK CD 1 Live Barletta 1979
LINK CD 2 Prove, provini, provette

Post by Giudas with a little help from Captain

I Crisantemi 1964

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Ringrazio per questo post 
Luciano Sganzerla, il batterista, 
che è intervenuto nel post su Le Anime dove io erroneamente avevo inserito queste fotografie come appartenenti appunto a Le Anime.

"Complesso che si chiamava "I Crisantemi"...nell'ordine Valerio Migliore - Claudio Bazzari - Luciano Sganzerla - Sante Zanellato. Questo complesso non appare in rete perché non ha inciso dischi. Fonte sicura...sono il batterista.

Il complesso dei Crisantemi nasce a Milano nel 1964 da amici d'infanzia (età 14/15 anni....le due foto sono state scattate alla Filocantanti di viale Zara proprio il giorno del debutto in pubblico. La sede storica era quella di via Ebro al dancing "La caverna". I Crisantemi si sono esibiti in vari locali milanesi come: Shangai in via Col di Lana - Conte di Biancamano all'Idroscalo - al Ciao Ciao (all'epoca cantava nel gruppo Walter Foini) - Copacabana - a Badile locale da ballo con ristorante annesso - Teatro Alcione - al lido di Boretto (RE) - Graus piazza Bonomelli - partecipazioni a varie mega feste dell'unità etc.Dopo circa un paio d'anni Claudio Bazzari e Walter Foini passarono al complesso Le Anime e i Crisantemi continuarono con un altro chitarrista fino allo scioglimento dopo qualche mese."

El Lucho Balboa - Porci senz'ali ed altri animali

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Luca "El Lucho Balboa" Oggero è nato a Saluzzo (CN) nel 1975. Cantautore, artista concettuale, punk e scapigliato, ha militato in vari gruppi rock e lavorato per anni come educatore professionale pur essendo egli stesso una specie di disadattato.

Luca si presenta

Luca oggi è una persona positiva. Ha imparato ad esserlo con l’età e in seguito ad una vita passata tra una tempesta e l’altra. Nonostante non sempre tutto giri come desidereresti tu, neppure un giorno va sprecato in lamentele ma bisogna sfogare in modo sano le frustrazioni, in qualche forma creativa possibilmente. Se riesci ad avere questo modo di reagire al male “iper-ecologico” butti dentro merda e tiri fuori bellezza… E scusatemi se è poco! Luca non ha al momento un lavoro stabile, ma alcune collaborazioni con altri artisti per serate di musica e letture nei locali, e con un’animatrice per bambini, che Luca aiuta a scrivere progetti per laboratori di creatività. Luca è felicemente padre di una splendida bimba di dieci anni, che vive con la mamma ma viene dal papà nei fine settimana dispari. Luca è altrettanto felicemente fidanzato con un’ottima e bella poetessa perugina. 

Scrivo canzoni da quando ero un ragazzino e a scuola sono uno di quelli che faceva sempre il tema di fantasia. Mi è sempre piaciuto raccontare, fin da bambino. La musica è stata la mia passione principale per tanto tempo, quindi la forma espressiva che mi è più familiare è la canzone. Ma la passione per la narrativa è rimasta sopita in me dai tempi della scuola per risvegliarsi soltanto in seguito ai fatti narrati in “Morte e resurrezione di un povero cristo”, dopo di che il racconto e il romanzo sono diventati ciò che amo di più scrivere (narra del suo tentativo di suicidio e del suo recupero, n.d.r.). E spesso mi firmo El Lucho Balboa, che è semplicemente un nomignolo che un compagno mi aveva affibbiato alle scuole medie quando andavamo pazzi per i film di Rocky e ho deciso di usarlo come nome d'arte...



Chi volesse avere informazioni sul libro può vedere l'intervista da me curata sul sito della mia Associazione dove può ordinarlo e ricevere con lo stesso anche il CD:



Intervista all'autore di Roberto Roganti

Come nasce El Lucho musicista?
Per prima cosa faccio sempre molta difficoltà a definirmi un musicista. Musicista è per me chi studia in modo approfondito uno strumento musicale e io non l’ho mai fatto. Sono un pessimo chitarrista: ho un certo stile, riesco a trasmettere una certa energia  non lo nego, ma mi mancano le basi anche solo per definirmi un chitarrista e in venticinque anni che strimpello la chitarra non sono mai migliorato più di tanto. Sono autodidatta anche come cantante per quanto forse in quel ruolo me la cavo un po’ meglio che non con la chitarra. El Lucho musicista nasce comunque dall’urgenza di un sedicenne di musicare le prime canzoni di cui ha scritto i testi. 

Chi ti ha ispirato?
Da piccolo mio padre mi faceva ascoltare un sacco di cantautori: Guccini, Bertoli, De Gregori, Tenco, De Andrè,  Battisti, Gino Paoli. E poi suonava e cantava anche lui: la musica popolare napoletana, i canti anarchici e quelli della Resistenza e molte canzoni degli anni ‘60.
Da adolescente il mio gruppo preferito erano i Nirvana e la mia natura ribelle mi avvicinò inevitabilmente al punk: hardcore punk americano come Bad Religion, NoFx, Minor Threat, Black Flag, ma anche punk ’77 come Sex Pistols, GBH, Clash, Buzzcocks  e tutta quella che era la meravigliosa scena hardcore punk italiana anni ’80-’90: Negazione, Indigesti, Frammenti, Kina, Raw Power ecc... Quasi subito però cominciai ad apprezzare più di tutte quelle band dell’epoca  che avevano un’attitudine alla sperimentazione, quindi Fugazi, Sonic Youth,  Shellac, Jesus Lizard, Nine Inch Nails, Nomeansno e roba italiana tipo Cccp/Csi, Gronge,  Umberto Palazzo e il Santo Niente, Massimo Volume, Fluxus, i primi Afterhours e i Marlene Kuntz, che erano di Cuneo come me anche se molto più grandi…
Ma quasi contemporaneamente, vuoi perché da bambino avevo ascoltato i cantautori, vuoi perché scrivevo e suonavo spesso canzoncine tristi con la chitarra acustica,  mi appassionai all’indie rock americano minimalista e malinconico di gruppi come Sparklehorse, Pavement,o Grandaddy. Solo più avanti ho poi però iniziato ad amare Dylan, Leonard Cohen, Neil Young e quindi il folk americano più “classico”.
Comunque i miei ascolti sono davvero vasti e spaziano da Bjork ai Prodigy e a Bob Marley, dai Pogues a Rino Gaetano e ai Doors, dal blues del delta ai Massive Attack ma in fin dei conti non è affatto detto che se un gruppo ti piace ascoltarlo, debba poi per forza condizionare la musica che fai tu.

Carriera musicale
Poi sono venute le band… La prima, i Mary Joints, punk nel vero senso della parola: suonavamo davvero di merda e i nostri testi facevano più o meno: “Voglio vederti morire bruciato, porco borghese borghese di merda” oppure “Rovìnati rovìnati non fai male a nessuno, ribellati ai tuoi limiti e fai quello che vuoi”. Poi ho suonato la chitarra in un gruppo noise sperimentale che si chiamava Necrosaxophone. Attorno ai diciotto-diciannove anni le mie prime esperienze come frontman e autore nei Radio Z e poi le Uovatomiche, che sono state credo la miglior band con cui potessi mai desiderare di suonare da punk incazzato e amante tanto della melodia quanto del rumore qual ero in quel periodo. Dopodiché poco prima dei trent’anni ho iniziato a lavorare un po’ più seriamente sulle canzoni che scrivevo da solo con la chitarra e, grazie alla collaborazione col chitarrista e co-arrangiatore Jack Gallo, negli anni successivi sono usciti fuori “10 pezzi facili” a nome Luca Oggero, un disco solo acustico, e poi “Porci senz’ali ed altri animali” che invece, pur mantenendo un’impalcatura prevalentemente costruita su giri folk e chitarre acustiche, ho voluto orchestrare a seconda dei pezzi con strumenti diversi (chitarre elettriche, violini, cajon e percussioni varie, xilofoni, tastierine midi anni ’80 e in un pezzo anche una sezione fiati) e credo che alla fine suoni più come un disco indie-rock un po’psichedelico che non come un disco folk.

La realtà musicale nella tua zona
La realtà musicale nella mia zona, cioè Cuneo e provincia, è molto viva nonostante purtroppo il territorio sia molto povero di luoghi in cui suonare live. Mentre ai tempi della mia gioventù – minchia, sto parlando come un vecchio – aprivano in continuazione pubs e circoli dove si suonava live, oggi purtroppo non è più così e chi mette su una band sa che per suonare dal vivo dovrà per forza spostarsi fuori provincia. Esiste comunque ad esempio una scena noise-punk-hardcore molto attiva, con gruppi ormai riconosciuti a livello nazionale e spesso anche fuori dall’Italia come ad esempio i Cani Sciorrì, in cui suona Daniel, già batterista delle Uovatomiche, i Ruggine o i Treehorn. E poi naturalmente ci sono i Marlene Kuntz, le uniche vere rockstar di Cuneo e credo ci siano un bel po’ di gruppi di giovani e giovanissimi che però non conosco.

Come ti identifichi oggi nell'ambiente musicale
Oggi sono totalmente fuori dall’ambiente musicale, non suono dal vivo da un sacco di tempo e scrivo molto raramente canzoni. Credo che ciò che prima riuscivo a soddisfare facendo musica ora lo soddisfo scrivendo narrativa e poesia. In fin dei conti sono da sempre stato più un autore che un musicista e la musica che ho scritto è sempre stata il supporto per un testo. Quindi questo passaggio è avvenuto in modo molto naturale.

Sogni e speranze
I miei sogni non riguardano più la musica. Suonare non mi interessa praticamente più. Sono molto concentrato su quello che scrivo e mi auguro un giorno di poter fare lo scrittore di mestiere.

Che consiglio dai alle nuove leve
Emigrate all’estero. E se invece intendete rimanere qui imparate a non dare troppa importanza al denaro, perché ne vedrete sempre pochissimo.


Luca
La storia romanzata
della band
clicca sull'immagine
per leggere il pdf





"Uovatomiche" (demo cd autoprodotto) - 2001


1- In down
2- (.
3- Un taglio distorto distante dall'arte
4- Disintegrato
5- Fenice

"Tutti i colori del niente" (Waffankuneo records) - 2004

1- Appeso
2- L'impeccabile borderline
3- Marziano
4- Poco lontano, poco vicino
5- Libero pensiero unico
6- La fiera
7- Samba
8- Come la polvere

Luca Oggero: voce
Paolo Bonetto: chitarra
Nano Storni: basso
Daniel Daquino: batteria






Sigillo di Horus - 1977 - Rendez-Vous (vinyl)

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TRACKLIST:

01. Laser  
02. Rendez-vous  
03. Magic star  
04. Antares  
05. Valzer delle stelle  
06. Zenith  
07. Lago dei sogni  
08. Pulsar  
09. Mare della Tranquillità  
10. Samba de Horus


FORMAZIONE

Michele Carlone - tastiere
 Maurizio Barbarisi - chitarra
 Angelo Godone - basso
 Beppe Aleo - batteria, percussioni


Non so praticamente nulla di questo gruppo. Con un nome così altisonante ci si aspetterebbe un profluvio di suoni prog. Invece nulla di tutto ciò. Le uniche informazioni che ho attinto provengono, come sempre, dalla "bible" Italian prog di Augusto Croce. Così scrive il nostro amico Augusto: "Un'aggiunta insolita al catalogo della Grog, questo gruppo ligure suonava una specie di funky-disco elettronico molto distante dagli altri prodotti di quell'etichetta.  Il Sigillo di Horus aveva cominciato con un genere decisamente progressivo, per poi dirigersi verso uno stile molto più commerciale sin dai primi 45 giri.  Il batterista Beppe Aleo ha poi suonato con I Signori della Galassia e successivamente è rimasto nell'ambito discografico fondando l'etichetta Videoradio".


Su Discogs ho recuperato un'altra informazione, ovvero che gli stessi brani (o solo una parte?) sarebbero finiti su un altro disco dal titolo "Musiche stellari" accreditato a Gianni e i suoi Solisti (con copertina forata - vedi foto qui sopra), laddove Gianni sarebbe Gianni Mazza, che però non è accreditato sul disco del Sigillo di Horus. Questa versione è stata pubblicata dalla Magma Records nel 1976, un anno prima dell'album del Sigillo. Insomma, un gran bel casino musicale. Se qualcuno di voi ne sa qualcosa di più si faccia vivo nei commenti.


Per quanto riguarda le musiche dell'album, ci troviamo di fronte a 10 brani strumentali, ben suonati ma distanti anni luce dal prog. Come in altri casi potrebbero essere utilizzati per una colonna sonora. Dal 33 giri venne anche tratto un singolo con Antares/Samba de Horus. La discografia del gruppo, oltre a questo unico LP, include una serie di 45 giri incisi nel periodo 1975-79. La foto della band, peraltro veramente orrenda, che presenta un quinto elemento femminile (ignoro il nome, ma doveva essere la vocalist della prima formazione) l'ho presa sempre da Discogs.

Per la cronaca ho visto questo LP, etichettato come "italian space rock", in vendita su ebay alla modesta cifra di 275,56 dollari.
Buon ascolto.


Link 

Post by George 


Il Punto - 1972 - Ettore Lo Fusto + bonus tracks (mini post)

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TRACKLIST:

01. Ettore Lo Fusto
02. Il tallone di Achille
03. Elena
04. Doppio punto
05. Menelao shake

Bonus tracks
06. E' il mio mondo (singolo, lato A, 1971)
07. Ragazzi che scappano (singolo, lato B, 1971)


FORMAZIONE

Vincenzo Pagliarini - voce, chitarra, flauto
Sergio Gallinelli - organo
Mario Bertolami - basso, flauto
Claudio Mastracci . batteria
Stefano D'Orazio - batteria nelle tracks 6-7


Gruppo di culto, entrato in una sorta di leggenda, anche per il fatto che la prima formazione annoverava tra le sue fila Stefano D'Orazio, futuro batterista dei Pooh.Senza andare a ricercare grandi  notizie, limitiamoci a riportare quanto scrive Augusto Croce su Italian prog:

"Un quartetto romano che molti appassionati di pop italiano conoscono per la presenza del batterista Stefano D'Orazio, che ha poi raggiunto successo e fortuna con i  Pooh.  Il Punto si formò nel 1969, per iniziativa di Alberigo Crocetta, fondatore e proprietario del leggendario Piper Club di Roma, che fu il produttore del gruppo. Anche il nome del gruppo venne ideato da lui, che riteneva che la lettera P gli avesse portato fortuna con Patty Pravo, il Piper, i Primitives. Suonarono al Festival Pop di Caracalla nel 1970 e a quello di Villa Pamphili nel 1971, realizzando due 45 giri per diverse etichette, e partecipando al musical teatrale Cassandra 2000 scritto da Tony Cucchiara".



L'unico loro LP, dove il gruppo appare solamente sul lato B, contiene la colonna sonora del film "In nome del popolo italiano", composta da Carlo Rustichelli ed eseguita dall'orchestra di Giancarlo Plenizio (sul lato A) e quella del film "Ettore Lo Fusto" dove il gruppo suona in quattro brani. Resta escluso Elena, brano orchestrale composto da Francesco De Masi. Peccato veramente essere costretti a giudicare Il Punto sulla base di così poche tracce. Certo è che Il tallone di Achille e Menelao shake, giocati sul flauto sostenuto da una potente base ritmica, sono veri capolavori del prog. Peraltro va sottolineato che Stefano D'Orazio, all'epoca delle registrazioni dei questi quattro brani aveva già abbandonato la formazione per approdare nei Pooh. Stefano lo troviamo solo nel 1° singolo  del 1971 (peraltro già pubblicato un paio di volte sulla Stratosfera all'interno di alcune compilation).Questo 33 giri, mai ristampato in CD, è uscito in ben tre edizioni diverse, prima per l'etichetta Beat e subito dopo per il marchio economico della Fonit Music Parade, sempre con una copertina singola molto spartana e con piccole differenze nella grafica. Il film, diretto da Enzo Castellari, uscì nelle sale cinematografiche nel 1971. Dalle note pubblicate su Italian prog si legge ancora che, dopo un secondo e ultimo singolo (Non si ferma nessuno / La ballata del tempo), il gruppo si sciolse nel 1972, quando anche il bassista Mario Bertolami, subito a ruota di Sergio Gallinelli,  partì per il servizio militare. Un brano registrato dal gruppo, Layala, venne censurato dalla commissione Rai perché conteneva la parola "hashish", e non è mai stato pubblicato, come pure alcune registrazioni eseguite per la Vedette. Buon ascolto.


Link

Post by George
 

Serie "Banco Special fan Collection" n. 22 (serie "Bootleg" n. 216) - Francesco Di Giacomo e Rodolfo Maltese - BEAT-LESS - 3 luglio 2002 - Festival di Villa Faraldi (Imperia)

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TRACKLIST :

1. The fool on the hill (strumentale)
2. And i love her (strum)
3. The long and widing life
4. We can work it out
5. Across the universe/Come together
6. Day tripper (strum)
7. Eleanor rigby (strum)
8. For no one
9. Hey Jude
10. Norwegian wood
11. In my life
12. Michelle (strum)
13. Something
14. Got to get you into my life
15. Imagine (John Lennon cover)
16. You won't see me
17. Non mi rompete (BMS)

 Questo bellissimo concerto, inviatoci da Valerio, nuovo collaboratore "esterno" del blog, fotografa i due grandi artisti, purtroppo entrambi scomparsi, per l'occasione transfughi del Banco, in trio insieme al chitarrista Maurizio Pizzardi, coinvolti in un progetto chiamato appunto Beat-Less (on lino ho trovato l'accurato resoconto di un evento analogo del 2009 a Palermo, vedi qui). Come molti sapranno, Beat-Less è un  progetto intrapreso dai 2 grandi musicisti, occasionalmente e parallelamente alla loro militanza nel Banco del Mutuo Soccorso, dedicato alla rivistazione dei brani meno celebri dei Beatles, ma che comunque hanno segnato la storia dei componenti del gruppo.

 Nonostante la qualità del suono sia più che ascoltabile, vi sono dei disturbi in alcuni brani, specie nella sezione finale. Il motivo ce lo spiega lo stesso Valerio: "Ciao, quel concerto all'aperto l'avevo registrato col minidisc, per fortuna avevo la cuffia del microfono perchè tirava vento forte, io ero  addirittura fuori dall'area del concerto perchè purtroppo non c'erano più posti a sedere e non facevano entrare, forse c era anche un altro chitarrista ma non ne sono sicuro, può darsi che lo nomini nelle presentazioni, la data del concerto è il 3 luglio del 2002, serata di apertura del "Festival di Villa Faraldi" (Imperia).L'anno dopo, nel 2003, sempre lì vicino e sempre all aperto, ho fatto un ottima registrazione di Vittorio Nocenzi che presentava il suo lavoro solista, "Movimenti", inframmezzato da alcuni testi letti da una poetessa, ci saranno state 30 persone e io ero seduto a 2 metri dal pianoforte, se ti interessa poi ti mando anche quello, ciao, Valerio". In questo modo, vi abbiamo anche anticpato una futura leccornia, sempre parte di questa serie e sempre qui, sulla vecchia cara stratosfera...

 LINK

Post by Captain, thank you to Valerio for tapes and to George for tracklist and notes

Questo magnifico bootleg è anche un modo stupendo per ricordarne i protagonisti: il destino ha voluto che ci lasciassero entrambi nel giro di pochissimo tempo, ed il modo migliore di portarseli dentro è ricordare le emozioni che sapevano trasmettere, anche in contesti anomali, come è il caso di questo live.

Serie "Sconosciume" - Siamo - 1979 - Siamo (vinyl)

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TRACKLIST:

01. Sera 
2. Lupo nero 
3. Bella gioia 
4. Un altro giorno insieme a te 
5. Son solo un uomo 
6. Vivi ragazzo 
7. Autunno piemontese 
8. Annarina 


FORMAZIONE

Pinuccio (voce, tastiere)
Giancarlo (chitarra)
Gino (chitarra)
Andrea Guenna (tastiere)
Giorgio (tastiere)
Vittorio (basso)
Vittorio (batteria)



Il "Trofeo sconosciume" fu un momento fulgido e glorioso nella storia di questo blog. Oggi ho deciso di riesumarlo, trasformandolo però - con il placet del nostro Captain - in una delle tante serie che caratterizzano la Stratosfera. E qui di sconosciume si tratta. Se già "Il Sigillo di Horus" mi ha creato qualche preoccupazione (ma in questo caso le lacune sono state colmate dal provvidenziale intervento del primo tastierista della band - guardate l'integrazione al post), nel caso in oggetto le informazioni sono totalmente assenti. Speriamo anche in questo caso nel contributo di qualche ex membro della band. Gli unici dati in mio possesso li traggo dalla solita bibbia Italian prog di Augusto Croce, che cita i Siamo definendoli così: "gruppo della zona di Alessandria formato da sette elementi, i Siamo hanno pubblicato un album autoprodotto nel 1979. L'LP contiene otto brani di stampo pop, che in alcune parti mostrano un buon uso delle tastiere che danno un tocco moderatamente sinfonico". Ovviamente questo unico e raro LP dei Siamo non è mai stato oggetto di ristampa in CD. Mancano non solo le immagini del gruppo ma addirittura i cognomi dei musicisti. Qualche sito vende questo disco al popolare prezzo di 200 euro.

Nell'attesa di informazioni aggiuntive vi auguro il consueto buon ascolto



Post by George

Le antologie della Stratosfera vol. 25 - I Gens - Gli anni 60-70 (Superpost)

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Quanti ricordi. Non solo nelle grandi città ma anche nei paesi di provincia, dove ad esempio ho vissuto io per molto tempo, agli inizi degli anni '70 c'era almeno un "complesso" che regolarmente provava in qualche luogo improvvisato: una cantina, un garage, una stanzetta di pochi metri quadri con gli strumenti ammassati. E alla sera si andava ad assistere alle prove. Il repertorio includeva brani dei Deep Purple, degli Uriah Heep, ma anche di gruppi italiani. I Gens non potevano mancare. In fondo al viale, Insieme a lei, Fotomodella venivano provate e riprovate. Beh, sta di fatto che in preda a questa irrefrenabile nostalgia e a questo insano masochismo che mi rende conscio del tempo trascorso, ho voluto dedicare questo post agli indimenticabili Gens. E faremo insieme questo viaggio nel tempo attraverso i loro singoli e l'album del 1974. Per me la loro storia termina qui, la reunion degli anni '90 è assolutamente ininfluente e fuori dai miei interessi. Ho tratto le informazioni e le immagini in parte dal loro sito ufficiale e in parte da wikipedia. Italian prog li sfiora appena.


Il gruppo si forma a Messina nel 1967 su iniziativa del cantante Filiberto "William" Ricciardi, dotato di una splendida voce. Gli altri componenti sono Pippo Landro alle tastiere, Ettore Cardullo al basso, Gilberto Bruno alla chitarra e Pino Salpietro alla batteria. Dopo le prime serate, l'anno successivo partecipano e vincono il terzo Torneo Euro Davoli (che si svolge ad agosto a Tirrenia) con la cover di Is it yes, is it no di James Brown, tradotta da Salvatore Trimarchi in Brucerà, vittoria che procura loro un contratto con la Det.  Purtroppo Gilberto muore a soli 23 anni in un incidente stradale, proprio dopo un concerto ad Orzinuovi, in provincia di Brescia. Ne segue un periodo di notevole sbandamento, nel quale il gruppo si chiede se non sia il caso di smettere. Poi arriva Mauro Culotta, da Genova, l'unico componente non messinese del complesso, che porta, oltre alla sua chitarra, nuova linfa ed entusiasmo.


Il primo grande successo discografico si intitola In fondo la viale. Sul retro del 45 giri vi è Laura dei giorni andati, bellissimo brano scritto da Roberto Vecchioni (dal ritmo incalzante, forse il brano più bello inciso dai Gens). che viene poi inserito nella colonna sonora del film "Plagio". Sempre nel 1969, con la stessa In fondo al viale partecipano al leggendario Cantagiro.



In seguito sono al Festival di Sanremo 1970 con La stagione di un fiore (vedi bonus track) e tornano al Festival l'anno successivo con Lo schiaffo, incisa per la nuova casa discografica, la Amico, e con un nuovo cantante, Alberto Tadini, che sostituisce Ricciardi per due 45 giri. Per la cronaca Tadini diverrà molto noto nel 1978 cantando Goldrake, seconda sigla finale della serie Atlas Ufo Robot con il nome d'arte di Michel Tadinì.



In questo periodo il gruppo abbandona le sonorità beat, per passare ad un pop melodico con, a volte, influenze progressive. La band passa poi alla Philips, con cui vince il Cantagiro del 1972 con Per chi, cover di Without You di Harry Nilsson. Ottiene un buon riscontro anche Cara amica mia, che partecipa a Un disco per l'estate 1973. Anche il successivo singolo, composto da loro stessi, Anche un fiore lo sa, raggiunge i vertici delle classifiche (leggasi Hit Parade), confermando il momento di sintonia con il grande pubblico.


 Solo nel 1974 viene pubblicato il primo, unico LP, "Gens", con brani inediti di grande atmosfera e di ottima fattura. Pezzi che dimostrarono come i Gens sanno raccontare le loro storie senza banalità e senza ricadere nella facile canzonetta. Anche per questo, quello che poteva essere il clou di una longeva carriera diviene in realtà il loro "canto del cigno". Lo "sbaglio" dei Gens è stato forse quello di essere nati musicalmente troppo presto, di essere arrivati, e forse non compresi fino in fondo, laddove altri arrivarono solo in seguito.


Dopo lo scioglimento, Filiberto Ricciardi, insieme al bassista Pino Allegro, forma gli Opera, mentre il chitarrista Mauro Culotta collabora con Ivano Fossati alla realizzazione dell'album "Il grande mare che avremmo traversato", scrivendo anche la musica del brano La realtà e il resto. Il bassista Ettore Cardullo e il tastierista Pippo Landro formano il gruppo La Nuova Gente, che incide alcuni 45 giri e partecipa al Festival di Sanremo del 1976, sciogliendosi subito dopo. Landro avrà poi una carriera come produttore discografico, mentre Ricciardi dagli anni '80 è un apprezzato tenore. Nel 1990, in occasione della trasmissione di Red Ronnie Una rotonda sul mare i Gens si riformano. Con l'ingresso nella formazione del genovese Enrico Bianchi alla voce ed alle tastiere, i Gens incidono per Radio Italial'album "Uomini, non dei", partecipando a diverse trasmissioni televisive. Il disco contiene in gran parte versioni rifatte di vecchi successi. Credetemi, non ne vale la pena.


I Gens - Singoli 1968-1974 (vinyl)


01. In fondo al viale (lato A, 1968)
02. Laura (dei giorni andati) (lato B, 1968)
03. Insieme a lei (lato A, 1969)
04. Vestita di bianco (lato B, 1969)
05. La stagione di un fiore (lato A, 1970)
06. Fotomodella (lato B, 1970)
07. Ancora e sempre (lato A, 1970)
08. Stamattina (lato B, 1970)
09. Lo schiaffo (lato A, 1971)
10. Amo te, ami me (lato B, 1971)
11. Per chi (lato A, 1972)
12. Piccolo grande amore (lato B, 1972)
13. Anche un fiore lo sa (lato A, 1972)
14. La nostra realtà (lato B, 1972)
15. Cara amica mia (lato A, 1973)
16. Quella sera (lato B, 1973)
17. Quanto freddo c'è (negli occhi tuoi) (lato A, 1974)
18. Uno di noi (lato B, 1974)
19. L'uomo nasce (lato A, 1974) Sul lato B "Uno di noi"


Bonus track
20. La stagione di un fiore (versione Gens + versione Emiliana - live Sanremo 1970)

PS: nel 1972 venne pubblicato un 45 giri con Piccolo grande amore sul lato A e Ti perdono sul lato B. Non ho trovato da nessuna parte quest'ultimo brano. Se qualche completista possiede il disco ce lo faccia sapere.



FORMAZIONE

Filiberto Ricciardi: voce, chitarra (dal 1967 al 1971, dal 1972 al 1974)
Alberto Tadini: voce, chitarra (dal 1971 al 1972)
Gilberto Bruno: chitarre (dal 1967 al 1969)
Mauro Culotta: chitarre (dal 1969 al 1974)
Pino Salpietro: batteria
Ettore Cardullo: basso
Pippo Landro: tastiere


Tutti i singoli sono tratti dal vinile e ciò significa includere i classici difetti del disco (righe e disturbi vari). E' questo il bello. L'unico brano tagliato (sigh!) nella parte finale è Quella sera. Come al solito qualcuno posta questi dischi su Youtube monchi. Peste lo colga. La bonus track comprende due versioni dello stesso brano, La stagione di un fiore, dal vivo a Sanremo nel 1970 (allora lo stesso brano era affidato a due diversi interpreti), cantato sia dai Gens (con tanto di stecca del buon William Ricciardi) che dalla sconosciuta Emiliana.






I Gens - 1974 - Gens (vinyl)


TRACKLIST:

01. Quanto freddo c'è (negli occhi tuoi)
02. Sciogli le tue ali
03. La casa di Ethel
04. Il diamante del re
05. Attraverso i colori di un giorno
06. Il giardino della mente
07. I domani di tanti anni fa
08. Un'ora insieme
09. Uno di noi
10. Breve incontro


FORMAZIONE

Filiberto "William" Ricciardi - voce
Mauro Culotta - chitarra
Ettore Cardullo - basso
Pippo Landro - tastiere
Pino Salpietro - batteria 



Un bel disco, con dieci brani pop (possiamo definirli così?) e qualche influenza prog tra i solchi, che avrebbe lasciato ben sperare per il futuro del gruppo. Ahimé, rimarrà il loro primo e unico prodotto a 33 giri (antologie escluse). Il brano I domani di tanti anni faè stato pubblicato su 45 giri, nella stessa versione, col titolo L'uomo nasce (I domani di tanti anni fa). La versione qui postata è tratta dal vinile. Ricordiamo che l'album è stato ristampato nel 2010 nel cofanetto di 6 CD Progressive Italia - Gli anni '70 vol. 8. E' tutto cari amici. Buon ascolto.



Post by George 

Serie "Catto prog" n. 8 - Marcello Giombini Superpost

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fonte "sito ufficiale www.marcellogiobini.it"

di Marco Buccolo
Marcello Giombini da giovane è stato organista nelle chiese di Roma, e ha condotto attività di musicologo e filologo frequentando le biblioteche romane. E' sua, ad esempio, un'edizione della Rappresentazione de Anima et de Corpo di Emilio de' Cavalieri.
E' stato direttore del Coro dell'Accademia Filarmonica Romana, con cui ha inciso dischi di musica rinascimentale anche per la celebre Storia della Musica edita dalla RCA Italiana sotto la direzione di Cesare Valabrega.
Come compositore, ha scritto musica sinfonica (eseguita anche dalle orchestre RAI negli anni '50-'60, l'epoca d'oro del concertismo radiofonico). La maggior produzione, però, è stata realizzata con la composizione di oltre 100 colonne sonore per film, dove conserva sempre l'intenzione di un linguaggio musicale immediato e accessibile.
La svolta "religiosa" nella musica di Giombini avviene con la composizione della Messa dei Giovani per voci, chitarre, basso, tastiere e percussioni eseguita nell'Oratorio di San Filippo Neri il 27 aprile del 1966 (vedi qui).

Dopo l'esordio della Messa dei Giovani fui invitato dalla Pro Civitate Christiana di Assisi a comporre canti per la liturgia. La Messa Alleluia fu la mia prima messa liturgica. Ebbe una presentazione da "star" dato che alla mezzanotte del Natale '68 venne cantata dagli Alleluia nella Basilica di S.Pietro in Assisi: Celebrava il Vescovo mons. Placido Nicolini. Erano presenti 1500 giovani che con la loro partecipazione, ne fecero un evento memorabile.
Questo episodio segnò profondamente la musica liturgica del nostro tempo, perché, in seguito, l'interessamento della Pro Civitate Christiana di Assisi porto all'incisione della
Messa Alleluia
1 – Dall'alto dei cieli / 2 – Signore, pietà / 3 – Gloria / 4 – Dio Padre ha parlato / 5 – Alleluia / 6 – Santo / 7 – Agnello di Dio / 8 – Vieni, Gesù, resta con noi / 9 – La messa è finita 
quindi dei 150 Salmi per il nostro tempocogliendo ispirazioni dal panorama musicale contemporaneo (celtico, new age...), iniziati nel 1968 e terminati nel 1972, dei quali ha curato anche i testi, traendo ovviamente spunto dal messaggio biblico.

1. IO CON VOI
Io con voi  canto di speranza  dal salmo 1
Voi v’illudete  certezza nell’esistenza di Dio  dal salmo 2
Ho lottato tanto in questo giorno  sofferenza e fiducia  dal salmo 3
Quando ti chiamo, rispondimi  gioia cosciente  dal salmo 4
All’alba  preghiera del mattino  dal salmo 5
Se un uomo  fiducia in Gesù Salvatore  dal salmo 6
Perdoniamo  invito alla misericordia  dal salmo 7
Ti cantano i cieli  consapevolezza della propria dignità dal salmo 8
Vorrei gridare al mondo  gratitudine  dal salmo 9
Esiste tanta gente  invocazione d’aiuto  dal salmo 9


2. ANCHE TU VEDRAI
Anche tu vedrai  canto di speranza  dal salmo 10
Parole, parole…  riflessione sul mondo  dal salmo 11
Camminerò tra la gente  fiducia  dal salmo 12
Una voce mi diceva  dubbio e fede  dal salmo 13
Quando busserò  pensando all'arrivo  dal salmo 14
A te canto  gioia nella lode  dal salmo 15
Tu m'hai creato  domanda d'amore  dal salmo 16
Sei con me  fedeltà di Dio  dal salmo 17
I cieli parlano  lode della gloria  dal salmo 18
Una guerra d'amore  certezza nella forza dell'amore dal salmo 19


3. IL SUO CUORE
Il suo cuore  paternità di Dio  dal salmo 20
Eli, Eli, lamma sabactani  canto di desolazione  dal salmo 21
I prati sono verdi  fiducia  dal salmo 22
Uscite dal guscio  uscita dal mondo  dal salmo 23
Sento i passi  ricerca d'amore  dal salmo 24
Ogni uomo  anima in pericolo  dal salmo 25
Il Signore è la luce  canto di gloria  dal salmo 26
Tu non mi senti  preghiera nel dubbio  dal salmo 27
Diamo a Dio  riconoscimento di Dio  dal salmo 28
Voglio ringraziarti  ringraziamento  dal salmo 29


4. I VECCHI AMICI
I vecchi amici  canto di fiducia  dal salmo 30
Beato chi…  certezza  dal salmo 31
Bisogna gridare la gioia  gioia d'amare  dal salmo 32
Se cercate la luce  invito alla fede  dal salmo 33
Mille occhi  dalle tenebre alla luce  dal salmo 34
Buoni e cattivi  bontà di Dio  dal salmo 35
Ti sei costruito  per un fratello  dal salmo 36
Il male è la morte  invocazione del peccatore  dal salmo 37
Vorrei vedere consapevolezza della propria presunzione dal salmo 38
Stavo annegando  gratitudine  dal salmo 39

5. NON VI CONOSCO TUTTI
Non vi conosco tutti  fiducia nell'amicizia  dal salmo 40
Questa mia anima  nostalgia  dal salmo 41
Ha mandato una luce  sicurezza  dal salmo 42
Ci raccontano i vecchi  speranza  dal salmo 43
La mano  gioia nell'amicizia  dal salmo 44
Il terremoto  speranza  dal salmo 45
Risorge  gioia  dal salmo 46
Venite a casa nostra  fratellanza  dal salmo 47
Noi ci affanniamo  illusioni terrene  dal salmo 48
Parliamo tanto di Gesù  parole e vita  dal salmo 49


6. ORA CAPISCO PERCHE’
Ora capisco perché  pentimento  dal salmo 50
Tante parole  per un intellettuale  dal salmo 51
Nessuno di noi  invocazione  dal salmo 52
Stammi vicino, Signore  preghiera  dal salmo 53
Vorrei fuggire  paura e impegno  dal salmo 54
Non è facile  dialogo difficile  dal salmo 55
Svegliamo le nostre chitarre!  alleluia  dal salmo 56
Guardo  invito a non giudicare  dal salmo 57
Molti si domandano  il perché del dolore  dal salmo 58
Quando cammino per il mondo  sicurezza e gioia  dal salmo 59


7. E’ STATO BELLO VOLARE
E' stato bello volare  canto dell'impegno  dal salmo 60
Dio ci ha fatto  invito alla gratitudine  dal salmo 61
Brilla nel cielo  preghiera del mattino  dal salmo 62
Tu parli troppo  solitudine  dal salmo 63
Vedo un monte  ottimismo  dal salmo 64
Apritevi cieli!  gioia di sapersi figli  dal salmo 65
Ora possiamo  certezza daò salmo 66
Ecco!  certezza  dal salmo 67
Aiuto!  invocazione  dal salmo 68
Non ti sentire il più infelice  solidarietà nel dolore  dal salmo 69


8. SENTO LA TUA MANO
Sento la tua mano  canto di fiducia nel Padre  dal salmo 70
Quando verrà  speranza di pace dal salmo 71
Non sei  ricchezza della povertà  dal salmo 72
La casa vecchia  valore del passato  dal salmo 73
Un giorno verrà  resa dei conti  dal salmo 74
Dio ha creato la terra  fede nell'immortalità  dal salmo 75
Strade vuote  smarrimento  dal salmo 76
Ti chiesero aiuto  pentimento  dal salmo 77
Quanto ti piansero  dolore  dal salmo 78
Noi siamo la tua terra  speranza  dal salmo 79


9. AMARTI E’ UNA FESTA
Amarti è una festa  canto dell'amore a Dio  dal salmo 80
Sono dieci le tue leggi  canto dell'amor di Dio  dal salmo 81
Io ti prego  fiducia  dal salmo 82
Beato il figlio  beatitudini  dal salmo 83
Dopo la pioggia  speranza  dal salmo 84
Una è la strada  ricerca  dal salmo 85
Quella  la casa del Signore  dal salmo 86
Credo nella mia vita  gioia di vivere  dal salmo 87
Nel gran silenzio  gioia dell'incontro  dal salmo 88
Col sole  ascolto e fiducia  dal salmo 89


10. SEI LA CASA
Sei la casa  fiducia in Dio che è tutto  dal salmo 90
Crescono i fiori  sicurezza che Dio è tra noi  dal salmo 91
Inno di Dio  lode della potenza di Dio  dal salmo 92
Ecco il mio odio  conversione  dal salmo 93
Sei il grande Poeta  lode della poesia di Dio  dal salmo 94
Questa canzone  annuncio della salvezza  dal salmo 95
Oggi canto cose allegre  gioia per la conversione  dal salmo 96
C'è una luce  lode a Dio che è la luce  dal salmo 97
E' bello parlare di Cristo!  gioia dell'annuncio  dal salmo 98
Tutti insieme  gioia dell'arrivo  dal salmo 99


11. TU SEI ANCORA TRA NOI
Tu sei ancora tra noi  il Signore è tra noi  dal salmo 100
Tu siedi lassù  invocazione nella stanchezza  dal salmo 101
Con gli angeli  gloria  dal salmo 102
Per la luce  lode e ringraziamento per ogni cosa  dal salmo 103
Viva! Viva!  gioia perché Cristo viene  dal salmo 104
Ogni giorno  coscienza del dono di Dio  dal salmo 105
Fatta di suoni  ripensando la preghiera  dal salmo 106
Svegliati sole!  invocazione gioiosa  dal salmo 107
Io ti perdono  domanda d'aiuto per saper perdonare  dal salmo 108
Il Padre parla  Dio è la vita dal salmo 109


12. LE STELLE CANTANO CANZONI
Le stelle cantano canzoni  il creato canta Dio  dal salmo 110
Tu spalanchi la porta  famiglia aperta  dal salmo 111
Passa il Signore  lode  dal salmo 112
Sono carico di vita  fede nella resurrezione  dal salmo 113
S'annoia  gli idoli di morte  dal salmo 114
M'hai parlato  dopo una confessione  dal salmo 115
La verità  lode della verità  dal salmo 116
Ecco la prima pietra  la pietra angolare  dal salmo 117
Cosa vuoi da me?  domanda di luce  dal salmo 118
Vince sempre lui!  fiducia nell'onnipotenza di Dio  dal salmo 119  


13. LA STRADA E’ LUNGA
La strada è lunga  fiducia nel futuro  dal salmo 120
Quando mi diceste: Andiamo…  gioia di essere chiesa  dal salmo 121
Io vivo  fiducia in Dio  dal salmo 122
Che sarebbe questa vita  gioia della presenza di Dio  dal salmo 123
Tu m'hai reso forte  forza dell'amore  dal salmo 124
Questi fiori  dal dolore, gioia  dal salmo 125
Cosa avremmo fatto  sicurezza di essere amati  dal salmo 126
Cammineremo con te  gioia di essere insieme  dal salmo 127
Oppressero la mia gioventù  liberazione  dal salmo 128
Il mio grido giunga a te  invocazione d'aiuto  dal salmo 129  

14. VOGLIO CHIAMARTI PAPA’
Voglio chiamarti papà  nell’amore non c’è paura dal salmo 130
Ecco il nostro cuore  grandezza dell'uomo  dal salmo 131
Vieni qui  invito al dialogo  dal salmo 132
Questa famiglia  lode e ringraziamento  dal salmo 133
Il nostro Dio  lode  dal salmo 134
Ringraziamo il Signore!  ringraziamento e lode  dal salmo 135
Quando sei triste  invito alla speranza  dal salmo 136
T'ho chiamato  fiducia nella vita  dal salmo 137
Mi sveglio  Dio vive con noi  dal salmo 138
Libero  libertà nell'amore  dal salmo 139


15. CORRI, SIGNORE; HO BISOGNO DI AIUTO!
Corri, Signore, ho bisogno d'aiuto!  richiesta d'aiuto  dal salmo 140
Io ti chiedo perdono  domanda di perdono  dal salmo 141
Inutilmente  fiducia nella vita  dal salmo 142
Lui  inno a Dio  dal salmo 143
Canto la tua gloria  lode  dal salmo 144
Anima mia  gioia  dal salmo 145
Noi diverremo  desiderio di unità  dai salmi 146 e 147
La parola  lode  dal salmo 148
Cantiamo  invito al rinnovamento  dal salmo 149
Siamo le corde  lode  dal salmo 150


16. AMEN
In questa seconda parte del precedente LP, Marcello Giombini ripropone i suoi salmi al clavicembalo, organo e pianoforte



Seguirono poi altre composizioni



CAMMINIAMO NELLA SPERANZA

1 – Di che ti stai vantando, sorella morte?  2 – Signore, pietà  3 – Gloria  4 – Risorgere  5 – Prefazio  6 – Santo  7 – Mistero della fede  8 – Padre nostro  9 – Pace a te 10 – Agnello di Dio 11 – Le tue mani 12 – Arrivederci




IO CANTERO' PACE

1 – Io canterò pace  2 – Kyrie, dolce kyrie  3 – Beata te, Maria  4 – Gloria! Gloria in excelsis!  5 – Ditemi dov'è Gesù  6 – Alleluia di pace  7 - Quando noi saremo uno  8 – Sanctus! Holy!  9 – Come into my heart, Lord! 10 – Pater noster  11 – Come sarebbe bello 12 – Agnus Dei 13 – Alleluia Christus 14 – Beatitudine




DA MILLE STRADE

1 – Siamo arrivati da mille strade  2 – Voi bussate alla porta  3 – per tutte le volte che noi  4 – Vieni, Spirito d'amore  5 – Sei mistero  6 – Come un papà  7 – Chi sei tu  8 – Sento la tua voce  9 – Sei il mio pastore 10 – La chiesa non è un edificio 11 – Sei la mia luce 12 – Perché ognuno di noi 13 – Se uno ti dirà:”Seguimi” 14 – E' un tetto la mano di Dio




I SEMI DEL FUTURO

1 – Lasciamo che i bambini vadano a lui  2 – Ti condurremo  3 – In principio  4 – Ecco il tuo posto  5 – Acqua che non è mare  6 – Voglio morire come te  7 – Siamo morti in Lui  8 – Vento d'amore 9 – Gloria allo Spirito 10 – Gettiamo via le vecchie cose 11 – Santo 12 – Gloria al Signore 13 – Che tu possa vincere il male 14 – Oggi la chiesa




NON DOBBIAMO ESSERE TRISTI COME CHI NON HA SPERANZA

1 – C'è tanta luce  2 – Il tempo ha diviso  3 – Aiuta coloro che passano  4 – Ora che vedi  5 – Per chi è morto  6 – Non sono vecchio  7 – Requiem aeternam  8 – Alleluia  9 – Io mi tuffo in te 10 – Dopo la tua morte 11 – Non piangete 12 – Credeva 13 – Una scintilla 14 – Non dobbiamo 15 – Ci sono vittime 16 – Io sono qui 17 – L'anima mia 18 – Anche se è difficile


CANTATA DEL TERZO MONDO

1 – La notte del mondo  2 – Diamo con gioia  3 – Quando nasce un bambino  4 – Il pane è di tutti  5 – Felice è l’uomo  6 – Non si può essere soli  7 – Il mondo è nelle nostre mani  8 – Magnifica, anima mia





TERRA UGUALE

1 – I docenti del cemento 2 – Terra uguale 3 – Un ladro 4 – Paure 5 – Sterminio 6 – Gente sola 7 – Gli abitanti delle stelle 8 – Libertà 9 – Condor amigo mio







CORELLI & DANDRIEU AL SINTETIZZATORE

° Vivace  (Corelli) ° Grave   (Corelli) ° Allegro (Corelli) ° Adagio ( Corelli) ° Allegro (Corelli) ° Adagio (Corelli) ° Vivace (Corelli) ° Allegro (Corelli) ° Largo   (Corelli) ° Joseph est bien marié (Dandrieu) ° Carillon ou cloches (Dandrieu) ° Or nous dites Marie (Dandrieu) ° Noël Poitevin (Dandrieu) ° Noël de Saintonge (Dandrieu)




SALMI PER IL NUOVO MILLENNIO

1 – Il suo cuore  2 – È bello parlare di Cristo!  3 – Stavo annegando  4 – Io Ti chiedo perdono  5 – Tu sei ancora tra noi  6 – Ecco!  7 – A Te canto  8 – Il Signore è la luce  9 – Inutilmente 10 – Le stelle cantano canzoni 11 – Vedo un monte 12 – Noi siamo la Tua terra 13 – I prati sono verdi 14 – Voglio ringraziarti 15 – Questa famiglia 16 – Quando cammino 17 – Strade vuote 18 – Quando busserò 19 – Siamo le corde 20 – Canto la Tua gloria

LA MESSA DEI GIOVANI (complesso I Barrittas)

1 – Introito (Giombini – Gasbarri )  2 – Gloria ( Giombini – Scoponi )  3 – Graduale ( Giombini – Federici)  4 – Credo ( Giombini – Scoponi )  5 – Offertorio  ( Giombini – Federici )  6 – Sanctus ( Giombini – Scoponi )  7 – Pater noster ( Giombini – Gasbarri )  8 – Agnus Dei  ( Giombini – Scoponi )  9 – Communio ( Giombini – Federici ) 10 – Non uccidere ( Giombini – Scoponi )




THE MASS FOR PEACE (complesso The Berets)

1 – Introit   ( Giombini – Gasbarri – Pitts )  2 – Gloria  (  Giombini- Scoponi  -  Pitts )  3 – Gradual ( Giombini -  Federici -  Pitts)  4 – Creed  ( Giombini – Scoponi – Pitts )  5 – Offertory (Giombini – Federici – Pitts )  6 – Holy  ( Giombini- Scoponi – Pitts )  7 – Our Father  ( Giombini – Gasbarri – Pitts)  8 – Lamb of God (Giombini – Scoponi – Pitts )  9 – Communion (Giombini – Federici – Pitts ) 10 – Don’t kill (Giombini – Scoponi – Pitts )



CANTATA DEI GIOVANI PER LA VERGINE MARIA

1 – Verrà una donna 2 – L’ Angelo del Signore 3 – Gloria al Signore 4 – Ave, piena di grazia 5 – Santo, Signore 6 – Credo in un solo Dio 7 – Madre del dolore 8 – Agnello di Dio 9 – Litanie della Madonna







Scoponi-Giombini

Buongiorno Maria / Sei tu la Madre








Scoponi-Giombini

Padre Nostro / Noi Ti Lodiamo









Arrangiamento per
GRAZIE SIGNORE di Domenico Machetta








Per gli appassionati ecco a voi alcune partiture, ma andando su Google e digitando "Giombini spartiti" potrete trovare molto di più...


da Wikipedia
Si affermò negli anni sessanta e settanta, quale artefice della corrente del rinnovamento nel campo della musica religiosa, soprattutto per quanto concerne l'àmbito liturgico. Ha inoltre composto numerose colonne sonore di film, con predilezione per il genere dello "spaghetti western", ed è stato un pioniere in Italia della musica elettronica. 

Nel campo della musica religiosa le composizioni del maestro Giombini superano il numero di trecento, il repertorio religioso giombiniano è stato in larghissima parte interpretato ed inciso su disco dal complesso Clan Alleluia. Mentre nelle prime canzoni (interpretate dal complesso Gli Alleluia), si avverte pienamente lo stile proprio della musica beat, in seguito il sound evolverà verso la musica progressive, con frequenti richiami non solo a sonorità jazz, etno, spiritual, gospel songs e della musica elettronica, ma anche al canto religioso tradizionale. Giovanni Vianini, fra i maggiori cultori ed esperti in Italia di canto gregoriano e di canto ambrosiano, ha riproposto il salmo Il Signore è la luce nell'LP La Settimana Santa (Rusty Records RRS 30229), assieme ai più bei canti della tradizione.


Fuori dall'ambito musicale, Giombini si è interessato anche di numerologia. È autore di una curiosa serie di 31 volumetti (dedicati a ciascun giorno del mese), pubblicati nel 2002, nei quali descrive la personalità è il destino nel numero del giorno natale. Nel 1958 aveva scritto il testo di alcuni racconti di fantascienza per la rivista Oltre il cielo (pubblicati anche in Francia), utilizzando lo pseudonimo Gianni Nebulosa. Questo particolare ambito lo vede autore di colonne sonore di taluni film degli anni '60 e '70.

Giombini è inoltre conosciuto dai cultori della musica elettronica per computer, quale uno dei primi compositori ed esecutori in Italia sul pionieristico Commodore 64, negli anni '70 e '80.

    
               Astromusic Synthesizer                   Synthomania

Trans Vita Express - Racconto Psicofonico [vedi qui]

Negli ultimi anni di vita, Giombini ha riproposto nuovi brani in campo religioso, con testi della
poetessa Maddalena Romeo Boni. La morte del compositore non ha consentito di portare a termine il progetto di un nuovo ciclo di salmi, bloccatosi al CD con i primi 25 canti.

Nel 2008 il gruppo rock complesso Gli Illuminati ha inciso l'LP, rigorosamente in vinile, Prendi la chitarra e prega, ove si ripropongono numerose composizioni religiose di Giombini, tratti dalle messe e dai Salmi.

PierPaolo De Iuliis: Voce
Tiziano Tarli: Chitarre, organi, cori
Emanuele Sterbini: Basso, cori
Alessandro Palermo: Batteria

01. Sei tu la madre
02. Alleluia
03. Oggi è nato il redentor
04. Chinati ai tuoi piedi
05. Communio
06. Gloria
07. Venne un uomo
08. Gloria a Dio
09. La notte del mondo
10. Eli eli lamma sabactani
11. Il mio signore



Per l'esuberante vivacità del sound e per l'incisiva espressività dei testi, le canzoni di Giombini sono state maggiormente apprezzate e valorizzate dal mondo giovanile. Hanno invece subìto le critiche, più o meno accese, di quanti rimanevano legati alla tradizione, spesso organisti e direttori di coro. Alcuni affermavano infatti che le composizioni di Giombini non favorivano il raccoglimento e la preghiera, oltre a rivelarsi inappropriate alla solennità del rito. I detrattori più ostili non risparmiarono il ricorso ad argomentazioni moralistiche, approfittando di talune sue colonne sonore per film molto mediocri.
Ancora oggi qualcuno, incluse autorevoli figure del mondo ecclesiale, muove critiche di tale natura.

PS: Un sentito grazie alla mia fonte anonima che mi ha dato una grossa mano. Grazie in anticipo a chi volesse mandarmi altre cose per integrare.


Bonansone Dedalus - 2004 - Nomos Apache Alpha

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TRACKLIST:

01. Nomos Apache Alpha
02. Dal sonno
03. Luvmin
04. Trenosol
05. Via di Miel
06. Rockocò
07. Turu Turu
08. Canzone capriccio
09. Ciangclumps (Tripartito):
a - Clangs 1
b - Clang-Cuore
c - Clangs 3


FORMAZIONE:

Fiorenzo Michele Bonansone - violoncello, pianoforte, voce
Michele Kathak Strecchi - bateria, percussioni
Anita Cravero - flauto
Riccardo Chiriotto - trombone, basso


Bonansone Dedalus (Group) è il nuovo progetto realizzato da Fiorenzo Bonansone, leader storico del gruppo di Pinerolo (siamo in provincia di Torino) a partire dal 2000. La parca produzione discografica dei Dedalus, consiste in soli tre dischi, pubblicati dal 1973 al 1997 (esclusa la ristampa del 1999 di "Materiali per tre esecutori e nastro magnetico" contenente 9 pezzi inediti del 75-76).Dall'iniziale approccio jazz-rock, che ha caratterizzato il primo album del 1973, i Dedalus hanno repentinamente cambiato rotta con quello successivo del 1974 approdando a suoni minimalisti, introspettivi e di non facile assimilazione. Anche "Pia visione", l'album della reunion datato 1997, prosegue su questi tappeti sonori. A questo proposito vi rimando al post e alla recensione di Odiladilu apparsa su queste pagine nel 2013 che troverete qui, con il link ancora attivo.

"Nomos Apache Alpha" contiene nuovi brani e rifacimenti di tracce sonore già pubblicate su "Pia visione": Dal sonno, Rockocò, Via Miel, Luvmin e Canzone capriccio. Questi ultimi due brani sul disco del 1997 erano intitolati rispettivamente La Bergera e Dedalus vecchio. Prevalentemente basato su violoncello e flauto è un album dal sapore cameristico, con marcate influenze classiche. 
Buon ascolto. 



Post by George

Alessandro Alessandroni e i Marc 4 - 1969 - Shopping in Carnaby Street (vinyl)

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TRACKLIST:

01. Raggi di sole
02. Moody
03. Voci in vacanza
04. Darkness
05. Gavotta blues
06. Disegno del mare
07. Farsi gioco
08. Intimità
09. Soldatino
10. Estasi
11. Metropoli
12. Margherita pazzarella
13. Holiday
14. Sidewalk
15. Bach 68

Alessandro Alessandroni
Disco godibilissimo, assolutamente da non perdere. Mi è capitato tra le mani qualche giorno fa il vinile e devo dire che questi vecchi suoni, costruiti per colonne sonore sul finire degli anni '60, non mi lasciano per nulla indifferente. Mi piace sia la copertina, con il richiamo alla celebre Carnaby Street, un must degli anni '60, sia i 15 brani che compongono il disco, giocati sul suono dell'organo Hammond sostenuto da da una perfetta ritmica basso-batteria. Alessandro Alessandroni non necessita di grandi presentazioni: polistrumentista, compositore, direttore d'orchestra e autore di numerose colonne sonore, ha collaborato a lungo con Piero Umiliani ed Ennio Morricone (giusto per citarne un paio). Lo si ricorda, tra le altre cose, per avere inciso le parti fischiate in numerosi spaghetti western (Per un pugno di dollari, Per qualche dollaro in più, Il buono, il brutto, il cattivo). Negli anni '50 ha cantato nei 2+2 (poi diventati 4+4) di Nora Orlandi. E' stato il fondatore, nel 1961, dei "Cantori Moderni di Alessandroni". E' lunghissima la lista delle collaborazioni con altri artisti da parte dei "Cantori", da Morandi a Baglioni, da Patty Pravo a Stevie Wonder, da Lucio Dalla a Fabrizio De André.



In questo disco del 1969 Alessanfro Alessandroni è accompagnato dai Marc 4, un quartetto nato essenzialmente come gruppo di studio, composto da musicisti provenienti dall'Orchestra della RAI. Strumentisti di grande abilità, i Marc 4 collaborarono con i più prestigiosi autori di colonne sonore: Ennio Morricone, Nino Rota, Armando Travajoli, Piero Piccioni, Piero Umiliani e, per l'appunto, Alessandro Alessandroni. Nel 1968, per la colonna sonora di "Svezia, inferno e paradiso", registrarono uno spezzone riempitivo di Piero Umiliani che divenne il loro più grande successo mondiale: il brano era Mah-nà mah-nà (titolo originale Viva la Sauna Svedese) con le voci soliste di Alessandro Alessandroni e della moglie Giulia De Mutiis. In seguito il gruppo iniziò a produrre materiale proprio, con un genere che, partito dal beat, si accostò alla bossa nova e al jazz. Per la cronaca i Marc 4 sono Carlo Pes alla chitarra, Maurizio Majorana al basso, Roberto Podio alla batteria e Antonello Vannucchi all'organo Hammond C3, tastiere, pianoforte e vibrafono

Una foto dei Marc 4 (manca il tastierista)


Concludo ricordando (onore al merito) che nel 2013 questo disco, mai ristampato in CD, venne postato sul blog amico "Boxes Of Toys", sempre pieno di meraviglie. Ma tutto sommato, repetita iuvant. Un post dedicato ad A.A. venne realizzato da Grog, sempre nel 2013, sulla Stratosfera. E qui vi rimando. Buon ascolto

Link

Post by George


Arturo Stalteri - dopo i Pierrot Lunaire (1979-1994)

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Pianista di grande talento, Arturo Stalteri esordisce, come ben ricordiamo, nel 1974 con i Pierrot Lunaire, uno tra i gruppi più originali e innovativi del panorama progressive italiano. Al suo fianco il polistrumentista Gaio Chiocchio e il chitarrista-bassista Vincenzo Caporaletti. Due grandi dischi, l'omonimo del 1975 e "Gudrum" del 1977 (con il soprano gallese Jacqueline Darby), poi lo scioglimento. E da qui si spalancano nuovi orizzonti per Arturo Stalteri: dischi solisti, concerti, collaborazioni con innumerevoli artisti. Si cimenta anche nella composizione di musiche per il cinema. il teatro, la danza. E non finisce qui: su Radio Rai 2 conduce numerose trasmissioni. Tra queste Jet Lag, Fuori Giri, Il cammello di Radio 2, Musical Box.

Il suo lavoro più recente è il disco "In sete altere - Arturo Stalteri suona Battiato", album di straordinaria bellezza che vi invito ad ascoltare. Tra i classici di Franco Battiato, ripresi dal pianoforte di Stalteri, vi sono le versioni di Propriedad Prohibida, Meccanica e di L'Egitto prima delle sabbie della durata di 17 minuti. Per una lettura approfondita della lunga e articolata biografia di Arturo Stalteri vi rimando ai numerosi siti presenti sul web, ad iniziare da wikipedia. 


Arturo Stalteri - 1979 - André sulla Luna (vinyl)


TRACKLIST:

Il Sogno di André
01 Alba ancestrale 
02 Il prisma magico   
03 Viaggiando tra i riflessi   
04 Verso la Luna  

André sulla Luna 
05 Gli Hins
06 Sul mare omicida  
07 I Kroll! 
08 André e Sabiha  
09 Verso la realtà  
10 Morte mentale di un sogno 
11 Danza dei giaguari (inedito - bonus track)


FORMAZIONE

Arturo Stalteri: electronics/oscillator, organ, electric guitar, piano, flute, voice, celesta, 
acoustic guitar, whistle, tambourine 
Massimo Buzzi: drums, percussion (tracks 5, 6, 9) 
Enzo Martella: sound effects (tracks 1, 4, 5, 6) 
Silvio Dionisi: voice (track 7) 


Primo album solista di Arturo Stalteri, a conclusione della breve ma gloriosa esperienza dei Pierrot Lunaire. Il 1979 e anche l'anno in cui consegue il diploma di pianoforte al Conservatorio de L'Aquila. "André sulla Luna"è un disco bellissimo, che risente ancora delle influenze dei Pierrot Lunaire. Stalteri suona praticamente tutti gli strumenti, tranne le percussioni in qualche traccia. L'amore per l'elettronica e per i suoni minimalisti di grandi musicisti quali Brian Eno, Philip Glass e Terry Riley cominciano ad emergere. Si concretizzeranno, in modo decisamente più marcato, a partire dal secondo disco del 1987. Nel 1997 l'album è stato ristampato in CD con l'aggiunta di 5 bonus tracks. Nulla si interessante. Si tratta di una versione breve di Verso la Luna e di basi musicali. L'unico vero inedito degno di nota è Danza del giaguaro, qui incluso come bonus. Il disco qui postato è suddiviso in 3 file: lato A, lato B e bonus track.



Arturo Stalteri - 1994 - Racconti brevi -
...e il pavone parlò alla Luna


TRACKLIST:

Racconti brevi
01 Lo specchio di Galadriel
02 Passi sulle dune
03 Danza della lontra
04 Piccoli pinguini
05 Volo notturno

...e il pavone parlò alla Luna
06 Goa di fronte all'oceano
07 Mulini
08 ...e il pavone parlò alla Luna
09 La pescatrice di perle
10 Morceau
11 Raga occidentale
12 Nel palazzo dei venti


Il disco, nella sua versione originale, venne pubblicato nel 1987 dalla Lynx Recorda. La Materiali Sonori ne curò la ristampa in CD nel 1994 includendo 5 brani inediti del 1977 (Racconti brevi). Segue la versione rimasterizzata de "Il pavone parlò alla Luna", con diversa disposizione dei brani e la track 9 in una versione leggermente più breve. Un'ottima recensione di questo disco è pubblicata sul blog Arlequins al quale vi rimando. 

Fino al 2004 la Materiali Sonori continuerà a pubblicare i dischi di Stalteri. In particolare vanno ricordati "Circles" e "Cool August Moon", due omaggi rispettivamente a Philip Glass e Brian Eno. Il "post-minimalista-romantico", come qualche anno fa si è definito lo stesso Arturo Stalteri, continua imperterrito la sua esperienza musicale. Una delle sue ultime performance risale al 6 agosto dello scorso anno, quando al MuSe di Trento, con Massimiliano Bucchi, in occasione del 70° anniversario della tragedia di Hiroshima, ha eseguito brani legati al tema dell'atomica in un concerto reading.

La copertina del vinile del 1987
E' tutto. Concludo con il solito augurio di Buon ascolto.


Le "Antologie della Stratosfera" Vol. 26 - Mauro Pelosi - Part 2 (1977-1979)

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A distanza di un anno occupiamoci nuovamente di Mauro Pelosi, con la seconda parte del superpost a lui dedicato. Per la prima parte, che comprendeva i primi due dischi del 1972 e 1973 vi rimando qui.Le recensioni non sono farina del mio sacco, bensì degli amici John (di John's Classic Rock) e di Pholas (che aveva pubblicato la recensione tempo fa sul sito DeBaser, col nick "stellameringa"). Insomma...with a little help from our friends. Spero che a loro non dispiaccia.


Mauro Pelosi - 1977 - Mauro Pelosi


TRACKLIST:

01. La bottiglia (4:13)
02. Luna park (5:10)
03. Ho trovato un posto per te (4:05)
04. Una lecca lecca d'oro (4:16)
05. L'investimento (4:04)
06. Una casa piena di stracci (5:16)
07. Alle 4 di mattina (4:45)
08. Claudio e Francesco (4:25)
09. Ho fatto la cacca (6:53)


FORMAZIONE

Mauro Pelosi - vocals, acoustic guitar
Claudio Bazzari - acoustic guitar
Pinuccio Pirazzoli - bass
Mauro Paoluzzi - drums & percussions
George Aghedo - drums & percussions
Bamby Fossati - electric guitar
Ricki Belloni - electric guitar
Alberto Mompelio - piano
Lucio Fabbri - violin
Edoardo Bennato - harmonica


Ho fatto la cacca sul mio pianoforte, 
sembrava un accordo e sui dischi,
anche quelli di jazz e di musica classica

Dopo la pubblicazione del secondo disco, "Al mercato degli uomini piccoli" del 1973, Mauro Pelosi scompare dalle scene per ripresentarsi solo 4 anni dopo con questo ottimo lavoro semplicemente intitolato "Mauro Pelosi". Lasciamo parlare l'amico John che, sul suo blog John's Classic Rock, traccia un ritratto molto efficace di questo disco e del periodo in cui venne pubblicato.

 "Sempre cinereo sia chiaro, ma quella cronica angoscia che prima sapeva di depressione, ora suonava perfettamente attuale. Il movimento si era sgretolato, il Punk era alle porte e la demitizzante “Ho fatto la cacca” fu sostanzialmente la perfetta fotografia di quello scenario. In più, proprio nel momento in cui il sistema catto-imperialista stava disperatamente tentando di salvare i suoi dogmi, “L’investimento” fece a pezzi i miti della famiglia e del matrimonio. “Claudio e Francesco” celebrava senza peli sulla lingua il rapporto gay e “Una casa piena di stracci” fu infine il più accorato degli esorcismi dell’autore romano: vero e proprio “j’accuse” contro quell’educazione machista e borghese che spesso condanna chi la subisce (e che magari non ha mai avuto la forza o la possibilità di emanciparsi) a un malessere intimo e tremendo che lo avvolgerà per tutta la vita.  “Finirò col lavorare in banca perché mia madre aveva ragione”. Avendo lei avuto “più esperienza di me, e vissuto più a lungo”. 


 “Mauro Pelosi” (ospiti Edoardo Bennato all'armonica, Bambi Fossati e Ricky Belloni alle chitarre, Lucio Fabbri al violino) è insomma un disco lacerante in un periodo di lacerazioni, dissacrante in un momento dissacratorio, ma senza nessuna di quelle volgarizzazioni a base di Kinotto, Gelati e Fagioli che afflisse il Movimento del 77. Si tocca con mano il declino della civiltà occidentale e c’è poco altro da aggiungere. E di fatto, dopo quell'ennesimo urlo di dolore, Mauro scomparirà ancora per altri due anni. Tornerà nel 79 per il suo canto del cigno".


Mauro Pelosi - 1979 - Il signore dei gatti


TRACKLIST:

01. Il signore dei gatti
02. Greenwood Creek
03. Dopoguerra
04. Al passo del lupo
05. Laghi di città
06. Il poeta
07. Jack
08. Viale Ortles
09. Passano gli anni
10. La voglia di...


FORMAZIONE

Mauro Pelosi - vocals, acoustic guitar
Claudio Bazzari, Gilberto Ziglioli,Luciano Ninzatti - guitars
Dino D'Autorio - bass
Gilberto Ziglioli - banjo
Mauro Spina - drums
Fabio Treves - harmonica
Leonardo Gaetano - organ
Alberto Mompelio - piano
Maurizio Preti - percussion, tabla
Claudio Pascoli - soprano & tenor saxophone 
Lucio Fabbri - violin


Vieni a Grenwood Creek
 è a pochi chilometri dai tuoi sogni, c'è tanta gente come te, 
ti pagherò il biglietto fino alla frontiera. Se non ti piacerà 
potrai tornare indietro al primo cammello, al primo bus

Ed ecco la recensione del disco, bellissima nella sua integrità, ad opera dell'amico Pholas 

"Una volta, spalmato sul divano ed abbracciato stretto a mia moglie ascoltavo un disco, mi pare di De Gregori. Ad un certo punto lei si fece seria e disse: "Ecco questo è il classico disco maiale!" Niente di particolarmente erotico che avesse sollecitato l'aumento della nostra libido, ma semplicemente intendeva che della totalità dell'opera lei non avrebbe buttato via niente, come con il maiale appunto e come i nostri saggi nonni contadini ci hanno giudiziosamente insegnato. Mi piacque quella definizione e decisi di farla mia, ma anche di usarla con parsimonia per renderle il valore che merita e soprattutto che merita l'album che si fregia di tale appellativo. Uno dei miei pochi dischi maiale è dunque "Il Signore dei Gatti" di Mauro Pelosi cantautore romano con all'attivo quattro LP, disseminati tra il 1972 e il 1979, uno più bello dell'altro, ma che per motivi a me un pochino misteriosi non hanno venduto niente o quasi. Vero che lui era un "maledetto" cantautore che non apparteneva alla cerchia del Folkstudio romano e che non lanciava messaggi politicizzati, parlava intimamente di condizioni personali , spesso condivisibili, quasi sempre "borderline", ma noi eravamo pregni di desiderio di conoscenza e di divulgazione di ciò che, diverso, avrebbe potuto affascinare, quindi proprio il pubblico perfetto nel decennio più ricettivo. Invece Mauro Pelosi, con leggerezza incredibile, riuscì a volare sopra a tutte le possibilità di un meritato riconoscimento per schiantarsi infine in un grottesco anonimato. "Il Signore dei Gatti"è l'ultimo suo album quello scritto forse con maggiore sincerità senza la convinzione di dover stupire ad ogni costo chi lo stava ascoltando, perché probabilmente ormai disilluso a livello artistico, quello maggiormente curato musicalmente e nei testi. L'album in questione è decisamente il suo più cantautorale, nel senso stretto del termine, senza quelle venature "progressive" che ambiguamente avevano un pochino condizionato la sua appartenenza e sicuramente senza quella ricerca e sperimentazione dei suoi dischi precedenti. Un lavoro bucolico e decisamente ben riuscito"


"Dopo tanta sottrazione non ci resta tuttavia un lavoro minimalista, ma un'appagante vetrina di belle canzoni velate di atavica tristezza come nella magnifica "Laghi di città" metafora di difficili convivenze: "..quando la mia voglia di te si trasforma in uno sguardo col respiro tagliato e le intenzioni nella gola, quando le parole sono suoni che riempiono il cervello e non ti accorgi di niente, neanche che piove.." non sono certo parole banali, o come nel brano "Il Poeta" ricettacolo di illusioni portate avanti una vita intera: "...Le illusioni son vere a volte si toccano con le mani e una camera in affitto diventa un granaio. Sua madre ingiallita nell'album di famiglia, accanto alla radio, ricordava la guerra..." o come nel brano che da il titolo al disco curiosamente autobiografico per osmosi: "Ho sognato una finestra e fuori tanta gente che inseguiva un gatto, con i baffi d'argento e i denti d'opale, cercava me, non aveva più unghie per graffiare...": Un lavoro che emoziona ancora oggi e, proprio perchè non vincolato ad alcuna moda e ad alcun compromesso, risulta assolutamente attuale. Di questo lavoro, ve lo garantisco, non butterete via niente, nemmeno un brano, come il buono e docile maiale, se solo avrete la pazienza di ascoltarlo con la mente e con il cuore".



Post by George with the precious help of John (John's Classic Rock) & Pholas (DeBaser)

Serie "Bootleg" n. 217 - Roberto Cacciapaglia - 1989 - Aurea Carmina (Prima esecuzione di opera inedita)

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Aurea Carmina (su testi di Pitagora) - Prima esecuzione (19:19)
Per baritono, voce bianca, coro e orchestra

Registrato da RadioRAI a Roma, presso l'Auditorium di Santa Cecilia, il 2 Aprile 1989 - First time on the web


"Accostandosi ad un testo straordinario e significativo come “I Versi d'Oro” si ha la conferma che Pitagora possedeva quel sapere e quella saggezza che scavano in profondità nell'essenza delle cose. Armonizzava e metteva in relazione conoscenze e discipline considerate lontanissime tra loro, con un senso e un significato unificante e totale. Pitagora è attuale e vicino alla sensibilità e alle percezioni psichiche ed emozionali della nostra epoca, divisa nelle sue scelte e attraversata da suggestioni musicali diverse e lontane tra loro. Oggi è necessario seguire un cammino, ritrovare una relazione e un valore dimenticati insieme a molti aspetti della musica non considerati o addirittura evitati. In quest'itinerario dell'anima verso la perfezione un ruolo primario è affidato alla musica.

Se ad un livello conoscitivo esso aveva costituito il modello per configurare la struttura del mondo, nella dimensione etica la musica offre lo strumento per organizzare il comportamento umano secondo sapienza. L'esercizio della musica e delle attività ad essa connesse, come la danza, è educazione della mente e del corpo, in quanto ammaestra nei valori dell’armonia e del ritmo, che sono essenziali per lo sviluppo della persona. Ma la musica, all'ascolto, è anche la via diretta attraverso cui la voce intima della realtà perviene all'anima, senza la mediazione precaria e ingannevole della materia. Essa è percezione ed espressione dei sentimenti; e poichè questi, come ogni fenomeno del reale, riconducono la loro essenza ai rapporti numerici, sarà possibile produrre determinati effetti nella psiche in relazione ai diversi modi, individuati dalla successione degli intervalli.

Se musica e anima sono la stessa cosa, nelle leggi della musica si dovrà cercare la natura dell'anima, scoprire il segreto delle sue aspirazioni, che il trauma della materia confonde e occulta. Musica e numero, in una simbiosi che nell'essenza profonda del reale si rivela come identità, affermano il valore supremo della proporzione, a cui si conforma l'armonia della vita universale. Nella proporzione l'anima riconosce quest'armonia di cui essa è parte, e attraverso questo processo d'identificazione realizza la propria autenticità. Nella conoscenza di sè risiede il fine dell'uomo, e questa si ottiene grazie alla sensazione del bello, il quale nasce dall'esperienza della proporzione.


Ma il numero è anche la norma del vero; e dunque bellezza e verità coincidono, al punto in cui si annullano anche le differenze fra razionalità e intuizione, categorie di un pensiero che si è separato dalla totalità del reale, di cui invece la musica è segno, nel suo essere partecipe di entrambe. Nell’armonia universale rientra pure l'azione dell'uomo, secondo il concreto svolgersi dei suoi comportamenti. Uniformarsi a tale misura dell'essere è il dovere e il premio della vita umana.

"Conosci il ritmo che possiede gli uomini" aveva detto, qualche tempo prima di Pitagora, il poeta Archiloco; e quest'ammonimento solenne diviene la linea portante della sua dottrina etica. Devozione verso gli dei e comprensione per gli uomini anche quando sono nell'errore, temperanza nelle cose necessarie della vita e fermezza nel dolore, rispetto della dignità propria e giustizia di fronte al mondo, meditazione sui propri atti e purificazione dell'interiore sono i grandi precetti, in cui la sapienza pitagorica individua la strada per raggiungere l'equilibrio fra la condizione umana e l'ordine nell'universo
."

LINK

Post e cover by Captain, all the rest by Abulqasim

La Bottega dell'Arte - 1975 - La Bottega dell'Arte + bonus tracks

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TRACKLIST:

01. Il fiume, il villaggio, la miniera    
02. Come due bambini    
03. Ripensare a lei    
04. Camelot    
05. Noi nel bene, noi nel male    
06. Un'esistenza    
07. Amore non amore    
08. A Cynthia    
09. Mare Nostrum 

Bonus tracks (vinyl)

10. Addio (45 giri, lato A, 1974)
11. Notturno per noi (45 giri, lato B, 1974)


FORMAZIONE

Piero Calabrese: voce, tastiere
Massimo Calabrese: basso, chitarre
Romano Musumarra: tastiere, flauto, chitarre
Fernando Ciucci: voce, chitarre
Alberto Bartoli: batteria, percussioni


La Bottega dell'Arte era un gruppo di Roma definito da alcuni critici come appartenente al filone prog o soft-prog (?), forse anche in virtù del nome un po' altisonante, coerente con le denominazioni dei gruppi italiani anni '70. In realtà, eccezion fatta per questo disco, il gruppo si adagiò mollemente nell'alveo del pop melodico, senza lode né infamia, confondendosi con altri analoghi gruppi e gruppetti sorti nella metà degli anni '70.  Trovo assolutamente calzante la descrizione dei loro suoni che ho recuperato su wikipedia, leggendo lo loro biografia: " Il loro stile rifletteva le tipiche tendenze musicali in voga negli anni settanta, ovvero: prevalenza di sapienti incroci di tastiere analogiche sulle chitarre, uso del flauto, melodie rarefatte, testi ispirati ad un romanticismo fiabesco. Si può dire che il loro genere fosse una sorta di "progressive rock", espresso in chiave melodica ed italiana". 


Il tributo ai Pooh è piuttosto evidente nel brano Noi nel bene. Sprazzi di prog emergono in Camelot, A Cynthia, Mare Nostrum e, soprattutto nella side B del primo singolo, Notturno per noi, una cavalcata di oltre 7 minuti (cosa rara allora per un 45 giri) che lasciava ben sperare per il futuro. Business is business però. E le case discografiche risultano a volte impietose nel decidere le linee musicali. Su questo omonimo disco d'esordio della Bottega dell'Arte  appare anche la sdolcinata Come duebambini, che, subito stampata su 45 giri,  divenne forse il loro più grande successo. Il tastierista e flautista Romano Musumarra, dopo l'esperienza con la Bottega, fece parte degli Automat. La Bottega dell'Arte, tra alti e bassi, continuò ad incidere dischi fino al 1984.




Post by George

Il segno dello zodiaco - Superpost [Reloaded & Updated]

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Il complesso si forma nel 1966 a Vercelli e poiché è formato da
quattro fratelli, sceglie il nome I Fratelli:

Gianni Borra (voce, flauto)
Luciano Borra (chitarra)
Luigi Borra (basso)
Loris Borra (batteria)

Inizia ad esibirsi in tutto il Piemonte e poi nel nord Italia, e nel
1967 viene messo sotto contratto dalla CGD, che li fa debuttare
i musicisti l'anno successivo con il 45giri  Il sole/Bambino
quando dormi

Il sole/Bambino quando dormi

Partecipano al Disco per l'estate 1969 e due loro brani
compaiono sulla compilation: 


Simone Simonette e Sole




Nel 1969 pubblicano una cover di A Salty Dog dei Procol Harum intitolata Il
marinaio



Nel 1970

Arizona/Lasciami vedere il sole

Viva l'amore/Un sì

Il complesso decide di cambiare il nome ribattezzandosi Il
Segno dello zodiaco e passando dal beat al melodico altresì
firmando un nuovo contratto con la Ri-Fi. Il complesso incide
altri 45 giri nel 1972

Un sorriso/Odissea

Nel 1973 partecipa a Un disco per l'estate con Sole rosso,
composta a quattro mani da Gianni Borra con Ezio Leoni,
riuscendo a superare la prima fase.

Sole rosso

Nel 1974 per Il segno dello zodiaco è la volta del primo album
(omonimo), in cui in alcuni brani il sound del complesso si
avvicina al rock progressive: Toccata e fuga in re minore
(rielaborazione in chiave rock del brano di Johann Sebastian
Bach, Dormi cara e Mio padre, sono alquanto rappresentative.


Il Segno dello zodiaco


1974 Un attimo di gelosia/Hai mai visto


1975 E mi guardi/Io, io, io

Nel 1976 nella formazione esce Loris Borra (batteria) ed
entrano Mino Vergnaghi (sostituito nel 1979 da Massimo Noé),
Claudio Botto Fiora e Franco Finotti

    Gianni Borra: voce, pianoforte, flauto
    Luciano Borra: basso, cori
    Luigi Borra: batteria, cori
    Franco Finotti:Chitarra,cori
    Mino Vergnaghi: voce, chitarra
    Claudio Botto Fiora:tastiere,voce,cori

Il complesso così formato decide di incidere la cover di un grande successo del 1939 dal titolo Parlami sotto le stelle (musica di Michele Menichino e Leonardo Marletta; versi di Aldo Guantini) che ottiene un buon successo.


L'anno successivo cerca di bissare il successo con la stessa formula, proponendo una nuova cover, questa volta di una canzone del 1964 tratta dal repertorio di Peppino Gagliardi, musica di Ezio Leoni, versi di Mogol

Questa sera non ho pianto/Noi di più

Queste due cover daranno il via al secondo album, pubblicato nel 1977 e molto più melodico rispetto al primo.

1 Questa Sera Non Ho Pianto      
2 Hai Mai Visto      
3 Puertorico      
4 Febbre D'Amore      
5 E Mi Guardi      
6 Parlami Sotto Le Stelle      
7 Mi Manchi      
8 Le Ragazze Pon Pon      
9 Noi Di Più      
10 Attimi D'Amore      
11 Ho Cantato

Parlami sotto le stelle

L'anno successivo però, dopo la separazione da Vergnaghi - che decide di dedicarsi alla carriera solista - il gruppo prende la strada dell'estero ove farà concerti e serate per dieci anni ancora in Svizzera, Austria, Germania, Finlandia e Norvegia.





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