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Channel: VERSO LA STRATOSFERA
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Deborah Koopermann - I primi due album: These Are My People (1977) e The Last Dove (1989) - vinyl

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TRACKLIST:

01. Lonesome Traveler  2:10
02. John Henry  4:33
03. Shenandoah  4:43
04. Follow The Drinking Gourd  3:06
05. House Of The Rising Sun  4:15
06. Johnson Boys  4:15
07. Careless Love  5:30
08. Old Paint  3:14
09. Oh Freedom  3:43
10. Pretty Polly  2:46
11. The Riddle Song  2:24
12. Wabash Cannonball  3:17


MUSICISTI

Deborah Koopermann - chitarra e voce
Gian Emilio Tassoni - basso
Giovanni Pezzoli - batteria e percussioni
Maurizio Angelo - banjo
Paolo Giacomoni - mandolino e violino
Antonio Mancuso - piano e armonica
Carlo Loiodice - piano
Mauro malavasi - tromba


Tra i fattori che rendono grande questo blog, e lo dico senza spocchia, spicca la collaborazione dei nostri amici  e "seguaci", che rispondono quasi sempre ai nostri appelli, inviandoci materiale raro da condividere. Al mio appello posto in calce al post dedicato al terzo (e ultimo) album di Deborah Koopermann, questa volta ha prontamente risposto l'amico Albe, da sempre puntualmente presente nei commenti dove ha dimostrare la sua competenza in campo musicale. Sta di fatto che Albe ci ha voluto regalare questi due preziosi dischi della Koopermann, rippati dai vinili e impreziositi dalle immagini delle copertine. Caro Albe, complimenti per questo ottimo lavoro.
La biografia della nostra protagonista è già stata curata dal nostro collaboratore Gaetano Simarco nel post che troverete qui. Vi invito quindi ad una rilettura. Per l'occasione presentammo l'album "Yesterday...Tomorrow" del 2008. Qui si ritorna indietro nel tempo, fino al 1977, anno un cui Deborah registrò "These are my people (Questa è la mia gente), sottotitolo Canti del Nord America, 
primo lavoro pubblicato dalla etichetta Cetra è mai ristampato. 


Troviamo una giovane Deborah Koopermann che palesa tutto il suo amore per la tradizione folk americana. Dodici tradtional magistralmente interpretati, dodici  gemme che spaziano dalla ballata, al country, al blues. E' la fotografia di una America cantata dai grandi maestri quali Johnny Cash, Bob Dylan, Joan Baez. La voce della Koopermann deve molto alla Baez, ma anche alla grande Joni Mitchell (Let in the pain, una dolce ballata sottolineata dal sax). Un album meraviglioso, puro e cristallino. Un capolavoro e un unicum nel panorama musicale nazionale. I musicisti sono italiani, il disco è stato registrato in Italia, Ma ve ne sareste accorti senza queste informazioni? Per Deborah Koopermann con questo disco pare aprirsi un orizzonte luminoso. E invece la sua seconda prova discografica arriverà solo 12 anni più tardi. 


Deborah Koopermann - The Last Dove (1989)


TRACKLIST:

01. The House On The Hill  3:45
02. The Last Dove  5:32
03. There Is Love  3:37
04. Old Man Rag  3:03
05. I'll Think About You  3:39
06. Domingo Aguilar  4:55
07. Let In The Pain  4:31
08. Bread And Roses  3:12
09. Lullaby For Rhody  2:23
10. Green Rock Road (traditional)  4:06


MUSICISTI

Deborah Koopermann - guitar, vocals
Juan Carlos "Flaco" Biondini - guitar
Uberto Pieroni - guitar, piano, Keyboards
Giancarlo "Asma" Brioni - harmonica
Tiziano Festinese - sax
Giannanonio Bresciani - trumpet
Gianni Vidali - trombone
Kira Kane - bass
Alan Peterson - drums
Frida Forlani, Paola Del Verme, Silvia Testoni, Paolo Bettazzi, Gianpaolo Paio - vocals


Sono passati 12 anni da "These Are My People". La ragazzina appassionata di folk americano è cresciuta e lo si vede anche dall'immagine di copertina. Ma la magia rimane. "The Last Dove" venne pubblicato dall'etichetta Alternativa Edizioni Musicali nel 1989, Anche in questo caso il vinile non fu oggetto di ristampa. I brani della tradizione folk americana, ad eccezione di Green Rock Road, lasciano spazio alle composizioni della Koopermann. L'amore per i suoni d'oltre oceano restano saldi, come in Old Man Rag. Originale Lullaby for Rhody, cantata sia in inglese che in italiano. Un altro grande disco che suggella la grandezza della voce e della capacità compositiva di Deborah Koopermann. Una doppietta che, grazie all'amico Albe, che ringrazio ancora, trova la giusta collocazione sulla Stratosfera. 
Non mi resta che augurarvi il consueto buon ascolto. 


LINK These Are My People
LINK The Last Dove

Post by George - Music by Albe


Serie "Just One Record" vol. 9 - Jet Lag - 2001 - Delusione Ottica

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TRACKLIST:

01. Il Camaleonte
02. King of fools
03. Illusione prospettica
04. Castelli di rabbia
05. Delusione ottica
06. Audio poker
07. Re Nudo
08. Elusione ottica
09. Mare nostrum

Bonus track
10. Pictures of a City (King Crimson cover)


FORMAZIONE

Saverio Autellitano - organo Hammond, sintetizzatore, piano Fender Rhodes, pianoforte, didjeridoo
Bruno Crucitti - batteria, percussioni
Fabio Itri - chitarra acustica ed elettrica (6 e 12 corde), voce
Marco Meduri - basso elettrico
Luca Salice - flauto traverso, voce


Premessa by George
Per la serie "Just One Record" sono oggi di scena i Jet Lag con il loro unico album, "Delusione Ottica", pubblicato nel 2001 dall'etichetta Lizard. Peccato che non ci sia più stato un seguito. Il contributo giunge dal nostro caro amico e collaboratore Gaetano Simarco che, ovviamente, ringrazio a nome di tutto il popolo della Stratosfera per avere voluto condividere questo gioiellino. A lui la parola.

Recensione by Gaetano Simarco
Ho avuto modo di assistere una sera di alcuni anni fa ad una loro esibizione presso il campus dell’Università della Calabria di Rende (CS) rimanendo letteralmente colpito per quanto proposto durante lo show. Così a fine concerto fui ben lieto di acquistarne questo loro primo album realizzato nel 2001. Un album bellissimo, che vorrei condividere con gli amici della Stratosfera. Un sorprendente disco che costituisce l’esordio nello scenario progressive italiano per questi ragazzi di Reggio Calabria, quindi miei corregionali. Con testi rigorosamente in italiano, ad eccezione di King Of Fools cantata in inglese, è un album che trasuda una avvolgente energia, capace di amalgamare le sonorità dei ’70 coi contemporanei linguaggi del nuovo millennio. Suonato con perizia e abilità da veterani, grazie alla padronanza degli strumenti, con brani costruiti in maniera complessa nei quali i ragazzi estrinsecano una tecnica invidiabile, con un sound ricco di contaminazioni, grazie al flauto infuocato usato quasi come strumento principale, ad una potente e graffiante chitarra, mentre sezione ritmica, a dir poco trascinante, si mescola con organo Hammond, piano elettrico e synth dando un aiuto notevole per ampliare il fascino dell'album. Quest'ultimo comprende nove brani, che variano tra uno e sedici minuti, dei quali cinque strumentali, eseguiti attraverso solide esibizioni, caratterizzate da potenti riff, cambiamenti mutevoli e improvvise interruzioni. 


Apertura al fulmicotone con lo strumentale, energico e sorprendente Ilcamaleonte, brano che sprigiona un'energia che non può fare a meno di coinvolgere l'ascoltatore, dimostrando da subito un'innegabile abilità dei musicisti grazie alle articolate combinazioni di flauto, tastiere, chitarra e una sezione ritmica mai invadente. Kings of foolè l'unica proposta in inglese quasi un blues-rock, dalle armonie complesse. Illusione prospettica è un breve strumentale, il primo dei due intermezzi dell’album, molto piacevole e rilassante quasi a rompere un po' l’atmosfera iniziale al quale segue Castelli di rabbia, la prima con testo in italiano dove si dà sfogo ad un'esplosione di suoni, con flauto, chitarra, organo e sezione ritmica prominenti. Delusione ottica, brano che dà il titolo all’album, è un altro strumentale, nel quale si evidenziano fusioni tra jazz-rock e prog sinfonico grazie alle articolate combinazioni di tastiere, chitarra e flauto. Audiopoker, quasi un divertissemen, è altro breve strumentale che serve da introduzione alla successiva Re nudo, dove chitarra, basso, tastiere e batteria si rincorrono fino a che non entra il cantato. Elusione Ottica, eseguita con la chitarra da Fabio Itri, è l’unico brano acustico, una contemplativa e accattivante melodia dal sound mediterraneo, necessaria per affrontare la mini suite Mare nostrum, che con i suoi sei movimenti, nei sedici minuti finali dell’album, riassume quanto di buono fatto. Un brano impegnativo, dove ogni singolo musicista dimostra la propria consapevole elevata capacità esecutiva, a conferma di quanto già espresso, svelando ancora di più la grande abilità compositiva. Introdotta dal didjeridoo (antico strumento a fiato ad ancia labiale degli aborigeni australiani), prosegue con organo e percussioni, virtuosismi chitarristici, frammenti jazz, in un viaggio tra atmosfere taglienti e altre morbide, con repentini cambi di ritmo mescolati a momenti più calmi e più riflessivi, riuscendo a dosare sapientemente i vari strumenti senza mai trovarsi in affanno. Progressive allo stato puro, Nel 2004 incideranno nell’album tributo "The Letters – Un Unconventional Guide to King Crimson", la cover di Pictures of a City (brano tratto da "In the Wake of Poseidon"), qui inserita come bonus track
Buon ascolto



Post by George - Words & Music by Gaetano Simarco

A night with the blues of Roberto Ciotti: Rockin' Blues (1982) & Road 'N' Rail (1992)

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TRACKLIST:

Lato A
a) Rock Me Baby
b) That's All Right Mama
c) Trouble In Mind
d) Got My Mojo Workin'
e) On The Road Again
f) Dirty Club

Lato B
a) Take This Train
b) See See Rider
c) Dust My Broom
d) Hound Dog
e) Love In Vain
f) Boogie Jam

Quest'oggi ripercorriamo i sentieri del grande blues in compagnia del mai dimenticato Roberto Ciotti, scomparso - lo ricordo - il 31 dicembre 2013, dopo una lunga malattia. Lo spunto per questa doppietta me lo ha fornito il nostro fedele amico e collaboratore Ilario che mi ha inviato i file di "Road 'N' Rail" ricavati nientemeno che dalla MC in suo possesso. Un gran lavoro che meritava di essere arricchito con il terzo album della discografia ufficiale di Roberto Ciotti, quel magnifico "Rockin' Blues", pubblicato nel 1982 dalla RCA Italiana e mai ristampato da allora. Ho accuratamente evitato la pubblicazione del 2° album, "Bluesman", in quanto è stato ristampato dalla Sony nel 2013. Per riascoltare invece la prima prova discografica in assoluto di Roberto Ciotti solista (Blue Morning escluso), "Super Gasoline Blues" del 1978 vi rinvio al post apparso sulla Stratosfera nel febbraio 2014 che ritroverete qui.  In questo disco il blues scorre puro lungo le 12 tracce, con composizioni originali alternate a grandi classici quali That's All Right Mama, On The Road Again, See See Rider, Love In Vain, giusto per citarne alcuni. Toto Torquati al piano esalta ulteriormente un album già ricco di emozioni.

Roberto Ciotti - 1992 - Road 'N Rail


TRACKLIST:

01. Road 'N' Rail
02. Sweet Song
03. My New Blue Truck
04. Early On Sunday
05. Reason For The Blues
06. She's Mine
07. City Child
08. I Give My Self To Love
09. If You Don't Love Me


FORMAZIONE

Roberto Ciotti - guitar, vocals
Ernesto Vitolo - piano, Hammond
Sandro Chessa - drums
Andrea Cecchini - bass


Ed eccoci giunti al 1992. quando Roberto Ciotti realizzò' il suo quinto album pubblicato dalla Gala Records in vinile e in MC. Per la ristampa bisognerà attendere fino al 2002, grazie alla Platinum Rec. E qui scatta il ringraziamento ad Ilario per il grande lavoro svolto. Ha digitalizzato i nove brani inclusi nella sua musicassetta, con risultati decisamente ottimi, e ha scansionato le copertine. Un lavoro degno di encomio. Inutile sottolineare la bellezza di questo album: ma quando mai ci ha delusi il grande Roberto Ciotti? Nove tracce di grande levatura, con un eccezionale Ernesto Vitolo al piano e all''organo Hammond. Grazie Roberto per averci regalato queste meraviglie. 


LINK Rockin' Blues
LINK Road 'N' Rail

Post by George - Music by Ilario (Road 'N' Rail) & by George (Rockin' Blues)
(two hands are better than one)

Eugenio Bennato: The Soundtracks (1980-1989) - Superpost

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Ancora una volta l'ispirazione per questo robusto post me l'ha fornita l'amico Osel subito dopo avere ricevuto i file della colonna sonora del film "Cavalli di razza"  di cui parleremo più avanti. Ed è così che ho pensato di  omaggiare il grande Eugenio Bennato andando a ripescare le sue composizioni degli anni '80 destinate alle colonne sonore di film e sceneggiati TV (così allora si chiamavano). Utilizzando le informazione pubblicate su Wikipedia (che si ringrazia) ho cercato di ricostruire un percorso cronologico che inizia nel 1980 con un album dei Musicanova, per proseguire con alcuni lavori solisti di Eugenio, spesso in coppia con Carlo D'Angiò, fino a giungere al 1989. I supporti utilizzati sono diversi: CD, vinile e musicassetta. E ora iniziamo il nostro viaggio.

Musicanova - 1980 - Brigante se more (from CD)
(colonna sonora dello sceneggiato TV "L'eredità della priora")


TRACKLIST:

01. Brigante se more (La lotta) – 2:08
02. Canzone per Iuzzella (L'amore) – 2:47
03. Vulesse addeventare nu brigante (I) (La sfida) – 2:55
04. Quanno sona la campana (La fuga) – 2:34
05. Quanno 'o Sole è ddoce (L'emigrazione) – 2:55
06. Moresca terza (La magia) – 3:00
07. Vulesse addeventare nu brigante (II) (La promessa) – 1:51
08. Quanno sona la campana (strumentale) – 2:08
09. Tema di Isabellina – 2:37
10. Canzone per Iuzzella (strumentale) – 2:21
11. Tema per flauto dolce – 1:18
12. Il cammino del brigante – 3:21
13. Il brigante Carmine Crocco – 1:37
14. Moresca terza (strumentale) – 2:38
15. A la terra di Basilicata – 3:50


FORMAZIONE

Carlo D'Angiò - voce (solista nelle tracce 1 e 7)
Eugenio Bennato - voce (solista in Vulesse addeventare nu brigante (I)), chitarra, armonica
Andrea Nerone - voce
Maria Luisa Cangiano - voce solista (in Canzone per Iuzzella)
Loredana Mauri - voce solista (in Quanno sona la campana)
Francesco Tiano - voce solista (in Quanno 'o Sole è ddoce)
Alfio Antico - tamburello basco
Gigi De Rienzo - mandoloncello
Vito Mercurio - contrabbasso
Pippo Cerciello - viola, violino
Nando Caccaviello - violoncello
Antonio Stotuti - tromba
Robert Fix - sassofono soprano
Enzo Avitabile - ciaramella, flauto


"Brigante se more", pubblicato dalla Philips nel 1980 in vinile, è stato ristampato dalla Lucky Planets nel 2009 in CD. A mio avviso si tratta del vertice artistico dei Musicanova (il resto della discografia del gruppo già postata sulla Stratosfera la ritroverete qui), La prima facciata (brani 1-7) sono cantati mentre le restanti tracce sono esclusivamente strumentali. Oltre al celebre brano di apertura, Brigante se more, scritto da Bennato e D'Angiò negli anni '70 e ripreso da innumerevoli gruppi di musica folk, vi sono tracce di una bellezza straordinaria, specie quelle cantate dalle voci femminili, quali Canzone per Iuzzella (un capolavoro, ripreso anche in versione strumentale), con la splendida voce di Maria Luisa Cangiano oppure Quanno sona la campana cantata da Loredana Mauri. Pura delizia. Il lato strumentale è altrettanto meraviglioso. L'interesse di Eugenio Bennato nei confronti del fenomeno del brigantaggio lo portò anche a scrivere alcuni libri sul tema. Si discosta "Brigante se more - viaggio nella musica del Sud", un saggio che spiega la storia della omonima celebre canzone. Alcuni brani del disco confluirono nella colonna sonora dello sceneggiato televisivo "L'eredità della priora", di Anton Giulio Majano, andato in onda in sette puntate sulla Rete 1 nel 1980. Lo sceneggiato, che vedeva Alida Valli nel ruolo della priora, era basato sull'omonimo romanzo di Carlo Alianello ed era ambientato nella Basilicata del 1860 durante il periodo del brigantaggio. Lo stesso Eugenio Bennato apparve come comparsa. 


Eugenio Bennato - 1982 - Domani si balla (7" from vinyl)
(colonna sonora del film omonimo)


TRACKLIST:

01. Domani si balla - Lato A, 45 giri
02. Domani si balla (strumentale) - Lato B, 45 giri


Dopo la splendida prova con i suoi Musicanova, nel 1982 Eugenio Bennato scrive due brani per la colonna sonora del film "Domani si balla!", con lo stesso titolo, raccolti in un 45 giri pubblicato dalla CGD. Nulla di straordinario: il lato A è un reggae casareccio mentre il lato B contiene uno strumentale decisamente più interessante. Il film uscì nelle sale cinematografiche nel 1982 per la regia di Maurizio Nichetti, che è anche il principale protagonista. Al suo fianco Mariangela Melato e Paolo Stoppa. 


Eugenio Bennato - 1984 - Dulcinea 
(musiche dal film Don Chisciotte) (mini-LP from vinyl)


TRACKLIST:

01. Dulcinea I
02. Il teatro dei comici
03. Ballo della notte di San Giovanni
04. Dulcinea II


FORMAZIONE

Guitar, Mandolin, Mandoguitar – Eugenio Bennato 
Acoustic Guitar, Classical Guitar – Mauro Di Domenico
Electric Bass, Double Bass – Erasmo Petringa 
Electric Guitar – Franco Giacoia 
Flute – Mimmo Maglionico 
Horn – Mario Parente, Roberto Civitella 
Keyboards – Adriano Pennino, Ernesto Vitolo 
Oboe – Salvatore Chierchia 
Orchestra – Nuovo Concerto Strumentale 
Tamburello – Arnaldo Varca 
Violin – Gennaro Cappabianca 
Trumpet – Pasquale Valerio 
Vocals – Gabriella Rinaldi 
Vocals [Interventi] – Carlo D'Angiò


Il 1984 vede ancora Eugenio Bennato impegnato nella composizione di alcuni brani per la colonna sonora del film "Don Chisciotte". Ne venne tratto un mini LP, contenente 4 brani, pubblicato dalla CGD e mai ristampato. Le tracce sono strumentali, fatta eccezione per Ballo della notte di San Giovanni. . Dulcinea I, posto in apertura, è un brano acustico sorretto da un grande arpeggio di chitarra con inserti di archi e di flauto; Il teatro dei comiciè un brano allegro giocato su oboe, violino e tromba; Ballo dellanotte di San Giovanni, il punto più alto del disco, riporta direttamente ai suoni dei Musicanova; chiude il mini album Dulcinea II che riprende le sonorità della versione I, con una maggiore presenza dell'orchestra Nuovo Concerto Strumentale. Il film TV "Don Chisciotte" venne mandato in onda dalla RAI nel 1983, diretto dal regista Maurizio Scaparro. I protagonisti furono Pino Micol nel ruolo di Don Chisciotte e Peppe Barra in quello di Sancio Panza. 


Eugenio Bennato, Carlo D'Angiò - 1989 - Cavalli si nasce 
(from Mc)
(colonna sonora del film omonimo)


TRACKLIST:

01. Noi fra le stelle  (I) - 3:29
02. A Sud di Mozart (I)  - 3:21
03. Gioco dell'amore - 3:45
04. Jacques e il Principe - 1:01
05. Il sogno di Goethe - 1:55
06. Pazzo Pazzo - 2:14
07. Noi fra le stelle (II) - 2:46
08. A Sud di Mozart  (suite) - 18:00


Gran finale con la colonna sonora del film "Cavalli si nasce", gentile omaggio del nostro amico Osel (che ringrazio). Osel ha tratto i brani qui presentati nientemeno che dalla musicassetta (grandi MC. che Dio le abbia in gloria). Sia il vinile che la cassetta vennero pubblicati dalla Cinevox nel 1989 (Discogs li li data 1988, ma forse è un refuso dal momento che il film uscì nel 1989). Il disco non è mai stato ristampato. Nella side A sono presenti 7 brani, piuttosto brevi (si trovano anche sul tubo), mentre la side B è interamente occupata da una suite, A Sud di Mozart, della lunghezza di 18 minuti. E' questa sicuramente la composizione migliore (e questa non si trova sul tubo, almeno io non l'ho vista). Suoni  e profumi  mediterranei, voci e percussioni, gli altri strumenti che entrano in un crescendo inarrestabile. Meravigliosa, Questa traccia non era inclusa nella colonna sonora. Il lavoro è attribuito a Eugenio Bennato e Carlo D'Angiò. Il film uscì nelle sale nel 1989, diretto da Sergio Staino. Nel cast anche David Riondino nel ruolo di Ottavio. Grazie ancora a Osel per avere pazientemente digitalizzato tutti i brani della cassetta ottenendo un risultato più che buono. 


Siamo così giunti al termine di questo lungo post (quello che una volta chiamavamo Superpost) dedicato a parte della produzione di Eugenio Bennato destinata alle colonne sonore. Come ho già detto, questo lavoro non è esaustivo: in quanto limitato agli anni '80. All'appello mancano altre musiche per film pubblicate negli anni a seguire. E' tutto. Vi lascio con il consueto buon ascolto.


LINK Musicanova - Brigante se more (1980)
LINK Domani si balla ! (1982)
LINK Dulcinea (1984)
LINK Cavali si nasce (1989)

Post by George - Music by George & Osel

Eugenio Bennato: The Soundtracks (appendice) Musicanova - 1982 - Canzone di Carnevale (7" vinyl)

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TRACKLIST:

01. Canzone di Carnevale (Lato A)
02. L'acqua e la rosa (Lato B)


Questo 45 giri non credo sia stato utilizzato come colonna sonora di qualche film o sceneggiato Tv. E' però un singolo il cui lato A è inedito su LP. Era il pezzo che mi mancava per completare il lungo superpost dedicato a Eugenio Bennato. E chi me lo ha subito inviato se non lui, il mitico Frank-One, colui che tutto possiede? Inclusi i singoli che più di nicchia non si può. Grazie, amico mio, per l'aiuto da vero "completista". Dalle note di copertina si legge che il lato A è stato realizzato per il Carnevale di Venezia 1982 (Napoli a Venezia). Splendida contaminazione. Il lato B è un brano tratto da "Festa Festa" del 1981, ultimo album in studio del Musicanova. Grazie Frank-One. Alla prossima.



Post by George - Music by Frank-One

Serie "Bootleg" n. 321 - PFM in concerto - Bari, Teatro Team, 20.12.1997 plus Bonus CD: PFM racconta "Ulisse"

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Premessa by George
La mole di contributi ricevuti dai tanti amici della Stratosfera si sta facendo impressionante e francamente faccio fatica a stare dietro a tutto e a tutti, In pratica per  riuscire a postare il materiale in sospeso sarebbe necessario un impegno quotidiano che, al momento, non mi posso permettere. Sono però felice di vedere quanti amici appassionati di buona musica offrono il loro contributo o rispondono ai nostri appelli. E' sicuramente un segno di buona salute di cui gode la Stratosfera, sulla breccia oramai da molti anni. Quanti? Ho perso il contro. Capitano, aiutami tu a ricordare quando hai fondato questa meravigliosa creatura.
In sospeso ci sono un sacco di file inviati da Osel, Frank-One, Ilario, Gaetano, alifib, ai quali si è da poco aggiunto un nuovo amico in possesso di splendidi concerti live che vi presenterò a breve. In ogni caso posterò tutto quello che è in stand by, statene certi. E scusatemi se l'attesa non sarà brevissima. 
Forse con l'ingresso della mia Regione, la Valle d'Aosta, in zona rossa a partire da domani, in assenza di svaghi ricreativi/sportivi  post lavoro, mi dedicherò con maggiore impegno al costante aggiornamento  del blog. Detto questo, detto tutto. Il concerto di quest'oggi è un regalo del grande Frank-One, l'uomo che, sotto il profilo musicale, possiede tutto e anche di più. Abbiamo come ospite la PFM in un live del 1997 integrato da un bonus CD, una chicca che solo Frank-One poteva avere nei suoi archivi.
Non mi resta che passargli la palla. 

PFM - Bari, Teatro Team, 20 dicembre 1997
"Il concerto dell'arrabbiatura"
(trasmesso da Radio Italia - solo Musica Italiana)


TRACKLIST CD 1:

01. Ieri / Andare per andare
02. La carrozza di Hans
03. Maestro della voce / Sei
04. Intervista alla PFM /Mussida guitar solo
05. Out Of The Roundabout
06. Mr. Nine Till Five / Alta Loma
07. Dove...Quando / Il banchetto / Dolcissima Maria
08. E' festa


TRACKLIST CD 2:

01. Quartiere 8/ Cavallo di legno / Ulisse
02. Suonare suonare
03. Impressioni di settembre
04. La luna nuova
05. Si può fare / Presentazione della band
06. Il pescatore


FORMAZIONE:

Franco Mussida - chitarre, voce
Flavio Premoli - tastiere, voce
Patrick Djivas - basso
Franz Di Cioccio, batteria, percussioni, voce
plus
Phil Drummy -flauto, sax
Roberto Gualdi - batteria, percussioni
Stefano tavernese - chitarre, vilino, mandolino
ospite
Ricky Tognazzi - voce in "Ieri"


Recensione by Frank-One- part1

Non ho mai fatto segreto di dilettarmi spesso nel cercare tra le vecchie pubblicazioni della Stratosfera, e così ho trovato il bel post di George che menzionava due Radioshow inediti dei nostri amati (qui),  anche se il secondo in realtà fu trasmesso anche in video, al Propaganda di Milano nella trasmissione "Night Express", mini live con l’intento di celebrare il ritorno della P.F.M. e del loro album "Ulisse", lavoro con la partecipazione di Ricky Tognazzi nel brano di apertura e coi testi di Vincenzo Incenzo. Ripensando così a quella trasmissione mi sono detto:  ”Ma io ho proprio un concerto radiofonico intero di quella tournée”. E  cerca che ti ricerca ho ritrovato questa performance che pochi giorni prima di Natale del 1997 Radio Italia solo Musica Italiana trasmise dal Teatro Team di Bari. La prima osservazione è che il concerto ricalca al 100% la pubblicazione che vide la luce l’anno successivo nel doppio CD : “ www.pfmpfm.it (il best) “ che presentava brani eseguiti in due concerti diversi, al Palapartenope di Napoli il 24 e al Teatro Olimpico di Roma il 26 gennaio 1998.
Stessi brani, stessa scaletta, stessa formazione, dove ai noti Franz, Franco, Flavio e Patrick si aggiunsero: Phil Drummy al sax tenore e soprano, flauto traverso e altri strumenti caratteristici , 
Roberto Gualdi alla batteria e percussioni, Stefano Tavernese alla chitarra acustica ed elettrica, violino e mandolino. 


Ma sicuramente vi avrò incuriosito parlando di  “Concerto dell’arrabbiatura”, ed ecco il motivo. Come tutti i concerti radiofonici non c’è alcuna meraviglia nel sentire il presentatore che entra durante i brani, che commenta, ma qui addirittura fa una breve intervista a 3 dei 4 componenti. Il solo escluso è Francone Mussida che nel frattempo sta eseguendo un solo di chitarra. Ma quel che assolutamente non ricordavo è come nel bel mezzo di ogni esecuzione vi fosse una sorta di danneggiamento voluto, cosa che avveniva nelle trasmissioni radiofoniche e televisive degli anni 60 e 70, con un parlato atto ad evitare che si potessero effettuare registrazioni fraudolente a discapito delle pubblicazioni ufficiali. La frase mitica, la sentirete anche voi, ed è: “ Le registrazioni pirata tolgono ossigeno alla musica”. Nel sentire continuamente questa tiritera era tentato di lasciare perdere, ma poi una volta digitalizzato il tutto, vabbè... ecco a voi il risultato.
Tornando al concerto mi ha commosso una frase di Mussida nel ringraziare dopo il primo brano : “Grazie per averci aspettato “. Questo dopo il lungo decennale di silenzio. Per il resto, insomma….questo parlare sopra i brani….
Però parlando di P.F.M. mi viene in mente quando il loro primo 45 giri presentava "La carrozza di Hans" come lato A, e "Impressioni di Settembre" lato B: ben sappiamo come è proseguita la storia.


Bonus CD - PFM. racconta "Ulisse"


TRACKLIST:

01. Track 1
Sigla : Il cavallo di legno – presentazione : il nuovo album e aneddoti sulla registrazione – presentazione 1° brano : il singolo IL CAVALLO DI LEGNO – sigla Celebration – aneddoto della storia della PFM – UNO IN PIU’ – Saluti finali, sigla di chiusura IL CAVALLO DI LEGNO.

02. Track 2
Sigla : Il cavallo di legno – presentazione / l’idea del disco : il grande viaggio – dagli anni 70 ad Internet – ANDARE PER ANDARE – sigla celebration – aneddoto PFM story : la visita della Regina Madre – SEI – saluti finali, sigla di chiusura IL CAVALLO DI LEGNO

03. Track 3
Sigla : Il cavallo di legno – Chi è Ulisse, il viaggio, la sfida. Gli strumenti usati nel disco – ULISSE – Telefonata con Vincenzo Incenzo, le chiavi di lettura del disco – CANZONE DEL RITORNO – saluti finali, sigla di chiusura IL CAVALLO DI LEGNO

04. Track 4
Sigla : Il cavallo di legno – Telefonata con Ricky Tognazzi – Dedica a Ricky del brano successivo – IERI – sigla IMPRESSIONI DI SETTEMBRE – Aneddoti : il primo moog e i suoni del nuovo disco – IL MIO NOME E’ NESSUNO – Saluti finali

05. Track 5
Sigla : Il cavalo di legno – Presentazione dei tre brani conclusivi – LETTERA AL PADRE – commento al brano e presentazione di LIBERI DAL BENE, LIBERI DAL MALE – Saluti finali – DOMANI


E allora dopo l’arrabbiatura per il concerto di cui sopra, godiamoci questo “PFM racconta Ulisse” un CD particolare fornito alle radio dove (cito il retro) : “ In 5 puntate da 15 minuti ciascuna Franz, Patrick, Franco e Flavio ci conducono attraverso il loro nuovo album Ulisse. Dalla loro viva voce alcuni dettagli, aneddoti, curiosità, ma soprattutto la musica della PFM “. Questo CD presenta anche una ulteriore particolarità: l’immagine di copertina è la stessa foto effettuata da Guido Harari, seppur con sfumature cromatiche differenti, che sarebbe stata usata per  la copertina del già citato live "www.pfmpfm.it (il best)" pubblicato l’anno successivo. Insomma un concerto  “danneggiato”, ma anche un simpatico ed inusuale cadeau. Buon ascolto e stavolta mi sarebbero assai graditi dei vostri commenti sia sul primo che sul secondo dei lavori presentati, anche per aprire una discussione su quella forma di….censura (?) di cui vi ho parlato e che ben potete ascoltare. Ci conto .


LINK CD 1 - Live Bari 1997
LINK CD 2 - Live Bari 1997
LINK PFM racconta Ulisse

Post by George - Words & Music by Frank-One


Eugenio Bonomi - 1985 - Oro, incenso e...mitra (vinyl) plus Live 1983 (TV concert)

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TRACKLIST:

01. Senti amica - 3:55
02. La testa del drago - 3:23
03. Il palazzo di cristallo - 4:34
04. Cortigiana - 4:40
05. Sodoma - 4:04
06. Mea culpa - 4:43
07. New Festival - 2:22
08. Crisalide (scritta dai Bs 030) - 3:19
09. Bios (scritta dai Bs 030) - 3:00


MUSICISTI

Eugenio Bonomi - voce, chitarra acustica
Susy Lamperti - voce solista
Adriana Lopa - voce
Gabriella Fedeli, Claudio Maifriini - tastiere
Gabriele Colli - basso, chitarra
Alberto Buttarelli - flauto, bonghi
Eros Morandi - batteria 


Questo post pre pasquale rappresenta il mantenimento di una promessa fatta nel 2019 (lo so che ho lasciato passare troppo tempo, mea culpa) quando sulla Stratosfera venne pubblicato il 1° LP di Eugenio Bonomi, "Fiabe del Dopobomba", uscito nel 1982. Qui il link per andare a rileggere quanto scrissi a suo tempo. "Oro, incenso e...mitra", secondo e ultimo album di Eugenio Bonomi, venne pubblicato nel 1985 dall'etichetta Mantra Records in vinile e mai più ristampato. Come si vede dalla copertina il disco è accreditato anche a Susy Lamperti, vocalist e compagna di Bonomi. Gli altri musicisti sono i Bs 030, già presenti sul disco di esordio, qui in formazione rimaneggiata. Nove brani che rappresentano la ideale continuazione della prima prova, con una cura particolare per i testi, sempre graffianti (Bios) e ricchi di metafore. Il timbro vocale di Bonomi in alcuni passaggi ci riporta a un De André d'annata (Crisalide, ad esempio). Musicalmente è un album ben costruito, con i brani sostenuti da una ottima sezione ritmica, con inserti di tastiere, flauto e chitarre acustiche. Sono state ristampate molte porcherie. Mi domando perché questo disco sia rimasto confinato nell'oblio da oltre 35 anni. 

Bonus CD - Eugenio Bonomi live 1983 (TV concert)


TRACKLIST:

01. Mea culpa
02. Il museo del dopobomba (inedito)
03. Identikit
04. Cari benpensanti
05. Dolce Lella
06. Ninna Nanna
07. Santa bomba (inedito)

Bonus track
 08. Fiume Sand Creek (live 2013)


Trovare immagini di Eugenio Bonomi non è cosa facile. Quelle che vi propongo sono tratte da un concerto televisivo trasmesso dall'emittente TELETUTTO nel 1983. L'ho trovati sul tubo e prima che scompaia (a volte succede) ho pensato bene di salvarlo sulla Stratosfera. Bonomi, accompagnato come sempre dalla sua fedele compagna Susy Lamperti (bella e brava) propone sette brani tratti essenzialmente da "Fiabe del Dopobomba" con l'eccezione di "Mea culpa" (che apparirà nel 1985 su "Oro, incenso e...mitra") e due inediti, Il museo del dopobomba e Santa bomba che, nonostante i titoli, non ritrovo sul disco di esordio.



Dopo quasi 30 anni di silenzio musicale ritroviamo Eugenio Bonomi, accompagnato dalla Faberlive Band, ospite di un concerto tributo al grande Fabrizio De André. Era il 29 gennaio 2013 e Eugenio Bonomi, nel Teatro Colonna di Brescia, ripropose "Fiume Sand Creek". Nel video, caricato su Youtube, sono inseriti alcuni spezzoni di "Soldato Blu", il film capolavoro che racconta l'inutile e gratuito massaggio degli abitanti di un villaggio indiano ad opera delle giubbe blu americane. Al fianco di Bonomi ancora e sempre Susy Lamperti. Una bella interpretazione, ricca di emozione.



Siamo giunti al termine. Tutto il team della Stratosfera, oltre a ringraziare gli amici navigatori che ci seguono con costanza e fedeltà da innumerevoli anni (e che sovente ci regalano dei meravigliosi contributi), porge i migliori auguri di

BUONA PASQUA


PS - scusate, una domanda che mi pongo da tempo: ma sono tutti maschietti coloro che ci seguono o c'è anche qualche rappresentante del gentil sesso? Sarebbe bello saperlo. 

LINK Oro, incenso e...mitra
LINK Live 1983

Post by George

Musicanova - 1981 - Festa Festa

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TRACKLIST:

01. Vento del Sud - 4'10"
02. Canzone della fortuna - 4'18"
03. Ex Voto - 4'08"
04. Canzone per Iuzzella - 3'04"
05. Te saluto Milano - 3'31"
06. L'acqua e la rosa - 4'33"
07. M'è venuta 'va voglia - 4'35"
08. A la festa - 5'54"
09. Nannaré - 2'42"


FORMAZIONE

Carlo D'Angiò - voce
Maria Luce Cangiano - voce
Eugenio Bennato - voce, chitarra, mandoloncello
Mauro Di Domenico - chitarra, mandoloncello
Alessandro Centofanti - tastiera
Ernesto Vitolo - pianoforte
Claudio Bazzari - chitarra elettrica
Tony Cercola - percussioni
Sabatino Romano - batteria
Riccardo Romei - basso, contrabbasso
Ellade Bandini - batteria
Tony Esposito - percussioni
Alfio Antico - tamburello
Pippo Cerciello - viola, violino
Gianni Perilli - fiati


E' un post di passaggio, destinato a quella lunga schiera di dannati completisti come me, anche se credo di essere in buona compagnia. Volevo completare l'opera omnia dei Musicanova, gruppo da sempre nelle mie corde. Dopo aver postato i primi album, le colonne sonore, un concerto live e un singolo inedito, all'appello mancava solo "Festa Festa". Si tratta dell'ultimo disco ufficiale registrato dal gruppo partenopeo, pubblicato dalla Fonit Cetra nel 1981 e ristampato in un paio di occasione. La versione CD risale al 1989. Abbiano già ampiamente tracciato su queste pagine la biografia del gruppo. L'avventura dei Musicanova e della premiata ditta Bennato-D'Angiò, iniziata nel 1976 con "Garofano d'ammore" si conclude qui, con quest'altro splendido lavoro anche se, giudizio assolutamente personale, un gradino al di sotto del capolavoro "Brigante se more" del 1980. La maestria dei musicisti, alcuni dei quali di comprovata esperienza e ben noti ai nostri lettori e ascoltatori (Alessandro Centofanti alle tastiere, Ernesto Vitolo al piano, Tony Cercola e Tony Esposito alle percussioni, Ellade Bandini alla batteria, giusto per citarne alcuni), la bellezza dei canti e  dei momenti corali, le armonie mediterranee che profumano di mare, ci lasciano in bocca sia la dolcezza, al termine dell'ascolto,  sia l'amaro, consapevoli che i Musicanova (questi Musicanova al netto di qualche sporadica reunion) giunti al capolinea, non ci delizieranno più con le loro melodie. 


Gustiamoci allora il disco che all'interno delle nove tracce offre momenti di assoluta bellezza, dalla iniziale "Vento del Sud" ad nuova versione di "Canzone per Iuzzella" (meno dolce e delicata di quella presente su "Brigante se more"), dalla ironica "Te saluto Milano", alla dolcissima "Nannaré", cantata su un tappeto di chitarre acustiche, posta a chiusura dell'album. Mi fermo qui per dare spazio alla musica. Vi lascio con il consueto Buon ascolto.



Post by George


Serie "Bootleg" n. 322 - Tullio De Piscopo & Friends: Picnic Suite Live - Teatro Carlo Felice, Genova, 9 gennaio 1995 (soundboard)

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 FIRST TIME ON THE WEB


TRACKLIST:

01. Intro: drum solo by Tullio De Piscopo - 10:44
02. Flute intro - Rococo - 5:51
03. Madrigal - 4:05
04. Guitar solo - Fantastique - 8:40
05. Gaylancholic - 6:07
06. Bass solo - Canon - 8:58
07. Piano solo - Tendre - 10:06
08. Drum solo - Badine - 8:11


MUSICISTI

Tullio De Piscopo - batteria, percussioni
Massimiliano Damerini - pianoforte
Roberto Fabbriciani - flauto
Massimo Moriconi - contrabbasso
Massimo Scattolin - chitarra


Con questo post diamo il benvenuto ad una new entry nella grande famiglia dei collaboratori della Stratosfera. Il suo nickname è ALFA BERLINA, un nome che lascia pochi dubbi sulla sua passione per i VDGG. (piace molto anche a me l'omonimo brano tratto da "Do Not Disturb"). Il nostro amico possiede una bella quantità di registrazioni live di alta qualità, sia di gruppi e musicisti italiani che di band straniere e per uno storico "bootlegaro de fero" come il sottoscritto è tutta manna che piove dal cielo. Il primo contributo è questo raro concerto registrato al Teatro Carlo Felice di Genova il 9 gennaio 1995, con un soundboard degno di un live ufficiale. Sul web no ho trovato tracce. Si tratta della versione live di "Picnic Suite" che fa riferimento all'omonimo album. "Picnici Suite" venne pubblicato in CD dall'etichetta Rivo Alto nel 1992 e fu attribuito a ben sei musicisti: Claude Bolling, Tullio De Piscopo, Roberto Fabbriciani, Massimo Scattolin, Massimiliano Damerini e Massimo Moriconi. La "Picnic Suite" ha una lunga storia alle spalle; Claude Bolling registrò la prima versione nel 1980 in compagnia di Jean-Pierre Rampal, flautista classico e di Alexandre Lagoya, chitarrista virtuoso,  anch'egli proveniente dalla scuola classica. In quanto a Claude Bolling, purtroppo scomparso il 20 dicembre dello scorso anno, è stato tra i più importanti compositori e pianisti jazz francesi (saltuariamente anche attore). 

la copertina dell'album del 1992

Il concerto ripropone l'intera suite che - non vorrei sbagliarmi- è stata presentata pochissime volte dal vivo dal quintetto che la registrò in studio. Bolling non era presente. Il concerto si apre con un lungo intro di batteria - più di 10 minuti - ad opera di un Tullio De Piscopo che non finisce mai di stupirci per i suoi tecnicisti. Un grande virtuoso dello strumento e sicuramente uno tra i più completi ed eclettici batteristi in attività sulla scena musicale italiana e internazionale. Permettetemi un po' di sano campanilismo. Ognuna delle 7 tracce è preceduto da un assolo: flauto, pianoforte, basso, chitarra e ancora batteria nel finale. Le ritroviamo sull'album nello stesso ordine. Jazz, classica, echi di progressive si susseguono senza tregua in una affascinante cavalcata lunga oltre un'ora.  Il concerto offre ampi richiami ai grandi del jazz-rock, leggasi Weather Report (la parte introduttiva di Canon) e addirittura dei Jethro Tull (Fantastique, anche se il flauto di Ian Anderson ha un timbro ben diverso). 
E adesso due parole sugli altri protagonista della serata genovese. Massimiliano Damerini, pianista e compositore, è uno dei massimi esponenti di musica contemporanea. Ha un repertorio molto ampio che va dalla musica del settecento fino alle avanguardie dell'ultimo Novecento. La critica italiana gli ha conferito uno dei massimi riconoscimenti che si possano tributare a uno strumentista: il Premio Abbiati per il 1992 come concertista dell'anno (fonte Wikipedia).


Roberto Fabbriciani, allievo del celebre flautista Severino Gazzelloni, agli inizi degli anni settanta entra in contatto con alcuni dei più importanti compositori dell'avanguardia musicale internazionale, tra cui Bruno Maderna, Luigi Nono, Salvatore Sciarrino e Brian Ferneyhough. Tra le collaborazioni più significative ricordiamo quelle con illustri compositori quali Camillo Togni - con il quale studia composizione - Luciano Berio, Pierre Boulez, Sylvano Bussotti, John Cage, Elliott Carter, Luigi Dallapiccola, Luis de Pablo, Franco Donatoni e molti altri. In veste di solista ha suonato con grandi direttori d'orchestra, tra cui Claudio Abbado, Luciano Berio, Riccardo Chailly, Peter Eötvös, Riccardo Muti, Giuseppe Sinopoli e con le orchestre del Teatro alla Scala di Milano, dell'Accademia Nazionale di Santa Cecilia, della RAI e con la London Sinfonietta. Un carnet di tutto rispetto. 
Piccola curiosità: è il solo musicista a suonare il flauto iperbasso, lo strumento più grande e dal registro più basso della famiglia dei flauti. "Suona in do, quattro ottave sotto il flauto traverso. Il tubo dello strumento è lungo oltre 15 metri e la nota più grave che raggiunge è il do un'ottava sotto il do più basso del pianoforte, quindi attorno ai 16 Hz, considerato generalmente limite inferiore della percezione dell'orecchio umano. L'unico esemplare di flauto iperbasso è un prototipo realizzato per Fabbriciani da Francesco Romei, un artigiano fiorentino. Nel 2005 Fabbriciani ha registrato un CD di musica per flauto iperbasso, intitolato "Glaciers in Extinction" (fonte Wikipedia)


Massimo Moriconi nei primi anni '70 inizia le prime collaborazioni con pionieri del jazz italiano come Marcello Rosa, Armando Trovajoli, Nicola Arigliano, Lelio Luttazzi. La sua carriera continua in costante crescita fino a vantare collaborazioni prestigiose con nomi del calibro di Sestetto Oscar Valdambrini/Piana, Saxes Machine, Trio Enrico Pieranunzi, Franco D'Andrea, Tullio de Piscopo, Gianni Basso, Paolo Fresu, Enrico Rava, Maurizio Giammarco Quartet e decine di altri ancora. Dal 1980 al 1989 è stato il bassista dell'orchestra dei ritmi leggeri della RAI di Roma, avendo l'opportunità di suonare con autentici miti come Jerry Lewis, Mireille Mathieu e Liza Minnelli. Ha inciso colonne sonore per film con compositori e direttori di fama mondiale come Ennio Morricone, Armando Trovajoli, Luis Bacalov, Riz Ortolani, Nicola Piovani, Piero Piccioni. Come sideman in sala di registrazione ha suonato in oltre 350 dischi: suo è il basso in numerosi album di Mina, Fabio Concato, 
Danilo Rea, Stefano Rosso, Antonella Ruiggiero e Renato Sellani. Nel 1995 ha vinto il referendum nazionale di Guitar Club come miglior contrabbassista e come miglior bassista di sala di registrazione. Nel '96 vince il referendum della rivista "Chitarre" come miglior bassista jazz-fusion (fonte Wikipdia).


Last but not least, Massimo Scattoln inizia lo studio della chitarra con il Maestro Giorgio Baratella, perfezionandosi in seguito con Alirio Díaz. Dopo aver iniziato giovanissimo la sua attività concertistica come solista, si è dedicato alla musica da camera, per specializzarsi poi nell'esecuzione dei principali concerti per chitarra e orchestra, meritandosi la dedica di opere di grandi compositori quali Violet Archer e Astor Piazzolla. Si è così imposto brillantemente al pubblico in Europa e negli Stati Uniti, unanimemente definito dalla critica uno dei migliori esecutori della chitarra (fonte Wikipedia)


Insomma, che dire? Un ensemble di  musicisti di élite per la presentazione live di una suite che resta una perla nel panorama musicale italiano, da gustare dalla prima all'ultima nota. E la troviamo per la prima volta sul web. Ultima annotazione: il concerto mi è stato inviato su unico file in estensione wav. Ho proceduto alla compressione in mp3 (sarebbe stato troppo pesante per l'upload) e alla suddivisione della varie tracce utilizzando Audacity. E qui mi fermo. Ancora un grazie al nuovo amico Alfa Berlina per questo regalo e per quelli che ha in serbo per noi nell'immediato futuro. A tutti voi buon ascolto.



Post by George - Music by Alfa Berlina


Serie "Just One Record" vol. 10 - LA N.A.V.E. - 2000 - Le quattro stagioni

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TRACKLIST:

1. Primavera (21:56)
2. Estate (4:41)
3. Autunno (7:18)
4. Inverno (8:13)


FORMAZIONE:

Sergio Muzi - chitarre, voce e percussioni
Enzo Muzi - tastiere, piano, trombone
Dario Di Censi  -batteria, percussioni
Giorgio Brugnone - basso, mixer


Unica prova discografica per questo gruppo romano, regalo del nostro amico Gaetano Simarco. Ecco il suo commento:
"La N.A.V.E. (Nuovo Avanguardia Voci Etniche) ha pubblicato nel 2000 (Mellow Records), questo concept album ispirato alla successione delle quattro stagioni dell’anno, che è composto da quattro brani, ognuno dei quali rappresenta una stagione dell'anno. La musica è fortemente radicata nella scena prog italiana degli anni '70. L'album è introdotto dalla suite di 22 minuti ( "Primavera"), un piccolo tesoro prog  con organo in evidenza e passaggi di chitarra che iniziano lentamente una serie di note intrecciate, e l'utilizzo del trombone e il piano che disegna un quadro malinconico. Il secondo brano (Estate), la traccia più breve, ne segue le stesse coordinate, con l'utilizzo della chitarra acustica e dei sintetizzatori. In Autunnoè sempre l'organo a tirare le fila con l'utilizzo anche dei sintetizzatori e con assoli di chitarra più decisi. Inverno chiude l'album, suddiviso in due parti, ed è un brano più vivace che culmina con una sveglia che suona".
 
La mente vuota (introduzione)
    1. Primavera: 21:59
        La macchina del tempo
        Dopo la pioggia
        Luna nuova
   La pressione aumenta:
       2. Estate: 3:41
    Un tintinnio vorticoso (strumentale):
        3. Autunno: 7:16
    Honorem al tempo:
        4. Inverno


In linea con quanto scritto da Gaetano è questo stralcio di recensione pubblicato sul blog "Arlequins.it": "Le sonorità delle tastiere specialmente ci riportano direttamente ad un underground perduto; di recente abbiamo ascoltato qualcosa di simile coi Men Of Lake, anche se le sonorità de La NAVE sono meno spigolose, più melodiche, ma anche più ossessive, e le atmosfere più teatrali. Non scorderei tra i riferimenti Banco o Balletto, o anche i Nuova Era, pur senza il dispiego di tastiere di questi gruppi".
Non resta che passare all'ascolto, con la benevolenza di Antonio Vivaldi che sta osservando, non senza perplessità, il suo omonimo capolavoro ripreso nientemeno che da un gruppo rock. 
Buon ascolto


LINK

Post by George - Words & Music by Gaetano Simatco

Radio City: The First Two Album: Correndo verso la libertà (1986, vinyl) & Sobborghi (1988, vinyl)

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TRACKLIST:

01. Terre bruciate
02. Cile
03. Navi dall'Ovest
04. Running Toward The Freedom
05. The Remedy Is Effective
06. We All Have Fear
07. Take The Gun
08. Not All Can Bear This


FORMAZIONE

Andrea De Luca - voce, chitarra ritmica, armonica
Enrico De Luca -basso
Luca Grandi -chitarra solista
Fabrizio Casadei - batteria

Radio City in concerto nel 2003

Qualche tempo fa un nostro amico navigatore aveva richiesto sui commenti gli album dei Radio City, piuttosto difficili da reperire, anche perché stampati in solo vinile nel corso della metà degli anni '80. Ed ecco che quel diavolo di Frank-One ha estratto dai suoi sconfinati archivi nientemeno che i primi due album di questa band bolognese, rippandoli direttamente dai vinili. Oh gioia, finalmente riusciamo ad ascoltarli. Ho fatto qualche ricerca sul web per riportare la loro biografia. L'unico sito che ho trovato è "Tiscali" dal quale ho attinto queste informazioni (e le foto, ad eccezione delle copertine, sempre inviate da Frank-One) Ecco quello che ho trovato:
"I Radio City eseguono i primo concerti dal vivo all'inizio degli anni Ottanta. Il nucleo originario della band è quello che ho riportato qui sopra (non credo che vi siano state variazioni nella line up). Il primo disco "Correndo verso la libertà" esce nel 1986 (Tiscali indica il 1985) per l'etichetta indipendente Sub Cave Records. Viene recensito da riviste musicali di tutto rispetto quali Mucchio Selvaggio, Rockerilla, Ultimo Buscadero, Urlo, Tuttifrutti e dal quotidiano Repubblica. Il disco entra nella playlist dei 10 migliori album europei e nel mese di agosto dello stesso anno raggiunge il 1° posto nella classifica delle indipendenti italiane".


Il disco si distingue per la sua aggressività. Rock? Punk? Sicuramente un pugno nello stomaco che scuote il panorama musicale nazionale. Brani brevi, tiratissimi (fa eccezione la traccia posta in chiusura), le chitarre lancinanti su un tappeto ritmico potente, che ti lascia senza fiato. Otto tracce delle quali la maggior parte cantate in inglese. "Take the Gun" ci riporta direttamente ai Clash, mentre "Cile" su apre sulle note de "Il condor pasa" per poi esplodere con le chitarre impazzite di Andrea De Luca e Luca Grandi. Gran bell'esordio, nulla da dire.
"Sempre nel 1986 il gruppo apre i concerti di Green On Red, Wall of Voodoo e Billy Bragg. Nel 1987 partecipano alla Biennale Giovani di Salonicco come gruppo rappresentante la musica italiana rock all'estero. E nel 1988 esce il loro secondo album "Sobborghi".

Radio City - 1988 - Sobborghi


TRACKLIST:

01. Sulla strada
02. Freddi anni di gloria
03. Il re della città
04. 4 rose rosse per Joe l'Americano
05. Il canto delle cicale
06. Topi di fogna (tra le luci di Bologna)
07. A 12 anni
08. Città in espansione
09. Ladro e assassino
10. Sobborghi


FORMAZIONE

Andrea De Luca - voce, chitarra ritmica, armonica
Enrico De Luca -basso
Luca Grandi -chitarra solista
Federico Poggipollini - chitarra solista
Fabrizio Casadei - batteria


Il secondo album, a distanza di due anni dall'esordio, viene pubblicato dalla sotto etichetta della EMI, Ala Bianca - River Nile. Stessa sorte di "Correndo verso la libertà: pubblicato in solo vinile e mai più ristampato. Il disco è una vera sorpresa: lasciatosi alle spalle il rock duro e arrabbiato i Radio City registrano un vero gioiello, in perfetto stile Paisley Underground, quel genere che si rifaceva ai classici suoni psichedelici, sviluppatosi a Los Angeles nella prima metà degli anni Ottanta e che vedeva tra i suoi alfieri gruppi quali Dream Syndicate, Rain Parade, Long Ryders, Green On Red, giusto per citarne alcuni. Le 10 tacce sono tutte cantate in italiano, con  testi graffianti. Il sound che ne esce è un mix di suoni acustici ed elettrici, con begli assoli di chitarra e inserti di armonica e di sax. Un disco molto "americano", un album maturo e di grande bellezza. 


 Proseguendo con la biografia della band, sempre tratta da "Tiscali", si legge che anche questo secondo disco viene recensito dalle solite riviste musicali italiane (Mucchio Selvaggio, Rockerilla, Ultimo Buscadero, Targato Italia, Mongolfiera, Blu, Velvet) oltre alla pagina di Repubblica. "Il disco resta sette mesi nella playlist dei migliori 10 album italiani; entra a far parte della formazione Federico Poggipollini alla chitarra solista, già con i Litfiba e oggi(?) con Ligabue." 
Al di là di questi due primi album la storia dei Radio City prosegue negli anni a seguire. Riporto in sintesi quanto pubblicato da Tiscali. "Nel 1990 sono al primo posto, come miglior gruppo live, al City Square di Milano e al concorso J&B Talentscout indetto da Radio 105 Network in collaborazione con la casa discografica CGD. Nello stesso anno subentrano nuovi elementi: alla batteria Marco Gualandra (ex Windopen), alla chitarra solista Alessandro Daltri e ai fiati, tastiere e cori Alberto Pietropoli. La band resta in attesa di un contratto che però sfuma". 


"Nel 1994 il gruppo pubblica un CD singolo dal titolo "Guerra al treno" con lo pseudonimo di Quinta Strada, prodotto da Guido Felicani per l'etichetta Nuove Ali / Giungla Srl. Il disco è destinato alle radio e la canzone, prima classificata a Milano (?), viene premiata da una giuria composta tra gli altri da Enrico Ruggeri e Raf. Nel 1995 vantano collaborazioni artistiche con l'arrangiatore Luca Orioli (Gaznevada, Righeira, Stadio)  e con Massimo Bubola, Partecipano alle trasmissioni televisive Roxy Bar e Help sempre con lo pseudonimo Quinta Strada". Il 1998 consacra l'uscita del terzo disco "Nevica in Nebraska", autoprodotto e praticamente introvabile. Nemmeno Frank-One è riuscito nell'impresa. Tutto detto. Nel disco appaiono Gaetano Pellino alla chitarra e Massimo Bertusi alla batteria". 

La copertina di "Nevica in Nebraska"

Ultimi scampoli: "nel 2000 esce il demo "Radio City" con Saverio Pasotti dei Windopen alle chitarre. Dal 2000 al 2003 il gruppo è impegnato in numerosi concerti live e nel 2003 viene annunciato (ma non sappiamo se è stato pubblicato - ndr) un nuovo CD dal titolo "Neuropa". E qui termina la biografia dei Radio City: dal 2003 in poi le tracce si perdono. Restano però questi due grandi LP che, grazie all'ennesimo regalo di Frank-One, possiamo condividere con tutti gli amici della Stratosfera. 
Buon ascolto.


LINK - Correndo verso la libertà (1986)
LINK - Sobborghi (1988)

Post by George - Music by Frank-One

Omaggio a Milva (1939-2021 - R.I.P.) - Non conosco nessun Patrizio (dieci canzoni di Franco Battiato) - 2010

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TRACKLIST:

01. Una storia inventata (Battiato - Pio) – 4:12
02. Non conosco nessun Patrizio (Battiato - Sgalambro) – 3:21
03. Le aquile (Battiato - Pio) – 3:27
04. I giorni della monotonia (Battiato - Sgalambro) – 3:14
05. I processi del pensiero (Battiato - Camisasca) – 3:15
06. Il ballo del potere (Battiato - Sgalambro) – 3:46
07. Io chi sono? (Battiato - Sgalambro) – 3:38
08. Bist du bei mir (Battiato - Sgalambro) – 3:44
09. Segnali di vita (Battiato - Pio) – 3:11
10. Risveglio di primavera (Battiato - Pio) – 3:31


MUSICISTI:

Milva - voce
Davide Ferrario - chitarra
Carlo Guaitoli - tastiera, pianoforte
Demetrio Comuzzi - viola
Luca Simoncini - violoncello
Alessandro Simoncini - violino
Luigi Mazza - violoncello

    BREVE PREMESSA
Non volevo lasciare trascorre troppo tempo dalla sua scomparsa per rendere omaggio a questo colosso della musica italiana. Pertanto troverete sul nostro blog, in via del tutto eccezionale, due post nello stesso giorno. Nulla di male, si tratta di proposte musicali che stanno agli antipodi e che vi daranno la possibilità di gustarle entrambe nei prossimi giorni. Ed ora veniamo al nostro disco-ricordo, ovvero il terzo capitolo frutto della collaborazione tra Milva e Franco Battiato. Un disco di notevole spessore, racchiuso in una copertina intrigante e un po' trasgressiva  dove emerge anche la bellezza della cantante. 

 
 E così la grande Milva, "La Rossa" per antonomasia, se ne è andata pochi giorni fa, il 23 aprile, all'età di 81 anni, portando con sé oltre 60 anni di storia della musica italiana. Milva nel corso della sua lunga carriera artistica ha messo a nudo le sue due anime: quella di artista cosiddetta "leggera", fatta di canzoni melodiche e di presenza sanremesi e quella di artista impegnata, alle prese con i canti della libertà o con le interpretazioni di grandi autori quali Edith Piaf e Bertolt Brecht. Proprio nel 1981 nasce il sodalizi con Franco Battiato che sfocerà nella realizzazione dell'album "Milva e dintorni" (1982), il primo episodio della trilogia legata al Maestro. Sulla Stratosfera troverete tutti gli album di Milva/Battiato, anche nelle versioni in altre lingue, pubblicati sui mercati stranieri. 


All'appello mancava solo "Non conosco nessun Patrizio", pubblicato nel 2010 e contenente 10 brani frutto della penna di Battiato con Giusto Pio e con il filosofo Manlio Sgalambro. Le cover, per la precisione sono 9, mentre il brano che dà il titolo all'album è un inedito. Wikipedia ci ricorda che con questo album Milva annunciò il suo addio alle scene, almeno per quanto riguardava le esibizioni dal vivo, dopo mezzo secolo di palcoscenici vissuto in tutto il mondo. Con la sua scomparsa "Non conosco nessun Patrizio" risulta essere il suo ultimo lavoro pubblicato in vita. 
La grande voce di Milva, calda e coinvolgente, ci accompagna in questo ultimo lavoro discografico. Se volete leggere una recensione vi romando a questo blog (qui)
Non voglio aggiungere altro. Ciao Rossa. Ci mancherai. 



Post by George

Beppe Chierici - 2008 – Suppliche e celebrazioni (CD)

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TRACKLIST:

 

1 Giustizia, invoco te!

2 Don Giovanni

3 La marcia nuziale

4 L'ochetta di Betta

5 Messa per l'impiccato

6 La margherita

7 Morir per un'idea

8 Saturno

9 Il relitto

10 Modesto

11 La rosa, la bottiglia e la stretta di mano

12 Amici miei

13 Supplica per essere sepolto sulla spiaggia di Sète

14 Passerina song (Bonus Track)

15 Piselino song (Bonus Track)

  

FORMAZIONE: 

 

Ettore De Carolis, Simone Lattanzi, Salvatore Di Stefano e “Gli armonici distratti”- strumenti non indicati


Ettore De Carolis - Arrangiamenti tr.1-2-5-6-8-9-10-11-12-14-15

Simone Lattanzi- Arrangiamenti altre tracce

  

In due precedenti occasioni (QUI e QUA) abbiamo riscoperto insieme a voi, cari amici stratosferici, i primi due “capitoli” di quell’immane ed encomiabile opera e di traduzione in italiano delle canzoni di Georges Brassens, fatica di Sisifo portata avanti da più di cinquant’anni da Beppe Chierici, singolare figura di attore e cantautore di cui abbiamo in precedenza ricostruito la storia.

Ci piace riprendere la pubblicazione del lavoro di questo autore/traduttore proprio in questo 2021 che segna il quarantennale della morte del grande maestro francese, senza il quale non avremmo avuto Fabrizio De André e un bel pezzo della nostra migliore canzone d’autore. E ci piace pubblicare questo nostro modesto contributo proprio il 28 aprile, il giorno in cui il grande vecchio Beppe Chierici compie 84 anni (portati alla grande): che sia per lui un piccolo regalo, speriamo gradito.

 



Per molti anni quei primi due lavori cui alludevamo (“Beppe come Brassens” e “Storie di gente per male”) erano rimasti lì, soli soletti, perduti nella lontananza degli anni Settanta, mai ristampati o convertiti in digitale, e per lungo tempo, quindi, patrimonio di pochi carbonari, almeno fino a quando la Rete li ha a poco a poco rimessi a disposizione di tutti.

Come già vi raccontammo, infatti, Beppe Chierici negli anni ’80 si trasferisce in Francia dove costruisce una brillante carriera di attore teatrale e cinematografico, abbandonando momentaneamente la sua dimensione musicale.


Sarà solo nel 2008 che, ripescando vecchie cose edite ed inedite e incidendo ulteriori nuove tracce, il buon Beppe darà alle stampe il terzo lavoro della serie dedicata alla traduzione italiana delle canzoni di Brassens. “Suppliche e celebrazioni” esce in CD prodotto dal basso per una piccola etichetta quale “Il Maggiolone”. L’album ha una distribuzione assai limitata e ben presto, nonostante il valore, se ne perdono le tracce. Poco o nulla compare sul Tubo. Discogs lo cita, ma non è mai stato messo in vendita.

Viste tali premesse, capirete che si tratta di un disco davvero raro, che ci pregiamo oggi di divulgare urbis et orbis con il benevolo consenso dell’autore, che poi nel corso degli anni ha continuato nella sua dolce fatica sulle canzoni dell’amico francese (magari avremo occasione di tornarci, se volete). Sappiate che a tutt’oggi l’ineffabile Beppe continua a tradurre, a cantare e a incidere Brassens (a breve completerà con le ultime 25 canzoni l’incisione in italiano della sua opera omnia) e, fatto ancora più straordinario, a portare in scena le canzoni e le storie del maestro francese, con vitalità davvero stupefacente (QUO abbiamo entusiasticamente recensito un suo spettacolo di un paio di anni fa).


Lo locandina dello spettacolo andato in scena nel 2019 all'Arciliuto
 di Roma

 

Ma torniamo a queste “Suppliche e lamentazioni”. Ancora una volta Beppe Chierici ci prende per mano e ci porta a far visita al mondo, così libero, così umano, così tenero e così divertente dell’autore del “Gorille” e di tante memorabili canzoni. Il disco inizia, non a caso, forse, con tre pezzi che con un sottile gioco del rovescio prendono spunto da inni e rituali religiosi. Parliamo della vibrante “Giustizia, invoco te!”, dell’esaltante “Don Giovanni”  e di quella commossa “Marcia nuziale” che non sarà certo del tutto nuova alle orecchie dei nostri amici.

Volendo potremmo inoltrarci nel gioco dei confronti con le versioni, più note, di altri autori, come per esempio“Morire per delle idee” e, appunto, “Marcia nuziale” di De André (quest’ultimo pezzo ha conosciuto anche la versione di Gino Paoli), senza dimenticare le letture in milanese e in italiano di Nanni Svampa. Ognuno poi si scelga l'adattamento che preferisce (che poi, per motivi psicologici/emotivi, è spesso il primo che si capita di ascoltare, fateci caso).


Un scatto di Beppe Chierici in scena

Particolarmente bella ci sembra “Supplica per essere sepolto nella spiaggia di Sète”, una canzone-testamento giocata sui toni della memoria, in cui il riposo della morte è visto con confortante leggerezza, come una lunga vacanza.


Da qualche parte (per esempio Antonello Lotronto nel suo saggio "Georges Brassens attraverso le sue canzoni", Ripostes, 1985) si è rimproverato a Chierici di essere fin troppo fedele al suo mentore, ricalcandone lessico, metrica e rime in una traduzione fin troppo fedele. Non intendiamo qua addentrarci in tale questione, ma ci sembra che il lavoro che Chierici fa su “La cane de Jeanne” possa valere, almeno in parte, a smentire tale affermazione:


TRADUZIONE LETTERALE:

L’anatra di Jeanne/ È morta attendendo l'anno nuovo... 

L'aveva deposto, la vigilia./ Meraviglia! Un uovo.   

 

VERSIONE DI BEPPE CHIERICI ("L'ochetta di Betta")

L’ochetta di Betta/ morì tre giorni fa/ dopo aver fatto un uovo/ e detto “Qua qua!"             

 

 

Da segnalare che in questo CD Chierici inserisce anche alcune canzoni nella versione già presente in “Storie per bene e per male” (“La rosa la bottiglia, la stretta di mano” e “Amici miei”), per poi ripescare anche “Il relitto”, tratto dal suo 45 giri del 1970 e rimpolpare il tutto con due sue composizioni gemelle, per così dire, “Passerina song” e “Pisellino song” due canzoni-catalogo che ben si inseriscono nel filone più bonariamente provocatorio di Brassens.


Un intenso primo piano di qualche anno fa

Il filo comune che lega la scelta di questi brani dall'immenso canzoniere del maestro francese, è ben spiegato dallo stesso Chierici all'interno del booklet:



Infine, una annotazione: la maggior parte dei brani sono arrangiati e suonati da Ettore De Carolis (lo ricorderete sicuramente nei Chetro & Co.), storico sodale di Beppe Chierici anche nei precedenti lavori. Anche se il libretto (che vi mettiamo in link, per le sue note e i testi) non lo specifica, si tratta di tracce realizzate diversi anni prima, alcune delle quali (i due pezzi inediti, per esempio), risalgono a fine anni ’70. Gli altri brani sono invece incisioni ad hoc curate da Simone Lattanzi, che vi suona il clarinetto e si occupa anche della registrazione e del missaggio. Simone è purtroppo scomparso prematuramente nel dicembre del 2019 ed era il fonico del gruppo in cui chi scrive, scusate la nota personale, cantava negli anni ’90 e 2000. Abbiamo passato insieme tante epiche serate difficili da raccontare, con lui ci siamo divertiti e incavolati come con pochi altri. Era una brava persona. Gli volevamo bene. 



A Simone, permettetemi, è dedicato questo post.


 

LINK DISCO


LINK BOOKLET 

 



Serie "Etnic Italy" vol. 8 - Novalia - 1997 - Canti & Briganti

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TRACKLIST:

01. Stella splendens - 5:45
02. La banda viola - 4:45
03. Ebla - 4:26
04. Sposa - 5:30
05. Zighela - 5:01
06. L'albero e la memoria - 6:14
07. Kairouan - 5:41
08. Entu - 4:58
09. Canti & Briganti - 5:07
10. Do' Lu Munnu Se Regira (Novalia & Kahwa) - 5:39

Bonus track
11. Omaggio a Tarkovskij (dal CD Sonora - The Compact 2/91 - allegato alla rivista)


FORMAZIONE

Raffaello Simeoni
Stefano Saletti
Giovanni Lo Cascio
Michele Frontino
Alessandro Strinati
Fabiana Manuelli

con

Alexander Balanescu (special guest su Kairouan)
Kahwa (Do' lu munnu se regira)
Antonello Ricci
Valeria Bartoli
Carmine Pagano


"Canti & Briganti", regalo del nostro amici e collaboratore Gaetano Simarco, è la quinta prova discografica della band in ordine cronologico, che segue l'EP "Corteo" del 1987, il live "L'Australiano" (Materiali Sonori, 1988), "Sabir" (primo intero album di studio pubblicato anch'esso dalla Materiali Sonori nel 1990) e "Griot", mini CD con 4 brani pubblicato nel 1996. Per riascoltare "Sabir" e leggere la recensione vi rimando all'ottimo post realizzato dall'amico Andrea Altrocanto nel 2018 che ritroverete qui. Il disco brilla ancora una volta nel panorama folk etnico, o meglio ancora della world music, per la capacità di coniugare sperimentazione a suoni della tradizione  mediterranea sulla scia di quell'altro capolavoro, il già citato "Sabir" (che privilegio per capacità espressiva e fusione dei suoni). Sottolineo due tracce, "Stella splendens" tratta da "Llibre Vermell", canto di pellegrinaggio al Monte Serrato del XIV secolo e "Zighela", ovvero cicala, liberamente tratta da una canzone di lavoro dei contadini emiliani. la bonus track è tratta dal CD allegato alla rivista "Sonora" 2/91 ed è un brano assolutamente atipico, totalmente elettronico, figlio dei Tangerine Dream della prima ora. 


I Novalia hanno un loro sito che contiene l'intera discografia, incluse le recensione degli album pubblicate su numerose riviste musicali italiane e internazionali (qui). Non solo, vengono riportate anche le partecipazioni alle compilation, dove spesso sono presenti brani inediti (come la bonus track in coda all'album). Tra le numerose recensioni ne ho scelte tre, che vi propongo qui di seguito. Naturalmente ho indicato la testata e l'estensore dell'articolo, laddove presente. 


RUMORE (Vittore Baroni)

Non è solo la presenza di ospiti d'eccezione come il violinista Alexander Balanescu o il gruppo egiziano Kahwa a fare di Canti & Briganti (Ludos/CNI) dei Novalia una delle migliori opere di gusto world music apparse in Italia negli ultimi anni. Col tempo si è fatta più decisa e smaliziata la scrittura di questa veterana formazione sia nei testi cantati in dialetti dell'Alto Lazio e dedicati a storie di vecchi e nuovi "briganti", poeti omosessuali, contadini sfruttati e ribelli sognatori, sia negli arrangiamenti di ampio respiro di Stefano Saletti che, impreziositi dai numerosi strumenti etnici, spaziano da struggenti melodie mediterranee senza tempo ai ritmi quasi jungle che si muovono sotto La Banda Viola. Menzione particolare per la misurata sensibilità delle interpretazioni vocali di Raffaello Simeoni, che pare aver lasciato definitivamente alle spalle ogni tentazione a facili gigionismi.

REPUBBLICA-MUSICA  (Francesco Mirenzi)

Rispetto al precedente Griot, del quale viene riproposta "Ebla", che brilla per il sapore antico della melodia, la ricerca etnica dei Novalia si arricchisce di nuovi ingredienti. Ritmi vicini alla jungle londinese, chitarre elettriche ("Zighela"), reggae e reverberi dub ("Entu"), campionamenti, sequencer, loop che contaminano ancor di più i suoni della tradizione. Spicca la voce dai forti colori popolareschi di Raffaello Simeoni - che si cimenta anche con ocarina, ciaramella, organetto e altri strumenti - il quale canta nei dialetti dell'Alto Lazio: reatino, sabino, cicolano. Storie di briganti come Berardino Viola, che imperversò a metà ottocento nella zona di Rieti ("La banda Viola"); le lotte dei contadini contro il padrone in "Zighela"; i pellegrinaggi ("Stella splendens"). Ospiti, davvero speciali, Alexander Balanescu (Kairouan) e il gruppo egiziano Kahwa ("Do lu munnu se regira").

FOLK ROOTS

"If there's a late '90s equivalent of folk rock - the bringing of traditions into a contemporary context - this is one major way of tackling it. Retreading the early '70s version is like playing trad. jazz: a perfectly reasonable occupation for old person and young fogeys but hardly of more than passing curriosity. England needs people doing this. While we wait for it, here's one to love".


Post by George - Music by Gaetano Simarco 

Serie "Bootleg" n. 323 - New Trolls, Parco dell'Acquasola, Genova, 17 luglio 1985 (soundboard)

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FIRST TIME ON THE WEB 



TRACKLIST:

Part 1
a) Monmouth College Fight Song (Yellow Jackets cover)
b) Dieci orologi
c) Gli occhi del serpente
d) Musica
e) America O.K.

Part 2
a) Dentro un limone
b) Quella carezza della sera
c) Old Medley: Davanti agli occhi mei / Una nuvola bianca / Bella come mai /
Vent'anni / Un'ora / Annalisa / Adagio
d) Una miniera
e) Faccia di cane


FORMAZIONE

Gianni Belleno - voce, batteria
Nico Di Palo - voce, chitarra
Ricky Belloni - voce, chitarra
Vittorio De Scalzi - voce, tastiere
Beppe Quirici - basso


Secondo grande regalo da parte del nostro nuovo amico e collaboratore ALFA BERLINA. Sono di scena i New Trolls, dal vivo al Parco dell'Acquasola di Genova il 17 luglio 1985. Ancora una volta si tratta di un soundboard che vede la luce per la prima volta sulla rete. Una chicca in esclusiva per gli amici della Stratosfera. Gli anni '80 videro i New Trolls un po' in declino, alla ricerca di nuovi suoni al passo con i tempi (di allora) tra funky e un pop rock di matrice più "leggera". Persi per strada Giorgio Usai e Giorgio D'Adamo, i New Trolls si ritrovarono ridotti ad un quartetto e proseguirono la loro produzione discografica con gli album "FS" del 1981 (un concept album sul tema del viaggio) e "America O.K." del 1983, quest'ultimo in collaborazione con Mogol. Nel 1985 venne pubblicato il live "Tour", che segnò l'ingresso del bassista Beppe Quirici, riportando il gruppo a quintetto. E' la medesima formazione che troviamo in questo concerto. Sempre nel 1985 i NT parteciparono al Festival di Sanremo con Faccia dicane, con testi di Fabrizio De André e Roberto Ferri, vincendo il premio della critica. 


Passo ora la parola ad ALFA BERLINA per una sua breve testimonianza del concerto, visto che era presente alla serata. 
"New Trolls in versione funky in un parco dell’Acquasola (Genova) gremito all’inverosimile in una calda serata estiva. Un momento particolare dl gruppo, influenzato dalla musica americana del momento, Steve Wonder, Gino Vannelli e gli Yellow Jackets. E il concerto parte proprio con un pezzo ddi questi ultimi. La formazione è quella classica con al basso Beppe Quirici, bassista e produttore di molti artisti italiani come Ivano Fossati e Ornella Vanoni. Il gruppo è in gran forma, i brani sono suonati con grande forza e precisione e cantati con un grande uso dei cori che li hanno resi famosi. Gli amanti del prog resteranno a bocca asciutta, ma la performance è di grande classe".


In effetti l'unica nota nostalgica, se così vogliamo definirla, è rappresentata dall'Old Medley  dalla riproposta di Una miniera e di Una carezza della sera. I restanti brani della scaletta provengono in gran parte da "America O.K.". Come ho già scritto, la registrazione è superba. Il concerto era su un'unica traccia con i brani quasi incollati gli uni agli altri, A questo punto ho preferito suddividere l'intera performance, della durata di oltre un'ora, in sole due tracce separate. Non mi resta che augurarvi buon ascolto. Grazie ancora ad ALFA BERLINA per aver voluto condividere con noi questo gioiellino. 



Post by George - Music by ALFA BERLINA


Marcello Capra - 1994 - Imaginations

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TRACKLIST:

Aria Mediterranea (1978 - reissue)
01.Aria mediterranea
02. Biosfera
03.Il ballo degli gnomi
04.Danza russa
05.Il sole sulla palude
06. Merligen
07. Dedicato ad Irio
08. Canto di mare

Bonus Tracks (recorded in 1992)
09. Colombiana
10. Maior
11. Danza della pioggia
12. Knocking The Door
13. Viaggio all'isola di Tinder
14. Cavalcata
15. Hardog
16. Summertime
17. Rabbia (synthesizer – Aldo Russo)
18. Il treno degli schiavi (bass – Luciano Saracino; bongos – Tony Palmieri)


FORMAZIONE (tracce 1-8)

Marcello Capra -chitarre
Angelo Girardi - basso
Claudio Montafia - flauto
Mario Astarita - percussioni, vibrafono
Giovanni Vigliar - violino


Mi è capitato tra le mani questo CD pubblicato dalla Mellow nel 1994 è ho pensato di postarlo per due ragioni: la prima riguarda il mio personale apprezzamento per Marcello Capra, indiscutibile maestro della chitarra, specie quella acustica, alla pari di un altro grande chitarrista virtuoso quale Riccardo Zappa; la seconda riguarda invece il post di "Aria Mediterranea", realizzato dall'amico Roby nel lontano 1992 (qui), con il link inattivo da tempo. "Imaginations" ripropone l'intero primo album (track 1-8) con l'aggiunta di ben 10 bonus tracks registrate da Marcello nel corso del 1992. Si tratta quindi di una buona occasione per riscoprire "Aria Mediettranes" e per ascoltare le "nuove" tracce, sempre suonate con grande maestria. I musicisti che accompagnano Marcello Capra nelle ultime due tracce delle bonus tracks sono indicati a fianco del titolo. 
Non ho null'altro da aggiungere su Marcello (ex Procession, come ben sapete) se non ricordarvi di ascoltare "Fili del tempo", suo ultimo lavoro pubblicato dalla Electromantic nel 2019. Gran bel disco.
Appello finale: chi possiede "Danzarella" del 1997 si faccia vivo. 
Buon ascolto


LINK

Post by George

Serie "Battiato and Friends Special Fan Collection" n. 75 - Franco Battiato live in Zaragoza, 10.10.1986 (radio show)

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TRACKLIST (in spagnolo)

Franco Battiato è ancora una volta ospite graditissimo sulle pagine della Stratosfera. Grazie all'amico e collaboratore della Stratosfera, Kaiwanna, che ha il merito di averci inviato i file, abbiamo il piacere di condividere questo magnifico concerto tenutosi a Zaragoza, in Spagna, il 10 ottobre 1986 e trasmesso da Radio Saragoza. L'autore della registrazione  è un amico spagnolo di Kaiwanna, "battiatologo" di ferro di nome Christian Glaria, al quale va tutto il nostro ringraziamento, Come nel caso del recente post che racchiudeva il concerto della PFM a Bari nel 1997 (ancora grazie a Frank-One) dobbiamo adattarci ad ascoltare la voce del conduttore. Nulla di male, anche perché gli interventi sono brevi e discreti: abbiamo così la sensazione di ascoltare lo show in diretta. Vorrei ricordare che Franco Battiato ha alle spalle una discreta produzione di album in lingua spagnola. Tra questi "Nomadas", pubblicato dalla EMI sul mercato spagnolo proprio nel 1986. 


Oltre all'intero concerto, nella cartella dei file ho trovato le due cover e alcuni ritagli di giornale. La stampa spagnola a suo tempo diede ampio rilievo al concerto del nostro artista. Abbiamo quindi l'occasione di riascoltare il Battiato dei primi anni '80, da "L'era del cinghiale bianco" (1979) fino a "Mondi lontanissimi" (1985), con brani cantati sia in spagnolo che in italiano. La registrazione, inutile dirlo, è di ottima qualità. Grazie ancora a Christian Glaria e a Kaiwanna per questo splendido regalo che, ne sono certo, renderà felici tutti gli estimatori del Maestro. A voi, cari amici, porgo il consueto buon ascolto




Post by George - Music by Christian Glaria
Grazie a Kaiwanna per la "mediazione"

NUOVI LINK

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AVVISO AI NAVIGANTI

Come richiesta da alcuni amici frequentatori della Stratosfera, ho provveduto a rifare gli upload di alcuni album e mettere a disposizioni i nuovi link, visto che quelli precedenti erano inattivi da tempo.
Di seguito i NEW LINK. Quelli riguardanti ai due radioshow della PFM sono stati espressamente richiesti da Albe.

PFM live Radio RAI2 - Via Asiago in Roma - 1997  NEW LINK

PFM live Propaganda. ospite Elisa - 1998 NEW LINK

Nada e Reale Accademia di Musica - 1930: il domatore di scimmie (1975) NEW LINK

Nicosia & C Industria Musicale - Una favola vera (1973) NEW LINK

CIAO da George

Beppe Crovella: solo projects vol. 1 - 1992 - Kings Of Clubs

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TRACKLIST:

01. Gimme a Chance (2:29)
02. Black, White and Blue (3:21)
03. The Turtle (3:26)
04. Kings of Clubs (2:53)
05. Destination Everywhere (2:52)
06. Night Shuffle (3:42)
07. Don't Play with Fire (3:21)
08. Soul Meeting (2:56)
09. Full Moon Blues (4:00)
10. Flowers (2:38)
11. Remember the Feeling (2:08)
12. Beppe's Blues (2:03)
13. Neon Nights (2:06)
14. Aura (2:14)
15. Nothing Can Stop Me Now (2:20)


MUSICISTI

Beppe Crovella - Hammond, Piano
Elio Rivagli - Drums (1-6, 8, 9, 11-15); Percussion (2)
Giovanni Faga - Bass (1-6, 8, 9, 11-15)
Slep - Guitars (2, 6-7, 9-11)
Franco Rivagli - Guitars (3-4, 8, 11, 13)
Mario Petracca - Guitars (3, 5, 12, 15)
Enrico Cresci - Guitars (14)
Antonio Santoro - Flutes (2, 10, 13-14)
Gigi Mucciolo - Trumpet, Flugelhorn (1-3, 5, 13, 15)
Gian Franco Marchesi - Trombone (1-3, 5, 13, 15)
Piero Vallero - Sax (1-3, 5, 13, 15)
Guido Guglielminetti - Bass (7, 10)
Beppe Canavero - Drums (7, 10)
Lello Bellarte - Percussion (3, 7-8, 10-11)


Amate il suono dell'organo Hammond? Vi piacciono, come nel mio caso, Brian Auger, Booker T Jones & company? Bene, qui potrete ascoltare un grande Beppe Crovella, distante anni luce dai suoni del suo gruppo madre, gli Arti & Mestieri, alle prese con l'Hammond, questo fantastico strumento dal timbro unico e inconfondibile. Beppe Crovella, tra i fondatori del celebre gruppo torinese di jazz-rock-prog, Arti & Mestieri, al fianco di Furio Chirico, Gigi Venegoni e Marco Gallesi, suonò le tastiere nei primi due album, "Tilt" (1974) e "Giro di valzer per domani" (1975) e in "Murales" del 2001. Nel 1992, accompagnato da una nutrita schiera di musicisti, entrò in sala per registrare questo suo primo album solista, un gioiellino, pubblicato dalla Synergy Records, sia in versione vinile che in versione CD. Il vinile propone un brano un più, Destination Everywhere, che trovate nella versione qui postata. 


I brani ci riportano direttamente agli anni '60: oltre a Beppe Crovella, impegnato all'organo Hammond, troviamo ben quattro  chitarristi che ci propongono un suono simile a quello della magica chitarra di Steve Cropper. Ho titolato questo post come vol. 1, dal momento che l'amico Osel mi ha già inviato un suo contributo che pubblicheremo a breve. La discografia solista di Beppe Crovella ( a suo nome) è composta da ben 8 album, in un periodo compreso tra il 1992 e il 2013. Richiesta ai naviganti: se possedete "Hammond Homage 1: Lucio Battisti" (1992), "Earth Voices" (1998) e "Pianovagando" (2007) siete pregati di farvi vivi. "What's Rattin' On The Moon", omaggio di Osel, è già in dirittura d'arrivo. I brani di questo album ve li offro sia in estensione flac che mp3. 
Buon ascolto


LINK (flac part 1)
LINK (flac part 2)
LINK (mp3)

Post by George

Lode al MAESTRO (Franco Battiato, 1945-2021 R.I.P.)

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Gli artisti muoiono? La risposta è no. Franco Battiato non è morto, non può morire perché è un artista. Che cos’è un artista? I Greci non facevano distinzione tra artista e artigiano, ed è giusto ma in questo senso: l’artista è un artigiano particolare, un artigiano immerso nella propria epoca che va oltre la propria epoca, modellando la creta imperitura dell’Assoluto.

Questo è quanto scrive oggi "Il Fatto Quotidiano". Riassume in modo ineccepibile la statura di un grande artista quale è stato Franco Battiato. Franco oggi se ne è andato, all'età di 76 anni, lasciando un vuoto incolmabile nel panorama della musica colta italiana. Perché Franco è stato un genio della musica che ha attraversato 50 anni di storia italiana, lasciando tracce indelebili: un camaleonte dei suoni, un precursore, un filosofo, uno studioso, un maestro (anche se non amava essere definito con questo termine) che nel corso della sua lunga carriera ha scritto opere, messe solenni, brani pop, musica sperimentale e di avanguardia. Un musicista, ma anche un uomo di grande cultura, a tutto tondo, come si dice nel linguaggio dell'arte scultorea. Mi appresto a ricordare la sua straordinaria figura con una amarezza incommensurabile, conscio però che prima o poi questo momento sarebbe giunto. Le notizie sulla sua malattia si accavallavano da tempo, la sua lontananza dai palcoscenici e dalle apparizioni televisive erano il preludio di quanto oggi è accaduto. 


Tutte le radio, da questa mattina, trasmettono i suoi successi, tutti i giornali e le televisioni hanno ripercorso la sua luminosa carriera. E noi? noi siamo qui, basiti, con l'amaro in bocca, orfani di una grande figura. Noi che a lui abbiamo dedicato innumerevoli pagine su questo blog, ricchissimo di concerti live e dischi rari. Noi che gli abbiamo dedicato una rubrica, che continuerà a vivere. Per noi, postare un album o un concerto di Franco Battiato (l'ultimo risale a pochi giorni fa) era come parlare di un amico fraterno. La nostra passione per il suo genio musicale  ci ha portato a scovare concerti rarissimi, a condividere tutte le sue fasi musicali, fin dagli esordi, nei primi anni '70. Chi di noi non ha avuto occasione di vederlo almeno una volta sul palco? io almeno 6 o 7 , a cominciare da quel lontano Pop Meeting di Torino del 1975, dove - tra l'altro - registrai la sua performance (che da tempo è sulla Stratosfera). Franco era solo, seduto sul palco, con il suo VCS3 a improvvisare le arie di rivoluzione. Tutto è documentato. La Stratosfera è diventata uno scrigno per conservare e permettere di ascoltare preziosi gioielli, alcuni dei quali  impolverati dal tempo.


Come d'abitudine, al di là delle parole, preferiamo ricordare Franco per la sua musica. Ho scelto, per questo commiato, tre antologie con caratteristiche assai diverse fra di loro. Nulla di raro, per carità: si tratta delle due Collection, Studio e Live, pubblicate negli anni '90, due greatest hits che racchiudono una miriade di brani che hanno caratterizzato un importante periodo  della carriera musicale di Franco, sicuramente quello più conosciuta dal grosso pubblico. Credo che faccia piacere anche a noi riascoltare queste carrellate di grandi successi. La terza raccolta è decisamente più di nicchia e non poteva essere diversamente. 


Battiato Studio Collection (1996)


TRACKLIST CD 1:

01. Cuccurucucù – 4:10
02. Bandiera bianca – 5:20
03. Centro di gravità permanente – 3:54
04. Prospettiva Nevski – 3:57
05. L'era del cinghiale bianco – 4:15
06. Up Patriots to Arms – 5:02
07. Sentimiento nuevo – 4:17
08. Voglio vederti danzare – 3:37
09. Summer on a Solitary Beach – 4:54
10. Gli uccelli – 4:40
11. Un'altra vita (da Battiato) – 3:38
12. Mal d'Africa (da Battiato) – 3:43
13. Chan-son egocentrique – 4:07
14. I treni di Tozeur – 3:08
15. La stagione dell'amore – 3:42
16. Le aquile – 4:07


TRACKLIST CD 2:

01. L'animale – 3:12
02. No Time No Space – 3:19
03. Radio Varsavia – 4:05
04. Strade dell'est – 4:17
05. Il re del mondo – 5:33
06. E ti vengo a cercare – 3:48
07. Nomadi – 4:23
08. L'oceano di silenzio – 4:17
09. Come un cammello in una grondaia – 3:30
10. L'ombra della luce – 4:50
11. Povera patria – 3:43
12. Caffè de la Paix – 4:23
13. Sui giardini della preesistenza – 3:46
14. Atlantide – 3:55
15. L'ombrello e la macchina da cucire – 4:19


Battiato Live Collection (1997)


TRACKLIST CD 1:

01. L'era del cinghiale bianco (da Giubbe rosse) – 3:34
02. Prospettiva Nevski (da Unprotected) – 3:15
03. Summer on a Solitary Beach (da Giubbe rosse) – 3:27
04. La stagione dell'amore (da Unprotected) – 3:36
05. Gli uccelli (da Giubbe rosse) – 4:42
06. Alexander Platz (da Giubbe rosse) – 3:23
07. Mal d'Africa (da Unprotected) – 2:59
08. Stranizza d'amuri (da Unprotected) – 2:26
09. Strade dell'est (da Unprotected) – 2:34
10. Un'altra vita (da Giubbe rosse) – 2:58
11. I treni di Tozeur (da Unprotected) – 3:12
12. Aria di rivoluzione (da Giubbe rosse) – 3:33
13. Giubbe rosse (da Giubbe rosse) – 4:13
14. L'ombra della luce (da Unprotected) – 4:09
15. E ti vengo a cercare (da Unprotected) – 3:57


TRACKLIST CD 2:

01. Voglio vederti danzare (da Giubbe rosse) – 3:21
02. Il re del mondo (da Unprotected) – 3:24
03. Cuccurucucù (da Giubbe rosse) – 2:57
04. L'oceano di silenzio (da Giubbe rosse) – 4:24
05. Lettera al governatore della Libia (feat. Giuni Russo) (da Giubbe rosse) – 3:17
06. Secondo imbrunire (da Unprotected) – 2:50
07. Mesopotamia (da Giubbe rosse) – 4:16
08. L'animale (da Unprotected) – 3:03
09. Centro di gravità permanente (da Giubbe rosse) – 3:53
10. Lode all'inviolato (da Unprotected) – 3:12
11. Sequenze e frequenze (da Giubbe rosse) – 6:53
12. No U Turn (da Giubbe rosse) – 4:12
13. E ti vengo a cercare (alt. track) (da Giubbe rosse) – 3:43
14. L'era del cinghiale bianco (alt. track) (da Unprotected) – 3:21


Shadow, Light (1996)


TRACKLIST:

01. L'ombra della luce / Shadow of the Light – 4:52
02. Kyrie – 14:29
03. Gloria – 4:55
04. Credo – 2:48
05. Sanctus – 6:44
06. Agnus Dei – 6:06
07. Haiku – 3:50
08. Povera patria / Poor Nation  – 3:44
09. Ricerca sul terzo / Investigation on the Third – 3:58
10. Le sacre sinfonie del tempo / Sacred Symphony og Time  – 3:44


"Shadow, Light", lo ricordo, è un album antologico passato del tutto inosservato, pubblicato il 2 marzo 1996. Contiene la "Messa arcaica" (1993), non di facile ascolto, e alcuni brani degli album "Come un cammello in una grondaia" (1991) e "Caffè de la Paix" (1993). Questa raccolta faceva parte della collana EMI Hemisphere, dedicata alla world music. All'interno del libretto sono presenti i testi in inglese delle cinque canzoni sul disco, tradotti da Antonio Fekeza.


E' tutto. Con grande mestizia vi saluto. Caro Franco, la tua storia musicale resterà sempre viva, perché gli Artisti non muoiono mai.


LINK Studio Collection CD 1
LINK Studio Collection CD 2
LINK Live Collection CD 1
LINK Live Collection CD 2
LINK Shadow, Light

Post by George
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