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Serie "Historic prog bands live in Italy" - Capitolo 51 - Genesis: the first italian tour - April 1972 - "Nursery Crime Tour"

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Da grande e storico fan dei Genesis, nonché collezionista di almeno un centinaio di bootleg, mi sono cimentato nella ricostruzione storica, iconografica (anche se parziale) e musicale del primo leggendario tour della band inglese nel nostro Paese. Il tour ebbe luogo nel mese di aprile 1972.

Per la realizzazione di questo post, piuttosto corposo (perdonatemi, ma proprio non mi andava di spacchettarlo) ho tratto le informazioni innanzitutto dal volume di Mino Profumo, "Genesi in Italia - I concerti 1972-1975" (Edizione Segno, 2015), un capolavoro assoluto, contenente una minuziosa ricostruzione di ogni data, corredata da interviste e magnifiche foto in larga parte inedite. Acquistatelo perché ne vale veramente la pena. Qualche passaggio l'ho attinto anche dal volume "Genesis - Gli anni prog", di Mario Giammetti (Giunti, 2014) e dal sito "Horizons Radio" (qui) ricco di informazioni ed immagini del tour. Ultima generosa fonte di informazioni è lo storico "Ciao 2001" che diede ampio spazio alla calata dei Genesis in Italia in quel lontano 1972. Ringrazio gli autori per il prezioso contributo fornito a tutti gli appassionati dei Genesis e del progressive in generale. Per quanto mi riguarda mi sono limitato a raggruppare tutte le registrazioni live del tour finora in circolazione. 

E ora possiamo iniziare il nostro viaggio.


Innanzitutto c'è da dire che il pubblico italiano è sempre stato molto generoso con le band di progressive rock, molto ma molto di più di quello inglese, decisamente più avaro nel riconoscere la statura musicale di gruppi quali Genesis e Van Der Graaf Generator, giusto per citare le due punte di diamante della Charisma Records di Tony Stratton-Smith. Il successo ottenuto in Italia sia di vendite dei dischi che di affluenza ai concerti era di gran lunga più gratificante rispetto a quanto avveniva in Inghilterra, con misere vendite di dischi e ancor più misere presenze di spettatori ai concerti. Agli inizia del 1972 i Genesis suonavano abitualmente nei college inglesi di fronte  a qualche decina di persone (sigh!). 

Le ragioni, a detta di Mino Profumo (che io condivido in pieno) risiedono nel DNA del nostro Paese, "abituato da secoli a preziose influenze classicheggianti abbinate ad una letteratura fantasiosa e visionaria, un background che i popoli anglosassoni possono vantare in misura assai minore". Queste radici sinfonico-romantiche ben si sposano con le fiabe sonore proposte soprattutto da Gabriel & Co. Il merito di avere portato i quasi sconosciuti Genesis per la prima volta in Italia va a Maurizio Salvadori (seppur con la supervisione di Franco Mamone), giovanissimo promoter, coetaneo dei Genesis, che ebbe occasione di ascoltarli al Marquee Club di Londra, insieme ai VDGG. I Genesis avevano da poco registrato "Nursery Cryme" che stava passando del tutto inosservato nella avara Inghilterra. Fu Ciao 2001, nel febbraio 1972, ad annunciare un possibile tour italiano dei Genesis (allora il settimanale faceva veramente tendenza) grazie anche ad Armando Gallo che stava facendo di tutto per spingere la band. Il tour venne fissato per il mese di aprile, alternando piccole località di provincia con città più prestigiose. Spesso veniva proposto un doppio concerto, pomeridiano e serale, per venire incontro alle esigenze dei giovanissimi studenti. Nel contempo "Nursery Cryme" iniziava a scalare le classifiche italiane, 

Ciao 2001 riportò le date del tour nel suo celebre box "Sono in arrivo".


Dopo i soliti tira e molla, date annullate e altre spostate, finalmente si giunse al tour date definitivo. Ve lo riporto:

Adria (Rovigo), Teatro Comunale, 6 aprile
Godega di Sant'Urbano (Treviso), Apollo 2000, 7 aprile
San Martino Buon Albergo (Verona), Lem Club, 9 aprile (ore 16 e 21)
Pesaro, Palazzo dello Sport, 11 aprile
Reggio Emilia, Palasport, 12 aprile
Cuorgné (Torino), Le Due Rotonde, 13 aprile
Pavia, Palazzo delle Esposizioni, 14 aprile (ore 16 e 21)
Lugo di Romagna (Ravenna), Hit Parade, 15 aprile
Travagliato (Brescia), Supertivoli, 16 aprile (ore 16 e 21)
Siena, Palazzetto dello Sport, 17 aprile
Roma, Piper Club, 18 aprile (ore 17 e 21,30)
Napoli, Teatro Mediterraneo, 19 aprile (ore 16 e 21)


Per la cronaca i Genesis, ancora lontani dai faraonici concerti del 1974-75, arrivarono in Italia su due pulmini Ford Transit, uno per loro, l'altro per i tre roadie e l'attrezzatura. Con quattro strumenti in croce iniziavano a scrivere la loro parte di storia nel vasto arcipelago del progressive rock. Molti concerti sono documentati, integralmente o parzialmente, grazie a registrazioni amatoriali effettuate all'epoca. La formazione, giusto per citarla anche se non ce ne sarebbe bisogno, è quella composta da Peter Gabriel (voce, flauto, tamburino), Tony Banks (tastiere, chitarra 12 corde), Mike Rutherford (basso, chitarra), Steve Hackett (chitarra elettrica e acustica) e Phil Collins (batteria).


Genesis - San Martino Buon Albergo (Verona), Lem Club Domenica 9 aprile 1972 
(early show - registrazione incompleta)


TRACKLIST:

01. Happy The Man
02. The Fountain Of Salmacis
03. Drum Solo
04. Twilight Alehouse
05. Rock Me Baby (versione embrionale di Can-Utility And The Coastliners)
06. The Musical Box (cut end)


(late show - registrazione completa)

TRACKLIST:

01. Happy The Man
02. The Fountain Of Salmacis
03. Twilight Alehouse
04. Rock Me Baby (versione embrionale di Can-Utility And The Coastliners)
05. The Musical Box
06. The Return Of The Giant Hogweed
07. The Knife (bis)


Il primo concerto dei Genesis in Italia interamente documentato su supporto audio. Abbiamo sia la registrazione dello show pomeridiano, seppur incompleto (mancano la sezione finale di The Musical Box,The Return of the Giant Hogweed e The Knife) sia quella integrale dello show serale. Anche se segnalato dalla stampa in programma a Verona, il concerto si svolse nella piccola località di San Martino Buon Albergo, all'interno di una discoteca, il Lem Club. La scaletta del "Nursery Cryme Tour" poneva in apertura Happy The Man (letteralmente tradotta da Peter Gabriel come "Felice l'Uomo"), poi esclusa già a partire dal successivo tour dell'agosto dello stesso anno. Stessa sorte toccò a Twilight Alehouse. Il brano più interessante è sicuramente Rock Me Baby, versione embrionale di Can-Utility and the Coastliners (poi su Foxtrot) che i Genesis testavano dal vivo in questo periodo. Il titolo definitivo ancora non era stato trovato, così si divertivano a cambiarlo quasi ogni sera. L'assolo di batteria di Phil nel concerto pomeridiano è eseguito unicamente per sopperire ai problemi tecnici che furono una costante di tutta la tournèe. L'opening act dell'intero tour fu affidato agli Odissea, gruppo di prog rock italiano che inciderà l'anno successivo il suo unico omonimo album. Si narra che prima dello spettacolo serale alcuni membri dei Genesis ingannarono il tempo giocando a pallone nel prato vicino alla discoteca insieme a roadie, fan e camerieri del Lem. La registrazione del late show è venuta alla luce di recente ed è piuttosto buona essendo stata realizzata con un Geloso a bobine (mitico!) 


Link early show
Link late show


Genesis - Pavia, Palazzo delle Esposizioni
Venerdì 14 aprile 1972


TRACKLIST.

01. Happy The Man
02. The Fountain Of Salmacis
03. Twilight Alehouse
04. Bye Bye Johnny (versione embrionale di Can-Utility And The Coastliners)
05. The Musical Box
06. The Return Of The Giant Hogweed
07. The Knife (bis)


Altro concerto interamente documentato grazie alla registrazione effettuata da un fan. Per l'occasione la futura Can-Utility viene presentata come Bye Bye Johnny. Anche in questa occasione problemi di accordatura degli strumenti e qualche noia tecnica indussero Gabriel ad allungare le presentazioni dei vari brani. Al concerto di Pavia che, come si vede dalla foto, aveva come sponsor la Pellicceria Annabella (poteva essere diversamente?) era presente anche Ghigo Agosti, nostra vecchia conoscenza, in veste di fotografo.

"Mentre lo spettacolo pomeridiano si svolse tranquillamente di fronte ad alcune centinaia di persone, quello serale iniziò in ritardo e venne funestato da alcuni incidenti provocati da circa trecento contestatori che ritenevano eccessivo il costo di 1.500 lire per l'ingresso, un malcostume che come vedremo si aggraverà negli anni successivi. Le forze dell'ordine, una quarantina di agenti di PS chiamati direttamente dagli organizzatori per sedare i disordini vennero accolti da lancio di sassi che mandarono in frantumi alcune vetrate e ferirono alla testa un appuntato che finì in ospedale. Alle 22,30, nel tentativo di calmare le acque, si decise di dimezzare il prezzo del biglietto e verso le 23 vennero fatti entrare gratis gli ultimi irriducibili" (Mino Profumo). Ovviamente i giornali diedero ampio  risalto alla sassaiola anziché ai contenuti del concerto. 







Genesis - Lugo di Romagna (Ravenna), Hit Parade
Sabato 15 aprile 1972


TRACKLIST:

01. Happy The Man
02. Stagnation
03. The Fountain Of Salmacis
04. Twilight Alehouse
05. The Musical Box
06. The Return Of The Giant Hogweed
07. The Knife (bis # 1)
08. Going Out To Get You (bis # 2)


Lugo di Romagna, in provincia di Ravenna, fu l'ottava tappa del lungo tour italiano. I Genesis suonarono in un locale chiamato Hit Parade, ex circolo Enal, che aveva già ospitato i Van Der Graaf Generator nel mese di febbraio. Anche in questo caso venne prevista la doppia esibizione, pomeriggio e sera. La registrazione testimonia la presentazione, per la prima volta nel tour, di Going Out To Get You, proposta come secondo bis. Si trattava di un vecchio brano risalente all'epoca di Anthony Philips, che veniva suonato abitualmente  senza Steve Hackett. In scaletta i Genesis decisero di inserire Stagnation, attinta dal glorioso "Trespass", al posto della primitiva versione di Can-Utility. Scelta decisamente apprezzata dal pubblico. 





Genesis - Roma, Piper Club
Martedì 18 aprile 1972 (late show - completo)


TRACKLIST:

01. Happy The Man
02. Stagnation
03. The Fountain Of Salmacis
04. Twilight Alehouse
05. The Musical Box
06. The Return Of The Giant Hogweed
07. The Knife (bis # 1)
08. Going Out To Get You (bis # 2)


A Roma, nel leggendario Piper Club, i Genesis tennero ancora una volta due concerti. L'esibizione serale avvenne di fronte a circa 1500 persone, stipate in sala, ben oltre la capienza ufficiale. Addirittura Tony Stratton-Smith piombò a Roma per assistere al concerto.. Nel corso del pomeriggio Peter Gabriel venne ospitato nel programma radiofonico "Per Voi Giovani" e intervistato da Carlo Massarini. La scaletta del concerto è uguale a quella proposta a Lugo di Romagna, con Stagnation suonata subito a ruota di Happy The Man. Interessante la scelta di aprire il concerto con due brani acustici. Al termine di The Knife la band venne richiamata sul palco a gran voce e ripropose; anche questa volta in quartetto senza Steve Hackett, Going Out To Get You. Una troupe della Rai filmò una breve parte del concerto. Peccato che lo spezzone non venne mai trasmesso. 






Genesis - Napoli, Teatro Mediterraneo
Mercoledì 19 aprile 1972 (late show, complete)


TRACKLIST:

01. Happy The Man
02. Stagnation
03. The Fountain Of Salmacis
04. Twilight Alehouse
05. The Musical Box
06. The Return Of The Giant Hogweed
07. The Knife (bis1)


A Napoli si concluse la prima tournée italiana dei Genesis che li vide impegnati per buona parte del mese di aprile. "Vale la pena ricordare che proprio nel capoluogo partenopeo trova compimento quella che diventerà la canzone di apertura del successivo disco dei Genesis (Foxtrot)". Tony Banks e Mike Rutherford, seduti sul terrazzo dell'Hotel Domiziano, videro davanti a loro un grande spazio con case e campi, completamente deserto, come se tutta la popolazione avesse abbandonato il pianeta. Da qui l'ispirazione per il testo, dove un essere alieno arriva sulla terra e la trova deserta. La scaletta del concerto resta invariata, con la sola The Knife concessa come bis. 




 Il successo del tour aiutò "Nursery Cryme" a risalire le nostre classifiche di vendita, complice Ciao 2001 che sostenne fin da subito i Genesis e la loro calata in Italia. 


Come ho già ricordato in premessa, le registrazioni presentate in questo lungo post sono quelle attualmente in circolazione, a testimonianza di questo primo leggendario tour. Ne mancano due all'appello: la prima, incompleta, riguarda il concerto pomeridiano di Napoli. Viene citata nel volume di Mino Profumo ("una buona registrazione sia pur parziale del concerto pomeridiano è da poco stata reperita e comprende inizialmente anche un piccolo frammento del set degli Odissea"), ma non se ne trova traccia da nessuna parte. Ho letto in un forum una lunga discussione al riguardo, con invito esplicito al possessore del nastro di masterizzarlo. Non so se l'invito abbia avuto un seguito. parrebbe di sì, ma la registrazione resta introvabile. La seconda registrazione  amatoriale mancante nel post appartiene a Beppe Crovella, allora tastierista e leader degli Arti e Mestieri, presente al concerto di Cuorgnè, nel locale Le Due Rotonde,, e autore della citata  registrazione. Vai a capire le ragioni per cui la tiene gelosamente nel cassetto. "Solo un piccolo frammento di The Musical Box, insieme alle scuse di Gabriel per il forfait di Tony Banks - quella sera stava malissimo - è stato reso disponibile da Crovella, su facebook, in occasione del quarantesimo anniversario dell'esibizione" (Mino Profumo).

Ringrazio ancora una volta Mino Profumo, Mario Giammetti e lo staff di Horizons Radio. Vi rinnovo l'invito a leggere i volumi dei due autori, sia per completezza di informazione che per ammirare le splendide foto inedite, e a visitare il sito, da cui ho tratto parecchie immagini qui postate, incluse le copertine dei bootleg. Io mi sono limitato a raggruppare le testimonianze sonore del tour in un percorso cronologico che spero sia di vostro gradimento. Chissà che qualche nostro lettore non possieda qualche registrazione rimasta finora inedita. L'invito è aperto.

Lasciamo trascorrere un po' di tempo, poi ritorneremo ad occuparci dei Genesis in Italia ed in particolare  dei due tour dell'agosto 1972 (Foxtrot Tour) e del febbraio 1974 (Selling England Tour). Le due fate del Charisma Tour le abbiamo presentate di recente, così come abbiamo già postato l'unica data italiana del "The Lamb Tour" (Torino, 24 marzo 1975)
E'proprio tutto. Vi lascio con il consueto Buon ascolto.


Post by George


Laura Betti - 1963 - Kurt Weill 1900-1933 e 1933-1950 (vynil)

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TRACKLIST
1 Barbara Song (da “Die Dreigroschenoper”, 1928)
2 Ballata della schiavitù sessuale (da “Die Dreigroschenoper”, 1928)
3 Tango Ballade -con Vittorio De Sica  (da “Die Dreigroschenoper”, 1928)
4 Jenny dei pirati (da “Die Dreigroschenoper”, 1928)
5 Moritat (da “Die Dreigroschenoper”, 1928)
6 Salomon Song (da “Die Dreigroschenoper”, 1928)
7 Ballata dell'agiatezza (da “Die Dreigroschenoper”, 1928)
8 Surabaya Jonny (da “Happy end”, 1929)
9 La ragazza annegata (da “Das Berliner Requiem”, 1929)
10 Moon of Alabama (da “Mahagonny”, 1927-1930)
11 Wie Mann Sich Bett (da “Mahagonny”, 1927-1930)



TRACKLIST
1 Le grand Lustucru (da “Marie Galante”, 1934)
2 Lied der Fennimore (da “Der Silbersee”, 1934)
3 J’attends un navire (da “Marie Galante”, 1934)
4 I sette peccati capitali (brani del balletto, 1933)
5 Speak Low (da “One touch of Venus”, 1943)
6 How Can You Tell an American (da “Knickerbocker holiday”, 1938)
7 That's Him (da “One touch of Venus”, 1943)
8 Lonely House (da “Street scene”, 1947)
9 September Song (da “Knickerbocker holiday”, 1938)

FORMAZIONE 
Laura Betti- Voce
Orchestra diretta da Bruno Maderna

Della straordinaria vicenda artistica di Laura Betti avevamo già accennato in occasione di un post precedente (lo trovate QUI) dedicato a questa singolare figura di attrice e cantante e al suo disco di esordio contenente alcune delle canzoni dello storico spettacolo “Giro a vuoto”. Oltre a qualche 45 giri ed EP, la Betti incise un unico altro lavoro sulla lunga distanza, ma CHE lavoro, ragazzi! Ci riferiamo, e qui l’enfasi è d’obbligo, a una delle più alte vette culturali toccate dalla nostra discografia, vale a dire i due dischi dedicati alla musica di Kurt Weill, un gigante del ’900. Non parliamo a vanvera: questo doppio album, uscito in due volumi separati nel 1963 per la Ricordi, è infatti il primo lavoro organico dedicato alla riproposizione nella nostra lingua dei capolavori che Kurt Weill scrisse per Bertolt Brecht (più della metà dell’opera è dedicata ai brani partoriti da questo strepitoso sodalizio), e per altri autori, e di gran lunga resta ancora oggi quello più curato e approfondito.


Oltre alla Betti vi compaiono i nomi prestigiosi di Bruno Maderna, uno dei più noti compositori italiani del Novecento, in qualità di direttore e concertatore, quello di Roberto Leydi, che cura il ricco apparato critico e iconografico e anche quello di Vittorio De Sica che è ospite in un brano del primo volume.

Le date che caratterizzano i due volumi sono quelle attorno alle quali si dipana la vicenda biografica a musicale del geniale compositore tedesco: 1900-nascita, 1933- fuga dalla Germania nazista e sostanzialmente fine del sodalizio con Bertolt Brecht; 1950, morte negli USA. Tale scansione testimonia che il progetto di questo lavoro intende seguire l’intero percorso artistico e umano di Weill, inquadrandolo sia attraverso le vicende storiche tedesche (lo spartachismo, l’effimera Repubblica di Weimar, l’ascesa di Hitler), sia leggendolo in controluce alle coeve esperienze musicali e teatrali (di cui il Kabaret berlinese fu un incestuoso  frutto).


Non voglio tediarvi con ulteriori riflessioni sulla novità dell’arte di Weill, né sul ruolo che giocò nel successo del teatro politico e civile di Bertolt Brecht (traghettato in Italia da Giorgio Strehler), sia perché, purtroppo, ciò va ben oltre le mie povere competenze, sia perché, assai meglio di quanto potrei fare io, lo racconta Roberto Leydi (la cui eccezionale figura di studioso e organizzatore culturale e musicale meriterebbe ben altro approfondimento) nei due ricchi libretti interni che vi fornisco in un apposito link e che sono assolutamente paritetici alla musica contenuta nei due dischi.


Mi limiterò a segnalare che nel primo volume troverete brani di alcuni capolavori degli anni tedeschi tratti dal “Die Dreigroschenoper” (come “La ballata della schiavitù sessuale”, la “Tango ballade” cantata magistralmente con De Sica, l’incredibile “Moritat”,  in cui Maderna inserisce anche il theremin), e poi ancora pezzi notissimi come “Surabaja Johnny” (che riprende la musica di “Moritat”) e la celeberrima “Moon of Alabama”, molti anni dopo sdoganata presso il pubblico rock dai Doors).

Il secondo volume segue i passi dell’esilio di Weill: mentre il Nazismo al potere brucia in piazza i suoi spartiti e gli scritti di Brecht, il musicista cerca infatti riparo prima in Francia (dove, tra l’altro, scrive le musiche del balletto “I Sette Peccati”, ultima collaborazione con Brecht che lo raggiunge appositamente dalla Svizzera), e poi dal ’35 definitivamente in America. Qua si allontana dalla musica d’arte degli anni europei per avvicinarsi invece a una musica più vicina agli ambienti di Broadway e di Hollywood, dedicandosi alla commedia musicale e alla musica per la radio, lambendo anche il jazz orchestrale colto che in quegli anni stava elaborando il suo amico George Gershwin. Tuttavia i brani di questi anni, se sono più fruibili, non sono certo del tutto proni alle mere esigenze commerciali. Weill è il primo compositore del teatro musicale americano che non si limita a scrivere le musiche, ma si dedica anche alla faticosa fase dell’orchestrazione, nell’esigenza di avere il pieno controllo della propria arte. Ma anche qui vi rimando al dettagliato libretto interno. A noi ci basti evidenziare, tra le tante chicche di questo secondo volume, “Le grand Lustrucru”, “I sette peccati capitali”, “Speak Low” (cantato in inglese) e l’ennesimo capolavoro di “September song”.


Laura Betti, cantante sui generis, rende un grande servigio a queste autentiche perle, come notò già il musicologo Massimo Mila (vedi articolo posto in coda al libretto del primo volume) che la esaltò come “vera voce di Kurt Weill”: il suo imprinting da attrice, ma anche la sua misura, sono infatti essenziali all’efficacia di questi brani che vivono nell’inscindibile connubio tra la musica inventiva di Weill (che cavalca l’alto e il basso con grande scioltezza) e i testi letterari di Bertolt Brecht, uno dei nomi maggiori del teatro del XX secolo. In virtù di ciò, la Betti esce vincitrice, a parer mio, anche dal confronto con le due grandi signore della musica italiana che poi si misureranno con Weill/Brecht, vale a dire Milva (1971), un po’ troppo enfatica, e Adriana Martino (1976), un po’ troppo impostata.


A dispetto di quanto abbiamo cercato di evidenziare, ovvero dell’eccezionalità culturale di questo lavoro,  questi due dischi, pur riediti successivamente nella serie economica “Orizzonte”, non sono mai stati ristampati in CD, né riversati digitalmente. A quanto ne so, non sono mai apparsi sul web, in cui finora è stato possibile reperire solamente tre brani. 

Permettetemi un grande ringraziamento a Osel che mi ha messo a disposizione i files mp3 del secondo volume, dato che la mia copia (sottratta con destrezza alla discoteca di mio suocero…) è purtroppo assai rovinata.

Infine una precisazione: per riprodurre le pagine dei due libretti ho preferito non seguire l’ordine classico 1 pagina = 1 foto giacché la scrittura minuta non avrebbe permesso una visione appropriata sul vostro PC. Ho dunque preferito fotografare da vicino singole parti delle pagine e poi rimontarle.

Mi pare che sia tutto. Non mi resta che augurarvi buon ascolto!


Post by Andrea de "Gli Sprassolati"

Popularia - Popularia (1984, vinyl) & Cammell' (2003, CD) plus bonus live tracks

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"Correva l'anno 1980. I Popularia, sette musicisti napoletani, nascevano in un momento molto felice per le band cittadine. Il nome lasciava ad intendere uno stile originalissimo supportato da strumenti tradizionali delta cultura partenopea, quali il mandolino, la mandola e il mandoloncello. La loro musica  è influenzata dal jazz-rock, che ben si amalgama alle matrici della cultura folk tradizionale, senza smarrire la memoria del tema classico. I Popularia annoverano una intensa attività concertistica, con una gemma più lucente, la partecipazione al Jazz Festival di Montreux nel 1983. Solo un anno dopo veniva dato alle stampe il loro primo album omonimo, pubblicato dalle Edizioni Festa (e non ristampato in CD), caratterizzato da un suono fascinoso ma mai retorico. Con questo disco i Popularia hanno tracciato nuove strade per riappropriarsi della tradizione e farla divenire "musica del nostro tempo".

Popularia - 1984 - Popularia (vinyl)


TRACKLIST:

 01. Barra (3:51)
02. Neapolitan Ensemble (4:41)
03. Solidarnosc (5:28)
04. Tarantella Popularia (4:37)
05. Samba Galante te (4:00)
06. Natalaria (3:40)
07. Naina nà (3:50)
08. Strisce pedonali (4:10)
09. Capelli bianchi (4:41)


MUSICISTI

Gennaro Petrone - mandolino, mandola, mandoloncello, chitarra, cori
Salvatore Esposito - mandolino, cori
Franco Sansone - chitarra elettrica
Massimo Volpe - piano, tastiere, cori
Roberto Ciscognetti - batteria
Massimo Cecchetti - basso, cori 
Peppe Sannino - percussioni, cori

Collaboratori

Tony Esposito: percussioni in 3, 4, 5
Sergio Quarta: congas e timbales in 3, 4, 5 
Claudio Pizzale: lyricon in 7


"Un anno dopo vediamo l'uscita del 45 giri "Barra / Naina na" e del mix con la nuova versione del brano che sarà utilizzata come sigla del filmato di presentazione dei Mondiali di Calcio del 1990. La loro fusion mediterranea squisitamente schiusa a contaminazioni senza confini, traccia un itinerario armonioso, sovente evocativo e frutto di una ricerca spazio-temporale sapientemente distribuita nella metrica forma-canzone". Le informazioni le ho attinte dal sito ufficiale dei Popularia che troverete qui.


Tante le collaborazioni che hanno visto come protagonisti i Popularia. Ricordiamo tra le altre "Napoli Opera" (1984) e "Spackanapoli" (1990). Nel 1992 il gruppo, al completo, entra a far parte dell'Orchestra Italiana voluta da Renzo Arbore. Inutile dire che ne costituisce da subito l'ossatura principale. Cinque album in agenda e otto dischi di platino, sono la cifra del successo della band. Nel 1995 viene pubblicato un doppio CD, comprendente il primo LP ed altro materiale inedito. Nel 1999 fondano l'Orchestra NapoliOpera insieme con Gianni Conte, Elia Rosa e Brunella Selo. Il 2003 segna l'uscita di un nuovo disco, a quasi vent'anni dall'esordio, intitolato "Cammell'"., pubblicato dall'etichetta Suoni del Sud.

Popularia - 2003 - Cammell'  (CD)


TRACKLIST:

01 Cammell' 
02 Diavule 
03 Milalfitana 
04 Sunset Time 
05 Sleeping In The Station 
06 The kaymano 
07 Tre Quarti Op. 54 
08 Sevillaria 
09 Samba Galante (live)
10 Neapolitan Ensemble  (live)
11 Tarantella Popularia (live)


FORMAZIONE

Gennaro Petrone - mandola acustica ed elettrica, mandoloncello e voce
Salvatore Esposito - mandolino e mandola acustici ed elettrici
Roberto Ciscognetti - batteria
Massimo Cecchetti - basso e voce
Massimo Volpe - pianoforte, tastiere e voce
Michele Montefusco - chitarre e voce
Peppe Sannino - percussioni e voce

Collaboratori

Franco Giacoia - chitarra
La sezione brass della banda della Nato di Napoli - fiati
Daniela Critelli, Gabriella Rinaldi, Brunella Selo - cori


L'album ha come espressione il Vesuvio, vulcano protagonista di ogni immagine di Napoli, che è sentito dal popolo come un qualcosa di vivo,'a montagna, un animale paziente e mite, forte e tenace ma pronto a tramutarsi in un dio distruttore, da adorare e blandire con preghiere e invocazioni. Sono presenti tre versioni live di brani già pubblicati sul primo album. Vennero presentati su Radio Med in una trasmissione "unplugged". Nel contempo l'attività concertistica prosegue senza sosta e i Popularia oggi come ieri sono tra i protagonisti dei principali festival folk organizzati nella nostra penisola. Cercate su Youtube e troverete molto materiale live degno di interesse. Io ho fatto alcune selezioni e le ho postate nel bonus CD che troverete qui sotto. 

    

Double Bonus CD - Live tracks


CD 1 - Bagnoli Jazz Festival - 6 maggio 2018
Vineapolis Place (concerto completo su traccia unica)


TRACKLIST:

a. Jerash
b. Tarantella Popularia
c. Sleeping In The Station
d. Sevillaria
e. Milalfitana
f. Samba Galante
g. Neapolitan Ensemble
08. Barra


FORMAZIONE

Massimo Volpe: piano e tastiere
Michele Montefusco: chitarre
Massimo Cecchetti: basso
Salvatore Esposito: mandolino
Peppe Sannino: percussioni
Roberto Ciscognetti: batteria


Si tratta di un concerto piuttosto recente, risalente al maggio dello scorso anno, in occasione del Vineapolis Jazz Festival di Bagnoli. I  Popularia propongono gran parte del disco "Cammell'", con l'aggiunta di Jerash (reperibile sull'antologia "Popularia 82/95") e Barra, il brano di apertura dell'omonimo album del 1984. 

CD 2 - Other live tracks

01. Aria mediterranea - live 1981 (brano eseguito solo nel corso dei concerti e pubblicato nell'antologia "Popularia 82-95")
02. Pagaia - Popularia con Tony Esposto, live Monterux Jazz Festival 1983
03. Barra - live 1984
04. Unknown - live Teatro Tenda, Napoli 1984 (video registrazione amatoriale effettuata da Tony Ponticiello e pubblicata su Youtube)


E' tutto. Vi lascio con il consueto Buon ascolto

Link Popularia 1984
Link Cammell' 2003
Link Double Bonus CD live tracks

Post by George

Dario Baldan Bembo - Aria (1975, vinyl) e Crescendo (1975, vinyl)

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Storia lunga quella di Dario Baldan Bembo, difficile da riassumere in poche righe.
Ottimo pianista e tastierista, inizia l'attività nel mondo musicale con il fratello maggiore, Alberto (pianista, organista e vibrafonista) con cui si esibisce durante le serate estive in vari locali. Nel 1966 conosce Ico Cerutti, che lo porta  nel Clan Celentano come tastierista. Il suo primo grande successo è il celebre tema strumentale Djamballà, colonna sonora del film "Il dio serpente", uscito nelle sale nel 1970 con Nadia Cassini come protagonista. Collabora poi con Lucio Battisti nel disco "Amore e non amore". L'occasione è propizia per conoscere l'Equipe 84 (o meglio la Nuova Equipe 84, nella quale entra a far parte con Di Cioccio, Vandelli e Sogliani). E' poi la volta di altre importanti collaborazioni, tra le quali quelle con Bruno Lauzi e Mia Martini (Minuetto è una sua composizione). Mi piace ricordare la presenza di Dario Baldan Bembo, in veste di tastierista, nell'album "Seduto sull'alba a guardare" dei Salis.

Nel 1972 compone insieme a Ciro Dammico la musica della canzone Le rose blu. Con il testo di Alberto Salerno la canzone esce su 45 giri senza nessun riscontro di vendita. Dopo alcuni mesi, grazie all'intervento di Vince Tempera, viene realizzata una versione strumentale del pezzo, che diventa un grande successo con il nome di Soleado. Successivamente la canzone esce in America con una versione dal titolo When a child is born, che diventa una hit natalizia e che verrà cantata dalle maggiori star mondiali: Bing Crosby, Mireille Mathieu, Demis Roussos, Placido Domingo, Andrea Bocelli e altri ancora. 

Nel 1975 debutta come cantautore con "Aria", che diventa un successo internazionale, seguito a ruota da "Crescendo". 

La Nuova Equipe 84: da sx Di Cioccio,  Baldan Bembo, Vandelli, Sogliani
Gli album solisti si susseguono di anno in anno, così come le collaborazioni con altri artisti, tra cui Renato Zero e Riccardo Fogli,  Giungiamo al 2014, anno in cui Baldan Bembo vince il Festival Nazionale di Musica Cristiana con il brano "Papa e Papà". 

Quelli che vi propongo nel post sono i primi due dischi di Dario Baldan Bembo, entrambi pubblicati dall'etichetta Come il vento nel 1975 (distribuita dalla RCA). Non mi risultano ristampe in CD, ma potrei sbagliarmi.

Dario Baldan Bembo - 1975 - Aria (vinyl)


TRACKLIST:

Lato A
01. Aria
02. Stranieri noi
03. Canto di Levania
04. Arpeggiato

Lato B
01. Mondo nuovo
02. Nico
03. Corale
04. La nuvola con i piedi
05. Aria (ripresa)


MUSICISTI

Dario Baldan Bembo– voce, tastiera, flauto
Salvatore Fabrizio– chitarra
Gigi Cappellotto– basso
Andy Surdi– batteria
Furio Bozzetti– percussioni
Maurizio Fabrizio– chitarra


Debut album di Dario Baldan Bembo, alle prese con tastiere, flauto e voce, accompagnato da amici musicisti di lunga data come Gigi Cappellotto, Andy Surdi e Maurizio Fabrizio. Mai disco fu più fortunato. La title track divenne in breve tempo un successo internazionale. Le altre otto tracce scorrono con grande dolcezza e serenità. Nel complesso più che dignitoso. Dall'album venne tratto un 45 giri comprendente Aria e Nico.

Dario Baldan Bembo - 1975 - Crescendo (vinyl)


TRACKLIST:

Lato A
01. Dedica
02. Gabbiani
03. Non devo vivere più triste
04. Guardando una donna dormire
05. Per un anniversario

Lato B
01. Crescendo
02. Bambina sola e la luna
03. Il ciliegio di casa mia
04. 30 DB
05. Prima alba


MUSICISTI

Dario Baldan Bembo– voce, tastiera, flauto
Maurizio Fabrizio – chitarra
Furio Bozzetti – batteria
Paolo Donnarumma– basso
Andy Surdi– batteria
Baba Yaga– cori


Sorpreso e ringalluzzito dall'inaspettato successo di "Aria", verso la fine del 1975 Dario Baldan Bembo pubblica il suo secondo disco solista, intitolato "Crescendo". Le sonorità non si discostano molto dall'album di debutto. Anche in questo caso Baldan Bembo si fa supportare da una bella schiera di musicisti: ritroviamo Maurizio Fabrizio e Andy Surdi e con loro Furio Bozzetti, Paolo Donnarumma e Baba Yaga ai cori. Anche in questo caso venne estratto un singolo contenente Crescendo e Gabbiani. E' tutto.
Buon ascolto


Link Aria
Link Crescendo

Post by George

Luca Bonaffini - 2004 - La canzone va a teatro

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TRACKLIST:

01. Generazioni – 5:03
02. Il locale di Bill – 3:24
03. E così nasce una canzone – 5:04
04. Fate morgane – 4:08
05. L'oasi dei nannufari – 3:37
06. Meglio della magia – 4:08
07. Astrologia – 5:59
08. La letteratura – 5:22
09. Chiama piano – 4:57
10. La prima pioggia – 3:37
11. Non di sabato – 4:01
12. Scialle di pavone – 5:18
13. Treni – 5:09


MUSICISTI

Luca Bonaffini - voce, chitarra
Massimo Tuzza - percussioni, Batteria, rumori
Alessandro Simonetto - tastiere


Abbiamo da poco parlato di Luca Bonaffini in occasione della collaborazione con Gianni Mocchetti  nell'album "Cronache" (il post lo ritroverete qui). Compositore di musiche e autore di testi per canzoni, Luca Bonaffini si è affermato intorno alla fine degli anni 80 come collaboratore fisso di Pierangelo Bertoli, firmando per lui molti brani in album di successo all'interno dei quali compare anche come cantante, armonicista e chitarrista.

Pierangelo Bertoli con Luca Bonaffini
Altre sue composizioni sue sono state interpretate da Patrizia Bulgari, Flavio Oreglio, Fabio Concato, Nek, Claudio Lolli e ha scritto testi teatrali insieme a Dario Gay ed Enrico Ruggeri. Ha pubblicato, come cantautore, diversi album aventi un unico filo conduttore, affrontando tematiche impegnate e sociali. Ha vinto il premio Rino Gaetano (1988) Targa critica giornalistica e il Premio Quipo (1999) al Meeting delle Etichette Indipendenti di Faenza (miglior progetto multimediale). Ha inoltre partecipato al Festival del Teatro Canzone - Premio Giorgio Gaber (2005) e due volte al Premio Tenco (edizioni 2008 e 2012). Nel 2013 ha debuttato come scrittore con il libro "La notte in cui spuntò la luna dal monte" (edito da PresentArtSì), ispirato al suo incontro con Pierangelo Bertoli. Nel 2015 Mario Bonanno ha pubblicato un libro dedicato ai suoi 30 anni di carriera, intitolato "La protesta e l'amore. Conversazioni con Luca Bonaffini" (edito da Gilgamesh editrice).

Luca Bonaffini yesterday...
Nel marzo del 2018 ha costituito la LONG DIGITAL PLAYING SRLS, una società a responsabilità limitata, etichetta discografica, edizioni musicali, centro di progettazione, consulenza e organizzazione artistica. La mission di LDP è quella di offrire al panorama della discografia italiana e internazionale uno strumento di dialogo tra il mercato e gli artisti, dotandosi di mezzi per poter produrre, promuovere e distribuire progetti musicali sia tramite supporto fisico (cd, vinile etc) sia attraverso le piattaforme digitali (da Wikipedia)

...and today
Questa è la storia. Ora passiamo al disco in questione

"La canzone va a teatro"è il primo e unico album dal vivo realizzato da Luca Bonaffini, tratto da uno spettacolo di teatro canzone diretto da Flavio Oreglio e i cui monologhi sono stati interamente scritti e recitati dallo stesso Bonaffini. Uscito per l'etichetta minore Nota Music nel 2004, segna il passaggio definitivo alla canzone destinata al cosiddetto mercato teatrale.
Realizzato da Bonaffini in collaborazione con i musicisti Massimo Tuzza e Alessandro Simonetto, qui anche in veste di arrangiatore e produttore artistico, l'album contiene 13 tracce tra cui una versione per pianoforte, voce, armonica a bocca e percussioni di Chiama piano, originalmente interpretata da Pierangelo Bertoli e Fabio Concato, e una versione in stile tango de La letteratura, scritta con Flavio Oreglio nel 2003, già colonna sonora del Festivaletteratura di Mantova del 2004.
L'album è stato pubblicato in CD nel marzo 2004 in occasione del Mantova Musica Festival, che alla sua prima edizione nacque come Controfestival del Sanremo di Tony Renis. Proprio grazie allo spettacolo e al CD omonimo l'anno successivo l'artista mantovano viene scelto tra i finalisti del Premio Giorgio Gaber Festival del Teatro Canzone.
Le 13 tracce sono in parte ripescate dagli album solisti di Luca Bonaffini, che vanta una lunga produzione solista in un arco temporale che va dal 1988 al 2018


Una buona recensione del disco oggetto del nostro post è stata pubblicata sul sito "apriteilsipario.it". Ve ne propongo uno stralcio: "Dopo vent'anni di palcoscenico e di progetti discografici arriva la prima antologia dal vivo di Luca Bonaffini. Operazione inversa, quella dell'artista mantovano, che invece di proporre una sintesi a fine tournèe, come spesso accade, esce contemporaneamente con album e tour. Gli arrangiamenti appaiono inediti e inconsueti per brani storici come 'Chiama piano', 'La prima pioggia', 'E così nasce una canzone' (scritte con Pierangelo Bertoli al tempo di "Spunta la luna" e "Italia d'oro") e la riproposta in chiave unplugged di alcune ballate del disco precedente (TRENI, 2003) esaltano nuove sfumature di suoni. Ma non mancano revisioni e re-interpretazioni di canzoni epocali come 'Meglio della magia' (IL PONTE DEI MANISCALCHI, 1999) o 'Scialle di pavone' (SCIALLE DI PAVONE, 1998); quest'ultima eseguita con i tre strumenti base dello spettacolo (chitarra, percussioni e violino), si trasforma a sorpresa in una vera e propria performance di virtuosismo e arte pura. E ancora indietro, dalla parentesi country dello spassoso 'Il locale di Bill' (BLEZ, 1993 prodotto da Bertoli con Caterina Caselli) fino al romantico night-blues della misticheggiante 'Astrologia', che nel 1988, diede il titolo al primo lavoro discografico dell'autore e alla partecipazione al Festival di Sanremo. Infine, dal palco traspare l'antico amore di Luca per la lirica, che lo ha portato a concepire testi come 'La letteratura' (scritta su musica di Flavio Oreglio per l'album del chansonnier milanese 'IL MOMENTO È CATARTICO e ci chiamano poeti' pubblicato di recente). Nella versione riproposta il brano si veste di atmosfere suggestive a cavallo tra tango di Piazzola e tradizioni tzigane arcaiche". 

Buon ascolto



Post by George

Popularia - 1995 - Popularia 82/95

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 Ho deciso vedendo l’ottimo post di George dedicato ai Popularia di integrarlo col doppio CD uscito nel 1995, e prontamente citato dallo stesso George, poiché vi ho trovato elementi interessanti che a parer mio avrebbero fatto apprezzare ancora di più questo gruppo napoletano, capace di lavori così validi da fare si che quel “vecchio marpione” di Renzo Arbore si accaparrasse le prestazioni dei suoi componenti integrandoli nella mitica Orchestra italiana.

Una precisazione, avrei potuto postare solo i brani inediti rispetto al post precedente, ma ho preferito pubblicare entrambi i CD anche perché riportando le note contenute all’interno della pubblicazione chiunque volesse usufruirne potrebbe così effettuare un riscontro in tempo reale tra le “parole” e la musica. 


Ma ecco cosa è stato scritto all’interno del doppio CD :
Quando Nando Coppetto ci chiamò per comunicarci la sua intenzione di ripubblicare in cd, a 10 anni di distanza, il suo primo prodotto, l’album dei POPULARIA, rimanemmo sorpresi…. Lui diceva che lo trovava ancora più attuale di allora, e che in fondo gli aveva portato fortuna, così gli sembrava giusto cominciare la sua seconda decade di attività con lo stesso lavoro che aveva visto iniziare la prima…. Allora abbiamo pensato di ampliare l’idea di Nando, pubblicando del materiale antologico di registrazioni varie realizzate in questi 10 anni, come augurio per i nostri prossimi 10: una doppia “festa per la festa”. Dal 1979 avevamo formato questo gruppo in cui, accanto agli strumenti tradizionali per un gruppo pop (batteria, chitarra, basso, tastiere) comparivano anche strumenti tradizionali della musica partenopea (i mandolini), e questa fusione di suoni, cui corrispondeva una fusione di melodie pop e napoletane, aveva subito funzionato. 

Dopo quel disco constatammo come fosse difficile per un gruppo di musica strumentale, in quel periodo, sopravvivere in Italia, e fummo costretti ad intensificare la nostra attività di session men per auto produrre un successivo lavoro nell’88, mai pubblicato. Da allora i Popularia continuano a produrre la loro musica e, parallelamente, partecipano dal 92 al progetto dell’Orchestra Italiana di RENZO ARBORE. La realizzazione di questo disco testimonia l’impegno del gruppo, ma anche e soprattutto la voglia di continuare a suonare insieme. Questo album è un’antologia della storia dei POPULARIA. I due CD comprendono il primo LP “Popularia” pubblicato nell’84 e
altri brani inediti.


D I S C O 1
 
A quell’LP appartengono i primi 9 brani. Esso è il risultato del lavoro svolto tra il 79, all’esordio del gruppo, e l’83. “Barra mix version”: abbiamo sostituito la versione originale di “Barra” con questa versione che venne utilizzata per la sigla dei Mondiali di calcio di Italia 90. “Aria Mediterranea”: perché nel primo disco non c’era?... non c’entrava nel vinile. “Birdland”: è un pretesto per presentare il mandolino, questo nuovo strumento e le sue possibilità, un po’ (ma proprio un po’…) come nell’800 fece Giuliani trascrivendo Rossini per chitarra.
 
D I S C O 2

Alcuni dei brani presentati su questo CD facevano parte del nostro progetto dell’88 per un secondo LP. “Struzz Dance” : la composizione è dell’inverno 82, il nonsense delle frasi era un provvisorio in attesa del testo definitivo, infatti erano i primi esperimenti per inserire delle parti vocali (esigenze dei discografici del periodo), alla fine ce ne siamo ricordati all’atto della registrazione… ma era troppo tardi… “Cammell”: ovvero il Vesuvio visto da Posillipo, il pezzo è dell’85… eravamo un po’ preoccupati per l’edilizia selvaggia sopra ed intorno al vulcano, ma…ci siamo rassegnati subito. “Promenade”: passeggiata per Parigi: Massimo Volpe nell’84 si è sposato ed in viaggio di nozze… “Sott’a luna”: dedicato alle vittime dell’eroina. “Jerash”: ridente città imperiale della Giordania, piena di alberghi e locali notturni, dove suonava il Volpe nel 77. “Sunset time”: significa il viale del tramonto. “Milalfitana”: una milonga amalfitana poco milonga, e amalfitana? Ma potrebbe essere anche Ischitana, Bacolese, Procidana… “Samba galante” e “Neapolitan Ensemble”: dal vivo per Radio Med, una trasmissione unplugged tre anni prima, e soprattutto a Napoli! “Luna rossa" : per la compilation Spaccanapoli in cui ogni gruppo era chiamato ad interpretare un brano classico napoletano. “Tarantella Popularia”: dal vivo, direttamente su DAT. Stiamo ricominciando a suonare...


E’ tutto, buon ascolto. Frank-One

Link disc 1
Link disc 2

Post by Frank-One

Serie "Historic (not) prog bands live in Italy" - Capitolo 52 - Deep Purple 1st italian tour 1971

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Ho deciso di dedicare questo post ai Deep Purple che, insieme ai Led Zeppelin e agli Uriah Heep, rappresentano i miei grandi amori nel campo dell'hard rock degli anni '70. Li ho conosciuti all'epoca della gloriosa Mark I, con Rod Evans e Nick Simper, grazie all'ascolto di cassette che giravano fino a logorarsi nel mangianastri. "In Rock" fu la svolta definitiva, uno tra i più grandi album di hard rock mai realizzati. E da lì in poi nacque in me anche la mania del collezionismo. Oltre all'intera discografia ufficiale, sono riposti nei miei scaffali decine e decine di bootleg. Alla soglia del loro "farewell tour",, dopo la scomparsa di Jon Lord e la pubblicazione della loro ultima fatica, quello splendido "Infinite" del 2017 che, nella gold edition, racchiude anche il "Live at Hellfest", sono andato a rispolverare un paio di bootleg, testimonianza del loro primo tour in Italia, 

Deep Purple - Roma, Palasport, 25 maggio 1971


TRACKLIST CD 1:

01. Speed King
02. Strange Kind Of Woman
03. Child in time

TRACKLIST CD 2:

01. Mandrake Root
02. Black Night
03. Lucille


LINE UP

Ian Gillan - vocals
Ritchie Blackmore - guitar
Jon Lord - keyboards
Roger Glover - bass
Ian Paice - drums


La discesa dei Deep Purple in Italia fu un evento musicale storico, supportato dai giornali musicali (e non solo) dell'epoca. La grande Mark II, con Gillan e Glover al posto di Evans e Simper, con un "Fireball" fresco di stampa (ma non proposto dal vivo), giunse nel nostro patrio suolo per sole due date: Roma e Bologna. Mentre nella capitale tennero solo il concerto serale (a dispetto di quanto riportato sui manifesti), a Bologna gli show furono due, pomeridiano e serale, come da tradizione negli anni '70. I Deep Putple toccarono la nostra penisola in occasione del lunghissimo "In Rock World Tour", iniziato il 4 luglio 1970 a Bedford e conclusosi, dopo numerose tappe negli Stati Uniti, Australia e canada, oltre che in Europa, il 24 ottobre 1971 a Chicago. I brani proposti nel corso del tour erano in parte attinti da "In Rock" (Speed King, Child In Time, mentre Into The Fire e Living Wreck venivano presentate solo occasionalmente), con l'aggiunta dei due singoli di successo, Black Night e Strange Kind Of Woman. Il bis era sovente Lucille (la cover del successo di Little Richard), mentre dal repertorio della Mark I ripescavano Mandarke Root, Wring That Neck e, saltuariamente, Hush. Quasi sempre inserivano nella scaletta Paint It Black che altro non era se non un lungo assolo di batteria ad opera dell'infaticabile Ian Paice.


Esistono alcuni bootleg in circolazione relativi al concerto di Roma, con qualità di registrazione differente e diversa disposizione dei brani. Nelle due diverse registrazioni del concerto in mio possesso manca Into The Fire, nonostante sia indicata nella back cover del bootleg. Quasi sicuramente venne eseguita, ma non ne sono certo, visto che questo brano, non essendo molto amato da Ritchie Blackmore, non era una costante nei concerti del 1971.

La registrazione qui proposta è dignitosa. Lo show è torrenziale permeato da una energia incredibile. 


Il concerto romano dei Deep Purple venne aperto dalla Premiata Forneria Marconi, Sul sito ufficiale del gruppo, www.pfmpfm.it,, Franz Di Cioccio ricorda, in modo alquanto divertente,  la serata:

"C'erano diecimila persone in spasmodica attesa del grande gruppo di hard rock e noi eravamo lì ad aspettare che qualcuno ci presentasse. Ma il promoter della serata, Francesco Sanavio, di fronte a tanta calca, non sapeva che pesci prendere e, preoccupatissimo, ricadeva nella sua parlata originaria. "Io non esco ad annunciarve, ciò" diceva. "Prima dei Purple!... Con quel nome ridicolo! Cosa digo ciò, ecco la Premiata Forneria Marconi? Prima dei Deep Purple... Me masano, ciò... io non esco. Andate fori così, i’é afari vostri." Non ci fu nulla da fare e così un tecnico di buon cuore si addossò la responsabilità di annunciarci in modo assolutamente casuale, mentre stava provando i livelli dei microfoni. Il nostro nome, ancora sconosciuto e assolutamente assurdo per l’epoca, risuonò come una sfida per il pubblico che si era riunito ad attendere Ian Gillan, Ritchie Blackmore e compagni già dal pomeriggio. Ma noi, convinti di avere tra le mani una grande occasione - era il primo concerto italiano di un mito consolidato del rock mondiale - sfoderammo tutta la grinta di cui eravamo capaci e salimmo come se niente fosse sul palco.


Eravamo al buio, perché nessuno si era preso la briga di accendere le luci. Ci sbrigammo e in pochi attimi le note di "21th Century Schizoid Man" dei King Crimson esplosero dagli amplificatori avvolgendo la platea in un vortice di suoni che lasciò tutti senza fiato. Dopo qualche minuto di perplessità tutto filò liscio, tanto che parecchia gente incominciò a chiedersi quale fosse mai quella nuova e sconosciuta band inglese che stava aprendo con tanta maestria la serata. Queste voci giunsero naturalmente a Sanavio che, finalmente rincuorato, alla fine della nostra performance salì sul palco e sfoderò un tono soddisfatto da guascone. "Questi sono la Premiata Forneria Marconi" disse al microfono "sentirete ancora parlare di loro."Fu buon profeta e quando diventammo famosi non dimenticammo quel memorabile debutto al buio". 


Deep Purple - Bologna, Palasport, 27 maggio 1971


TRACKLIST:

01. Introduction & Speed King
02. Strange Kind Of Woman
03. Into The Fire
04. Child In Time
05. Paint It Black
06. Mandrake Root



Due giorno dopo la data romana, i Deep Purple salirono sul palco del Palazzo dello Sport di Bologna per la loro seconda e ultima data italiana del "In Rock Wordl Tour". La scaletta si differenzia rispetto a quella del precedente show. vengono presentate Into The Fire e Paint It Black mentre restano fuori Black Night e Lucille. Il concerto è complessivamente più breve (raccolto in un unico file) e la registrazione è qualitativamente decisamente scarsa. Lo voglio premettere a scanso di polemiche: è per gli appassionati collezionisti che, in ogni caso, hanno tra le mani un documento straordinario sotto il profilo storico.
Buon ascolto



Link Roma 25.05.1971
Link Bologna 27.05.1971

Post by George

Corrado Castellari: l'uomo, l'autore, il musicista (1973-1981)

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Un bel post per ricordare Corrado Castellari, bolognese di nascita, classe 1945, scomparso a Voghera il 23 novembre 2013.  Conosciuto più come compositore per altri artisti che per se stesso, Castellari è comunque riuscito a regalarci alcuni dischi di ottima fattura, racchiusi nel periodo 1973-1981. Ho preso spunto da wikipedia per tracciare un breve profilo dell'artista.
Il suo primo grande contributo lo fornisce nel lontano 1970 a Fabrizio De André, per il quale compone le musiche de "Il testamento di Tito", incluso nell'album "La buona novella".
Michele, uno dei cantanti italiani più famosi negli anni sessanta e per qualche tempo uno dei migliori amici di De André, così ricordava la genesi di quella che De André definiva una delle sue canzoni preferite: "Fabrizio scrisse il Testamento di Tito canticchiandolo sulla famosa Blowin' in the Wind di Bob Dylan; il problema era quindi comporre una musica che rispecchiasse quello spirito ma con una matrice un po' più italiana. Ci siamo quindi messi al lavoro io e Corrado Castellari, allora il mio autore preferito, ed è venuta fuori la musica del Testamento di Tito. La parte più bella l'ha composta Castellari." Un anno dopo, nel 1971, Corrado riesce a far incidere a Michele una sua composizione, Susan dei marinai, che viene presentata a "Un disco per l'estate" ottenendo un discreto successo. Sempre nel 1971, conosce Dino Sarti, che accompagna alla chitarra nelle serate e per il quale compone tutti i suoi successi, fino al 2007.


Lavorando per la Ri-Fi ha modo di proporre numerosi suoi brani a Iva Zanicchi, il più conosciuto dei quali resta Coraggio e paura, singolo che consegue un notevole successo di vendite. Affermatosi come autore, scrive successivamente per diverse protagoniste della musica leggera italiana quali Mina (Domenica sera, Carne viva), Ornella Vanoni (Io, una donna, Conosco, Amico mio amore mio), Rosanna Fratello (Schiaffo, Se t'amo t'amo, La carovana), Stefania Rotolo (Cocktail d'amore) e Raffaella Carrà (Ciak, Il lupo), collaborando spesso con il paroliere Cristiano Malgioglio.
Parallelamente al lavoro come compositore per altri artisti, Castellari pubblica nel 1973 anche il suo primo album solista, intitolato "Cioè... voglio dire...", in cui quasi tutte le canzoni sono scritte con la collaborazione del fratello maggiore Camillo.

Corrado Castellari - 1973 - Cioè...voglio dire...


TRACKLIST:

01. Lato A 
a. Il vecchione - 3'21"
b. Banditi - 3'43"
c. Avevo una ragazza - 2'59"
d. Anche il nostro è amore - 3'55"
e. Una città - 4'15"

02. Lato B 
a. Cuore di ferro (Cuore di straccio) - 3'00"
b. Sarà il viaggio - 4'25"
c. Precisamente - 3'06"
d. Tranquillità - 3'40"
e. Un'ora, un giorno, la vita

Bonus track
03. Al Club di Gioacchino (45 giri, lato A, 1974 - inedito su LP)


MUSICISTI

Corrado Castellari – voce, chitarra
Ernesto Massimo Verardi – chitarra
Gigi Cappellotto – basso
Tullio De Piscopo – batteria
Norina Piras – pianoforte, cori
Bruno De Filippi – chitarra, armonica
Victor Bach – pianoforte
Pino Presti – basso
Dario Baldan Bembo – tastiera
Rolando Ceragioli – batteria
Giancarlo Barigozzi – sassofono soprano



Disco stupendo, molto maturo, di stampo cantautorale, "Cioé...voglio dire..." racchiude brani di grande bellezza, tra i quali svetta Una città, posto a chiusura della prima facciata. Accompagnano Castellari musicisti del calibro di Tullio De Piscopo, Dario Baldan Bembo, Gigi Cappellotto. Norina Piras, al pianoforte e ai cori, per la cronaca è la moglie di Corrado con la quale nel 1968 aveva inciso un singolo dal titolo Il mondo degli altri con il nome di "Eliana & Ciro".
Dal disco, mai ristampato in CD, vennero estratti alcuni singoli, tutti nel 1973: Cuore di ferro/Tranquillità, Precisamente/Sarà il viaggio e Una città, che nel 1974 finirà sul lato B di AlClub di Gioacchino. Quest'ultimo brano (che prese parte, senza successo, al Disco per l'estate) rimase inedito su LP. Lo trovate qui come bonus track.


Sempre nel 1973 Corrado Castellari partecipa per la prima volta, come compositore, allo Zecchino d'Oro con la canzone Il guercio, il lungo, il nano, che si classifica al quinto posto nella 15ª edizione. La passione per le canzoni dei bambini proseguirà da qui in poi per altre 14 volte, sempre per questa trasmissione (l'ultima composizione fu La mia ombra, nel 2009, per la 52ª edizione). Vale la pena ricordare che nel 1975 diventa padre di Melody, figlia d'arte, anche lei proiettata nel mondo della musica. Nello stesso anno pubblica il suo secondo disco solista, intitolato "Gente così...".

Corrado Castellari - 1975 - Gente così...


TRACKLIST:

01. Lato A
a. Gente così come noi 
b. Il boa 
c. Giò 
d. Promemoria per lei 
e. La signora Sofia 

02. Lato B
a. A parte che con te 
b. No... ma dai... ma va...! 
c. Chi è lui 
d. Divina 
e. Andiamo di notte

Bonus tracks
03. Ancora non so (45 giri, lato A, 1979)
04. Noi quella volta (45 giri, lato B, 1979)


"Gente così", pur collocandosi su livelli decisamente alti, non riesce ad eguagliare la bellezza dell'opera prima. I brani si ammorbidiscono e diventano "canzoni", con un occhio più attento alle vendite e ai gusti di un pubblico meno esigente. Mentre i suoni si "commercializzano" i testi rimangono intensi, specie nei brani Gente così come noi e La signora Sofia. Non conosco i musicisti che accompagnano Castellari su questo album che, lo ricordo, non è stato ristampato negli anni a seguire. Nel 1976 venne estratto un 45 giri con i due brani sopracitati.
La sua produzione solista prosegue negli anni settanta con altri due singoli: Presidente/Quinto set (1977) e Ancora non so/Noi quella volta (1979). Gli ultimi due li trovate come bonus track.


Negli anni ottanta Castellari si afferma anche come creatore di sigle televisive di cartoni animati, collaborando soprattutto col gruppo Le Mele Verdi. Dal 1988 si dedica anche alla produzione di musica da ballo scrivendo per molti esponenti di questo genere.
Nel 2011 ha scritto con Peppe Cubeta la canzone Faccio festa su testo di Vittorio Sessa Vitali, interpretata da Paolo Belli con i Qbeta e inserita nell'album "Giovani e Belli". Sempre nello stesso anno ha scritto la canzone Anna parte, interpretata da Adriano Celentano che l'ha inseritaa nell'album "Facciamo finta che sia vero".
Vale la pena riascoltarlo anche il suo ultimo lavoro solista, passato decisamente sotto tono. Si tratta di un Q disc con 4 brani, pubblicato dalla Spaghetti Records nel 1981, intitolato "Il gruppo (Canzone breve)".

Corrado Castellari - 1981 - Il gruppo (Canzone breve)
Q disc - 12"


TRACKLIST:

01. Il gruppo
02. Gente così come noi (nuova versione)
03. Canzone breve
04. Sacco a pelo


L'epilogo di Corrado Castellari per quanto riguarda la sua scarna produzione solista. Quattro soli brani, tra cui una nuova versione di Gente così come noi, compongono questo Q disc pubblicato nel 1981 dalla solita Spaghetti Records. Da segnalare la presenza di Flavio Premoli della PFM alle tastiere e di Claudio Bazzani alla chitarra.
Subito dopo la sua scomparsa, nel 2013, Cristiano Malgioglio, che aveva collaborato a lungo con lui dichiarò: "Pur avendo avuto un grande successo come autore, Corrado Castellari era un uomo molto schivo che non ha fatto nulla per poter emergere: lavorava con i migliori e non dava mai notizia di quello che faceva. Faceva questo lavoro soltanto perché lo amava. Era un ottimo musicista, uno dei migliori. Passava da un artista all'altro con una facilità incredibile. Era un grande, ora mi manca una 'spalla'".
Buon ascolto


Link Cioè...voglio dire...  (1973)
Link Gente così... (1975) 
Link Il gruppo (Canzone breve) (1981) 


Post by George











Luca & Lando, La Verde Stagione & related (1964-1977)

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La Verde Stagione, creatura dei gemelli Luca e Lando Ihle, originari di Prato, ha avuto il merito di regalarci una manciata di ottimi 45 giri tra il 1969 e il 1972. Gruppo di punta della Numero Uno di Lucio Battisti, non ebbe il tempo di registrare un intero LP. 
Ricordo che i singoli pubblicati da La Verde Stagione li potete ritrovare sulla mega antologia "Quelli della Numero Uno" pubblicata qualche tempo fa su queste pagine.
Ma la storia inizia qualche anno prima, per cui dobbiamo riportare indietro le lancette del tempo al 1964, in piena era beat. "Luca & Lando" , accreditati anche al contrario, come "Lando & Luca" (con quel "&" che dà un tocco di internazionalità) riuscirono a registrare per la Ricordi il loro primo 45 giri intitolato L'amo più di te / Ti fai tanto desiderare. Nulla di che, un onesto singolo che passò inosservato. I due si erano fatti conoscere a Ischia, dove parteciparono ad un concorso internazionale di chitarra ottenendo una medaglia d'oro e raccogliendo i primi importanti consensi di critica e pubblico.



Sempre nello stesso anno venne loro proposto di incidere una versione di Un bacio piccolissimo (che, presentata al Festival di Sanremo, divenne un successo di Robertino e Bobby Ridell). Luca e Lando detestavano questo brano, ma accettarono comunque di registrarlo, turandosi il naso. Finì in una delle tante compilation del Festival pubblicate all'epoca. 


Per seguire il filo della tracklist, ancora e sempre nel 1964 i due gemelli furono ospiti di Giorgio Gaber, all'interno del programma musicale da lui condotto, "Questo e quello", mandato in onda dalla RAI. In quell'occasione Luca e Lando proposero L'amo più di te (in playback) e una inedita versione del classico degli Everly Brothers, Bye Bye Love (incisa nel 1957), per l'occasione cantata insieme allo stesso Giorgio Gaber. 


 Il lancio vero,  quello che aprì loro le strade della popolarità, risale al 1965, quando i loro volti apparvero in televisione nel corso della terza edizione de "La fiera dei sogni", celebre trasmissione seguita da milioni di italiani, condotta da Mike Bongiorno. Luca e Lando furono presenti ininterrottamente per ben trenta puntate accanto a personaggi di tutto rilievo come Anna Identici. 
Una interessante intervista al terso fratello Ihle, Patrizio (futuro membro de La Verde Stagione), densa di ricordi, la troverete sul sito non ufficiale dedicato a Lucio Battisti, "Io tu noi tutti" cliccandoqui 
Nel 1967 i gemelli si unirono all'altro fratello Patrizio, al cugino Fabrizio e al batterista fiorentino Piero Masi, mutando la denominazione in “Gems”. Il gruppo incise per l'etichetta Equipe un solo singolo, Innamorati unitevi / Seduto per terra: la canzone sul lato A è una cover di Lovers of the World Unite, già incisa dai Motowns con il titolo Prendi la chitarra e vai, con il testo scritto da Luciano Beretta, mentre il retro è una canzone con influssi psichedelici.


 L'anno successivo (siamo nel 1968) seguì il 45 giri Quello che ho perduto / Seduto per terra (stesso brano posto sul lato B del singolo dei Gems), nuovamente con la denominazione “Luca & Lando". 


Nel 1969 nasce La Verde Stagione. Il gruppo, composto da Lando Ihle (voce e chitarra), Patrizio Ihle (chitarra), Luca Ihle (basso) e Fabrizio Innocenti (batteria), debutta con la Numero Uno di Battisti & Co. con il singolo La Verde Stagione / Lacrime sul cuscino. Lasciate alle spalle le sonorità beat il gruppo si accosta ad una musica più acustica con influenze prog.
 Nel 1970 seguì il singolo Milioni di domande (Questions), cover del celebre brano dei Moody Blues. Sul lato B appare Come una rondine. Milioni di domande divenne la sigla di apertura della trasmissione televisiva "Chissà chi lo sa", presentata da Febo Conti. L'epopea de La Verde Stagione durò fino al 1972 con la produzione di quattro singoli. L'ultimo fu L'onestà / Al Nord.



 Wikipedia ricorda che "l'esperienza de “La Verde Stagione” in Numero Uno fu sicuramente più significativa rispetto alle precedenti, sia per la qualità degli stimoli artistici che ne derivarono e per la collaborazione che scaturì a partire dal 1969 con personaggi della levatura di Mogol, Giampiero Reverberi, Alessandro Colombini e Bruno Lauzi. Fra le loro apparizioni televisive sono principalmente da ricordare quelle in cui accompagnarono in veste di musicisti e coristi, assieme ad Edoardo Bennato, Lucio Battisti alla televisione svizzera in "Tutti insieme", oltre agli spot pubblicitari per la Coca-Cola di cui rimane anche un famoso calendario del 1971. In uno di questi caroselli serali si apriva una tendina e il complesso, presentato da Gianni Boncompagni, eseguiva La Verde Stagione".


Dopo aver firmato nel 1973 un contratto con la Ri-Fi (la casa discografica per la quale avevano inciso Mina e Iva Zanicchi), il gruppo cambiò nuovamente la denominazione in Tavola Rotonda e pubblicò il 45 giri Principessa / Destino, con sonorità ancor più vicine al filone progressive.


 Infine nel 1977, con la vecchia denominazione "Lando e Luca" ed un ritorno ad un tipo di musica più acustica, fu pubblicato il singolo Il nostro mondo / Gocce di rugiada, con il quale la band si congedò definitivamente dal mondo delle case discografiche. 


Nel 1988 la Toast Records di Giulio Tedeschi inserì una canzone dei Gems, Seduto per terra, nella compilation "Oracolo", dedicata ai vecchi e ai nuovi artisti rappresentativi della psichedelia italiana.
La penultima traccia contenuta nella tracklist è una toccante cover di Blowin' In The Wind, cantata in italiano e attribuita al solo Lando Ihle. L'ultimo brano l'ho trovato su Youtube, ma potrebbe essere una fake song. In ogni caso è una splendida cover di The Sound of Silence, di Simon & Garfunkel, probabilmente registrata da Lando e Luca dal vivo. Non conosco né la data né la location. Prendiamola per buona. Ah, dimenticavo: Luca e Patrizio Ihle ci hanno già lasciati (RIP)

Lando Ihle in "Blowin' In The Wind"
TRACKLIST:

Come "Lando & Luca Ihle / Luca e Lando Ihle / Lando & Luca"
01. Lando & Luca Ihle - L'amo più di te (45 giri, lato A, 1964)
02. Lando & Luca Ihle - Ti fai tanto desiderare (45 giri, lato B, 1964)
03. Luca e Lando Ihle - Un bacio piccolissimo (A Tiny Little Kiss)
 (dal 33 giri "Sanremo Festival 1964")
04. Lando & Luca - Bye Bye Love (con Giorgio Gaber - dalla trasmissione TV "Questo e quello" condotta da Giorgio Gaber, 1964)

Come "Gems"
05. Innamorati unitevi (45 giri, lato A, 1967)
06. Seduto per terra (45 giri, lato B, 1967)

Come "Luca & Lando"
07. Quello che ho perduto (45 giri, lato A, 1968) - NB sul lato B "Seduto per terra"



Come "La Verde Stagione"
08. La Verde Stagione (45 giri, lato A, 1969)
09. Lacrime sul cuscino (45 giri, lato B, 1969)
10. Milioni di domande (Questions) (45 giri, lato A, 1970)
11. Come una rondine (45 giri, lato B, 1970)
12. Senza Elisa (45 giri, lato A, 1971)
13. Stella stella (45 giri, lato B, 1971)
14. L'onestà (45 giri, lato A, 1972)
15. Al nord (45 giri, lato B, 1972)


Come "Tavola Rotonda"
16. Principessa (45 giri, lato A, 1973)
17. Destino (45 giri, lato B, 1973)

Come "Lando e Luca"
18. Il nostro mondo (45 giri, lato A, 1977) - NB lato B "Gocce di rugiada" (missing)

Bonus Tracks
19. Blowin' In The Wind (Lando Ihle, live unknown)
20. The Sound of Silence (lLuca e Lando, live unknown)

1964 - Luca & Lando very young
Termina qui la lunga cavalcata attraverso la vita musicale dei gemelli Luca e Lando Ihle. Attendo i vostri commenti, sempre graditi. Buon ascolto.


Post by George








Serie Bootleg n. 285 - Roberto Vecchioni - Two shots from 1981

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Premessa del Capitano - Con le solite scuse per i ritardi accumulati, condivido questi due registrazioni del nostro amico Ilario. Sebbene entrambi i concerti risalgano al 1981, le scalette sono abbastanza differenti. Non essendo un fan sfegatato di Vecchioni, lascio ai nostri visitatori gli approfondimenti del caso. Segnalo soltanto un paio di curiosità: innanzitutto, si notino le formazioni dei musicisti completamente differenti nei due concerti (per i fan del prog italico la formazione del concerto a Bologna risulterà molto più famigliare). Inoltre voglio sottolineare la particolarità della scaletta nel concerto ad Adorno Micca, testimoniata dalla simpatica "lettera" scritta dal cantautore al suo pubblico. Detto questo, auguro buon ascolto a tutti...


Roberto Vecchioni In concerto Andorno Micca (BI) Ferragosto Andornese - ''Parco La Salute'' 09-07-1981



CD 1

01. Intro
02. A te
03. Due giornate Fiorentine
04. per un vecchio bambino
05. Robinson, come salvarsi la vita
06. Mi manchi
07. la città senza donne
08. L'ultimo spettacolo
09. Madre
10. Irene

CD 2

01. Vorrei
02. Canzone per Francesco
03. Canzone da lontano
04. Figlia
05. Il re non si diverte
06. Canzonenoznac
07. Stranamore (pure questo è amore)
08. luci a San Siro
09. Samarcanda
10. Ninni (manca inizio)
11. A.R. (encore)
12. La leggenda di re Olaf (encore)

Musicisti :

Roberto Vecchioni – voce, chitarra
Carlo Coccidi – chitarra
Antonio Summa– basso
Leon – piano
Robert Gnech– batteria
Goran Marjanovich– violino

Nella prima parte del concerto è presente in sottofondo una musica proveniente da un Luna Park.In allegato il volantino distribuito al botteghino al momento dell'acquisto del biglietto.



Roberto Vecchioni in concerto (Bologna 1981) registrato dalla TV (Trasmesso presumibilmente nel 1981)



Parte 1
01. A te
02. Canzone da lontano
03. Canzone per Sergio
04. Robinson
05. Ciondolo
06. La città senza donne
07. Madre
08. Montecristo

Parte 2

01. Vorrei
02. Signor giudice
03. L'anno che è venuto
04. Figlia
05. Luci a San Siro
06. Stranamore
07. Samarcanda
08. Ninni
encore
09. Montecristo

Musicisti:

Claudio Pascoli: sax
Mauro Pagani: violino
Mauro Paoluzzi: chitarre
Carlo Coccioli: chitarra acustica
Walter Calloni: batteria
Massimo Spinosa: basso
Mike Fraser: tastiere, pianoforte 

Link Adorno Micca
Link Bologna

Post by Captain, music and little notes by Ilario

Serie "Historic prog bands live in Italy" - Capitolo 53 - Steve Hackett, Castello Sforzesco, Vigevano (PV), 4 luglio 2017

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TRACKLIST CD 1:

01. Every Day
02. El Niño
03. The Steppes
04. In the Skeleton Gallery
05. Behind the Smoke
06. Rise Again
07. Shadow of the Hierophant (closing section)
08. Eleventh Earl of Mar
09. One for the Vine


TRACKLIST CD 2:

10. Blood on the Rooftops
11 ...In That Quiet Earth ...
12. Afteglow
13. Dance on a Volcano
14. Inside and Out
15. Firth of Fifth
16. The Musical Box
17. encore
18. Myopia intro / Los Endos / Slogans / Los Endos conclusion (medley) 


THE BAND

Steve Hackett - guitars, vocals
Roger King - keyboards
Gary O'Toole - drums, percussion, vocals
Rob Townsend - sax, flute, percussion
Nick Beggs - bass
Nad Sylvan - vocals


Questo è solo un piccolo assaggio dei concerti che il grande Steve Hackett, leggendario chitarrista dei Genesis della prima ora, ha tenuto in Italia nel corso degli ultimo 40 anni. Seguiranno presto gli storici concerti degli anni '80 così come, a seguire, il grande tour italiano dei Genesis  nel 1974 (ovviamente con Steve alla chitarra), con registrazioni di altissima qualità.
Gustiamoci allora, come aperitivo, il concerto registrato al Castello Sforzesco di Vigevano (provincia di Pavia) il 4 luglio 2017, all'interno del "Vigevano Summer Festival ". Accompagnano Steve Hackett una schiera di grandi musicisti, su tutti Roger King alle testiere, Rob Townsend  al flauto e sax e Nad "Peter Gabriel" Silvan che ci provoca sempre una buona dose di brividi quando interpreta i brani storici dei Genesis. Nad viene presentato da Steve Hackett prima di affrontare Eleventh Earl of Mar.


Il tour italiano del 2017 si è svolto in due tranche, confermando il rapporto speciale tra l'ex Genesis e il nostro Paese: la prima tra il 29 marzo e il 1° aprile, toccando Torino, Legnano, Schio e Roma; la seconda, l'Italian Summer Tour, lo ha visto protagonista sui palcoscenici di Vigevano (4 luglio), Lignano Sabbiadoro (5 luglio), Pescara (7 luglio) e Sogliano al Rubicone (8 luglio). Oltre a brani tratti da "Wind and Wuthering" (nel 2017 ricorreva il quarantennale) e ai grandi classici dei Genesis e della sua carriera solista, Steve Hackett ha presentato alcune tracce da "The Night Siren", il disco pubblicato nel marzo 2017. Degna di rilievo la riproposta di Inside and Out, che non vebiva più suonata dal vivo da almeno quarant'anni. La registrazione è semplicemente superba. Un tuffo nel progressive più vero e genuino che soddisferà anche i palati più esigenti.
Buon ascolto



Link CD 1
Link CD 2

Post by George


Serie "Bimbitudine" vol. 2 - Le Mele Verdi - 2007 - Al tempo delle mele verdi (Corrado Castellari, Mitzi Amoroso e altri autori)

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TRACKLIST:

01. La canzone delle Mele Verdi (testo: Mauro Agnoli; musica: Corrado Castellari) 
Melody Castellari
02. La mela verde (testo: Mitzi Amoroso; musica: Mitzi Amoroso) Le Mele Verdi
03. Angie  (testo: Mitzi Amoroso; musica: Corrado Castellari) Stefania Bruno
04. La principessa Sapphire (musica: Corrado Castellari) Corrado Castellari
05. La ballata di Tex Willer (testo: Gianluigi Bonelli, Renato Pizzamiglio; musica Corrado Castellari) Corrado Castellari
06. Melomania (testo: Mitzi Amoroso; musica: Corrado Castellari) Corrado Castellari
07. La banda dei ranocchi (testo: Mitzi Amoroso; musica: Corrado Castellari) 
Corrado Castellari
08. Ippo Tommaso (testo: Mitzi Amoroso; musica: Corrado Castellari) Corrado Castellari
09. Flash..Gordon....Flash (testo: Mitzi Amoroso; musica: Corrado Castellari) 
Corrado Castellari
10. Belfy e Lillibit (testo: Mitzi Amoroso; musica: Corrado Castellari) Corrado Castellari
11. Gli gnomi delle montagne (testo: Mitzi Amoroso; musica: Corrado Castellari) 
Corrado Castellari
12. Fichi e fantasia(testo: Mitzi Amoroso; musica: Corrado Castellari) Corrado Castellari
13. L'isola del tesoro, eccola là! (testo: Mitzi Amoroso; musica: Corrado Castellari) 
Corrado Castellari
14. Lo scoiattolo Banner (testo: Mitzi Amoroso; musica: Corrado Castellari) 
Corrado Castellari
15. Chobin, principe spaziale(testo: Mitzi Amoroso; musica: Corrado Castellari) 
Corrado Castellari
16. Angie Girl(testo: Mitzi Amoroso; musica: Corrado Castellari) Corrado Castellari
17. Time Bokan (testo non pronto; musica: Corrado Castellari) Corrado Castellari
18. Spazio 12 (testo: Mitzi Amoroso; musica: Corrado Castellari) Corrado Castellari
19. Ikkyusan il piccolo bonzo(testo e musica: Gioacchino Rispoli, Roberto Coccia)
Gioacchino Rispoli
20. Sabato al supermercato (testo: Mitzi Amoroso; musica: Corrado Castellari) 
Corrado Castellari
21. Sandybell (testo: Mitzi Amoroso; musica: Corrado Castellari) Corrado Castellari
22. Mademoiselle Anne (testo: Mitzi Amoroso; musica: Massimo Spinosa, Silvio Pozzoli)
Silvio Pozzoli
23. Robottino (testo: Loriana Lana; musica: Corrado Castellari) Stefania Mantelli
24. Al tempo delle Mele Verdi (testo: Mitzi Amoroso; musica: Corrado Castellari) 
Stefania Mantelli, Melody e Corrado Castellari


Bonus Tracks

Corrado Castellari - Presidente (45 giri, lato A, 1977)
Corrado Castellari - Quinto Set (45 giri, lato B, 1977)


Questo post segue a ruota e completa quello pubblicato alcuni giorni fa dedicato a Corrado Castellari. L'amico Frank-One, autentica miniera vivente di rarità a cui non manca proprio nulla, mi ha gentilmente inviato i file relativi al 45 giri mancante nel precedente post, ovvero Presidente / Quinto Set, pubblicato nel 1977. Un singolo molto raro che farà la gioia di noi completisti. Per non limitarmi ad un post comprendente due soli brani, mi sono permesso di ripescare un album del 2007, dove Castellari è impegnato con Le Mele Verdi. Ottima occasione, tra l'altro, per proporre il capitolo 2 della nuova serie "Bimbitudine". E così il 45 giri, anche se non proprio in sintonia con il CD delle Mele Verdi, è finito nelle bonus track. 
Perdonatemi l'ardire.


Veniamo al disco in questione. Il sottotitolo ricorda che contiene "sigle e provini inediti realizzati da Mitzi Amoroso, Corrado Castellari ed altri ancora". Il CD venne pubblicato nel 2007 dall'etichetta KBL Sigletv.net. Le musiche delle 24 tracce sono scritte (e, in parte, cantate) da Corrado Castellari che, lo ricordiamo, dopo aver firmato alcuni brani per lo Zecchino d'Oro già negli anni '70, a partire dagli anni '80 si affermò come creatore di sigle televisive di cartoni animati, iniziando una stretta collaborazione con il gruppo vocale femminile (composto da bambine) Le Mele Verdi.
Per un approfondimento sul gruppo vi rimando alla pagina ufficiale che troveretequi 

Stefania Mantelli
Melody Castellari
Come si legge sul sito delle Mele Verdi "questo cd è stato voluto, prodotto e realizzato nel 2007 dai ragazzi del forum di Siglev.net, sotto la guida di Mauro Agnoli, con lo scopo di valorizzare e portare alla luce materiale inedito riguardante la discografia delle Mele Verdi e di Corrado Castellari. Il contenuto del cd può essere suddiviso in tre parti: 19 provini musicali composti e interpretati per la maggior parte da Corrado, che hanno dato vita quasi sempre alle omonime versioni discografiche (La banda dei ranocchi, Belfy e Lillibit, Spazio 12, ecc.); due brani inediti cantati dalle Mele Verdi negli anni '80 (Angie e La Mela Verde) e tre nuove canzoni scritte appositamente per l'occasione, interpretate da Stefania Mantelli e Melody Castellari (ndr figlia di Corrado). La prima di queste, La canzone delle Mele Verdi, evoca il dolce e commovente ricordo delle Mele Verdi; Robottino è la nuova sigla del cartone animato in edizione dvd Stormovie; il disco si conclude con l'omonimo brano Al tempo delle Mele Verdi che è un medley dei migliori successi di Mitzi Amoroso e Corrado Castellari"


Al CD venne allegato un libretto di 12 pagine a colori che riepilogava la storia dei vari artisti, arricchito con molte foto d'epoca e riproduzioni di depliant ITB e Doro TV.
"Data la mole di materiale raccolto, il disco si presenta come un pezzo di storia delle sigle tv che non può mancare negli scaffali dei collezionisti. Unica pecca, purtroppo, è la mancanza del provino di Pat, la ragazza del baseball, cercato tra centinaia di nastri sia dal musicista Claudio Maioli, sia dall'autrice del testo Loriana Lana".
Il CD è stato stampato in tiratura limitata e le copie rimaste disponibili sono pochissime dato che la maggior parte è stata prenotata prima della sua stessa realizzazione.
Piccola annotazione finale: non dimentichiamoci che nel primo disco de Le Mele Verdi, intitolato "Barbapapà", pubblicato nel 1975, troviamo nientemeno che Roberto Vecchioni.
Sono certo che il disco piacerà anche agli adulti. Almeno, per me è andata così.
Buon ascolto

Letizia "Mitzi" Amoroso

Corrado Castellari

Post by George
Grazie a Frank-One per l'invio del raro singolo del 1977


Serie "bootleg" n. 286 - Eugenio Finardi - 1993 - Acustica live (da VHS)

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 A C U S T I C A L I V E
Concerto a Bergamo, Teatro Donizetti - 8 Aprile 1993

 Febbraio 1993: appena uscito l’album Acustica del rocker bergamasco di origine, come dirà nel concerto, ma milanese di adozione, io e Cinzia, la mia compagna di allora entrambi fervidi fans dell’Eugenio nazionale, venivamo incuriositi dai manifesti che pubblicizzavano questo insolito concerto dal titolo che richiamava appunto il suo ultimo album. E così il 15 Febbraio ci rechiamo al Teatro Nuovo per assistere a questo “evento” che vedeva sul palco solo 3 musicisti : Eugenio, Francesco Saverio Porciello e inaspettatamente Alberto Tafuri in luogo del tastierista presente sull’album, ovvero il mitico Vittorio Cosma, già PFM e che abbiamo incontrato ne I guerrieri della Nota già presenti sulla StratoSfera.

Il concerto ripropose tutti i brani di Acustica, più 4 non presenti : Summertime, Hoothcie Kootchie man, Le ragazze di Osaka e Te voglio bene assaje. Ma il nostro stupore e la nostra gioia si concretizzarono quando qualche mese dopo trovai questa videocassetta che riproponeva un concerto dello stesso tour tenutosi mesi prima a Bergamo nel famoso Teatro Donizetti. Ad onor del vero il concerto di Bergamo fu molto simile a quello che aveva avuto luogo a Milano, benché io ricorda in modo particolare una simpatica trovata: Eugenio aveva messo una specie di cestino sul palco invitando gli spettatori a scrivere note, giudizi, quesiti e a porli nel cestino così da poterli leggere tra la prima e la seconda parte e potere quindi rispondere ad essi. Sinceramente credo che i bigliettini a cui fu data risposta fossero “alquanto pilotati”, ad esempio come potesse essere presente una batteria in alcuni brani quando sul palco c’erano solo 2 chitarre e tastiere (simpatica risposta : come i cuochi preparano prima la base e poi ci elaborano sopra, così fanno anche i musicisti), ma credo possa considerarsi un peccato davvero veniale.


 A parer mio la cosa bella in questo concerto è che Eugenio introduce ogni brano, raccontandone genesi e curiosità, cosa scritta anche nelle note del relativo album, ma sentirlo dalla viva voce dell’autore… beh ha tutto un altro sapore. E così abbiamo un racconto per Le donne di Atene, che se fosse stata cantata in portoghese avrebbe ricordato un genovese ubriaco, per Jamaica Farewell di Harry Belafonte, per Voglio incisa tanti tanti anni prima, per Machine Gun Kelly che ricordo ben presente nei concerti di fine anni 70 di Eugenio, ed in particolare ne ricordo un’interpretazione accompagnato dal solo Lucio “Violino” Fabbri nel 1989 in un concerto tenuto al Parco Lambro 15 anni dopo il più famoso Parco Lambro, concerto che aveva visto, vado a memoria, il Banco, James
Senese N.C., lo stesso Eugenio e anche Claudio Rocchi con un gruppo di Hare Krsna che vedeva tra gli stessi la presenza di un certo… Paolo Tofani che lanciò un riff di Luglio Agosto Settembre nero da paura. Nessuno ne sa nulla? Nessuno potrebbe donarcelo?

Ma tornando al concerto di Milano due sono i momenti che mi piace sottolineare, il primo quando cantando Mio cucciolo d’uomo dalle prime file del pubblico nel silenzio degli applausi si sentì un bimbo piccolo che diceva: “Papà”, ed Eugenio : “Ciao Emanuele (mi sembra)”. Il secondo un po’ più personale quando introducendo Te voglio bene assaje vidi gli occhi di Cinzia brillare, lei napoletana DOC in trasferta in quegli anni a Milano per lavoro, e fu emozionante sentirla cantare in perfetto dialetto partenopeo probabilmente unica in quella platea meneghina, e al termine vederla inviare baci di ringraziamento come se fosse stata dedicata a lei personalmente. L’ultimo brano, Katia, nella VHS è utilizzata come bis per i titoli di coda, ma a Milano aveva spiegato chi fosse Katia, questa giovane capace di smuovere le prime emozioni fino allora mai provate per lui ancora undicenne, come è possibile leggere anche nelle note del CD.

E’ tutto, vi auguro buon ascolto e soprattutto buona salute a voi tutti.

Ovviamente questo concerto è dedicato a Cinzia che una volta tornata a casa ha coronato tutti i suoi sogni, cosa che a distanza di tutti questi anni mi riempie di grande gioia… Scusandomi per l’invasione di campo con gli amici della StratoSfera, che anche questa volta sono certo sapranno capirmi.  Frank- One

LINK

Post by Frank-One with Captain's little touch

Matusalemme (Gianni Mocchetti) - 1992 - Terra di nessuno (vinyl)

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TRACKLIST:

Lato A
01. A Milano c'ero anch'io
02. Pipa
03. Fly Fly Fly
04. Oscillazioni d'amore
05. Indianapolis (parte 1)

Lato B   
06. La mia mente oggi ha gli occhiali scuri
07. La vela scivola 
08. Dai dai
09. Dammi una mano
10. Penna bianca
11. Indianapolis (parte 2) 


Gianni Mocchetti non finisce mai di stupirci. Mi sono accostato a questo raro album, gentile omaggio dell'amico Frank-One, con grande curiosità, anche perché da anni avevo voglia di ascoltarlo, praticamente da quando il nostro Capitano lo aveva inserito nella wishlist. Fin dalle prime note mi sono trovato di fronte ad un disco sorprendente, lontano anni luce dalle sperimentazioni sonore con Franco Battiato e Roberto Cacciapaglia degli anni '70 o dai talismani neri e i cani da città degli anni '80. Gianni Mocchetti, con la pseudonimo "Matusalemme" nel 1992 ha scritto queste 11 tracce racchiuse in un magnifico scrigno: chitarre acustiche, voce calda dalle mille sfumature, testi impregnati di pura poesia. Ho ascoltato più volte i brani del disco e ho vergato alcune brevi suggestioni che mi permetto di condividere con voi.


La prima sorpresa giunge fin dalle note iniziali. A Milano c'ero anch'ioè un potente blues acustico, che pare registrato in presa diretta, con la voce di Mocchetti impostata "alla Jannacci", un po' trascinata, da vero bluesman. Un arpeggio di chitarra introduce Pipa, una splendida ballata dedicata ad un pittore geniale, un po' scorbutico, di poche parole. Brevi pennellate per dipingere musicalmente il ritratto del personaggio.  In Fly To Fly, cantata in italiano nonostante il titolo, le note di un violino rimano i suoni della chitarra. "Io con lei ritornerò sulle ali di una stella", canta Mocchetti. Bellissima la voce doppiata. Oscillazioni d'amoreè un brano dolcissimo, arpeggiato, la voce calda e morbida. Le note di un flauto dolce chiudono il brano in bellezza. "Indianapolis, frenesia, sessualità, belle calze e belle gambe", la metafora della "grande corsa": Le chitarre si intrecciano su un tappeto di percussioni. La prima facciata si chiude così e ci lascia stupiti e assetati di scoprire le meraviglie del lato 2.
  I successivi sei brani sono più rilassati, le ballate si fanno ancora più intimiste.
"Sono qui senza pensieri, la mia mente oggi ha gli occhiali scuri": chitarra ritmica, percussioni e il kazoo che fa capolino a metà del brano. In La vela scivola troviamo il desiderio di fuga e di libertà verso grandi spazi aperti. "La vela scivola nella spaziosità, mare aperto, gabbiani in volo, pensieri che fuggono e seguono la stessa via". La voce doppiata è ancora più emozionante. L'armonica a bocca riconduce all'amore per il blues. Dai daiè una canzone malinconica, dedicata con ironia alla dea bendata; "dai dai che prima o poi vincerai; la fortuna è una signora da portare a letto, la fortuna è solo un colpo di sedere".  Seguono Dammi una mano, brano intimista e Penna bianca, una canzone d'amore o forse ancor di più una poesia d'amore con il flauto dolce discretamente presente tra gli arpeggi. Il disco si chiude con la ripresa di Indianapolis: ancora la frenesia della corsa, belle donne patinate e un'armonica a bocca che riporta ancora una volta alle matrici blues. 

La cavalcata lungo i solchi di "Terra di nessuno" si conclude qui. Ancora un enorme grazie a Frank-One per averci regalato questo capolavoro. Inutile dire che il disco non è mai stato ristampato ed è di difficile reperibilità. Anche le informazioni al riguardo sul web sono praticamente nulle. 
Gustatelo con calma e a volume sostenuto, per cogliere al meglio le sfumature della chitarra acustica e, ancor di più, della voce di Gianni Mocchetti. Mi auguro che questo disco abbia lunga vita, così come accadde per il biblico Matusalemme che campò per ben 969 anni. Almeno che resti vivo nelle nostre memorie.
Ci risentiamo nei commenti.

Matusalemme è l'albero più antico del mondo. Si dice che abbia 4843 anni


Post & words by George - Music by Frank-One


Gino D'Eliso - 2001 - Europa Hotel

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TRACKLIST:

1. Samba dei missili
2. Marinai
3. Europa Hotel
4. I bambini di Sarajevo
5. Radio Belgrado
6. Ribelli sempre
7. Anni pesanti 
8. Roxy mambo
9. Magari sarà domani
10. Le ragazze di Trieste
11. Oktoberfest
12. Cruisin' My Life Away


Riscopriamo Gino D'Eliso e la sua produzione discografica iniziando con questo eccellente album datato 2001, gentile omaggio dell'amico Marco Osel che tempo fa ci ha inviato i file.
Gino D'Eliso è già stato ospite della Stratosfera grazie ad un post risalente al 2011 con il quale il nostro Capitano presentò il suo primo album, "Il mare" del 1976. Purtroppo il link non è più attivo, ma vedremo di riportarlo in vita quanto prima. 
"Europa Hotel" rappresenta il ritorno di Gino D'Eliso dopo 18 anni di silenzio discografico. L'ultimo suo disco, dal titolo "Cattivi pensieri" risale nientemeno che al 1983. Per la recensione dell'album vi rimando a quanto scritto da Franco Zanetti sul sito "Rockol" che troverete qui 
Nel corso di un'intervista rilasciata da Gino D'Eliso a Gianfranco Terzoli e pubblicata sul sito "Fucinemute", il cantautore descrive i temi fondamentali che caratterizzano l'album.


"Io sono nato a Trieste da famiglia pugliese e la mia famiglia è tutta gente di mare quindi uno dei temi fondamentali dell’album è il mare. L’altro tema fondamentale è quello dei Balcani. Essendo triestino ho risentito delle influenze prima artistiche e poi drammatiche motivate da quello che bene o male è successo ai nostri cugini jugoslavi qualche tempo fa e della qual cosa ci siamo accorti anche troppo tardi. Il terzo leit-motiv del CD è quello di non volersi arrendere mai, cioè si diventa vecchi quando si vuole invecchiare: ci sono ragazzi di 20 anni che sono vecchi mentre ci sono persone meravigliosa di 80-90 anni che sembrano dei ragazzini".
Il titolo dell'album, "Europa Hotel", deriva da un albergo di Sarajevo, città alla quale D'Eliso è molto legato.


 "Ho avuto il primo approccio con Sarajevo nel 1986 quando lavoravo per la Rai. Avevamo fatto un giretto in Serbia e in Bosnia con l’allora collega della Rai Piero Panizon e le nostre relative consorti per un film che dovevamo fare. Poi il film, come molte cose della Rai ,non venne fatto, però ci è rimasto il contatto con questa città incredibile, giovane, internazionale, sovranazionale, dove tutte le etnie dell’ex Jugoslavia convivevano così come convivevano tutte le religioni, dai cattolici ai cristiani ortodossi, dagli ebrei ai musulmani. Poi ho avuto il privilegio di lavorarci l’anno dopo producendo un disco in vinile di un cantautore croato, Mario Mhailevic che aveva fatto una compilation delle più belle canzoni dell’ex Jugoslavia dal dopoguerra a quella data. C’ero stato lì circa sei mesi e quindi avevo avuto modo di apprezzare questa meravigliosa città universitaria, giovane, fresca e divertente.
Poi a un certo punto me la son vista ammazzata dall'idiozia della guerra, ma anche dalla supponenza, dall'arroganza, dall'ignoranza di noi — devo dirlo — cugini vicini di casa che non ci eravamo accorti di quello che stava succedendo".


I Balcani sono un tema molto presente in “Europa Hotel” ma a dire il vero sono sempre stati presenti nei lavori di Gino D'Eliso. Non a caso coniò il termine, Mitteleurock, che stava a indicare la contaminazione di stili, musiche e razze presente nella città di Trieste.

"L’esser nato a Trieste, sul confine, a cavallo di culture talmente diverse quali possono essere quelle slave, quelle italiane e quelle storiche asburgiche, secondo me è un grandissimo privilegio. Si tratta di poter spaziare in maniera trasversale, sovranazionale, internazionale, proprio come un messaggio di pace. Dentro la mia musica credo di poterci mettere tanto Mediterraneo e anche tanti Balcani, tanto confine e anche tanta cultura dedotta dal periodo asburgico di cui Trieste è ancora bene o male suddita".

Gino yesterday
...and today
Nel 2011 Gino D'Eliso ha inciso un altro album intitolato "Ridatemi i congiuntivi" per l'etichetta Mitteleurock Production. Lo scorso anno ho letto su alcuni quotidiani e su alcuni blog della presentazione del suo ultimo CD, intitolato "Valvole e vinile", per commemorare i 50 anni di carriera musicale. 
E' tutto, cari amici. Buon ascolto.


Post by George - Music by Osel


Jumbo - 2001 - Passing by (1991-2001) plus Live 1995 (bonus CD)

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TRACKLIST:

01. Black Hole (suoni dal passato orecchie nel futuro)  
02. La mia vita (ovvero la sua)  
03. Rain (storia di una goccia)  
04. Bella & Finta (Vita Morte e Miracoli)  
05. The Clowns (varcando la soglia)  
06. Metropolis (Smog stress sette quarti)  
07. Piccolo fiore (Grande l'infinito)  
08. Indian Reserve (il presente)  
09. Lakota (Filosofia di vita e condizioni sociali degli indiani d'America)  
10. Passing by (attraverso la vita)  
11. Black Hole in a DNA (il buco nero della fantasia)  
12. Lakota (Live)  (come una freccia)  
13. Il Sig. K (Live) (e adesso corre)

  
FORMAZIONE

Daniele Bianchini - chitarra
Tony Vegliante - tastiere e Computer Program
Joe Bocedi - percussioni
dario Guidotti - sax, flauto, armonica
Tullio Granatello - batteria
Alvaro Fella, Tony Vegliante, Stella - voci
Alan Tait - narratore scozzese
Manu Scarioni, Riky Arduini - batteria (live)


I grandi Jumbo, alfieri del più classico prog rock italiano anni '70, autori della memorabile trilogia "Jumbo", "DNA" e "Vietato ai minori di 18 anni", tutti compresi nel biennio 1972-73, si sono riaffacciati alla ribalta nel 1992 con "Violini d'autunno" e, prima ancora, nel 1990 con il loro "Live in Paris". Oltre a "Passing by", proposto oggi su queste pagine, vorrei ricordare la pubblicazione di un DVD antologico, pubblicato nel 2007, intitolato per l'appunto "Anthology", decisamente interessante soprattutto per la presenza di un ottimo concerto live del 1995.
Ma veniamo all'album in questione, "Passing by" che ha come sottotitolo "suoni del passato, orecchie nel futuro", è una sorta di antologia con molti distinguo rispetto alle compilation tradizionali. Il modo migliore per comprenderne i contenuti è riportare le note di copertina: 
"Passing by significa andando camminando nel senso metaforico della vita. Fortemente voluto da qualcuno, osteggiato da molti, quest'album viene concepito nel 1991, interamente registrato su TEAC A3440 (4 tracce), concluso nel 1992 dopo più di un anno di lavoro e viene rimasterizzato oggi (2001) al Banana Studios grazie alla collaborazione dell'amico Maestro Paolo Gennai. Non a caso questo CD (stampato privatamente e quindi "no label - ndr), contiene anche dei brani tratti da alcune registrazioni dal vivo, in quelle rare e sporadiche apparizioni del gruppo: 1995 Villa Reale Olgiate - 1996 Drugos (vedi tracce 12 e 13). 


Il vecchio se ne va e il nuovo nato farà i suoi primi passi, diventerà passato con davanti a sé un futuro, un po' come questa storia che non conosciamo e non sappiamo che futuro potrà avere.
Tra analogico e digitale, nell'interazione tra macchine uomini e computer, adoperando emozioni, suoni, musica e in due brani anche parole (Bella & Finta - La mia vita) abbiamo cercato (1969) di descrivere un possibile ed inevitabile futuro (1970) attraverso la conoscenza e la consapevolezza (1980) di un passato (1983) certo, sicuro (1990) e un presente che subito dopo averlo letto o ascoltato (2000) è già passato (2001). PASSING BY"
Annotazione finale: il brano Lakota è dedicato agli indiani Sioux, custodi della terra.

Bonus CD - Jumbo live 1995 - (from "Anthology DVD" - 2007)


TRACKLIST:

01. La mia vita 
02. Bella & Finta 
03. Metropolis 
04. Lakota 
05. Suite per il Sig. K


FORMAZIONE

Alvaro Fella -  voce, chitarra acustica, sax, tastiere, percussioni
Daniele Bianchini - chitarra 
Aldo Gargano - basso, chitarra 
Tony Vegliante - tastiere e computer program 
Ricky Arduini - batteria


Il bonus CD consiste nella registrazione audio del concerto del 1995 incluso nel DVD "Anthology". La copertina di quest'ultimo non fornisce indicazioni sulla location del concerto, ma - in base a quanto scritto su "Passing by" - dovrebbe trattarsi del live set di Olgiate.  La scaletta ripropone alcune tracce da "Passing by" con in chiusura l'intera "Suite per il Sig. K", originariamente inclusa su "DNA".


Alvaro Fella è nuovamente riapparso con i Jumbo, nella formazione originale, insieme ai CAP (Consorzio Acqua Potabile) nel corso del 2016 e 2017, in occasione di alcune "rassegne prog". Con i CAP Alvaro Fella ha anche registrato l'album "Coraggio e Mistero" nel 2016": Su Youtube è stato pubblicato un intero concerto. Assolutamente da non perdere.
Vi lascio con il consueto buon ascolto.


Link  Passing by 
Link  Live 1995

Post by George

Serie "bootleg" n. 287 - Claudio Rocchi - Festival della Filosofia, Carpi, 19 settembre 2004

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FIRST TIME ON THE WEB


TRACKLIST:

01. Intro (per chitarra, armonica e voce)
02. La tua prima luna (da "Viaggio", 1970)
03. Radici e semi (da "Essenza", 1973)
 04. Sto con me (da "Claudio Rocchi", 1994)
 05. La norma del cielo (da "La norma del cielo-Volo magico n. 2", 1972)
06. La realtà non esiste (da "Volo magico n. 1", 1971)
07. Acqua / Ogni uomo (da "Viaggio", 1970)
08. Unknown
09. Dio (da "Un gusto superiore", 1980)
10. L’umana nostalgia (da "Claudio Rocchi-Lo scopo della luna", 1994)
11. Unknown 
12. Questo mattino (da "Viaggio", 1970) 
13. Voglio ancora amarti (?)
14. La realtà non esiste (con Eugenio Pezza al piano)
15. Intro a Norwegian Wood / Norwegian Wood (Beatles cover) 
16. Saluto finale


Era il 19 settembre 2004 quando Claudio Rocchi salì sul palco situato nel piazzale Re Astolfo, a Carpi (siamo in provincia di Modena), in occasione del Festival della Filosofia. Claudio propose un concerto completamente acustico, la sua dimensione migliore: due chitarre, due voci e una armonica a bocca. Una performance densa di suggestioni e di atmosfera che ci riporta ai magici anni '70 (almeno musicalmente parlando). Solo verso il finale, quando ripropose La realtà non esiste, Claudio si fece accompagnare dal pianoforte di Eugenio Pezza. Per i resto, in versioni un po'"dylaniane", Claudio Rocchi ripercorse i grandi classici del suo repertorio, attingendo da album storici quali "Viaggio", "Volo magico n. 1", "La norma del cielo", "Essenza", tanto per citarne alcuni. Vorrei richiamare la vostra attenzione su tre brani, in particolare: La norma del cielo, rivisitata in chiave country rock con tanto di armonica a bocca; Dio, tratta dal disco "Un gusto superiore" inciso con Paolo Tofani e la cover della beatlesiana Norwegian Wood con un lungo intro dove Claudio recita e traduce il testo. Le due "unknown" sono brani che non ricordo e che non ho individuato (i file ricevuti erano anonimi, pertanto ho dovuto ricostruire la tracklist). Confido nel vostro aiuto per denominarli.


E prima di concludere, un doveroso ringraziamento all'amico Marco Osel, che un po' di tempo fa ci inviò i file del concerto, La qualità della registrazione è semplicemente superba e il concerto vede la luce sul web per la prima volta. Attenzione perché i file non coincidono con la tracklist. 
Osel ha accompagnato i file del concerto con questo scritto che vi voglio riportare: 
"Ho avuto un rapporto di grande amore per Claudio, come uomo e come musicista e fra le altre cose ho avuto il privilegio di accompagnarlo in alcune serate, di intervistarlo e di passare del tempo con lui. Ricordo quando venne in piazza a presentare "Suoni di frontiera" in una festa di paese, con la gente che fuggiva scandalizzata; o quando alla fine di un concerto, a Carpi, si mise a regalare copie dei suoi CD al pubblico. Una persona splendida, di profonda umanità e spiritualità.
I suoi album più famosi hanno fatto la storia di un certo cantautorato "psichedelico" e prog, ma spesso si dimenticano quelli "minori" che poi minori non sono. Dopo i capolavori "Viaggio" e i due "Volo Magico" uscirono "Essenza" (già presente sulla Stratosfera - ndr) e "Il miele dei pianeti le isole le api" che sono passati sotto silenzio e non sono mai stati ristampati in CD. Sono due album ricchi di magia e suggestioni, musicalmente maturi e con testi decisamente poetici. Riascoltarli oggi è ancora un piacere e ritengo che non abbiano perso nulla del loro fascino".


Claudio Rocchi, a distanza di quasi 6 anni dalla sua scomparsa (18 giugno 2013), continua a mancarci. Riparleremo presto di lui, statene certi. Per il momento godetevi il concerto.
Buon ascolto



Post by George - Music & suggestions by Osel



Black Blowing Flowers - 1975 - Human Glow (vinyl)

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TRACKLIST:

Lato A
01. Human Glow (Calore Umano)
02. Love Epidemic
o3. Night In Tunisia
04. The Funky Waltz
05. Camel Steps

Lato B
01. Uskudarra
02. You Make Me Feel Brand New
03. Gee Baby
04. El Bimbo
05. Streaking And Streaking


Album decisamente sconosciuto questo "Human Glow", attribuito ad una "ghost band" denominata "Black Blowing Flowers". Nonostante l'uso massiccio della lingua inglese sia nel titolo dell'album che nei titoli delle 10 tracce si tratta di un gruppo italiano, per meglio dire una costola de Il Volo.
 Così scrive Augusto Croce su Italian Prog: "Gruppo misterioso, che produsse solamente un mediocre album commerciale. Sul disco suonavano Alberto Radius e Mario Lavezzi, entrambi già componenti de Il Volo e dal primo album di quel gruppo ripresero Il calore umano che, con un arrangiamento funky e il nuovo titolo Human Glow, uscì anche su 45 giri. Human Glow uscì anche, in versione live, sulla compilation Concerto d'estate/Dal vivo alla Bussola (CBS 69150, anno 1975)".
Se qualcuno possiede questo disco si faccia vivo. 


In effetti un po'"commercialino" questo disco lo è, specie se preso nella sua globalità. Analizzando con attenzione i singoli brani emergono però alcuni spunti interessanti, che spaziano dal funky, al rock, fino ad echi di prog. Insomma, prendiamolo per quello che è, un esperimento sonoro di nicchia che abbiamo voluto togliere dalle ragnatele e dalla polvere che lo hanno ricoperto per anni.
Giudicate voi. Se avete altre informazioni al riguardo, ben vengano.
Ricordo che questo disco, mai ristampato nel corso degli anni né in vinile né in CD, venne anche pubblicato nel corso dello stesso anno in versione Mc e cartuccia Stereo 8. 
Buon ascolto.



Post by George












Serie "Battiato and Friends Special Fan Collection" n. 68 (serie "Bootleg" n. 288) - Franco Battiato & Royal Philarmonic Concert Orchestra - Piazza Grande, Palmanova (UD), 29 giugno 2017

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TRACKLIST CD 1:

01 Perduto amor 
02 Musikanten (la Pastorale di Beethoven e la canzone Come Away, Death di Roger Quilter) 
03 Niente è come sembra 
04 Come un cammello in una grondaia 
05 Le sacre sinfonie del tempo 
06 Il re del mondo 
07 Stati di gioia 
08 Lode all'inviolato 
09 L'animale 
10 Sui giardini della preesistenza 
11 Segnali di vita 
12 Povera patria 
13 Se mai 


TRACKLIST CD 2:

14 Te lo leggo negli occhi 
15 La canzone dei vecchi amanti 
16 La stagione dell'amore 
17 Gli uccelli 
18 Prospettiva Nevskij 
19 La cura 
20 I treni di Tozeur 
21 L'era del cinghiale bianco 
22 Io chi sono? 
23 Le nostre anime 
24 Stranizza d'amuri 
25 E ti vengo a cercare 
26 Voglio vederti danzare 


Gentile cadeau domenicale dedicato al Maestro (termine da noi molto utilizzato, ma detestato dall'interessato) Franco Battiato. Questo splendido concerto lo fotografa dal vivo nella Piazza Grande di Palmanova (provincia di Udine) il 29 giugno 2017. La particolarità di questa performance risiede nel fatto che Battiato è accompagnato niente meno che dalla celebre Royal Philarmonic Concert Orchestra di Londra. Battiato non è alla prima esperienza live in questo senso. Vi rimando al concerto tenuto nel parco del castello di Fénis, in Valle d'Aosta, nel 2010 (che ritroverete qui).

Di seguito l'articolo pubblicato sul giornale on line Studio Nord News in occasione del concerto:
"È un incontro importante quello che avverrà in sole cinque date, in altrettante cinque piazze italiane, cinque esibizioni speciali che vedranno eccezionalmente l’inglese Royal Philharmonic Concert Orchestra accompagnare il maestro Franco Battiato dal vivo. Due eccellenze musicali di respiro internazionale, che il pubblico del Friuli Venezia Giuli potrà ammirare live giovedì 29 giugno nella suggestiva location della Piazza Grande di Palmanova, città candidata Unesco, che torna così ad ospitare grandi eventi musicali. È il coronamento di una collaborazione e di un sodalizio che hanno radici nella reciproca stima e hanno già avuto modo di svolgersi nel tempo in una serie di memorabili live e incisioni negli studi londinesi per dischi come “Il Vuoto”, e “Fleurs 2”, ma che stavolta avranno l’occasione di esprimersi in un vero e proprio evento artistico. I successi del cantautore catanese troveranno quindi la loro migliore resa grazie agli archi della Royal, alla conduzione di Carlo Guaitoli (il pianista che lo accompagna in studio e in tutti i live) e alle sonorità di Angelo Privitera, da quasi un trentennio alle tastiere e programmazione in una lettura nuova che, oltre allo slancio sinfonico, punterà a un’esecuzione molto raffinata, a tratti elettrica, del repertorio. La serata sarà aperta da una suite che conterrà diverso materiale proveniente dalle colonne sonore dei tre film di Battiato: da “Perduto Amor” sarà tratta la versione strumentale del tema omonimo e l’Adagio dal Concerto per Pianoforte in La Maggiore di Mozart, da “Musikanten” la Pastorale di Beethoven e la canzone “Come Away”, Death di Roger Quilter, mentre da “Niente è come sembra” saranno estrapolati la Fantasia su un tema di Thomas Thallis di Vaughan Williams e il tema omonimo cantato, contenuto anche ne “Il Vuoto”. La musica si fonderà alle immagini estratte dai film con un montaggio creato appositamente. Sarà il modo per entrare subito in contatto, in modo viscerale, con la natura eclettica dell’arte di Franco Battiato.



Battiato con i 40 elementi della Royal Philharmonic Concert Orchestra, Carlo Guaitoli e Angelo Privitera interpreterà una scaletta di una ventina di brani che copriranno diverse sfaccettature del suo repertorio: ci saranno sicuramente grandi hit come “L’era del cinghiale bianco”, momenti di spiritualità come “Lode all’inviolato” o “E ti vengo a cercare”, e classici come “La cura” e “I treni di Tozeur”. Pochi e selezionati concerti quindi, cinque straordinari appuntamenti live che avverranno sul palco di location prestigiose e suggestive, da Palermo a Carpi, dalle Terme di Caracalla di Roma a Piazza Duomo a Pistoia, fino alla serata finale del 29 giugno in Piazza Grande a Palmanova. La Royal Philharmonic Concert Orchestra, con cui Battiato torna a collaborare dopo una serie di concerti e la registrazione di alcuni suoi lavori di studio, ha accompagnato diversi artisti di fama internazionale tra cui nomi illustri della musica lirica come José Carreras, Lesley Garrett, Bryn Terfel, Renée Fleming, Kiri Te Kanawa e Luciano Pavarotti, ma anche icone della cultura pop come come Burt Bacharach, Tina Turner, Henry Mancini, Liza Minnelli, Barry Manilow, Sting e Stevie Wonder".
La registrazione è di ottima qualità. Godetevi questo magnifico concerto.
Buon ascolto



LINK CD 1
LINK CD 2

Post by George


Serie "Banco Special Fan Collection" n. 29 (serie "Bootleg" n. 289) - Teatro D'Annunzio, Pescara, 18 agosto 2011

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Ecco a voi il mitico Banco del Mutuo Soccorso in concerto al Teatro D'Annunzio di Pescara, la sera del 18 agosto 2011. Uno dei pochi live del gruppo mai presentato sul blog, altri ancora a venire in un futuro molto prossimo.

Fantastico concerto questo: pensate che include una esecuzione quasi completa di Darwin!
Francesco di Giacomo è in piena forma. Una delle sue performance migliori degli ultimi 20 anni!! "Sei un fenomeno!", grida un membro del pubblico, dopo la quarta canzone. E come dargli torto? Il suono è eccellente, migliorato sensibilmente in ambientazione stereofonica dalla combinazione di due registrazioni ottime (operazione questa che aumenta sensibilmente la spazialità della musica). Difficilmente si trova un concerto di questa qualità a partire da un lavoro non professionale... E spesso si potrebbero definire inferiori alcuni "live" commerciali (quasi monofonia, totale assenza di ambiente...).


Tracklist:

1. Traccia
2. Nudo pt.2
3. R.I.P.
4. Canto Nomade Per Un Prigioniero Politico
5. L'evoluzione
6. Cento Mani Cento Occhi
7. 750.000 Anni Fa L'amore
8. La Conquista Della Posizione Eretta
9. La Danza Dei Grandi Rettili
10. Il Ragno
11. presentazione dei musicisti
12. Moby Dick
13. Lontano Da
14. pausa prima dei bis
15. Metamorfosi
16. Non Mi Rompete
17. saluti finali


Buon ascolto

 Link

Post by Pelino with a little captain's touch
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