LATO A :
1) Canto schiacciato- 1a parte (M.Boldi-E.Jannacci)
2) Fa niente (M.Boldi-E.Jannacci)
3) Canto schiacciato- 2a parte (M.Boldi-E.Jannacci)
4) Oi Marì (M.Boldi-E.Jannacci)
5) Il mobiliere (M.Boldi)
LATO B :
1) Cabaret (M.Boldi-E.Jannacci)
2) Scatolette (G.Viola-E.Jannacci-S.Poggi)
3) Cuore (M.Boldi-E.Jannacci)
4) Zombi (M.Boldi-E.Jannacci-E.Terzo)
5) Come prima (Taccani-Di Paola-Panzeri)
6) Questo quadro (M.Boldi-E.Jannacci)
7) Discoteca (E.Jannacci-P.Donaggio-V.Pallavicini-R.Danè)
8) Elda (M.Boldi)
BONUS TRACKS :
01 - Massimo Boldi - Sei repellente Elisa (Zan zan le belle rane) (1977-79)
02 - Massimo Boldi - Mangiato Le Mele (1977)
03 - Massimo Boldi - Tamburino Pendulino (1979)
04 - Massimo Boldi ed Enzo Jannacci a "Stiamo Lavorando Per Noi" - Zan Zan Le Belle Rane
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Ringrazio per questo post l'amico Andrea di "Arrivano gli sprassolati - Radio Orvieto Web" e gli lascio subito la parola, augurandovi buon ascolto:
"C'è una sorta di buco nero nella discografia di Enzo Jannacci, un disco non a suo nome, ma del quale il geniale dottore-pianista-karateka è stato fondamentale deus ex machina...Facciamo un passo indietro: è il 1978 e con il singolo “Silvano/Lo sputtanamento” Cochi e Renato, enclave jannacciana nella follia più surreale, chiudono la loro stagione d’oro per intraprendere strade diverse che solo parecchi anni dopo si riallacceranno. Enzo Jannacci, non potendo più contare sulla loro lunaticità, decide, dopo averlo saggiato in qualche 45 giri tra il ’77 e il ‘79, di lavorare a un LP di Massimo Boldi, comico che proprio Jannacci scopre (e adora). Parliamo, appunto, di “Scatolette”, un disco che, anche se non particolarmente raro sul mercato dei collezionisti, sembra desaparecido in rete, un album che addirittura anche le biografie più informate su Jannacci non ricordano affatto (“Ci vuole orecchio- Enzo Jannacci raccontato”, di Guido Michelone) o solo di sfuggita, senza approfondirne quasi alcunché (il comunque encicolopedico “Roba minima” di Andrea Pedrinelli, 2014, che poco aggiunge anche in “La canzone a Milano dalle origini ai giorni nostri”, e “Peccato l’argomento” di Sandro Patè, 2014). Insomma, cosa c’è di così vergognoso in questo album, a parte che un Massimo Boldi è normalmente più carne da “Orrore a 33 giri” che pane per i denti dei frequentatori della Stratosfera? Sorpresa: quasi nulla. E’ un album per lo più gradevole, certo datato nei suoni e negli arrangiamenti, ma per nulla scontato. D’altra parte, dicevamo, Jannacci non si limita a supervisionare, ma intinge interamente, per dirla con lui, il pacco dentro il secchio: produce, arrangia, ed è coautore di ben 10 pezzi su 13 (diciamo su 12, ché “Come prima” è solo una citazione), oltre a suonare le tastiere. La struttura dell’album riecheggia un po’ quella dei vecchi varietà, tra gag parlate (vi stupirà, ma qualcuna fa davvero ridere) e canzoni volutamente scemotte, o parodie più o meno dichiarate (“Discoteca”, che per essere uno scherzo o poco più vede illustri firme, “Zombie”, che richiama nel titolo il famoso disco di Gianfranco Manfredi e infine, ma questa è forse solo una mia personale associazione indebita, addirittura, nell’assolo di batteria eseguito con la bocca si potrebbe leggere in controluce il “Solfeggio parlante per voce sola” di Giancarlo Cardini!). Ma c’è spazio anche per pezzi più seri, quasi drammatici come quella “Fa niente” che risulta l’apice del disco, un brano che non sarebbe affatto sfigurato in qualsiasi disco dell’epoca del Dottore (e infatti Jannacci qua ci mette anche, non accreditato, la voce). Lo stesso parco-musicisti risulta di tutto rispetto, includendo personaggi come Tullio De Piscopo, Julius Farmer, Flaviano Cuffari, Dino D’Autorio, Bruno De Filippi, Aldo Banfi: insomma, la crème dei turnisti dell’epoca."
1) Canto schiacciato- 1a parte (M.Boldi-E.Jannacci)
2) Fa niente (M.Boldi-E.Jannacci)
3) Canto schiacciato- 2a parte (M.Boldi-E.Jannacci)
4) Oi Marì (M.Boldi-E.Jannacci)
5) Il mobiliere (M.Boldi)
LATO B :
1) Cabaret (M.Boldi-E.Jannacci)
2) Scatolette (G.Viola-E.Jannacci-S.Poggi)
3) Cuore (M.Boldi-E.Jannacci)
4) Zombi (M.Boldi-E.Jannacci-E.Terzo)
5) Come prima (Taccani-Di Paola-Panzeri)
6) Questo quadro (M.Boldi-E.Jannacci)
7) Discoteca (E.Jannacci-P.Donaggio-V.Pallavicini-R.Danè)
8) Elda (M.Boldi)
BONUS TRACKS :
01 - Massimo Boldi - Sei repellente Elisa (Zan zan le belle rane) (1977-79)
02 - Massimo Boldi - Mangiato Le Mele (1977)
03 - Massimo Boldi - Tamburino Pendulino (1979)
04 - Massimo Boldi ed Enzo Jannacci a "Stiamo Lavorando Per Noi" - Zan Zan Le Belle Rane
Ringrazio per questo post l'amico Andrea di "Arrivano gli sprassolati - Radio Orvieto Web" e gli lascio subito la parola, augurandovi buon ascolto:
"C'è una sorta di buco nero nella discografia di Enzo Jannacci, un disco non a suo nome, ma del quale il geniale dottore-pianista-karateka è stato fondamentale deus ex machina...Facciamo un passo indietro: è il 1978 e con il singolo “Silvano/Lo sputtanamento” Cochi e Renato, enclave jannacciana nella follia più surreale, chiudono la loro stagione d’oro per intraprendere strade diverse che solo parecchi anni dopo si riallacceranno. Enzo Jannacci, non potendo più contare sulla loro lunaticità, decide, dopo averlo saggiato in qualche 45 giri tra il ’77 e il ‘79, di lavorare a un LP di Massimo Boldi, comico che proprio Jannacci scopre (e adora). Parliamo, appunto, di “Scatolette”, un disco che, anche se non particolarmente raro sul mercato dei collezionisti, sembra desaparecido in rete, un album che addirittura anche le biografie più informate su Jannacci non ricordano affatto (“Ci vuole orecchio- Enzo Jannacci raccontato”, di Guido Michelone) o solo di sfuggita, senza approfondirne quasi alcunché (il comunque encicolopedico “Roba minima” di Andrea Pedrinelli, 2014, che poco aggiunge anche in “La canzone a Milano dalle origini ai giorni nostri”, e “Peccato l’argomento” di Sandro Patè, 2014). Insomma, cosa c’è di così vergognoso in questo album, a parte che un Massimo Boldi è normalmente più carne da “Orrore a 33 giri” che pane per i denti dei frequentatori della Stratosfera? Sorpresa: quasi nulla. E’ un album per lo più gradevole, certo datato nei suoni e negli arrangiamenti, ma per nulla scontato. D’altra parte, dicevamo, Jannacci non si limita a supervisionare, ma intinge interamente, per dirla con lui, il pacco dentro il secchio: produce, arrangia, ed è coautore di ben 10 pezzi su 13 (diciamo su 12, ché “Come prima” è solo una citazione), oltre a suonare le tastiere. La struttura dell’album riecheggia un po’ quella dei vecchi varietà, tra gag parlate (vi stupirà, ma qualcuna fa davvero ridere) e canzoni volutamente scemotte, o parodie più o meno dichiarate (“Discoteca”, che per essere uno scherzo o poco più vede illustri firme, “Zombie”, che richiama nel titolo il famoso disco di Gianfranco Manfredi e infine, ma questa è forse solo una mia personale associazione indebita, addirittura, nell’assolo di batteria eseguito con la bocca si potrebbe leggere in controluce il “Solfeggio parlante per voce sola” di Giancarlo Cardini!). Ma c’è spazio anche per pezzi più seri, quasi drammatici come quella “Fa niente” che risulta l’apice del disco, un brano che non sarebbe affatto sfigurato in qualsiasi disco dell’epoca del Dottore (e infatti Jannacci qua ci mette anche, non accreditato, la voce). Lo stesso parco-musicisti risulta di tutto rispetto, includendo personaggi come Tullio De Piscopo, Julius Farmer, Flaviano Cuffari, Dino D’Autorio, Bruno De Filippi, Aldo Banfi: insomma, la crème dei turnisti dell’epoca."
Post by Andrea de "Gli Sprassolati"& Captain