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Serie "Battiato & Friends Special Fan Collection" n. 41 (Serie "Bootleg" n. 202) - Franco Battiato - 2013 - Caserta vecchia, Settembre al borgo

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DISC 1 :

01 Un irresistibile richiamo
02 Passacaglia
03 Caliti junku
04 L'ombra della luce
05 Le sacre sinfonie del tempo
06 Lode all'inviolato
07 Prospettiva nevskj
08 Povera patria
09 Te lo leggo negli occhi
10 La canzone dei vecchi amanti
11 La canzone dell'amore perduto
12 L'oceano di silenzio
13 Intro se mai
14 Se mai

DISC 2 :

15 Caffè de la paix
16 La cura
17 E ti vengo a cercare
18 I treni di tozeur
19 Intro stati di gioia
20 Stati di gioia
21 L'era del cinghiale bianco
22Il re del mondo
23 Voglio vederti danzare
24 L'animale
25 Stranizza d'amuri
26 Centro di gravità permanente

Prosegue senza sosta la serie dedicata a Battiato e ai suoi amici, per così dire, ovvero ai musicisti che gravitano nella sua sfera (a proposito, sta per arrivare un bel bootleg dedicato alla grande Alice, il prossimo di questa serie). Come per quasi tutti i volumi della "Battiato and Friends Special Fan Collection", lascio la parola all'amico Antonio...

"Oltre tour....
Nel 2013 Battiato avrà effettuato più concerti di quanti non ne fece ai tempi d'oro de "La voce del Padrone"...oltre trenta anni addietro. Date in varie parti d'Italia e del mondo... il tour trionfale di "Apriti sesamo" e qualche evento "fuori sacco" come quello che proponiamo adesso.

La situazione è di quelle capaci di mettere molto a proprio agio l'artista: quartetto, pianoforte e tastiere per una dimensione più raccolta. Non mancano, tuttavia alcuni brano dal disco più recente, ed è interessante ascoltare in acustico "Un irresistibile richiamo" e "Caliti junku". Il resto è il solito florilegio dei brani più celebri ed adatti all'ensemble. Al limite possono sempre intervenire le basi pre registrate che restano croce e delizia per molti affezionati ascoltatori di Battiato. Croce nel loro ripetersi freddo e sempre uguale. Delizia nel regalare quella ritmica senza la quale un concerto dei giorni nostri sembra non potersi definire tale... sarà vero? A voi, tra le danze delle zingare del deserto e i centri di gravità, la sceltaAntonio"


LINK Disc 1
LINK Disc 2

Post by Antonio & Captain


Serie "Beat, beat...Cos'era il beat?" n. 10 - I Rokketti - Singoli 1965-1967

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Un bel ritorno alla gloriosa serie dedicata al beat italiano. A questo proposito ricordo agli altri blogger della Stratosfera che laddove esistono delle serie (nel nostro caso ce ne sono a bizzeffe) sarebbe bene utilizzarle...   Chi si ricorda dei Rokketti? Non molti, credo. Erano un gruppo beat - rhythm and blues della metà degli anni '60. guidati dai fratelli Mario e Santino Rocchetti. Quest'ultimo sicuramente vi dice qualcosa. 


TRACKLIST:

01. Il settebello - lato A, 1965
02. Zorba's dance - lato B, 1965
03. Goodbye my love - lato A, 1965
04. Chi vince in me - lato B, 1965
05. Una bambolina che fa no no no - lato A, 1966
06. Ha ha - lato B, 1966
07. Black time (versione italiana) - lato A, 1967
08. L'amaro in bocca - lato B, 1967
09. Black time (english version) - lato A, 1967
10. Mr. Gold - lato B, 1967
11. Ti rivedrò tra gli angeli - lato A, 1967
12. Non ti fermare mai - lato B, 1967

Bonus tracks

13. Wooly Bully / Candy Man - dalla compilation "Una serata al Piper", 1966


FORMAZIONE

Mario Rocchetti - voce, pianoforte
Santino Rocchetti - voce solista, chitarra solista
Gianni Bonavera - voce, sax, chitarra ritmica
Mario Paparozzi - voce solista, basso
Giorgio Grandi - voce, batteria
Tassilo Burckard - voce, batteria


I Rokketti nascono a Civitavecchia nel 1958 e hanno al loro attivo una storia alquanto curiosa. Infatti fin dagli esordi riscuotono un buon successo all'estero, inclusi Paesi come Svezia e Germania. Ma non basta: nel 1962 capitano ad Amburgo per suonare al "Blau Peter", un locale poco conosciuto a due passi dall'altrettanto poco conosciuto (allora) "Star Club" dove suona nello stesso periodo un gruppetto di Liverpool, certi Beatles, allora non ancora saliti nell'empireo. Narrano le cronache (ma non ci sono prove tangibili) che i Beatles andassero ogni tanto ad ascoltare i Rokketti al "Blau Peter". Vero o falso che sia, un velo di leggenda inizia a contornarli. Tornati in Italia, dopo i fasti in terra teutonica, i nostri si imbattono in Piero Focaccia (mister Stessa spiaggia stesso mare) che procura loro un contratto per un paio di mesi nel leggendario Piper Club di Roma. Correva l'anno 1965 (e i Beatles intanto erano già arrivati a "Help!"). Proprio durante una delle esibizioni al Piper vengono contattati dal proprietario della casa discografica CDB che li porta ad incidere i due primi singoli. Nel 1966 partecipano alla compilation "Una serata al Piper" con due brani inediti, Wooly Bully e Candy Man (qui incluse come bonus). Senza grande entusiasmo, sempre nel 1966, incidono una delle tante cover della Bambolina di Polnareff, una tra le più grandi cag... mai pubblicate negli anni '60. I Quelli ne registrano nello stesso periodo una loro versione, altrettanto brutta, ma che stranamente ottiene maggiore successo. De gustibus. 


E così arriviamo al 1967. I Rokketti prendono parte al mitico Cantagiro con Black Time, una loro composizione in perfetto stile rhythm and blues con testi che denunciano il razzismo. Il loro produttore tenta di lanciarli all'estero facendo loro incidere una versione cantata in inglese. Niente male. Il lato B contiene Mr. Gold, un brano utilizzato nella colonna sonora del film del 1966 "L'uomo dal pugno d'oro" del regista spagnolo Jaime Balcazar.  Non guardatelo. E' veramente orrendo. 


Si legge sul web, in una delle loro tante biografie, che uno dei fondatori del gruppo, Mario Rocchetti, non potè partecipare al Cantagiro perché contemporaneamente impegnato nel solito anno di naja. Dommage! E non rientrò nemmeno più nella formazione. Doppio dommage!! Ma ecco pronta la sostituzione. Il nuovo pianista è Gianni Flores. Siamo quasi alla fine di questa emozionante storia. Dopo il successo ottenuto al Cantagiro i nostri incidono ancora un 45 giri in puro stile rhythm and blues, Ti rivedrò tra gli angeli (allegria!) per poi dividersi lasciando un vuoto ancora oggi incolmabile.

Non prendete sul serio questa recensione, ragazzi. Mi sono solo divertito un po'. In realtà i Rokketti erano veramente bravi, anche se non tutti i brani possono essere definiti dei capolavori. Non incisero mai ufficialmente un LP. La loro intera produzione venne però raccolta in un CD nel 1996, ad opera della On Sale Music. Vi lascio con questo scatto alla Beach Boys che ci riporta indietro di un bel po' di anni. Alla prossima.



Post by George 

Serie "Bootleg" n. 203 - Premiata Forneria Marconi - Celebration Day (with Peter Hammill & Mauro Pagani) - Alcatraz, Milano, 11.11.2002

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TRACKLIST CD 1:

01. River of Life
02. Photos of Ghosts
03. Maestro della voce 
04. La Rivoluzione
05. La luna nuova/Four holes in the ground
06. Sea of Memory (vocals Peter Hammill)
07. Impressioni di settembre (vocals Peter Hammill)
08. Peninsula
09. Promenade The Puzzle
10. Piano solo/Dove...quando pt.II/Dove...quando Pt.I (con Mauro Pagani)

TRACKLIST CD 2:

01. Il banchetto (con Mauro Pagani)
02. Dolcissima Maria (con Mauro Pagani)
03. Suonare suonare
04. Si può fare medley
05. Mr. 9 till 5
06. Alta loma 5 till 9 / William Tell Overture (con Mauro Pagani)
Il pescatore (con Cristiano De André) - MISSING
07. La carrozza di Hans (con Mauro Pagani)
08. E' festa/Celebration
09. Bandiera bianca


FORMAZIONE

Franco Mussida - chitarra, voce
Franz Di Cioccio - batteria, voce
Patrick Djivas - basso
Flavio Premoli - tastiere, voce
Lucio Fabbri - violino, tastiere, chitarra ritmica, voce
Roberto Gualdi - batteria

guests
 
Peter Hammill - voce (dove indicato)
Mauro Pagani - violino, flauto (dove indicato)


Certamente non tutti si possono permettere di festeggiare 30 anni di attività ininterrotta mantenendosi a così alti livelli. La Premiata Forneria Marconi sì, e ha deciso di celebrare l'ambito anniversario con un mega concerto all'Alcatraz di Milano l'11 novembre 2002. In realtà la scusante era legata alla pubblicazione del primo storico album del gruppo, "Storia di un minuto" risalente al 1972. La band è in gran forma e ci regala un bel concerto-rimpatriata, con la presenza di ospiti illustri, da Mauro Pagani all'ex cantante dei VDGG, Peter Hammill, a Cristiano De André. Degna di menzione è la presenza di Pagani armato di flauto e violino, autore, con Lucio Fabbri, di incredibili duetti (l'esempio lampante è Alta Loma 5 Till 9).


Il concerto viaggia su livelli altissimi, con un percorso storico che raccoglie le pietre miliari della produzione PFM. L'apporto di Peter Hammill, al di là di dare voce, in modo non troppo entusiasmante, ad Impressioni di settembre, si concretizza con Sea of Memory, brano già pubblicato sul doppio "Live in Japan 2002". Sottolineo anche il lungo medley all'interno di Si può fare, con richiami ai Queen, Blues Brothers, ecc. Gran finale con Bandiera Bianca, un omaggio a Franco Battiato che, a sua volta, aveva coverizzato Impressioni di settembre su "Fleurs 3".  L'unico neo è la mancanza di un brano nella tracklist: si tratta de Il pescatore con Cristiano De André ospite d'eccezione al violino elettrico. Dispiace, anche se questa pecca nulla toglie alla grandezza di questo concerto e del Celebration Day targato PFM.

Per la cronaca nel 2007 ci fu un altro Celebration Day, questa volta per i 35 anni di attività (per l'occasione vennero riesumati I Quelli) e ancora nel 2014 la celebrazione dei 40 anni dall'uscita del disco "L'isola di niente". Insomma, di celebrazione in celebrazione attendiamo fiduciosi i 50 anni di attività. Se ce l'hanno fatta gli Stones...
Buon ascolto.


Link CD 1
Link CD 2

Post by George

Serie "Video" n. 9 - Quattro Giorni Rock - 2° Festival della musica d'avanguardia e nuove tendenze - Giugno 1972

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Rispolveriamo, dopo qualche eone, la vecchia serie video, perchè l'occasione è ghiotta: da qualche tempo è rintracciabile su youtube (qui) una versione decente della sintesi trasmessa a suo tempo da mamma Rai. Riproposta in questi anni da Rai Storia (lo si deduce dal logo), è stata caricata sul tubo da Fabio, che ringraziamo di cuore. A presentare i vari artisti sul palco c'erano un giovanissimo Teo Teocoli e Penny Brown, che si intravedono all'inizio del filmato. Alla conduzione della versione televisiva, invece, troviamo un altrettanto giovanissimo Renzo Arbore. Aggiungo che la regia delle varie riprese è di Ruggero Deodato, regista cult di B movie negli anni 70, tra cui il famigerato "Cannibal holocaust". L'unico neo è che questa breve sintesi purtroppo dimentica molti degli artisti presenti, tra cui Balletto di Bronzo, Mack Sigis Porter e Stormy Six... Anche se era già reperibile su youtube, scommetto che non vi lascerete sfuggire l'occasione di aggiungere questo magnifico video, di qualità tutto sommato accettabile, alla vostra collezione virtuale di feticci musicali degli anni 70, vero?

Così su Wikipedia : il II° Festival della musica d'avanguardia e nuove tendenze "si svolse a Roma allo stadio del tennis del Foro Italico nel giugno del 1972, presentato da Teo Teocoli e Penny Brown, entrambi nel cast della versione italiana di Hair. La scaletta prevedeva Osanna, Circus 2000, Banco del Mutuo Soccorso, Il Balletto di Bronzo, Jumbo, Mack Porter, Living Music, Rocky's Filj, Stormy Six, Top'S, e il debutto live di Alan Sorrenti, accompagnato dal percussionista Tony Esposito, che già divideva il pubblico pur eseguendo in anteprima Aria. Ospiti stranieri Electric Light Orchestra, Argent, Spencer Davis Group. Vinsero i Circus 2000 ex aequo col Banco del Mutuo Soccorso."

PHOTOTRACKLIST :

1 - Circus 2000 - Need
 
2 - Alan Sorrenti - La mia mente 

3 - Osanna - Spunti dallo spartito n. 14723 del prof. Meninge + improvvisazioni

4 - Living Music - Go on

 
 5 - Argent - Stepping stone
6 - Jumbo - Dio è

7 - La Nuova Idea - Illusione da poco

8 - The Spencer Davis Group - Cin cin

9 - Fratelli La Bionda s.r.l. - La diligenza

10 - Rocky's Filj - Quinta strada contemporaneo

11 - Electric Light Orchestra - 10538 overture

12 - Banco del Mutuo Soccorso - R.I.P. Requiescant in pace

LINK part 1
LINK part 2

Piccola specifica tecnica: per ovviare ad alcune limitazioni di mediafuoco ho dovuto zippare due volte i files in due cartelle separate. Dovrete quindi mettere in un'unica cartella i 2 files (rar) che troverete scompattando i 2 files iniziali, dopodichè rifate l'unzip (in un'unica cartella, lo ribadisco) ed il gioco sarà fatto, buona visione...

Post by Captain

Serie Bootleg n. 204 - Angelo Branduradi - Dal vivo a Varese, 26 maggio 2008

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DISC 1 :

01 Io sono il trovatore
02 Il cantico delle creature
03 Presentazione
04 Il sultano di babilonia
05 Il lupo di Gubbio
06 Audite poverelle
07 Dialogo
08 Trattato dei miracoli
09 Nelle paludi di Venezia
10 La predica della perfetta Letizia
11 La morte di Francesco

DISC 2 :

12 Il cantico delle creature
13 Intro seconda parte
14 Assolo di violino
15 Alla fiera dell'est
16 Cogli la prima mela
17 presentazione band
18 Ballo in fa diesis minore
19 Vanità di vanità
20 la pulce d'acqua
21 Intro terza parte
22 La canzone di Aengus il vagabondo
23 Innisfree l'isola sul lago
24 Un aviatore irlandese
25 La luna
26 Stella mattutina

Usualmente alle prese con il Maestro Battiato, questa volta il nostro grande amico Antonio si concede una variazione sul tema, presentandoci questo gradevolissimo ed importante bootleg, dall'ottimo sound, del grande Angelo Branduardi, artista da sempre ai confini con il prog italiano. Qui finisce la mia davvero breve introduzione, lascio ad Antonio ed alla sua sensibilità musicale ed umana, più volte dimostrata, il compito di descrivere ciò che ascolterete...

"L'infinitamente Francesco"

Esistono dei lavori che, nella vita di un musicista, segnano in maniera quasi definitiva. Lavori, siano essi canzoni o interi album, che ne determinano gli sviluppi futuri, nel bene come nel male. Nel caso di Branduardi, immenso artista che produce musica da oltre 40 anni, gli episodi così determinanti sono almeno due. Il primo è legato a quella avventura del topolino e di ciò che seguì all'acquisto presso la fiera dell'est. Episodio che, come ricorda lo stesso Branduardi, lo fece entrare nella storia senza passare dalla cronaca. Seguirono altri successi ed altri insuccessi. Così è la vita. Nel 2000 il secondo atto determinante, con la commissione avuta dai Frati Francescani per la creazione di un album atipico, basato tutto sulle fonti francescane. "L'infinitamente piccolo"è oggi tra i dischi di musica italiana più venduti. Un lavoro ristampato in varie parti del mondo e che, così mi dice il mio rivenditore di fiducia, non si fa in tempo a prenotare che già qualcuno lo acquista.

Miracoli di san Francesco? Sta di fatto che questa opera condizionerà non poco gli sviluppi artistici di Branduardi che, pur continuando a produrre anche altro, di fatto basa moltissimi dei suoi spettacoli su quel disco uscito ben 15 anni addietro. Nel mezzo un oratorio dallo stesso titolo e concerti in tutto il mondo all'insegna del Cantico delle creature. Una stasi, forse anche creativa, che ha permesso al menestrello di tenere alta l'attenzione degli spettatori. Non a caso il "nuovo" progetto musicale live di Branduardi per il 2016 si intitolerà ancora "Da Francesco a Francesco"... come a dire che da lì non ci si muove poi troppo. Del resto gli esiti commerciali degli altri lavori intercorsi dall'Infinitamente piccolo ad oggi non possono certo dirsi incoraggianti per una svolta. Il concerto che presentiamo, registrato dal mai troppo lodato gruppo della "Locanda del malandrino", risale al 2008. E, come ascolterete, tutta la prima parte ricalca l'album in questione. A seguire una breve e godibilissima sintesi dei principali e più celebri capolavori di Branduardi, talvolta eseguiti con una essenzialità che emoziona nel profondo. Infine, e qui sottolineiamo i meriti dell'artista, una chiusura ancora più minimale con una manciata di brani estratti dall'eccelso lavoro dedicato alle liriche di Yeats. Infine "la luna" e "Stella mattutina" a chiudere nel giro di due brani il ciclo della vita. Buon ascolto e grazie ancora ai mitici componenti della "Locanda del malandrino"

LINK emmepitrè 1
LINK emmepitrè 2
LINK effelleacì 1
LINK effelleacì 2
(ce n'è per tutti i gusti)

Post by Antonio LM & Captain

Noi Tre - 1995 - Compendium (registrazioni del 66/68)

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E con questo Cd, tutta la discografia dei "Noi Tre"è disponibile sulla Stratosfera. A completare l'opera ci pensa il nostro amico Frank-One, che ringraziamo di cuore. Qui potete trovare l'altro post, dedicato al vinile, uscito nel 1989, a nome di questa band, che possiamo annoverare tra i pionieri del rock blues in italia. A me non resta che passare la parola a Franco...

TRACKLIST :

01 Rockin' Ouverture
02 Dirty Babe
03 Double Windows Blues
04 Too Much Monkey Business
05 I'm Searchin' For A Woman
06 Crossroads
07 Don't Lie To Me
08 Outside Woman Blues
09 Spoonful
10 Jamming Mind
11 Pipeline
12 Outside
13 Un Posto Dove
14 Non Piangete Io Son Contento
15 Distruggimi
16 Se Tu Non Ci Sei

"Ciao a tutti, avendo visto il bel lavoro su Noi Tre (da tempo volevo postarlo avendo sia il cd che il vinile), ho pensato di portare a termine l'opera mettendo a disposizione dei visitatori del nostro meraviglioso blog il cd, seppur privo come già fatto notare del brano Swalbr, ma con delle intressantissime note nel libretto all'interno del cd (che troverete insieme ai files musicali all'usuale link sottostante - note of Captain) e soprattutto con alcuni brani non presenti nel vinile. Sperando che il tutto Vi sia gradito non mi resta che salutarvi col mio abituale augurio di buona salute a voi tutti, Frank-One"




Post by Frank-One & Captain
(che non sono questi 2 sopra...)

Dallaglio - 1972 - Sera-Mattina

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TRACKLIST:

01. Ogni sera così
02. Dolce volontà
03. Quando scendevi le scale
04. L'altro me stesso
05. Le mie illusioni
06. Il cielo e la terra
07. La grande pianura
08. Padre nostro
09. Per amore

Bonus track
10. Eri tutto, eri niente, eri la mia mente (Give me love) - Alberto Pasetti, Gianni Dall'Aglio, Danny Baima Besquet (singolo, lato A, 1973)


FORMAZIONE

Gianni Dall'Aglio - voce, batteria, pianoforte
Gaetano Leandro - organo, moog, mellotron,
Alberto Valli - chitarra elettrica
Walter Bravi - chitarra acustica



Gianni Dall'Aglio, storico batterista dei Ribelli di Adriano Celentano (ma anche di Demetrio Stratos), ha suonato in studio e dal vivo per una infinita lista di musicisti. Ne vogliamo ricordare alcuni? Lucio Battisti, Mina, Il Volo, Patty Pravo, Bruno Lauzi, Ivano Fossati, Alberto Radius, Pierangelo Bertoli. Nel 1972 incide il suo unico album solista dal titolo "Sera-Mattina", che viene laconicamente liquidato da Augusto Croce su Italianprog come "un disco di buon pop melodico con leggere influenze progressive e brevi parti strumentali, anche con l'uso del mellotron". E come dare torto al buon Augusto? Di certo non bastano moog e mellotron per realizzare un album di progressive. E infatti ci troviamo di fronte a nove brani di buona fattura, canzoni anche ben suonate, che non danno nessuna emozione e che non lasciano traccia nei nostri ricordi. Qualche eco prog lo troviamo solo nella track 9, Per amore. Peccato, perché un musicista provetto come Dall'Aglio (sulla copertina del disco senza l'apostrofo), con l'esperienza acquisita e in un anno storico come il 1972, dove il prog sbocciava in Italia e in tutta Europa, avrebbe senza dubbio potuto regalarci un prodotto migliore. Accontentiamoci. Per la cronaca il disco è stato ristampato in versione CD dalla Mellow nel 1993. La bonus track contiene il lato A di un singolo pubblicato nel 1973 da Gianni Dall'Aglio con Alberto Pasetti e Danny Baima Besquet. A mio avviso il brano più bello di questo post, anche perché si tratta della cover di Give me love di George Harrison.  
Sentiamo cosa ne pensate voi.



Post by George 

Serie "Doppelganger" n. 13 - Bernardo Lanzetti - 1979 - K.O. (italian version) & High Roller (english version)

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L'input di dedicare un post a Bernardo Lanzetti è giunto da un commento dell'amico Pholas in calce al bootleg della PFM con Peter Hammill, registrato dal vivo all'Alcatraz di Milano nel 2002, da poco pubblicato sulla Stratosfera. Allora, per rendere giustizia e omaggio al grande Bernardo Lanzetti, una tra le più belle voci del rock italiano, ex cantante degli Acqua Fragile e della PFM, oggi sempre sulla breccia tra registrazioni in studio e concerti live, gli dedicheremo ben due post: il primo raccoglie la sua prima prova solista nelle due versioni in italiano e in inglese, il secondo (che posteremo a breve) consiste in un disco dal vivo più varie bonus track live. Per questo primo post abbiamo scomodato la  sempreverde serie "Doppelganger", una creatura del nostro Captain che continua a dare dei buoni frutti.


Bernardo Lanzetti - 1979 - K.O. (versione italiana)


TRACKLIST:

01. Hollywood
02. K.O.
03. Mi piace (Pierluigi Mucciolo al trombone)
04. Il temporale
05. Rock urbano
06. Goodbye, Goodbye (Mauro Pagani al violino e armonica)
07. Campione
08. La tua storia
09. La regina del luna park
10. La cosa


FORMAZIONE

Bernardo Lanzetti: voce
Dino D'Autorio - basso
Gunther Gebauer - basso
Walter Calloni - batteria, percussioni, vibrafono
Kurt Kress - batteria, percussioni
Mauro Paoluzzi - chitarra
Mats Bjorklund - chitarra
Stefano Pulga - tastiere
Thor Baldursson - tastiere
Claudio Pascoli - sax
Mauro Pagani - violino, armonica
Lella Esposito, Naimy Hackett - cori


Il primo album di Bernardo Lanzetti, dopo i fasti con la PFM durati dal 1975 al 1978, si intitola "K.O." e prende le distanze dal progressive, riprendendo invece gli schemi di un rock più tradizionale, genuino e di buona fattura, con qualche sconfinamento nel funky, dove la voce - ovviamente - è l'elemento dominante. La grandezza di Lanzetti risiede proprio nella capacità di modulare la sua voce, ora ruvida ora morbida, con indiscutibili debiti a due mostri sacri quali Roger Chapman e Peter Gabriel dell'era Genesis. Accanto a lui musicisti di grande levatura, tra cui Walter Calloni, Claudio Pascoli e Stefano Pulga. Tra gli ospiti troviamo Mauro Pagani al violino e all'armonica in Goodbye Goodbye. Il disco è stato ristampato in CD nel 1997 con il titolo "Rock urbano". Vi consiglio anche di farvi un giretto sul blog di Bernardo Lanzetti...




Bernardo Lanzetti - 1979 - High Roller (english version)


TRACKLIST:

01. Twilight Mystery
02. Back To Dream Town
03. Goodbye, Goodbye
04. Stranded
05. Tossin'
06. August New York Breakfast
07. High Roller
08. Love The Feelin'
09. Unidentified Lady
10. Non Stop Flight


Ed ecco la versione cantata in inglese, pubblicata dalla Ciao Recording nello stesso anno. Il disco uscì anche in Italia. Non mi risultano ristampe in CD ed in effetti la versione qui presentata è tratta dal vinile. I titoli sono completamente diversi, ad eccezione di Goodbye, Goodbye, così come è diversa la disposizione dei brani. La line up è la stessa. Ad essere sincero io preferisco questa versione, ma lascio a voi il giudizio. Ci rivediamo a breve per il secondo omaggio a Bernardo Lanzetti, dal vivo con i Beggar's Farm.
Intanto buon ascolto.


Link

Post by George 


Serie "Battiato & Friends Special Fan Collection" n. 42 (Serie "Bootleg" n. 205) - Alice - L'armonia dei Canti - Concerto di Bellinzona, 21 Aprile 2012

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L'Armonia dei Canti :

01 1943
02 Gli ultimi fuochi
03 Il contatto
04 Prospettiva Nevski
05 Nomadi
06 Chanson egocentrique
07 I treni di Tozeur
08 La recessione
09 Le baccanti
10 Tempo senza tempo
11 Il sole nella pioggia
12 Anín a grîs
13 Dammi la mano amore
14 La cura
15 Ě stato molto bello
16 Non insegnate ai bambini
17 Il vento caldo dell'estate
18 Per Elisa
19 Messaggio

Come promesso, questo volume della "Battiato and Friends Special Fan Collection"è dedicato, appunto, ad una friend. Anzi, alla friend più famosa del nostro amato Maestro, quella Alice che seppe essere la miglior interprete (e di maggior successo) delle atmosfere musicali di Battiato, catturata in un concerto intimistico e particolare davvero. Augurando a tutti buon ascolto, lascio la parola all'amico Antonio...

"Le armonie di Alice

Può piacere o meno, ma sta di fatto che l'arte di Alice può e deve essere indirizzata verso una considerazione di alto livello. Perchè tali sono le sue scelte, tale il rigore che esprime nel proporre la propria musica. Sia a livello di autrice che di interprete. Il concerto che proponiamo risale al 2012, credo un attimo prima che l'artista di Forlì tornasse in auge con l'album "Samsara". Si tratta di uno spettacolo davvero minimale, con il solo accompagnamento di Alberto Tafuri. Un ensemble che non fa rimpiangere alcunché. Non mancano gemme come "Prospettiva Nevskj" di Battiato, e "Il sole nella pioggia" di Juri Camisasca. Due nomi che non hanno bisogno, in questa sede, di ulteriori note.
L'incisione è di buona fattura. Merita un ascolto. Alla prossima.
Antonio"


Post by Antonio LM with a little help from Captain

Serie "Catto Prog" n. 6 - The Berets - 1969 - The Mass for Peace (vinyl)

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Front cover del 33 giri US - 1969
TRACKLIST:

01. Introit (I’ll Give You Peace)
02. Gloria (Glory To The Lord)
03. Gradual (With Voices Of Joy)
04. Creed (I Believe)
05. Offertory (Father, I Offer You My Life)
06. Holy (Holy, Holy, Holy)
07. Our Father (Who Are In Heaven)
08. Lamb Of God
09. Communion (We Give Thanks To You Lord)
10. Don’t Kill (In Mermory Of Martin Luther King)

Back cover del 33 giri US - 1969
FORMAZIONE

Benito Urgu: voce solista
Antonio Albano: chitarra solista
Antonio Salis: basso
Giuseppe Miscali: chitarra
Antonello Salis: tastiere 
Mario Paliano: batteria

Front cover del CD con entrambe le versioni - 2005
E' sempre un piacere per me rispolverare le gloriose serie della Stratosfera. L'opportunità di ripescare la serie "Catto Prog" me l'ha fornita questo prezioso disco dei Berets, datato 1969. I Berets altro non sono che i Barritas, originari di Oristano, tra i gruppi beat più attivi agli albori degli anni '60, molto conosciuti in Sardegna, un po' meno nel resto d'Italia.  I Barriats annoveravano nel loro organico musicisti quali i fratelli Salis (da lì a qualche anno autori di ottimi album prog folk), il cantante Benito Urgu, anch'egli piuttosto conosciuto, e il chitarrista Antonio Albano. Dopo un primo album inciso per la Ariel nel 1965, quasi completamente composto da cover di artisti stranieri (tra queste Go Now dei Moody Blues), i Barritas composero nel 1966 la prima messa beat. Il disco, "La messa dei giovani", venne condiviso con altri gruppi. E a questo punto vi rimando al post che pubblicò Grog nel 2012. Va però aggiunto che nel 1968 i Barriats ne incisero una versione tutta loro (poi oggetto di numerose ristampe). Nel 1969, con il nome di The Berets, re-incisero il disco in lingua inglese destinandolo al solo mercato americano con il titolo "The Mass for Peace". L'album venne pubblicato dall'etichetta Avant Garde. Le due versioni, in italiano e in inglese, vennero poi ristampate su CD nel 2005 (vedi copertina pubblicata qui sopra). La nostra versione è quella originale, rippata dal vinile.

Front cover del 33 giri del 1966
I dieci brani sono veramente deliziosi, con ampi spazi di tastiere e di chitarra che accompagnano i cori. Superiore a qualunque aspettativa. Ascoltare per credere. I vostri commenti sono sempre graditissimi. 



Post by George

Meat Puppets - 1982 - Gold

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 TRACKLIST :

01 Look at yourself
02 Freedom dreamer
03 Hey honey
04 It's another day
05 Gold
06 When we rocker sing
07 I know you love me
08 Poor boy

 E sempre nell'ottica delle sforbiciate alla wishlist del nostro Capitano, eccomi a proporvi un album pubblicato dalla casa discografica Durium di Torino, quel Gold pubblicato nel 1982 dai Meat Puppets, omonimi del gruppo punk rock statunitense attivo nello stesso periodo del complesso piemontese. Facciamo subito chiarezza : chi leggesse sul retro di copertina che al missaggio furono preposti due signori a noi ben noti, ovvero quel Marco Cimino e quel Gigi Venegoni che con Arti & Mestieri e non solo A&M ci avevano regalato belle e buone good vibrations potrebbe illudersi di trovarsi di fronte ad un poco conosciuto gruppo esecutore del genere che a noi...."tanto ci piace". Ebbene : PURTROPPO NO !!! I 5 ragazzi si destreggiano in un piacevole rock a tratti hard, con chitarra distorta e testi in inglese, a mio parere con una voce penalizzante nell'economia finale del lavoro, ma nulla più. Vorrei prima di lasciarvi all'ascolto sottolineare con alcune considerazioni quanto segue : in primis la pregevole fattura della copertina e del prodotto nel suo totale, con un bellissimo disegno frontale, la stimolante grafica fronte retro, e va apprezzato anche l'inner con appunto i testi in inglese ma la compresenza della traduzione in italiano. Inoltre insieme all'album fu pubblicato il 45 giri con i due brani Gold e Look at yourself. 

Infine una mia opinione assolutamente personale : ascoltate l'unico brano strumentale It's another day. E' solo una mia impressione o anche a voi ricorda in alcuni passaggi qualcosa che riecheggi i lavori di Tilt o forse meglio di Giro di valzer per domani dei più gloriosi e già citati Arti & Mestieri? E con questo annoso quesito vi lascio augurandovi buon ascolto e come sempre rinnovando i miei più cari auguri di buona salute a tutti.Frank - One


Post by Frank-One and Captain

Saro Liotta - Tra tecnica e anima: L'attesa (1975) & La seduzione (1978)

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Ho sempre amato la tecnica chitarristica, forse perché un po' di "lune" fa mi dilettavo anch'io con la 6 corde acustica. Lasciando da parte i mostri sacri che dimorano in lontane galassie (McLaughlin, Di Meola, Coryell, lo scomparso De Lucia e altri ancora), devo ammettere che anche nel patrio suolo sono apparsi ottimi musicisti e virtuosi dello strumento. Riccardo Zappa in primis, sicuramente il più famoso, subito seguito da Saro Liotta, chitarrista poco conosciuto al grande pubblici che merita senza dubbio di essere riscoperto riservando a lui un posto di riguardo sulla Stratosfera. Saro Liotta, peraltro ancora in piena attività (su Youtube appare in numerosi video), non è molto presente sul web e le informazioni sul suo conto sono decisamente parche. Al di là della breve citazione di Augusto Croce su Italianprog, ho letto da qualche parte che Saro, palermitano di origine, ha iniziato il suo percorso musicale in India, studiando uno strumento difficilissimo come il sitar, con il maestro Apurba Choudury. La sua grande tecnica appare già nei primi due dischi, totalmente strumentali e dalle sonorità acustiche, con suoni e melodie che raccolgono tradizioni etniche senza confini. Oltre alla chitarra Saro Liotta imbraccia altri strumenti a corda, ad iniziare dal sitar, suo primo amore. Per queste ragioni ho voluto intitolare questo post "tra tecnica e anima", dove l'abilità dello strumentista si fonde con la passione, la ricerca, la solarità del suo essere, superando il rigore e la freddezza dei soli tecnicismi.


L'esordio risale al 1975, con un 45 giri contenente Goa e Nanà sul lato B. Nello stesso anno ritroveremo il suo nome, al fianco di numerosi artisti italiani, nell'album live "Trianon 1975", pubblicato su questo blog lo scorso anno, che ritroverete qui.Nel 1976 viene pubblicato il suo primo 33 giri, dal titolo "L'attesa", un gioiellino composto da 11 tracce, che ci incantano ancora oggi per la bellezza e la purezza dei suoni.


Saro Liotta - 1976 - L'attesa


TRACKLIST:

01. Nanà
02. Siciliana
03. Buscaci
04. L'hotel dei cavalieri
05. Blues per un mattino d'estate
06. Arriva il re
07. Omaggio a Baden Powell
08. Cachaca
09. Richiamo 
10. Kabul
11. Incontro

Bonus tracks
12. Goa (singolo, lato A, 1975)
13. Nanà (singolo, lato B, 1975)
14. Goa (dal vivo - da "Trianon 1975")


MUSICISTI :

Saro Liotta - chitarra acustica, sitar
Mario Scotti - basso elettrico
Nanà - percussioni, barinbau

L'opera prima di Saro Liotta, quasi sempre da solo alla chitarra acustica, tranne in qualche brano dove viene accompagnato in alcuni brani da due musicisti, ovvero Mario Scotti al basso e Nanà, alias Juvenal De Holanda Vasconcelos, noto percussionista brasiliano. Solo nella traccia n. 11 troviamo Saro Liotta al sitar, in un brano dalle contaminazioni etniche dove la musica indiana incontra le percussioni brasiliane. Semplicemente geniale. Brillano ancora per originalità Blues per un mattino d'estate, con basso e percussioni a sostenere la chitarra di Liotta e la splendida Omaggio a Baden Powell (proprio lui, il fondatore dello scautismo), anche se trattasi di un omaggio sommesso alla musica brasiliana. Grandi atmosfere, grande disco. Ho aggiunto tre bonus tracks: i due lati del primo singolo del 1975 (Goa/Nanà quest'ultima in versione diversa rispetto all'album), con rigoroso fruscio e, giusto per non farci mancare niente, il brano live (Goa) tratto da "Trianon 1975". 
L'album non è stato ristampato né su CD né in vinile.


Saro Liotta - 1978 - La seduzione


TRACKLIST:

01. Prologo
02. Micol
03. Milk Sweet
04. Barcarola
05. Curry Sauce
06. Il mio blues
07. 'Ta luego
08. Sulla strada
09. Natale
10. New Orleans. New Orleans
11. Sonata: 
a) Overture
b) La seduzione
c) Canzone

Bonus track

Live on "Poet To Poet", Manhattan Neighborhood Network (MNN), 16 June 1996
12. Goa / Interview / Legenda / Interview / Unknown track

 

Due anni dopo l'etichetta Philips pubblica il secondo album di Saro Liotta, dal titolo "La seduzione". La splendida copertina nasconde un disco intimista e delicato, composto da altre 11 meraviglie. Liotta è solo, con la sua chitarra acustica, con la sua indiscutibile tecnica e, ancora una volta, con la sua anima. Il brano tecnicamente più complesso è quello posto in chiusura dell'album, Sonata, una cavalcata di quasi 12 minuti suddivisa in tre movimenti. Un capolavoro. Non mancano due omaggi al blues con New Orleans, New Orleans e Il mio blues. La sua produzione anni '70 si conclude qui, limitata ad un singolo e a due 33 giri. Quest'ultimo disco è stato ristampato in CD qualche anno fa. La nostra versione è invece rigorosamente rippata dal vinile.

La bonus track include una apparizione di Saro Liotta ospite del programma "Poet To Poet", andato in onda il 15 giugno 1996 sulla TV americana MNN. La registrazione è avvenuta al Clams "Casino", Richmond Hill, NY. La trasmissione, condotta da Robert Dunn, vedeva la presenza di poeti e musicisti che, nel corso di mezz'ora, presentavano alcuni loro lavori tra un'intervista e l'altra. Per l'occasione Saro Liotta presentò tre brani, tutti suonati rigorosamente dal vivo: GoaLegenda e una traccia sconosciuta. Sebbene con grande parsimonia, le prove discografiche e concertistiche di Saro Liotta sono proseguite nel corso degli anni. Ha composto musiche per documentari, balletti e opere teatrali. Gli ultimi suoi lavori si intitolano "Tales for faraway friends" (2003) e "The music of Saro Liotta" (2004).


LinkL'attesa
LinkLa seduzione

Post by George 

Serie "Proto Progressive Italiano" n. 10 - I Camaleonti - 1969 - Vita d'uomo (in cerca della verità) (vinyl)

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TRACKLIST:

Lato A
1.  Angelo mio
2.  Mamma mia

Lato B
3.  Il veliero
4.  Gloria


FORMAZIONE:

Livio Macchia - voce, chitarra elettrica
Antonio Cripezzi (detto Tonino) - voce, pianoforte, organo
Paolo De Ceglie - batteria, voce
Gerardo Manzoli (detto Jerry) - basso elettrico, voce

e con 
I violinisti dell'orchestra del Teatro "La Scala" di Milano
Lucio Battisti - cori in Mamma mia


Questo disco, che sono riuscito a trovare in un negozio di vinile un annetto fa, è considerato il primo Q-Disc della storia della musica italiana (anche se nel 1969 non si chiamava così), cioè un 33 giri contenente solo quattro brani per una durata complessiva di circa venti minuti. Si tratta, inoltre del primo disco del gruppo milanese composto totalmente da composizioni originali, senza brani precedentemente pubblicati su 45 giri.

Riporto quanto scritto sulla back cover: "Questo è il primo 33 giri dei Camaleonti: gli album precedenti erano raccolte di canzoni; questo è un disco pensato e realizzato secondo un'idea e con uno scopo: dare all'ascoltatore, per una volta, non solo motivi di successo, ma la possibilità di una riflessione nelle luci e nelle ombre di una particolare atmosfera". Mi fermo qui. Lo sforzo dei Camaleonti di uscire dalla formula canzone/45 giri è evidente. Suggestionati dalla psichedelia e dal nascente prog proveniente dall'oltremanica, il quartetto - ad iniziare dalla bella copertina di beatlesiana memoria - si cala in una dimensione musicale diversa, regalandoci quattro brani, magari un po' ingenui, ma sicuramente innovativi nel panorama italiano del periodo. Le tracce non hanno interruzioni ed è per questo che le ho lasciate scorrere lungo le singole facciate. Mamma mia diventerà, da lì a poco, un ennesimo singolo di successo.  Il brano venne composto dalla premiata ditta Mogol-Battisti e lo stesso Lucio Battisti appare nei cori. 


"Vita d'uomo" racchiude altri tre brani, di cui uno, Angelo mio, scritto da Al Bano e Fernando Budano, mentre Il veliero è una composizione di Maurizio Vandelli, cantante dell'Equipe 84.
Ci troviamo di fronte ad uno dei primi esempi di concept album dove l'idea di fondo era quella di raccontare alcuni momenti della vita di un uomo. Difatti il disco si apre con un breve momento recitato in cui si descrive la nascita di un bambino (che è appunto l'angelo mio).  La facciata sicuramente più prog, sotto il profilo musicale, è la seconda, con il già citato Il veliero, caratterizzato da ottimi intermezzi psichedelici di organo e chitarra elettrica e la lunga Gloria, che conclude il racconto con un altro recitato. Gli arrangiamenti sono del mitico Detto Mariano, che dirige anche l'orchestra del Teatro "La Scala" di Milano. Il disco venne registrato nel mese di settembre del 1969 negli studi Phonogram di Milano. Non è mai stato ristampato in CD. 

Nota non da poco: l'album viene citato come un luminoso esempio di "proto prog" sul libro "Terzo Grado - Indagine sul Pop Progressivo italiano".



Post by George

Opera Puff - 1973 - Invito

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TRACKLIST :

01. Alla gente della mia citta'
02. Svegliandomi in re
03. Un mondo vecchio
04. Inverno
05. Nel solaio
06. Rita salvadanaio
07. Basta! Sulla strada
08. Il tempo
09. Quando sapremo amare
10. Un sorriso
11. Una casa nei campi
12. Chiedimi tutto

Con quest'altro regalo dell'amico Vlad Tepes ci troviamo di nuovo nel campo del completismo, vista la poca attinenza con il rock progressivo italiano. Si tratta di una raccolta di brevi canzoni di pop melodico, perlopiù cantate in maniera corale da 2 o più membri della band. Musicalmente risulta ben suonato ed emergono sonorità care agli amanti dei seventies. Si distacca leggermente dal resto il pezzo "Basta! Sulla strada", per il testo che denota tracce di critica sociale. Completisti fatevi sotto!!!

L'unico riferimento sul web per trovare qualche informazione circa gli Opera Puff è Augusto Croce di Italianprog: "Quartetto romano, che pubblicò un album con 12 brani e due singoli. Questi contengono ballate in stile West Coast con testi in italiano."


Post by Captain & Vlad Tepes

Serie "Bootleg" n. 208 - Premiata Forneria Marconi - Novara, Palasport, October 1977

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Last concert with Greg Bloch


TRACKLIST CD1:

01. Intro Franco Mussida / Out of the Roundabout 
02. Alta Loma Five Till Nine 
03. Peninsula 
04. Jet Lag 
05. Bass improvisation 
06. Traveler 
07. Violin improvisation 

TRACKLIST CD2:

08. Celebration 
09. Storia in "La" 
10. Acoustic guitar solo 
11. Left-Handed Theory / Violin solo 
12. Breakin' In 
13. Meridiani 
14. Final Jam (incompleta) 


FORMAZIONE

Franco Mussida - acoustic & electric guitars
Patrick Djivas - bass
Greg Bloch - violin
Franz Di Cioccio - drums, percussions, vocals
Bernardo Lanzetti - vocals, guitar
Flavio Premoli - keyboards, vocals


Inizia con questo post una sequenza di omaggi a Bernardo Lanzetti, "The Voice" of italian prog (non si se gradite la definizione). Con l'aiuto dell'amico Frank-One il team della Stratosfera ha in serbo per voi delle meraviglie a lui dedicate. Le scoprirete a breve. Iniziamo oggi con questo raro concerto della PFM, in stato di grazia, registrato al Palasport di Novara nell'ottobre del 1977, non ancora apparso sulla Stratosfera (cosa da non poco). Tra parentesi, come annuncia Francone in apertura, si tratta dell'ultimo concerto della PFM con Greg Bloch. Ma è la voce di Bernardo Lanzetti a rendere ancora più grande questo concerto. La registrazione non è proprio delle migliori e risente dei suoi 39 anni. In particolare risulta penalizzata la prima track, Out of the Roundabout. Abbiate pazienza. Si tratta comunque di un grande concerto. Greg Bloch (l'ex It's A Beautiful Day che ci ha lasciati nel 1989) è superlativo, così come sono assolutamente eccezionali i numerosi assoli e le jam disseminate lungo il doppio CD. Peccato per il taglio della final jam. Finalmente una versione "rough" e sintetica (sfumato il solo di batteria) di Celebration senza Di Cioccio che rompe la m... con i suoi cori richiesti al povero pubblico. Ma erano altri tempi. Buon ascolto.


Link CD1
Link CD2

Post by George


Senzalenza - Concerto omaggio a F. De Andre' (Donato Biellese 02/06/2004)

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TRACKLIST :

1 Princesa
2 Don Raffae'
3 Andrea
4 I treni a vapore
5 Presentazione musicisti
6 Nel cielo d'Irlanda
7 La mia divisa
8 Hotel Supramonte
9 Bocca di Rosa
10 Volta la carta
11 Matrioska
12 Creuza de Ma
13 Geordie
14 Saro' libero
15 Il pescatore
16 Giugno 73
17 Fiume Sand Creek

Ringrazio di cuore Ilario per questo bel contributo, e mi scuso pubblicamente con lui per aver dimenticato in archivio per lunghissimo tempo questo bootleg. Trascinati dal loro leader Fabrizio Zanotti, cantautore di valore (qui il suo sito personale), i Senzalenza offrono un'ottima rielaborazione di 17 classiconi dell'indimenticabile cantautore ligure, e la registrazione, a cura dello stesso Ilario, è di buona qualità. Buon ascolto.

"Cari amici della stratosfera, ho pensato di proporvi un concerto, da me registrato nel 2004, effettuato in occasione dell'inaugurazione di uno spazio pubblico dedicato a Fabrizio De Andrè nel paese di Donato Biellese, quando Fabrizio Zanotti, cantautore di Ivrea non molto noto ma a mio parere molto valido, quindi  un personaggio piu' o meno della mia zona, vista la distanza tra Ivrea e Biella, faceva parte del gruppo ''Senzalenza''. Ilario"

Da: geordie.it - Senzalenza ha origine nel Novembre 2002 dalla collaborazione tra il chitarrista-compositore Fabrizio Zanotti ed il bassista Guido Marchigiano.Grazie soprattutto all'intensa esperienza umana vissuta per portare musica e solidarietà alle popolazioni del Molise colpite dal sisma avvenuto il 31 Ottobre 2002, i musicisti trovano la voce per sviluppare Senzalenza con l'intento di creare stimoli e valori nella società attraverso la musica. Una continua ricerca di suoni e vibrazioni, creando atmosfere suggestive, la loro musica è caratterizzata da sonorità prevalentemente acustiche e fonde musica d'autore italiana e musica etnica. Fabrizio Z. scrive di storie vissute, di episodi di vita quotidiana e di realtà sociali attuali, gridando contro l'indifferenza, l'intolleranza e ogni genere di razzismo nei confronti dell'uomo. Il loro repertorio comprende, oltre alle proprie canzoni come "Sarò libero", "Il ragno nella stanza", "A Mostar", anche brani di Fabrizio De André, Ivano Fossati, Ron, Simon&Garfunkel, James Taylor. Senzalenza ha partecipato al Festival di Napoli giungendo in semifinale con il brano "Sarò libero", ha presentato, in collaborazione con la Fondazione De Andrè, le più belle canzoni di F. De Andrè durante l'inaugurazione di una piazza dedicata al cantautore genovese (Donato B.se 2/6/2005), ha partecipato a diverse rassegne estive di musica in piazza come Ivreaestate, Festa dell'Uva di Caluso in cartellone con gli Avion Travel. Collabora con "Pareti Mediterranee" per lo spettacolo "Sarò libero" di pittura e musica dal vivo. Nel 2002 ha pubblicato l'album dal titolo "Schegge" ed è prossima l'uscita del nuovo cd dal titolo "Sarò libero".

Post by Captain & Ilario

Muzzi Loffredo - 1976 - Tu ti nni futti! (with Pierrot Lunaire)

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TRACKLIST:

01 E jo' ca sugnu bedda    
02 Beddi pira    
03 Maara ca pi ttia Caco Luppina    
04 Semenzina    
05 Faciti la vo    
06 Inserto n. 1    
07 Maaria    
08 Inserto n. 2    
09 Priera d'a mugghiere d'u latru    
10 Un servu a Cristo    
11 A la Madonna    
12 Tiritera di Bagheria    
13 Basilico'   
14 Crozza  

Bonus tracks (ristampa CD 2001)
  
15 Amici miei     
16 Veleno ca ti pozza ammilinari

Emma Muzzi Loffredo
MUSICISTI

Muzzi Loffredo - voce, chitarra

Il Collettivo Musica Pierrot Lunaireè intervenuto nei brani 1, 7, 9, 13
Arturo Stalteri - organo, celesta, piano, chitarra elettrica, armadietto, percussioni, moog, waltsynt, eminent, nastri
Gaio Chiocchio - eminent, chitarra elettrica, basso profondo, celesta, fuoco magico, nastri, oscillatore

Plus

Enzo Martella - registrazione e mix, tumbe cardiache, mugghio cosmico
Walter Lefevre - progetti elettronici

Pierrot Lunaire
"Questo disco non nasce da ambizioni antiquariali. Un folk filologicamente corretto, scolastico e magari un po' cattedratico, in fondo non mi interessa. Quello che avevo in testa è una musica al tempo stesso primitiva e petrolchimica, com'è la Sicilia di oggi. Ecco perché è stato per me travolgente l'incontro col sintetizzatore e gli altri marchingegni impiegati in queste incisioni: strumenti volta per volta inventati, costruiti e manovrati da Arturo, Gaio, Walter ed Enzo, i quattro ingegnosi e appassionati alchimisti di questa operazione. L'incontro-scontro tra la mia voce e quei suoni scaturiti da una pratica e da un gusto musicali così differenti da i miei è stato per me un'esperienza davvero irripetibile. Il risultato di questo incontro corrisponde esattamente, nella mia immaginazione, a tutti i contrasti, a volte esaltanti, più spesso atroci, della mia terra"

Così scriveva Muzzi Loffredo nel 1976 sulla back cover del disco. Ho voluto riportare queste sue parole perché racchiudono perfettamente l'anima e l'essenza di questo disco, dove il folk della tradizione siciliana, cantato e spesso urlato dalla potente voce di Muzzi, si lascia contaminare -seppur con grande moderazione- dagli strumenti elettronici. I Pierrot Lunaire (per la precisione la sola coppia Stalteri-Chiocchio) appaiono in soli quattro brani, dando quel tocco di innovazione e di originalità ad un disco dalla matrice squisitamente folk. 

La copertina del promo
La versione qui pubblicata (si tratta della ristampa in CD datata 2001) contiene due bonus tracks, probabilmente delle outtakes, registrate in studio in presa diretta. Emma Muzzi Loffredo ha all'attivo, per quanto ne sappia io, un altro album condiviso con Isa Danieli, intitolato "Amore e magia nella cucina di mamma" (1980). Poi inizia la sua carriera nel mondo del cinema come interprete. Tra i lavori più interessanti ricordiamo una sua partecipazione nel film "Respiro" (2002) di Emanuele Crianese. Prima ancora, nel 1979, ha lavorato con Francesco Rosi alla realizzazione del film "Cristo si è fermato a Eboli", dove ha interpretato la parte della confinata mafiosa.
E' tutto. Buona ascolto.



Post by George

Gianni Mocchetti - 2004 - Beta

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TRACKLIST :

01 - La convenzione
02 - Fetus
03 - Una cellula
04 - Cariocinesi
05 - Energia
06 - Fenomenologia
07 - Meccanica
08 - Anafase
09 - Il silenzio del rumore
10 - Mutazione
11 - Paranoia
12 - Areknames
13 - Beta
14 - Plancton
15 - Pollution
16 - Sequenze e frequenze
17 - Da oriente a occidente
18 - No u turn

Con questo omaggio di Gianni Mocchetti a Franco Battiato non siamo di fronte ad un semplice album di covers, piuttosto ad una raccolta di rielaborazioni vere e proprie (leggesi nuove versioni) di tutti i brani cantati nei primi 4 album di mister Battiato, compreso il famigerato singolo. E chi meglio di Gianni, che fu fedele chitarrista e non solo nei 4 capolavori "progressivi" del grande artista siciliano, poteva essere degno di una tale operazione? Nel complesso, tra alti e bassi, il lavoro si mostra interessante, non certo superiore all'originale ma in ogni caso difficilmente comparabile, visti gli arrangiamenti quasi completamente stravolti (che è anche il modo migliore per evitare impietosi paragoni). Alla voce, oltre che lo stesso Mocchetti compare la giovane Silvia Perlini, davvero efficace e brava alle prese con i difficili testi del primo Battiato. A quest'album, tra l'altro, ha collaborato anche Gianfranco D'Adda, altro collaboratore storico di Franco battiato.

Così il Nume Augusto Croce, su Italianprog (al link l'articolo completo), parla di Gianni Mocchetti e, nello specifico, di questo lavoro "(...) Come solista ha realizzato alcuni singoli e un album di genere rock nel 1979, un altro album nel 1992 con lo pseudonimo Matusalemme per tornare poi con un interessante CD nel 2005, intitolato Beta, contenente arrangiamenti dei primi brani di Battiato."

LINK

Post by Captain, in memoria di Gianni Mocchetti (1947 - 2013)

Paolo Ferrara - 1975 - Ritmico (vinyl)

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TRACKLIST:

01. Afrotheme
02. Blues in Rhythm
03. Bassbeat
04. Sambasound
05. Rockfolk
06. Stringslow
07. Bossa Feeling
08. Tumbasound
09. Piano beat
10. Slow in Rhythm
11. Percussion Blues
13. 3/4 Park


Gli amici della Stratosfera di più lunga data ricorderanno senza dubbio l'epopea del "Trofeo Sconosciume" che dette molte soddisfazioni e arricchì il blog di un numero piuttosto consistente di rarità sconosciute alla maggior parte del pubblico. Tra gli "sconosciuti" apparve anche Paolo Ferrara, del quale venne postato il disco "Profondità", inciso (forse) nel 1978. Mah, i dubbi rimangono ancor oggi. Questo altro suo lavoro, antecedente a "Profondità", risale al 1975 e non è mai stato ristampato in CD. E' stato invece ristampato di recente in una deluxe limited edition (500 copie) contenente il vinile e un DVD con la copia restaurata di "Le Film Trouvé - A Rhythmic Experience"

La front cover della ristampa
Sul blog John's Classic Rock risulta che questo album venne stampato in sole 300 copie dalla Flower Records. A differenza di "Profondità" dalle atmosfere pinkfloydiane, qui ci troviamo di fronte a 13 brani sostenuti da una potente base ritmica (che non smentisce il titolo dell'album), dove percussioni e basso sostengono gli altri strumenti. Anche in questo caso i brani sono solo strumentali e potrebbero essere tranquillamente utilizzati per una colonna sonora. Una album gradevole e di buona fattura che rende onore a questo misterioso musicista. Buon ascolto. 


Post by George

Serie "Italian Covers" vol 5 e mezzo - Augusto Righetti anni '60 (with Augusto Righetti canta i Beatles in italiano)

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Premesso che poca roba si trova in giro, quello che c'è è qui, spulciato in centinaia si blog e siti, chi avesse ulteriori informazioni può benissimo integrare nei commenti, sarà cura nostra aggiungerli nottetempo al testo del post, grazie a tutti.



Augusto Righetti era negli anni '60 un chitarrista virtuoso che ha iniziato sin da giovanissimo una carriera professionale sia nella musica leggera sia nella classica. Attivo soprattutto a Milano, con il suo gruppo Le Ombre era ospite fisso a metà degli anni '60 del locale Charly Max, dove ha avuto modo di incontrare i Beatles nel loro tour italiano (era il 1965) partecipando anche al loro concerto nella città lombarda. Dopo questa esperienza incide nel 1966, con la complicità di Mogol, Calabrese e Beretta un intero LP con la Carosello con cover dei Beatles dal titolo "Righetti al Charly Max canta i Beatles in italiano" (disponibile per i curiosi anche su Onsale Music con quattro tracce bonus ma registrate in altri momenti). Nessun tentativo o quasi da parte dei tre noti parolieri di far conoscere i testi del gruppo più famoso del rock, procedevano nella maggioranza dei casi solo per assonanza metrica. Evidentemente non avevano alcun timore reverenziale per quelle canzoni poi diventate classici. In questo caso nel testo viene addirittura dichiarato esplicitamente che il paroliere (Giorgio Calabrese, in questo caso) non sa proprio che pesci pigliare. Eppure il testo originale di Paul McCartney ricco di divertita ironia e di ottimismo (forse in parte autobiografico) sulle insolite opportunità della vita non era difficile da rendere in lingua italiana. 



Augusto è il chitarrista milanese più in voga della scena musicale degli anni '60: le sue credenziali vanno dagli studi classici con Miguel Alboniz e Andrés Segovia al primo premio internazionale di chitarra classica (Pavia) a un rapporto di personale amicizia con Cliff Richard e i suoi Shadows. La sua prima band del milanese si chiama Ombre, e comprende tre futuri Camaleonti, Gerry Manzoli, Paolo De Ceglie e Livio Macchia, oltre a Marcello Olmari. Con quella formazione Righetti registra i brani di The New Sound Group (Voce del Padrone 1964), per gran parte composto da cover (un solo brano in italiano). Una vera rarità per i collezionisti visto che in tutto il mondo ne circolano meno di 100 copie e il valore supera i mille dollari. Dal punto di vista musicale niente di particolare da segnalare. Questo gruppo segna la nascita dei Camaleonti. E non è cosa da poco.


da ansa.it

Tra i tanti che possono dire di avere assistito ai concerti dei Beatles in Italia esistono anche pochi fortunati musicisti che si possono vantare di avere suonato prima di loro in una delle esbizioni della tournée italiana. Ma solo una band può dire di avere suonato per i Beatles. "A quei tempi suonavamo nella band di Augusto Righetti – ricorda Bruno Tibaldi, bassista – in un locale molto alla moda a Milano, il Charlie Max. Il 24 giugno ci fu chiesto di suonare al Vigorelli prima che i Beatles salissero sul palco e questo ovviamente ci emozionò moltissimo. Suonammo sia in apertura del concerto pomeridiano, sia la sera. Ma mentre il pomeriggio dopo aver suonato ci fermammo per sentire il loro concerto, alla sera fummo costretti ad andarcene subito perché dovevamo andare al Charlie Max a fare la nostra solita serata".

Una serata che così solita non sarà, ma Bruno e i suoi compagni ancora non lo sapevano. "Per noi era tutto finito lì – continua Marcello Olmari, in arte Gil Ventura, sassofonista – con quella grande emozione. Poi si tornava alla realtà di tutti i giorni, o meglio di tutte le notti, che era il Charlie Max". La serata procede dunque come sempre con Bruno, Gil e le Ombre di Augusto Righetti a suonare i pezzi beat dell’epoca per far ballare la gioventù milanese in pista al Charlie Max. Fino a quando… "Sento – continua Tibaldi - Augusto Righetti che suona il giro di apertura di And I love her, mi volto e vedo entrare nel locale i Beatles. Potete immaginare cosa volesse dire suonare una canzone dei Beatles avendo Paul McCartney, John Lennon, George Harrison e Ringo Starr tra il pubblico".

Una giornata che già era nata per essere indimenticabile diventa a questo punto una pagina di storia, soprattutto per la band italiana che continua a suonare mentre i Beatles mangiano e si rilassano dopo il concerto al Vigorelli. Ci sarà tempo anche per foto e autografi che ora Bruno e Gil conservano tra i più cari ricordi. Bruno in particolare mostra con orgoglio l’autografo dei quattro sulla cinghia del suo basso. "Un basso Hofner, esattamente come quello di Paul McCartney, ma comprato anni prima in tempi non sospetti, quando i Beatles non erano ancora diventati popolari. E pensare che i miei compagni mi costrinsero a comprarne un altro, uno Fender Precision, perché quello non piaceva, non era alla moda. E invece Paul McCartney aveva scelto lo stesso basso. Solo che poi lui è diventato quel che è diventato…". Ma non c’è rimpianto nelle parole e negli occhi di Bruno Tibaldi né in quelli di Marcello Olmari. Le loro vite sono state belle e piene di soddisfazioni anche senza aver raggiunto il successo dei quattro di Liverpool. In più ora hanno questa piccola perla da raccontare ad amici e nipoti. Loro nella notte dei Beatles in Italia c’erano, e sono stati protagonisti.



Qui invece alcuni brani che compaio in giro sparsi e solinghi




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