Vince Tempera - 1973 - Art + Art Live (vinyl) + bonus tracks
Back To The Goblin - 2005 - Back To The Goblin
Corrado Rustici Trio - 2014 - Blaze and Bloom Live in Japan
AA.VV- 1983- Natale con i tuoi (vynil)
TRACKLIST:
01- Happy Christmas (War is over)- POOH
02- Tu scendi dalle stelle - IVAN CATTANEO
03- Adeste fideles- GIUNI RUSSO
04- Mull of Kintyre- DARIO BALDAN BEMBO
05- Little drummer boy- CATERINA CASELLI e RETTORE
06- Dalle stelle alle stalle (Canto in Natale in prosa) (O tannenbaum)- ROBERTO VECCHIONI
07- Bianco Natale- ADRIANO CELENTANO
08- Jingle bells- HEATHER PARISI
09- Pace - RICCARDO FOGLI
10- Go tell it to the mountains- JOSY A.NOWACK
11- Stille Nacht- ORNELLA VANONI
12- Biglietto d'auguri (Amazing Grace)- PIERANGELO BERTOLI
Amici, sappiamo che apparentemente questo post giunge fuori tempo massimo, ma sappiate che in Russia il Natale si festeggia il 7 gennaio, e per Piero Ciampi era il 24 dicembre.
Per questo accogliamo ben volentieri il contributo che ci ha inviato Frank-One, una compilation natalizia con più di qualche chicca.
Ma lasciamo che sia lo stesso Frank-One a parlarcene.
So bene che purtroppo questi auguri arriveranno in ritardo, ma d’altra parte cosa abbiamo avuto di razionale in questo anno terribile e crudele?
Cerchiamo di sorridere con questo album del 1983, che fu realizzato a sostegno della Associazione Italiana per lo studio, la prevenzione e la terapia delle malformazioni, al quale tutti gli artisti presero parte a titolo ovviamente gratuito.
E’ un album di facile ascolto, con cover natalizie eseguite da artisti italiani o comunque ben conosciuti in Italia, brani mai più pubblicati, a mio sapere, in nessuno dei loro seguenti lavori, e interessante quindi proprio per la loro unicità, tra l’altro con realizzazioni e produzioni da parte di molte nostre “vecchie” conoscenze.
Aprono i Pooh con un brano di John Lennon e Yoko Ono , ovviamente oggi con un’emozione maggiore proprio per la recente scomparsa di Stefano D’Orazio, segue Ivan Cattaneo con un brano realizzato da Roberto Cacciapaglia, e poi Giuni Russo con una realizzazione di Alberto Radius. Dario Baldan Bembo esegue Paul McCartney arrangiato da Lucio “Violino” Fabbri, e a seguire Caterina Caselli e Donatella Rettore con un brano che fu eseguito in coppia da David Bowie e Bing Crosby nel 1982. Roberto Vecchioni sulle note di O tannenbaum recita un testo di sua composizione. Nel lato B due voci straniere benché note soprattutto in quegli anni al pubblico italiano per le loro presenze televisive: Heather Parisi e Josy A. Novack, anche quest’ultima arrangiata dall’allora componente della P.F.M. Lucio “Violino” Fabbri, e poi Adriano Celentano, Riccardo Fogli, Ornella Vanoni ed infine una voce a me molto cara, quel Pierangelo Bertoli che ci lasciò troppo presto, che esegue con un testo italiano un brano natalizio del 1700.
Mi rendo conto che siamo abituati a lavori di ben altro spessore, eppure credo che in un’ottica di augurio per un Natale ormai già andato, ma soprattutto per un 2021 che ci possa donare più serenità e maggiore sicurezza rispetto a quel 2020, nella speranza che con la sua fine porti via anche tutte le sventure che ci ha arrecato.
Auguri cari amici, dal profondo del cuore per tutti gli angoli del mondo che ci leggono e ci ascoltano,
FRANK - ONE
Ovviamente mi associo agli auguri di Frank-One e auguro un 2021 che ci conduca in un mondo migliore.
Post by Andrea Sprassolati, testo e materiale di Frank-One
Serie "Cantautori ai margini" n.19 - Ezio Nannipieri - 1994- Tra il platano e il tiglio (CD)
02 Agosto
03 Piove
04 Taccuino di mare e di terra
05 Carpe diem
06 Aspettando Marisol
07 Tra pane e companatico
08 Come il toro nell'arena
09 Lunghissime ciglia
10 Metti alzarti che è un mattino
11 La breve storia di maciste
12 Quando il mare inghiotte il sole
13 BONUS TRACK: Metti alzarti che è un mattino (live al Premio Tenco 1990)
FORMAZIONE:
Ezio Nannipieri- voce, chitarra classica e 12 corde, kazoo
Franco Santarnecchi- batteria, percussioni, basso, contrabbasso, piano, tastiere, bodhran, kazoo, darabukkeh, clavietta, kalengo
Riccardo Donati- fisarmonica, chitarre
Edoardo Righini- chitarra elettrica
Luca Signorini- sax
Giorgio Santarnecchi- sax, armonica a bocca
Paolo Ognissanti- violoncello
Luciano Parenti- violino
Nino Pellegrino- contrabbasso
Pino Marcogliese- cavaguño
Marco Carmassi, Silvia Clemente- altre voci
Questo post comincia con un lungo preambolo personale. Se volete potete saltarlo. Ma tanto non lo farete. E se lo farete ci rimarrò male.
Quindi poi non è mica vero, non potete saltarlo.
Sono cose che si scrivono, ma senza crederci.
Nella seconda metà degli ’80 ero un adolescente che cercava disperatamente di sfuggire agli artigli delle radio commerciali e dei loro suoni avvilenti. A dire il vero cercavo di tirarmi fuori da tutto il decennio, ove vivevo come un cammello in una grondaia.
Erano anni in cui i dischi si facevano in tre, ed erano tutti immancabilmente arrangiati dai tastieristi, con gli esiti plasticosi che ben sapete. Ero anche molto interessato alla musica italiana, colpa di mio fratello maggiore che quando ero ancora bambino mi faceva ascoltare Dalla e Bennato, Battisti e Battiato.
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La copertina di BLU, n. 42 (1990) |
Anche per queste ragioni, ero un affezionato lettore della rivista “Blu”, un mensile che era dedicato unicamente alla musica italiana, specialmente quella con delle cose da dire. Il numero 42 del 1990, che ho riesumato per voi recuperandolo dalla mia cantina, aveva anche un gustoso gadget, una cassetta che riportava i vincitori del Premio Nuove Tendenze della Canzone d’Autore di Musicultura, la cui prima edizione si era appena svolta a Recanati (all’interno della rivista erano riportati anche i testi).
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L'Editoriale |
Erano tutti pezzi e artisti validi, ma già dal primo giro decisi che i più bravi erano senza discussioni Max Manfredi ed Ezio Nannipieri. Il primo, che continuerò a seguire negli anni, è diventato uno degli autori più in vista della nuova generazione di cantautori, collaborerà poco dopo con Fabrizio De André, e nel 2009 vincerà il Premio Tenco nella categoria Miglior Disco in assoluto con “Luna persa” (dopo aver vinto anni prima quello per la migliore Opera Prima). Dell’altro, Ezio Nannipieri, che anche lui si esibirà, come Max, sul palco del Tenco in quello stesso ’90, non seppi più nulla.
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L'articolo |
Eppure quel suo pezzo, “Metti alzarti che è un mattino”, continuavo a canticchiarmelo in testa, e ogni volta che me lo riascoltavo mi sembrava più bello: “Metti alzarti che è un mattino/ e non hai più addosso te”. Sarà perché all’epoca il “me” che ero non mi piaceva granché, sicché quella prospettiva mi attirava moltissimo. Ma soprattutto mi piaceva quando diceva “Ara/goste aran/cioni” con quella scansione a metà parola che mi agganciava ogni volta.
L’unica cosa che con il tempo, e con il web, sono riuscito a sapere era che aveva pubblicato un album dall’elegiaco titolo “Tra il platano e il tiglio”, un disco ben presto finito fuori catalogo, e poi, a quanto pare, aveva fatto ciao ciao con la manina al mondo della discografia che ricambiò il saluto con una scrollata di spalle. Per anni, ogni tanto, ho setacciato il web alla ricerca di qualche sua notizia. Niente, per il Tubo era uno sconosciuto Carneade: di quel disco, nessuna traccia. Solo quella canzone era riascoltabile, sul sito di Musicultura.
E’ proprio qui che apprendo che Ezio Nannipieri, anni dopo aver vinto quella prima edizione, era diventato Direttore Artistico di Musicultura, che nel frattempo aveva spostato il suo Festival a Macerata.
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Foto dal booklet |
Allora mi faccio coraggio, gli scrivo e gli chiedo di poter ascoltare, dopo tanto tempo, quel suo disco di trent’anni fa.
Ed è così, grazie alla sua gentilezza, che ora ho il grande piacere di presentare a tutti voi amici stratosferici questo gioiello nascosto della musica d’autore italiana, per la prima volta disponibile in rete.
Prima di cominciare a parlarne nello specifico, vi prego di considerare ancora una volta la data in cui germina. Siamo nel 1990. Nello stesso anno è uscito l’esordio di Capossela. Sergio Cammariere suona ancora nei piano bar e Gianmaria Testa, anch’esso scoperto a Recanati, esordirà solo cinque anni dopo.
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Ezio Nannipieri, 1994 |
“Tra il platano e il tiglio” esce però dopo lunga gestazione, solo nel 1994, per l’etichetta Musicultura, braccio armato discografico dell’omonima Associazione, con il quale cercherà di dare ulteriore sostegno agli artisti più meritevoli usciti vincitori dalla sua Rassegna. Ricordo, per esempio, il lavoro di Flavio Brunetti (che presentammo QUI), di Tiziano Gerosa, Pasquale Ziccardi e altri. A differenza della maggior parte degli artisti di questa collana, cui fui dedicato un mini-LP di 5-6 pezzi, per Ezio Nannipieri si fecero le cose in grande, mettendo in piedi un album completo con la produzione artistica degli allora patròn di Musicultura, vale a dire Piero Cesanelli (a sua volta cantautore, purtroppo scomparso nel 2019) e Vanni Pierini.
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Ezio Nannipieri (a destra) con Piero Cesanelli |
Se volessimo trovare delle rispondenze, potremmo citare Leandro Barsotti (il miglior Barsotti), soprattutto per come viene portato il canto, ed Ennio Rega. Ma forse sono nomi, ci rendiamo conto, che diranno poco, e questo è un peccato, perché la sensazione, oggi, è che sia stata una generazione in cui le cose migliori siano state bruciate, dissipate.
Sarà per questo che personalmente mi commuovo ad ascoltare pezzi come l’iniziale “E ancora luce e ombra” (“Alle stelle mi inchino assai/ a un tramonto non rinuncerei/ ma questo nero sudicio nell’unghie, lo salverei/ perché sono le cose raso terra/ a custodirmi l’anima”), o il passaggio di “Piove”(“come quando d’agosto/a palline sceglievo Gimondi”).
E’ un disco di grande spessore questo, sia in termini musicali (con gli arrangiamenti ampi e convincenti di Franco Santarnecchi, solo in rari passaggi un po’ troppo tastierosi), sia in termini di scrittura, con versi che privilegiano la metafora e lo sguardo obliquo sul mondo, testi ricercati che vi consigliamo di leggere mentre ascoltate l’album (li trovate in un link apposito). Come si faceva una volta per gli artisti veri.
E Nannipieri è un artista vero, tanto da concedersi il lusso di cantare una canzone in latino, il “Carpe diem” di Orazio reso celebre qualche anno prima dal film “L’attimo fuggente”.
Il disco scorre che è un piacere, tra episodi più facili (“Lunghissime ciglia”, la più pop, per così dire, del lotto), il ritratto crudo di “La breve storia di Maciste” tutta incentrata su piano e archi, la chitarristica “Taccuino di mare e di terra” e le suggestioni latine più intense e raffinate della finale “Quando il mare inghiotte il sole”, fino al già citato capolavoro “Metti alzarti che è un mattino” (“Qui la gola sa di ruggine/ e quell’insegna indica un bar”).
Insomma, di fronte a tanto bendidio, non possiamo che dispiacerci del fatto che questo lavoro sia rimasto un episodio isolato, e che sia stato così rapidamente dimenticato, anche dagli addetti ai lavori.
Nella mia già ricordata recente corrispondenza via mail, a una mia rimostranza in tal senso, in cui deploravo che l’album fosse rimasto figlio unico, lo stesso Nannipieri mi ha risposto: “Perché “figlio unico”? Direi perché sono lento a scrivere e concilio male piacere dell’immaginare e determinazione del fare; e poi perché ascolto moltissime canzoni di ieri, di oggi (spero di domani) e ho presente che di fronte a certi piccoli capolavori occorre ringraziare, inchinarsi e saltare il turno.”
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Ezio Nannipieri oggi |
Ebbene, noi crediamo che la modestia sia una bella cosa, peccato che sia distribuita assai male, in questo mondo, e che ben altri avrebbero dovuto saltare il turno, non Ezio Nannipieri
Ci è sembrato dunque giusto e importante, in un sito come “Verso la Stratosfera” così attento al valore storico e culturale della musica italiana, recuperare questo album misconosciuto e renderlo di nuovo fruibile a tutti. Non servirà a cambiare la storia, ma nel nostro piccolo speriamo che servirà per far arrivare a qualcuno tanta bellezza finora nascosta. Aspetto i vostri commenti per sapere cosa ne pensate.
Per finire, ai brani del CD ci permettiamo di aggiungere una bonus track, ovverosia l’esecuzione dal vivo di “Metti alzarti che è un mattino”, eseguita al Premio Tenco nel 1990. E’ una registrazione inedita sul web, rippata dalla mia musicassetta nella quale avevo impresso avidamente la registrazione radiofonica di quella serata.
Auguro a tutti voi il consueto buon ascolto e, con l’occasione, visto che sarà l’ultimo mio post dell’anno, un 2021 che ci faccia dimenticare il prima possibile questo anno tremendo.
Post by Andrea Sprassolati
Vince Tempera - 1976 - Temperix (vinyl)
AA.VV. - Blues, Rock and Country Things - Live in Milan - 1979 (vinyl)
Innanzitutto buon 2021 a tutti. La Stratosfera riapre i battenti agli inizi del nuovo anno. In questa nevosa (almeno qui ad Aosta) e triste giornata di "reclusione" in zona rossa, non c'è nulla di meglio del buon vecchio e sano blues per rinfrancare lo spirito. Avevamo già fatto cenno a questo disco in occasione del post n. 2 dedicato ai Cacao, contenente tre inediti su compilation inviati dal grande Frank-One, che ritroverete qui. Anche questo disco, pubblicato nel 1979 dalla Spaghetti Records e mai ristampato, proviene dagli immensi archivi di Frank-One. Caro amico, prima o poi vorremmo vedere qualche foto della tua collezione di vinili. Veniamo al nostro disco. I protagonisti sono, nell'ordine, Roger Belloni, gli Acapulco Gold, la Treves Blues Band, la Botti Band e, per finire, i Cacao con "Pakistan Bar" già pubblicata nel post sopracitato. A parte la Treves Blues Band che ci regala uno splendido inedito dal titolo "Stress Blues", gli altri gruppi e/o musicisti sono noti solamente nei circuiti blues e jazz.
Iniziamo da Roger Belloni, milanese di origine, un chitarrista che si è fatto le ossa suonando nei club di Cambridge per poi approdare, a soli 19 anni, al prestigioso Folk Festival locale. Ha poi gestito un suo club in Italia ed è stato in tournée in tutta Europa fino a quando, nel corso di un impegno al Jazzland di Vienna, ha conosciuto il bluesman John Jackson che lo ha invitato negli Stati Uniti. La sua carriera è costellata di esibizioni nei club, nelle radio e nelle Tv di Italia, Messico e Svizzera, oltre che negli States. Piccolo particolare: Roger è stato selezionato dall’esperto di blues Steve La Vere (biografo di Robert Johnson) per aprire il primo Black Music Festival di San Diego e dal collezionista di dischi Lou Curtiss per tenere un workshop di chitarra con Sam Chatmon, fratellastro del leggendario Charlie Patton. Nei quasi 20 anni del suo soggiorno negli Stati Uniti, Roger è stato principalmente influenzato dal chitarrista Bill Bryant del North Carolina, allievo di Blind Boy Fuller e si è anche avventurato nel linguaggio del jazz, suonando con musicisti del calibro di Jimmie Noone, Jr. e del grande sassofonista Eugene Porter. Nel disco "Blues, Rock and Country Thing" appare con due brani, "Two Long Years" e la classica "First Time I Met The Blues", proposta da numerosi gruppi blues e bluesmen, tra cui Chicken Shak e Buddy Guy.
La Piazza- 1997- Milandè (CD)
TRACKLIST
01 Più lontano di Così
02 Stornelli di questua di Maggio
03 Nena mia so’ barcarolo
04 Cattivo custode
05 Accordo
06 Quadriglia
07 Mampresa
08 Donna lombarda
09 La bella ninfa
10 La pastora e il lupo
11 Valzer della giostra
12 Il sogno delle stelle
13 Jemose bella mia
14 Pianto di Maria
FORMAZIONE:
Daniele Conversa- chitarra, bandola, voce
Antonella Giallatini- percussioni, voce
Riccardo Masi- voce, organetto
Gabriele Modigliani- chitarra, voce
Sara Modigliani- voce, flauto dolce
Claudia Mortali- voce
Giuseppe Pontuali- organetto
Ospiti:
Marta Cascarano- flauto dolce (tr.1)
Michele Modigliani- fagotto (tr.1,6,9,11)
Alessandro Quarta- voce solista (tr.14)
Raffaele Rambone- chitarra elettrica (tr. 12)
Negli anni ’90 la scena folk ha un improvviso risveglio, che parte dal fenomeno delle posse, che rivalutano la forza espressiva del dialetto, fino ai gruppi alternativi che in aperta contrapposizione al mainstream e al colonialismo culturale anglo-americano riscoprono la musica della tradizione, sia esteticamente che politicamente. Sono gli anni in cui riscuotono crescenti successi gruppi come Gang (seminale il loro “Le radici e le ali”, 1990), Mau Mau, Modena City Ramblers, Folkabbestia, Parto delle nuvole pesanti, Agricantus ed altri ancora (pensiamo per esempio all’etnojazz di Daniele Sepe) che in modi e misure diverse si muovono tra passato e futuro. Anche i nomi storici si rifanno sotto: Eugenio Bennato dopo la sbandata pop riesuma il brand Musicanova e di lì a poco farà ritorno alle radici anche Teresa De Sio. Ambrogio Sparagna e Riccardo Tesi non sono più solo nomi confinati a quel ristretto gruppo di carbonari che nel decennio precedente teneva viva la fiamma delle canzoni e dei balli tradizionali: ora si lanciano in progetti arditi e collaborano con numi tutelari della canzone d’autore come Fabrizio De Andrè, Ivano Fossati e Francesco De Gregori. Sono ben due le riviste (“Folk Bulletin” e “World Music”) che danno conto di questa brulicante scena che, complice anche il boom della Notte della Taranta in Puglia, sembra assurgere a nuova vita, grazie anche alla nascita di nuove etichette interamente votate a questo materiale, e a riviste (come “Avvenimenti”) e quotidiani (come “Il Manifesto”) che si lanciano in una parallela attività discografica che attinge a piene mani a questi suoni antichi che improvvisamente diventano moderni.
Insomma, c’è fermento, c’è voglia di riscoprire attraverso certa musica un modo diverso di stare insieme, di fare festa fuori dagli spazi spesso alienanti di una discoteca.
“La Piazza” nasce quando Sara Modigliani, storica voce dei primi due album del Canzoniere del Lazio, da vent’anni fuori dal giro, parla con un suo amico gastroenterologo che suonava chitarra e mandolino: “Mi sono accorta che lui e un suo amico con l’organetto facevano tutto il repertorio del Canzoniere del Lazio e mi hanno chiesto di mettere su un gruppo. Ma io non mi rendevo proprio conto che c’era qualcuno a cui piacevano quelle cose e che le suonava ancora…era come se fossero cose mie, del mio passato. E lui, mi fa: “Ma Sara, ma queste le sa un sacco di gente, voi siete stati lo spirito guida per tante persone”. Timidamente abbiamo messo su un gruppo che si chiamava La Cinciarella. Poi c’è stato un altro episodio contestuale, Claudio Papi, il mandolinista, aveva un disco, un bellissimo LP. L’ho ascoltato e alle prime note mi son detta: “Questo è quello che voglio fare”. Era un disco di Italia Ranaldi, l’unico disco fatto da lei: “Italia Ranaldi e la Sabina”. Da qui la voglia, tramite il nuovo gruppo La Piazza, di dare seguito, a metà anni '90, all'esperienza sul campo del Canzoniere del Lazio.
“Milandè” esce nel 1997 ed è il secondo lavoro di questa formazione di sette elementi che se da una parte prosegue il lavoro sulla tradizione laziale che fu del primo CdL (quello che aveva come guida spirituale Alessandro Portelli), dall’altra cerca di rinverdirla con composizioni originali, a cominciare dall’iniziale “Più lontano di così” inedito donato da Giovanna Marini (con cui la Modigliani aveva iniziato a collaborare fin dagli anni Settanta e con cui ha fondato la Scuola di Musica Popolare del Testaccio e poi la Bosio Big Band). E’ un inizio un po’ straniante, incentrato su voci polifoniche che intessono un moderno madrigale che funge da manifesto programmatico (“Più lontano di così/ più lontano di così non si può andare/ devi ritornare a terra e acqua sempre/ devi ritornare a terra”). Un pezzo meraviglioso (con un testo da antologia) che nel finale sfuma nel tradizionale calabrese “Pianto di Maria”, bissato nel finale da un altro canto rituale del venerdì santo, stavolta preso da una processione sacra a Fiuggi.
Dopo questo inizio a canto spiegato, molto legato alla lezione di Giovanna Marini, ecco che fa il suo ingresso la ritmica e l’organetto con gli “Stornelli di questua di maggio” raccolti a Labro (RI). Di nuovo le voci protagoniste di “Nena mia so’ barcarolo”, anch’esso reperito in provincia di Rieti ma di origine veneta. La seguente “Cattivo custode” (anch’essa tradizionale reatina) giocata sulle due voci femminili di Sara Modigliani e Claudia Mortali, battezza con il primo verso l’album, che da qui in poi scorre felicemente tra pezzi originali, perlopiù strumentali come “La pastora e il lupo” e il “Valzer della giostra”, e brani frutto di un’intensa ricerca sulla tradizione laziale anche con il contributo di Claudio Papi. Il clima sonoro generale è molto rispettoso del materiale dando vita a un folk agreste in cui la ritmica (presente solo a tratti) è demandata a discreti tamburelli e nacchere, e in cui sono protagonisti chitarre, organetto e, naturalmente le voci, che più di una volta sono lasciate sole a testimonianza della ricca polivocalità laziale. Insomma, un viaggio che dalla tradizione sacra delle processioni devozionali ci conduce ai più profani balli sull’aia.
Poco prima del “classico” della musica popolare, la ballata “Donna Lombarda” diffusa in tutto il nord Italia, nella Provenza e non solo, ecco un autentico gioiello: stiamo parlando di “Mampresa”, una canzone per metà filologica (il testo è tratto da una raccolta di canti popolari toscani del 1910) e per metà d’autore (la struggente musica è di Gabriele Modigliani), una storia di sopraffazione lontanamente memore della fiaba “Barbablù”, che però prende tutta un’altra direzione grazie alla fierezza e alla prontezza di spirito della donna che uccide l’uomo che l’aveva rapita.
Insomma, a nostro parere un disco notevole per fattura e per importanza culturale, un lavoro che purtroppo (a differenza del precedente “Amore piccolino fatte grande” del ’94 che era ancora più filologico), finora era quasi del tutto assente dal web. Ci sembrava dunque importante ripescarlo dai nostri scaffali e riproporlo alla vostra attenzione.
Buon ascolto!
Serie "Bootleg" n. 319 - Le Orme - Special "Raistereonotte" 1996
I Giganti - 1996 - Concerto Live al Teatro Regio di Parma 1968
Serie "Historic Prog Bands Live in Italy" - Capitolo 69 - Colosseum live in Chiari (Brescia), 14.04.2007
FIRST TIME ON THE WEB
Serie "Bootleg" n. 320 - PFM live Blu Bar Festival - Francavilla al Mare (Chieti), 14.08.2014
Deborah Kooperman - 2008 - Yesterday...Tomorrow plus bonus tracks
Joe Sarnataro & I Blue Stuff - 1992 - È Asciuto Pazzo 'O Padrone (studio & live version)
Serie "Historic (Not) Prog Bands Live in Italy" - Capitolo 70 - Chick Corea (R.I.P.) & Return To Forever IV - Forte di Bard (Valle d'Aosta), 15 luglio 2011
FIRST TIME ON THE WEB
Mike Bloomfield - 1981 - Live in Italy with Treves Blues Band, Margaret Edmonson & Woody Harris (vinyl)
Energia Libera - 2002 - Verso il campo base
01 – Due minuti prima - 2’ 41” (Morando – Energia Libera)
02 – Il tronco e il pupazzo - 4’ 28” (Morando)
03 – Alla finestra - 4’ 40” (Morando)
04 – Verso il campo base - 4’ 13” (Morando - Roveda)
Quello che conosco si riassume in quanto segue:
a – una quindicina di anni fa un tizio che transitava dalla sala di registrazione (che all’epoca condividevo con un amico musicista) mi mostrava per caso questo cd in suo possesso;
b – com’era mia abitudine, non sapendo cosa fosse, e quindi stuzzicato proprio da ciò, l’ho duplicato e poi nei giorni successivi me lo sono tranquillamente ascoltato;
c – non ho la più pallida idea di chi fosse il proprietario del cd originale ma mi ricordo che mi disse che il gruppo fosse di Genova;
d – all’epoca non esisteva la Stratosfera - e se c’era non la conoscevo - per cui il cd rimase tra le cose mie personali del cui ascolto ogni tanto godevo – poi è finito nel dimenticatoio;
e – ho un ricordo (non certissimo purtroppo) che il cd originale fosse a sua volta un masterizzato, cioè un cd-demo- ossia proprio quelli che oggi cerco di stanare in giro.
E questo è tutto.
Girando per la rete non si trova niente – solo in un caso estremo appare, con lo stesso nome, un gruppo musicale rock di Alghero, ma dai nomi dei musicisti della loro pagina Facebook pare che non siano la stessa cosa (non c’entra con questo post, ma magari sarebbe utile anche ascoltare costoro).
Il cd non porta espressamente i nomi dei musicisti – ma ipotizzando che gli autori dei brani (quelli si, riportati) siano anche i componenti del gruppo abbiamo cinque persone (M. Morando; A. Morchio; D. Prato, L. Ricchitelli, M. Roveda - in almeno uno di loro riconosco dal cognome una chiara origine pugliese). I cinque componenti del gruppo sono anche riportati in una foto interna di copertina.
Il cd si chiama “Verso il campo base” – ha solo 4 brani, tutti di ambientazione rock e fatti per niente male – l’unica cosa che evinco è la timbrica grintosa della chitarra elettrica che vira molto sugli stili dei Black Sabbath e dei Deep Purple, mantenendo comunque una completa originalità. I brani sono belli senza comunque essere eccezionali – il cd si fa ascoltare.
Dalle notizie di copertina si sa che i brani sono stati registrati a Genova – Sestri Ponente presso i Gulliver Audio Studios. – ebbene si, ho provato anche a cercare questi studi per contattarli, ma pare che non esistano da nessuna parte – quando si dice nascere fortunati.
La copia della copertina (che allego al post) ha una qualità molto sgranata in quanto all’epoca mi sono limitato a scansionarla con gli strumenti a bassa risoluzione che passava il convento – scanner singoli che oggi sono solo dei dinosauri tecnologici – qualcosina sono riuscito a migliorare con Photoshop, ma insomma quello è.
Ho provato anche ad effettuare ricerche in rete con i soli cognomi dei musicisti – viene fuori di tutto – biblioteche, licei, ponti, il sito di Gianni Morandi, ferramenta, investigatori privati – qualunque cosa tranne che roba musicale – e qui mi sono definitivamente arreso.
La fortuna però ci ha messo un pizzico di zampino – all’interno del cd in mio possesso era ben nascosta una fotocopia che riportava gli autori di ogni brano, con nome e cognome (e c’è pure tanto di dedica da parte di uno dei musicisti). E’ bastato un solo nome (Matteo) perché la ricerca si facesse più mirata e – miracolo – ho intercettato in rete un contatto degli Energia Libera.
Riporto integralmente il testo del contatto, che denota un grande senso di humor
Lucio Ricchitelli (batteria)
Leonardo Morchio (basso)
Matteo Morando (voce)
Domenico Prato (chitarra)
Michele Roveda (chitarra).
Ville d'origine. Novi Ligure.
Informazioni
Siamo una boy band della terza età, assai panzona e dedita all'antica arte della birra
Biografia
Nati nel 1999 dalle ceneri dei Via Crosa, gli Energia Libera sono stati operativi nella provincia di Alessandria fino all'agosto 2002 quando, senza destare lo stesso clamore dei Take That, hanno deciso di sciogliersi. Al loro attivo vantano un demo cd contenente quattro brani inediti intitolato "Verso il campo base" (2002) e due apparizioni televisive, entrambe su RAISAT. Diversamente da quanto avvenuto per i Take That non c'è nessuna reunion in vista...........anche se non sono del tutto sicuro!!!
Posizione attuale
disciolti come le calotte polari anche se non si escludono abbassamenti delle temperature
Influenze
nessuna influenza grazie al vaccino
Contatto stampa
energialibera.versoilcampobase@gmail.com
ho usato la mail posta in fondo per chiedere un colloquio, ma anche qui, dopo oltre due mesi in attesa di una risposta, nulla di fatto.
A questo punto, amici della Stratosfera, ed in particolare quelli di Genova, Alessandria, Novi Ligure e zone limitrofe, ci fate sapere qualcosa in più? Questo è il loro unico album? Esiste altro materiale di questo gruppo? I componenti del gruppo hanno avuto carriere musicali interessanti? Cosa fanno oggi? Insomma… muoversi… (se volete e se potete). Per l’intanto, godetevi l’album - almeno questo lo potete fare senza stare a un metro di distanza.
Da parte mia, come sempre, un abbraccio musicale.