Quantcast
Channel: VERSO LA STRATOSFERA
Viewing all 1289 articles
Browse latest View live

Le Antologie della Stratosfera vol. 36 - Musicanova: the complete works part 2 (Quanno turnammo a nascere - 1979 - Studio & Live)

$
0
0

Questo post, realizzato a quattro mani con l'amico Frank-One, è da un po' che giaceva tra le bozze, via via bypassato da altre "esigenze". Scusami Frank-One, adesso è proprio giunto il momento della condivisione con gli amici della Stratosfera, visto anche il gradimento dimostrato per il gruppo napoletano.

La prima parte di questa antologia a puntate, comprendente l'intera opera dei Musicanova, era stata pubblicata nello scorso mese di aprile e la potrete ritrovare qui. In questa seconda tranche vi presentiamo il disco del 1979, "Quanno turnammo a nascere", in accoppiata con un magnifico concerto live dello stesso anno, trasmesso dalla Radiotelevisione svizzera TSI, dove il gruppo partenopeo ripropone dal vivo, in larga misura, i brani del disco in studio. Per questa ragione non abbiamo seguito in modo rigoroso la cronologia delle uscite discografiche. Sempre nel 1979, qualche mese prima di questo album, i Musicanova pubblicarono "Brigante se more", che vi proporremo nel terzo ed ultimo capitolo, insieme a "Festa festa" del 1981. 


Musicanova - Quanno turnammo a nascere - Canzoni sulle quattro stagioni di Eugenio Bennato e Carlo D'Angiò (1979)


TRACKLIST:

01. Quanno turnammo a nascere  3:18  
 A VERNATA 
02. Quanno è vierno 'mmiezo o mare  3:40  
03. Jesce carnevale  1:20  
04. Diavolo s'arrecreia  2:40  
05. Sunata breve  0:50  
 PRIMMAVERA  
06. Primmavera  4:00  
07. È Passata la Vernata  3:55  
A STAGIONE  
08. Quanno o sole è doce  2:40  
09. Canzone libera  4:03  
 AUTUNNO  
10. Tempo di vendemmia  3:20  
11. Moresca nuova  2:48  


FORMAZIONE

Eugenio Bennato - chitarra, armonica
 Carlo D'Angiò - chitarra e voce in 1
Teresa De Sio - voce
Gigi De Rienzo - mandoloncello, tamburello
Robert Fix - sax, oboe, ciaramella
Pippo Cerciello - violino
Andrea Nerone - voce
Alfio Antico - tamburello
Aldo Mercurio - contrabbasso
Nando Caccaviello - cello in 11


Tra le molte recensioni reperibili sul web, ho trovato particolarmente interessante quella scritta da Marco Genzanella sul blog "Mescalina.it", che vi propongo nei suoi tratti salienti.

"Quanno turnammo a nascere", album fondamentale dei Musicanova, venne inciso nel 1979, anno di maturazione del gruppo che Eugenio Bennato fondo´ una volta distaccatosi dai "Nuova compagnia di canto popolare", per divergenze artistiche con Barra & soci. L'album è strutturato su quattro grandi temi, le quattro stagioni, che fanno da sfondo alla favola di un uomo che vuole una nuova vita: vuole rinascere parte di un´umanità libera, non dalle forme perfette, ma viva e senza affanni. La musica popolare napoletana fatta di tarantelle e villanelle è molto presente e la tradizione mediterranea si fa sfondo per sperimentazioni sognanti e dal sapore a volte vagamente jazz. "Quanno turnammo a nascere" inizia con queste parole di D´Angiò sulla base di una chitarra dai toni bassi: "Oi Pateterno mio, si torno a nascere voglio essere criato piscetiello, pe nun vede´ e nun sèntere astu munno, tutte li cose brutte ca succedono". Un forte bisogno umano di migliorare domina tutte le liriche dell´album che alla semplicità della tradizione popolare si appoggiano nel tentativo di creare un dialogo fra tradizioni diverse e di disparati periodi. Canzoni quali "Quando e´ vierno ´mmiezo o mare", "Quanno o sole e doce", "Primmavera", sprigionano una grande energia vitale nelle loro trame intricate di arpeggiature di chitarra, arpa e mandoloncello, dove la voce stridente e allo stesso tempo melodiosa di Teresa De Sio si solleva in registri di rara intensità vitale. Disco imperdibile, dove la più pura vena popolare mediterranea napoletana si fa attuale".



Musicanova - Musicalmente live TSI 1979 (bootleg)


TRACKLIST:

A VERNATA
01. Quanno è vierno 'mmiezo o mare
02. Jesce carnevale
PRIMMAVERA
03. Primmavera
 A STAGIONE
04. Tarantella
AUTUNNO
05. Tempo di vendemmia
06. Moresca nuova
07. Pizzica minore


FORMAZIONE

Eugenio Bennato - chitarra, voce
Teresa De Sio - voce
Aldo Mercurio - contrabbasso, mandoloncello
Andrea Nerone - voce
Alfio Antico - strumenti a percussione
Pippo Cerciello - violino
Robert Fix - fiati 


E ora passo la parola a Frank-One

Nella scatola dei ricordi sono andato a pescare questo concerto del 1979. Ma contestualizziamo il tutto: dobbiamo innanzitutto tornare a quella meravigliosa trasmissione della Radiotelevisione svizzera, ex TSI e oggi RTSI, che per anni ha deliziato l'etere con concerti veramente piacevoli e interessanti, della quale già avevamo parlato in occasione del live di Eugenio Finardi e i Crisalide, e cioè "Musicalmente". 


In questa performance del 1979 l'ensemble napoletano supportava l'uscita dell'album "Quanno turnammo a nascere", pubblicato nello stesso anno, proponendolo in buona parte, ripercorrendo lo stesso schema delle quattro stagioni come nell'album in studio. Ricordiamo infatti come il sottotitolo fosse "Canzoni sulle quattro stagioni di Eugenio Bennato e Carlo D'Angiò".  Sebbene nel corso del concerto lo stesso Eugenio Bennato introduca le canzoni, o le commenti al loro termine, diamo la scaletta, anche perché il concerto è su una unica traccia.


Si parte con "A vernata" (l'inverno) e quindi: Quando è vierno 'mmiezo o mare e Jesce carnevale. Segue "Primmavera" con appunto Primmavera. Si passa poi all'Estate, definita come suole a Napoli "A stagione" con una tarantella dal titolo non meglio dichiarato. Il tutto termina con "Autunno", ovvero Tempo di vendemmia e Moresca nuova. Chiudeva il tutto la presentazione  del gruppo e l'unico brano fuori album, "Pizzica minore", dall'album "Musicanova" dell'anno precedente. Rispetto alla line up dell'album non sono presenti sul palco né Gigi Di Rienzo, il cui mandoloncello viene suonato da Aldo Mercurio - come ricordato nella presentazione da Eugenio Bennato - né, incredibilmente, Carlo D'Angiò, ma tant'è. Vorrei invece sottolineare la voce potente di Andrea Nerone e la solita stupenda, dolce, poliedrica performance di Teresa De Sio, non solo nella sua vocalità ma nella sua capacità interpretativa e scenografica. 



A mia memoria non esiste altra performance ufficiale live dei Musicanova. Io ho anche un concerto dal titolo "Musicanova Roma 1981" (ndr con Mauro Di Domenico), trasmesso qualche anno fa dalla RAI, ma era un progetto in realtà solo a nome Musicanova, dove Eugenio Bennato interpretava molti brani dalla sua carriera solista, per riproporne solo alcuni del gruppo del quale era fondatore insieme a Carlo D'Angiò. 


E' tutto. Spero che il materiale proposto sia di vostro gradimento.
Vi lasciamo con il consueto buon ascolto.


LinkQuanno turnammo a nascere 
LinkLive TSI 1979 


Words & music by George & Frank-One
(4 hands are better than 2)


Serie "Etnic Italy" vol. 3 (serie "Bootleg" n. 255) - Radio Dervish - L'immagine di te tour - Cantina Valle Dell'Acate, 30-07-2008

$
0
0


TRACKLIST :

01 - Intro
02 - Spirits
03 - L'immagine di te
04 - Se vinci tu
05 - Milioni di promesse
06 - Radio Dervish
07 - Centro del mundo
08 - Amara terra mia
09 - Erevan
10 - In prima luce
11 - Rosa di Turi
12 - Hanin
13 - Avatar
14 - Due soli
15 - L'esigenza
16 - Taci
17 - Belzebù
18 - Ghost

  
I Radiodervish sono il gruppo che, più e meglio di altri, è riuscito a sintetizzare in Italia il nuovo spirito etnico della musica italiana. Prima Al Darawish con una formazione a dir poco multi etnica, poi Radio Dervish con Nabil Salameh al canto, Michele Lobaccaro alla direzione artistica e Alessandro Pipino alle tastiere. Poi una costellazioni di incontri, incroci con alcuni dei nomi più significativi della scena nazionale e internazionale. Battiato, Caparezza, Noa, Jovanotti, Domenico Modugno (si l'arte riesce a sorpassare limiti di tempo e di spazio).
 
Un cammino fatto di intuizioni linguistiche, musicali, politiche e metafisiche. Il loro è un mondo imprescindibile per chi ama le contaminazioni. "Centro del mundo" uno dei cd meglio riusciti, ma ogni episodio della loro discografia merita attenzione.
 

Il bootleg che presentiamo segue la pubblicazione del cd maggiormente venduto del gruppo, "L'immagine di te" prodotto proprio da Battiato e dal tecnico del suono Pino Pinaxa Pischetola. Un cd che presenta un linguaggio più semplice ed accessibile. Il concerto, al netto della qualità della registrazione amatoriale, è una gioia per l'ascoltatore. Presenti i classici più amati, come "L'esigenza" o "Taci", ma anche echi dalle origini come "In prima luce". A completare la scaletta alcuni brani dell'ultimo cd. Tutti di spessore gli artisti sul palco. La voce svettante di Nabil apre cuore e mente verso mondi lontani. Michele Lobaccaro sostiene con una strumentazione sapiente e Alessandro Pipino completa con i colori di tastiere senza tempo. La batteria e le percussioni di Antonio Marra regalano ritmi e brividi nel cortile di una antica cantina siciliana tra gli ulivi secolari e gli agrumeti.
 
Il concerto si apriva con una intro strumentale curata da Alessandro Pipino. Sue le composizioni poste idealmente ad aprire e chiudere questo cd. Le copertine del cd riportano la presenza di un video che in questa sede non serve riproporre.
Buon ascolto... che ve lo dico a fare? 

 



Post by Antonio LM with a little captain's hand
 

Ramasandiran Somosundaram - 1973-1976 - Tre singoli inediti su album

$
0
0


1 - Pasta e fagioli (a side - 1973)
2 - Contrabbando di fagioli (b side - 1973)
3 - Funky star (a side - 1975)
4 - Leon dance (b side - 1975)
5 - You keep me hanging on (a side - 1976)
6 - Hold on I'm coming (b side - 1976)


E dopo tante pubblicazioni di assoluto valore eccomi con un agile e veloce post che fonda le sue radici nel lontano 29 Agosto 2013, quando il nostro valoroso Capitano decise di dare il giusto spazio ad un album molto, troppo, sottovalutato, quello Skinny Woman il cui autore Ramasandiran Somusundaram aveva non pochi contatti con gruppi a noi ben più noti e ben più cari, ma per tutto questo Vi rimando al post di cui sopra. I motivi di questa incursione sono due: in primis il fatto che la Cinedelic ha ripubblicato in vinile Skinny Woman, come si usa ora in 180 gr, ma soprattutto con la possibilità di scaricare,  tramite una pass, l’intero album in mp3 direttamente dal pc, e mi sembrava corretto rendere merito a queste lodevoli iniziative. Inoltre in fondo all’album è presente a mò di bonus track il brano Contrabbando di fagioli, lato B del 45 giri di esordio di R.S. (consentitemi questa abbreviazione) datato 1973, che nel lato A presentava il brano Pasta e fagioli, e così mi sono domandato: ”Perché non dare fondo a quel male inguaribile che ci pervade, e che va sotto il nome di completismo, così da pubblicare i 3 45 giri che completavano la discografia del percussionista indiano?”.

L’esordio discografico è appunto del 1973 per la casa discografica Magma, come d’altra parte la sua intera discografia, Lato A appunto Pasta e fagioli, autore Aldo De Scalzi, un divertissement che ricorda gli Oliver Onions di Altrimenti ci arrabbiamo, ma è il lato B che lascia senza fiato, non a caso scelto tra tutti come bonus per la ristampa del vinile, quella Contrabbando di fagioli, gli autori del quale rispondono ai nomi di De Scalzi e Piccarreda: un intro con un attacco basso percussioni che ricorda il brano Adesso di C.Rocchi nell’album Il miele dei pianeti le isole e le api. Inoltre le sapienti intromissioni di flauto non possono non far pensare all’intervento di Vittorio De Scalzi, con un risultato veramente appagante. Nel 1974 pubblica l’LP Skinny woman, dal quale vengono estratti i due singoli appunto Skinny woman e Shangai, che ovviamente qui non riproponiamo.

 
Nel 1975 altro 45 giri, con lato A Funky star, a nome Niliomi (ricordate? Trattasi di Vittorio De Scalzi) e Funky, e qui alzo le braccia e non saprei di chi si tratta, forse lo stesso R.S. Il lato B è Leon dance di Niliomi e….Belleno, sigla della trasmissione televisiva “Facciamo insieme”, si tratta di due accattivanti brani elettro funky in stile dance, tanto da avere in angolo alto di copertina la scritta: Special Discoteque. Chiude la discografia di R.S. il 45 giri del 1976 che presenta due cover famose, il lato A You keep me hanging on, inizialmente interpretato dalle Supremes, negli anni ha avuto molteplici interpreti e non certo di poco spessore: Vanilla Fudge,Wilson Pickett, Rod Stewart e Kim Wilde negli anni 80. Il lato B Hold on I’m coming, portata al successo dal duo Sam & Dave, ed in tempi più recenti presentata in tour dalla Blues Brothers Band (quelli orfani di Jake ed Elwood per capirci), anche perché uno degli autori era quel Steve Cropper lead guitar of Booker T and the MG’s in seguito nella stessa B.B.B., vi allego un loro bel ricordo.



I due brani in questione vengono qui riproposti entrambi in chiave meno blues ma più elettro dance, un po’ come il 45 giri del 1975. Curioso infine come nei due titoli venga ignorata la contrazione originale per presentare la forma canonica ma meno usuale della lingua inglese, e così You keep me hangin’ on diventa You keep me hanging on e Hold on I’m comin’ diventa Hold on I’m coming, ma queste sono sole disquisizioni al limite dell’onanismo. Insomma, 6 canzoni, un autore sottovalutato, ed un po’ di easy listening. Buon divertimento, Frank-One

 
LINK


Post by Frank-One, final touch by Captain

Futuro Antico - 2005 - Intonazioni archetipe plus Live Zuma Festival, Milano, 3 giugno 2017

$
0
0

TRACKLIST

01. Royal Cubit
02. African Pink Whale
03. Pan Tuning
04. Ektar On Plagiaulos On Electronic
05. Etruscan Blue Intonation
06. High Speed /Alta velocità
07. Arte nelle Stelle


FORMAZIONE

Walter Maioli - flute nai, osso d'acquila, fischio africano, sonagli, armonica bassa, arco a bocca, maranzano, flauto d'oppio, jangro, richiami, sonagli

Riccardo Sinigaglia - synthesizer, piano, organ, echoes, bongos, tibetan bells

Gabin Debirè - tambourines, xilophone, tom-tom, fischio, raspa, zanza, ektar, bastone sibilante, bonghi, conghe, legni, tamburo parlante, sonagli


Dopo 25 anni dall'uscita dell'eponimo disco del 1980, Futuro Antico si è ricostituito nel 2005 per sperimentare nuove possibili soluzioni sonoro-musicali alla ricerca di "intonazioni archetipe". Dopo numerose ricerche, e un concerto ad Ameno, è seguita una registrazione di quattro giorni realizzata nel settembre del 2005 il cui risultato ha dato vita a questo splendido CD, ancora un volta un perfetto mix tra sonorità etniche ed elettroniche. L'ultima traccia, Arte nelle Stelle, è una registrazione analogica risalente al 1980. Sul sito "Soundcenter", l'etichetta che ha pubblicato il CD, troverete una accurata descrizione dell'album e dei singoli brani che lo compongono. La consultazione è indispensabile.


Futuro Antico - Zuma Festival, Cascinet 
(Cascina Sant'Ambrogio), Milano - 3 giugno 2017
- reunion concert - (bootleg)


TRACKLIST:

01. Part 1
02. Part 2
03. Part 3


FORMAZIONE

Walter Maioli - strumenti a fiato
Riccardo Sinigaglia - tastiere
Gabin Debirè - percussioni, chitarra, voce


Questa registrazione live vede i Futuro Antico ospiti dello Zuma Festival, che si tiene a Milano alla Cascina Sant'Ambrogio (conosciuta come Cascinet) da alcuni anni. Nel cartellone 2017 appare anche il trio Maioli, Sinigaglia, Debirè per una eccezionale reunion dopo anni di assenza dalle scene musicali. Il gruppo riesce come sempre ad ammaliare il pubblico per le sperimentazioni sonore, con l'organo di Sinigaglia (che in alcuni momenti ha delle somiglianze impressionanti con Terry Riley), gli incredibili strumenti a fiato suonati da Maioli e il tappeto di percussioni di Debirè. 

Concludo: sarebbe interessante dedicare un post alle due musicassette "home made", ovvero "Les Balafons de Haute-Volta" e "Afghanistan". L'appello è stato lanciato. Amici, se qualcuno di voi le possiede e le vuole condividere con noi, si faccia vivo.

Buon ascolto! 


LinkIntonazioni archetipe
LinkLive Zuma Festival 2017

Post by George

Herbert Pagani - 1975 - Ballate dal Marco Visconti (vinyl)

$
0
0

TRACKLIST:

Lato A
01. Cavalli ricamati (Pagani - Moraschi)
02. Il cavaliere nero (Chiaramello)
03. Rondine (Pagani - Moraschi)
04. Ricordo di Ottorino (Chiaramello)
05. Giudizio di Dio (Pagani - Moraschi)
06. Avventure di Lupo (Chiaramello)

Tracce 1,4,6: arr. e direz. d'orch. Bill Shepperd
Tracce 2,3,5: direz d'orch. Giancarlo Chiaramello

Lato B
01. Vicario Imperiale (Sequenza torneo) (Pagani - Moraschi)
02. Chiare dolci fresche acque (Chiaramello)
03. Alla ricerca di Marco Visconti (Chiaramello)
04. La postierla (Assedio di Milano) (Pagani - Moraschi)
05. Suoni di Battaglia (Chiaramello)
06. Le donne dei signori (Pagani - Moraschi)

Tracce 1,4,6: arr. e direz. d'orch. Bill Shepperd
Tracce 2,3,5:  direz d'orch. Giancarlo Chiaramello




Chi si ricorda della mini serie televisiva "Marco Visconti"? Articolata in sei puntate, la fiction - una trasposizione televisiva dell'omonimo romanzo storico di Tommaso Grossi - fu prodotta dalla RAI nel 1975 sotto la direzione di Anton Giulio Majano.  Lo sceneggiato venne ambientata nella Milano del XIV secolo, durante la signoria dei Visconti.Tra gli interpreti principali figuravano Raf Vallone nel ruolo di Marco Visconti, Gabriele Lavia nel ruolo di Ottorino Visconti, Pamela Villoresi nel ruolo di Bice del Balzo e Warner Bentivegna nel ruolo di Lodrisio Visconti. Tra le comparse, nel ruolo di un servo della del Balzo, apparve anche un giovanissimo Marco Columbro, divenuto poi un noto presentatore televisivo. Nel cast vi era anche Herbert Pagani che interpretava il ruolo di Tremacoldo, un menestrello-giullare. A Pagani vanno attribuite alcune composizioni inserite nella colonna sonora. Il brano più celebre è rimasto sicuramente Cavalli ricamati, composto e interpretata da Herbert Pagani, posto come sigla di chiusura di ogni puntata.

Pamela Villoresi nel ruolo di Bice del Balzo
Lo sceneggiato venne realizzato a colori, nonostante all'epoca la RAI trasmettesse ancora in bianco e nero e le trasmissioni a colori erano ancora solo di tipo sperimentale. Su Youtube sono pubblicati alcuni spezzoni. Lo sceneggiato venne trasmesso in prima visione dal 4 maggio all'8 giugno 1975 su RAI 1 (allora unico canale). Alcune delle riprese vennero girate a Soncino nella Rocca Sforzesca e a Pavia nel Castello Visconteo. Nel 1975 la RCA pubblicò la colonna sonora dello sceneggiato, un 33 giri intitolato "Ballate dal Marco Visconti", mai ristampato negli anni a venire e diventato oggi un album piuttosto raro. Su ebay lo potrete trovare al ragguardevole prezzo di circa 90 euro. Dall'album venne anche estratto il 45 giri Cavalli ricamati / Le donne dei signori. Le dodici tracce, sei per ogni lato del disco, sono equamente divise tra le ballate di Herbert Pagani e le composizioni orchestrali di Giancarlo Chiaramello e Bill Shepperd. Pagani si distingue come sempre per la sua verve e l'enfasi nell'interpretazione (valga per tutti la conclusiva Le donne dei signori). Un disco molto bello, suddiviso in due tracce (una per facciata), con tanto di righe e crepitii che ne attestano l'uso massiccio e la vetustà.

E con questa bella sforbiciata alla wishlist (nella quale l'album appariva da tempo) vi lascio con il consueto buon ascolto.


Link

Post by George

Luca Ghielmetti - 1990 - Le corniole di Nonno Rassuli (vynil)

$
0
0

  
TRACKLIST

1 Nostra signora dei Turchi
2 Uomini secchi
3 Nikos
4 Tana del lupo
5 Gli elefanti del mare/Elephant march
6 Le corniole di Nonno Rassuli
7 Zumpa zumpa and wine
8 Pilar Shopping Company
9 Sugar Ray Robinson
10 - Bonus track - Le corniole di Nonno Rassuli (live al Premio Tenco 1990)
11 - Bonus track - Madremmana (parte, inedito,live al Premio Tenco 1990)
12 - Bonus track - Zumpa zumpa and wine (parte, live al Premio Tenco 1990)


FORMAZIONE :

Bass – Andrea Tognoli
Drums – Gino Carravieri
Drums – Paolo Saraceno
Piano, Vocals, Keyboards – Mark Harris
Flute, Alto and Soprano Saxophone – Giancarlo Parisi
Guitar – Giorgio Cocilovo
Keyboards – Paolo Bolio
Cornet – Fabio Ciboldi
Trombone – Antonio Frisoni
Trombone – Ambrogio Frigerio
Trumpet – Armando Saldarini
Trumpet – Fabio Ciboldi
Contrabass – Paolo Frondoni
Contrabass & bass – Massimo Scoca
Bass – Marco Nanni


Quel Premio Tenco fu davvero rivelatore. Correva il 1990 e qualcuno, nonostante l’ora tarda, stava ancora davanti alla TV a gustarsi, in differita, le serate della gloriosa manifestazione musicale, a quell’epoca ancora guidata con mano salda dal grande vecchio Amilcare Rambaldi. Quel pochi in fervida attesa davanti al tubo catodico (in quegli anni non era ancora diventato solo un modo di dire) erano lì in attesa di qualcosa. Gli anni 80, il Gran Deserto della Canzone d’Autore, erano da poco finiti e tutti erano lì, alla ricerca di un’epifania, di qualcosa o qualcuno che sapesse riprenderla in mano, ‘sta cavolo di canzone d’autore (qualunque cosa già ai tempi cominciasse a significare). Sta di fatto che quella veglia di preghiera notturna non fu vana. In quella fatidica edizione furono lanciati due debuttanti assoluti, al loro primo album. Due che non potevano passare inosservati, tanta era la qualità della loro scrittura, e la voglia di non sottostare alle mode effimere di quel decennio appena (fortunatamente) morto.

Dei due, quello che mi colpì particolarmente era proprio l’artista oggetto di questo post. Mi fissai bene in mente il suo nome: Luca Ghielmetti, comasco. Mi incantò la sua assoluta padronanza della forma canzone, anche se i suoi riferimenti musicali erano ben piantati, e si vedeva benissimo, nel jazz e nelle sue numerose diramazioni. All’epoca, a molti, ascoltandolo, venne in mente Paolo Conte (d’altra parte si stava nel suo regno, al Tenco), anche se Ghielmetti timidamente cercò di fare i nomi di Randy Newmann e di Tom Waits. A quest’ultimo, in particolare, l’accumunavano sia la voce roca, sia una certa somiglianza fisica, tant’è che qualcuno dell’organizzazione pensò addirittura di mandarlo in scena a sorpresa facendolo passare proprio per Tom Waits... Chissà se il pubblico del Tenco avrebbe apprezzato lo scherzo.


Sta di fatto che al “Millerecords” di Roma mi prendo subito il lavoro di esordio di questo tizio, dal curioso e astruso titolo “Le corniole di Nonno Rassuli”. Lo adagio sui piatto e, tempo pochi giri, capisco che non mi sono sbagliato: questo è uno bravo, poco da fare. Mi riascolto la title track (nel disco non c’è la stecca iniziale di sax soprano che invece inficiò l’esibizione sanremese), e la ritrovo stupenda e malinconica con quel suo dolce rievocare gli anni avventurosi e romantici da studente fuorisede. E poi scopro tutte le altre, nessuna buttata là tanto per fare (quando bazzichi il jazz la tentazione della jammata fine a sé stessa è dietro l’angolo). C’è il ritratto in grigio degli “Uomini secchi”,l’esilarante gita a New York dei provinciali della Val di Muggia, sulle tracce di, toh!, Tom Waits (e qui in effetti i debiti contiani appaiono più evidenti) raccontata in “Zumpa zumpa and wine”e poi la finale “Sugar Ray Robinson”,una delle più belle canzoni dedicate alla nobile arte attraverso la rievocazione di uno dei suoi campioni più leggendari. Ma, ripeto, ognuna delle 9 canzoni contiene un’idea forte portante, così come è forte l’apertura di “Nostra signora dei Turchi” (la cui protagonista è ritratta “perfetta al tavolino/ in quella coda di settembre”, tanto perfetta che poi Ghielmetti non può che constatare che “una condanna così forte/ può stare bene solo a me”). I rivestimenti sonori creativi, mai scontati, in cui entrano in ballo chanson, ballad, swing, jazz-rock (nel modo in cui lo declinava, in quegli anni, lo Sting solista), danno la sensazione che tutto giri come si deve, grazie a musicisti ispirati e agli arrangiamenti sapienti di Maurizio Caldironi. D’altra parte il parterre di turnisti è notevole, basti citare quel gran chitarrista che è Giorgio Cocilovo (il suo assolo dal sapore manouche su “Tana del lupo”è da antologia), Mark Harris e Giancarlo Parisi, entrambi in orbita De Andrè (il secondo anche in quella PFM).

Insomma, un album che per me resta una delle vette degli anni ’90 italiani, un capolavoro misconosciuto che andrebbe assolutamente rivalutato.


Ve lo presento (rippato dal vinile, anche se al tempo uscì anche in CD) con tre bonus track, per la prima volta on the web, che documentano la sua esibizione al fatidico Tenco di quell’anno. Sono tratte dalla diretta Radio RAI, durante la quale Ghielmetti si guadagnò gli apprezzamenti di Ernesto Bassignano e Roberto Vecchioni. Putroppo, per i continui parlati degli speakers, sono in forma parziale.


Ghielmetti poi navigherà spesso sotto costa, dedicandosi alla sua professione di farmacista, ma continuando lo stesso a frequentare il mondo musicale producendo due altri album a diversa distanza l’uno dall’altro (“Dolci spose mancate d’un soffio”, 1999, anch’esso fuori catalogo e difficilemente reperibile, e il più recente “Luca Ghielmetti”, 2008, prodotto da Greg Cohen, storico sodale di, ri-toh!, Tom Waits) e collaborando con Enrico Ruggeri (che l’anno scorso sul suo profilo Fb l’ha appellato come “uno dei più grandi cantautori italiani”) e con Giorgio Conte, con cui condividerà spesso e volentieri canzoni e palchi.


Ah, e l’altro? Sì, quello, l’altro cantautore che venne fuori in quella edizione. Beh, anche l’altro era bravo, l’avevo capito subito, tant’è vero che da lì a poco mi comprai anche il suo, di disco. In ogni caso mi pareva ancora un po’ derivativo, acerbo, con un suono tutto sommato più classico. Predico a Luca Ghielmetti un gran futuro, e all’altro un destino da piccoli club.


Il suo nome era Vinicio Capossela, e forse ne avrete sentito parlare.

LINK

 Post by Andrea Altrocanto with a very little Captain's touch

Crowdfunding per il docu-film su Juri Camisasca

$
0
0
Condivido una interessante intervista (apparsa sul blog Psycanprog) ad Antonello Cresti e Francesco Paladino, curatori del progetto "Non cercarti fuori", ovvero un docufilm che racconta Juri Camisasca, una delle voci più belle che il nostro suolo abbia mai partorito. Essendo un progetto Crowdfunding, ovvero finanziato dal basso, invito tutti ad approfondire e a contribuire visitando la pagina ufficiale dell'artista, unico modo per avere la vostra copia di questo meraviglioso film.

Intervista ad Antonello Cresti e Francesco Paladino, in occasione della campagna di crowdfunding per il docu-film su Juri Camisasca



 In questi giorni parte il lancio della campagna crowdfunding per il docu-film su Juri Camisasca, “Non cercarti fuori“. Artefici e portavoci di questa nuova sfida sono il saggista Antonello Cresti e il regista Francesco Paladino, che si raccontano per l’occasione sul nostro sito. Il loro intento, citando le loro parole di presentazione al progetto, è quello di realizzare “un’opera filmica che, come indica Jodorowsky, possa curare e non fermarsi al puro atto estetico” e “scoprire un personaggio di culto della scena musicale degli ultimi decenni, nel quale opera artistica e scelta esistenziale si compenetrano perfettamente“. A chi volesse approfondire e contribuire attivamente a questa imperdibile iniziativa rimandiamo al LINK ufficiale, ricordandovi che la campagna di raccolta fondi si chiuderà il 31 dicembre 2017.


Valeria Ferro: Juri Camisasca incarna alla perfezione un’esistenza fatta di ricerca, artistica ed umana. Quanto è importante per voi la ricerca nella vita e nel vostro lavoro?

Antonello Cresti:  Il caso di Juri Camisasca, hai detto bene, è per me sempre stato uno stimolo, un pungolo, una ispirazione per tentare di condurre una vita in cui la spinta creativa si saldasse ad una volontà di stare altrove. “Vivere nel mondo, senza essere del mondo”, per citare una frase che Juri conosce molto bene… Da questo punto di vista mi viene da dire che ogni pensiero, ogni atto sono momenti di ricerca e guai a pascere nel ristagno: potrà magari essere più consolatorio sul breve termine, ma sulla lunga distanza simili atteggiamenti sono incapacitanti e autodistruttivi. E mi sento anche di dire che, in realtà, non ci sia stato di grazia maggiore di quello dato da una “stabile instabilità”.

Francesco Paladino: Ho iniziato a “ricercare” a 7 o forse 8 anni; ho ancora le registrazioni di tromba e giradischi che inventai…la mia vita è tutta una sperimentazione, non riuscirei a vivere senza provare a vedere con la voracità e l’incoscienza che mi contraddistingue. E’ una sete, che mi conduce in itinerari che il mese prima nemmeno immaginavo. “Juri” segna una tappa importante del mio lavoro cinematografico perchè è un personaggio vero che devo riuscire a ritrarre come è , nella sua reale essenza. Una sfida importante.

Valeria Ferro: Antonello, dopo il CD tributo a Claudio Rocchi un film su Camisasca è il proseguimento naturale del tuo progetto “Solchi sperimentali”, nato su carta e ormai sempre più multimediale. Da dove nasce il tuo interesse per Juri? Quali sono i punti in comune, a tuo avviso, con Claudio Rocchi ?

Antonello Cresti: Diciamo che progetti come quelli dedicati a Rocchi e Camisasca possono essere intesi come avvicinamenti della lente di ingrandimento sulla grande mappa delle musiche altre. Come dicevo prima per me Camisasca è stato un grande ispiratore: avevo 14 o 15 anni ed ascoltavo le sue canzoni “mistiche” e in esse avvertivo una rivolta radicale, definitiva, che non trovavo nella musica di ispirazione politica. C’è un brano, “La Nave dell’Eterno Talismano”, che letteralmente mi ha salvato dagli stati d’ansia che avevo covato durante la mia infanzia, insegnandomi a “lasciar passare come aeroplani” i pensieri. Inoltre attraverso Camisasca ho scoperto e poi approfondito la straordinaria tradizione del Canto Gregoriano, una forma musicale che – oltre che bellissima – io sento ancora molto attuale, come tutte le cose che stanno al di sopra del Tempo. I parallelismi con Rocchi, che ho conosciuto personalmente, direi che possono stare proprio nella inesausta ricerca, anche se Claudio (te lo avrebbe confermato anche lui) procedeva molto per fasi.

Valeria Ferro: Dopo il film “Solchi Sperimentali – The Movie“, questa è la vostra seconda collaborazione. Come è nata questa nuova iniziativa?

Antonello Cresti: Iniziamo col dire che collaborare con Francesco è una cosa molto piacevole e naturale poiché siamo molto in sintonia e spesso ci completiamo, oltre ovviamente a stimarci reciprocamente. Ho avuto questa “illuminazione” del docufilm su Juri qualche mese fa e l’ho esposta in dieci minuti a Paladino che ha subito raccolto e rilanciato. Da lì a passare ai fatti saranno passate si e no due settimane…

Francesco Paladino: Non è vero che tutto quanto mi si propone io realizzo. Solo i progetti che reputo importanti, densi di significato, ed un film su Juri lo è. Lo è perchè c’è tanto da dire, perchè ci sono amici disposti ad aiutarci in questa avventura, lo è perchè Juri ha fiducia in noi. Ecco, lavorare con Cresti è trovare buona parte del lavoro di “contatti” già pronto “per l’uso”, e poi è piacevole perchè entrambi abbiamo gli stessi ritmi forsennati. Tutto è nato da una “zona comune” di interessi tra i quali figurava anche e sopratutto Juri. da lì a “fare qualcosa” è stato un attimo.

Valeria Ferro: Il film “Solchi Sperimentali” è stato accolto dal pubblico con successo. Vi aspettavate un tale entusiasmo dal crowdfunding?

Antonello Cresti: Avendo vissuto a contatto con le persone gli ultimi tre anni della mia vita, tendo oramai ad avere sensazioni molto precise sulle possibilità di successo di un progetto. Dunque ti confesso che – anche nello scetticismo di molti – ho sempre pensato che ce l’avremmo fatta. Detto questo è evidente che  – in ogni caso – il dato del crowdfunding contiene elementi sorprendenti e anche di insegnamento per il futuro. Cercheremo di farne tesoro per il futuro, poiché senza la verifica del pubblico nessun progetto ha per me senso di esistere.

Francesco Paladino: Sinceramente no, non mi aspettavo tutto questo  interesse e badate bene SENZA NEMMENO UNA RECENSIONE  su un giornale musicale! E pensare che sia io che Antonello siamo “critici musicali” e scriviamo su riviste… Inoltre si trattava non già di un documentario, ma di una fiction ironica, graffiante e sperimentale… quando ho visto che c’era tutto questo interesse, dimostrato dall’esito positivo del crownfunding e dai commenti post produttivi… beh mi sono davvero entusiasmato. E’ stata una eccitante avventura, nulla da dire!!!!

Valeria Ferro: Oltre a un brano di “Arcano Enigma”, il titolo che avete scelto per il docu-film (“Non cercarti fuori“) rispecchia anche la poetica di Sant’Agostino, tanto cara a Camisasca. Cosa rappresenta per voi questa frase al giorno d’oggi?

Antonello Cresti: La frase “Non cercarti fuori” (“ne te quasiveris extra” nell’originale latino) è tratta da un testo di Alfano di Salerno che trovo eccezionale. Essa riassume in tre parole tutto ciò che dovrebbe compiere un individuo. Non possiamo avere nessuna influenza positiva sul mondo se non partiamo da noi stessi, se siamo dimentichi di noi. Purtroppo tale situazione di assenza da sé, già connaturata a molti uomini è oggi artatamente amplificata dalle inumane priorità imposte dalla Società dello Spettacolo.

Francesco Paladino: Leggo Sant’Agostino tutte le sere, prima di addormentarmi. Un capitolo breve, una stilla di poesia. Le confessioni. Stile complesso, ma alla fine un indubitabile tripudio di energia. Non cercarsi fuori -oggi come oggi- è una esortazione preziosa, per non perdersi, per riamarsi, per ritrovarsi nel nostro brevissimo ma complesso cammino.

Valeria Ferro: Nonostante abbia collaborato con celebri autori della scena musicale nostrana (in primis, ricordiamo ovviamente Franco Battiato), Juri Camisasca non è certo uno dei nomi più noti e menzionati. A chi non lo conosce, volete consigliare qualche album? E ai fan di Juri, invece, volete spiegare cosa il vostro progetto audiovisivo vuole mettere in luce?

Antonello Cresti: Il debutto “La Finestra Dentro” e l’album “Te Deum” sembrano rappresentare due opposti inconciliabili ed è proprio da questa forma di dialettica interna così feroce he secondo me si dovrebbe partire, in rapida successione. In estrema sintesi riguardo al nostro progetto dico solo che Juri è un personaggio che ha una infinità di cose da dire per farci riflettere ed ispirare. Ed abbiamo questa grande opportunità che se portiamo a termine significherà soprattutto farci un regalo, per migliorare le nostre vite. Poiché di gurdjieffiani “uomini straordinari” se ne vedono sempre meno all’orizzonte… Cercheremo di rendere questa grande ricchezza del personaggi con parole, suoni e immagini nella migliore migliore!

Francesco Paladino: Il primo disco di Juri mi aveva interessato ma non l’ho amato. “Te Deum” e i seguenti sono invece miele per le mie orecchie. Si intuisce lo sforzo di Juri a ricercarsi ad un livello devozionale, spirituale, fluttuando nell’ in sè che appare una stella brillante per trovare la nostra via.  Questi dischi come TE DEUM sono la voce della nostra essenza. Basta porgere un minimo di attenzione, anche se tutto all’istante non si svelerà subito. Occorreranno vari ascolti per cogliere l’immensità latente, che trasuda un significato di umile potenza espressiva. Difficile trovare paragoni a questi livelli.

Suggested by Antonio LM and Captain, thank you to Psycanprog

Serie "Catto Prog" n. 12 - Vari - 1979 - Risonanze 1 + Risonanze 3 / Evocazioni musicali di temi biblici (vinyl)

$
0
0

PREMESSA: scopo di questo post è quello di completare quanto già pubblicato nel gennaio scorso,  ovvero il volume 2 della trilogia dedicata alle "evocazioni musicali di temi biblici". Risonanze 2 lo potrete recuperare qui.

Grazie al contributo di alcuni amici della Stratosfera siamo oggi in grado di regalarvi i due volumi mancanti. Ricordo che tutti e tre gli album, pubblicati sia in vinile che in musicassetta nel 1979. non sono mai stati ristampati negli anni successivi. Ultimo appunto: per assonanza, dato il sottotitolo e l'etichetta "Edizioni Paoline", li ho inseriti nella serie "Catto Prog", ma mi rendo conto che si tratta di una forzatura. Chiedo venia. Ed ora, conclusi i ringraziamenti e le precisazioni, passiamo al dettaglio dei brani.

Artisti vari - Risonanze / 1 - Evocazioni musicali di temi biblici (1979 - vinyl)


TRACKLIST:

01 Egisto Macchi - Caos  2:30  
02 Luigi Zito - Creazione  4:59  
03 Egisto Macchi - Tenebre  2:05  
04 Alessandro Alessandroni - Luce  1:20  
05 Luigi Zito - Eden  2:32  
06 Luigi Zito - Tentazione  2:08  
07 Ennio Morricone - Vita  1:46  
08 Ennio Morricone - Violenza  2:06  
09 Luigi Zito - Vocazione  1:54  
10 Luigi Zito - Fedeltà  3:00  
11 Egisto Macchi - Sacrificio  3:04  
12 Ennio Morricone - Shalom  2:30  


Il disco venne attribuito ai quattro autori (e non ad un generico "artisti vari"), ovvero Egisto Macchi, Luigi Zito, Alessandro Alessandroni ed Ennio Morricone. Egisto Macchi (scomparso nel 1992) è stato un noto compositore, autore di innumerevoli colonne sonore teatrali, televisive e cinematografiche. Ad iniziare dal 1967 Macchi è stato tra gli iniziatori dello Studio R7, il laboratorio elettronico per la musica sperimentale. Ha collaborato con il Gruppo d'Improvvisazione Nuova Consonanza, fondato da Franco Evangelisti nel lontano 1964.  E' lui alle percussioni nell'album "The Feed-back" del 1970. A Egisto Macchi vanno ascritte le tre composizioni più "ambient" del'intera raccolta.

Egisto Macchi
Luigi Pasquale Zitoè un po' meno noto, anche se stiamo parlando di un compositore di tutto rispetto. Nella sua scarna discografia troviamo due album incisi con Vittorio Nadalin, rispettivamente nel 1971 e nel 2017.  Nel 2010 ha scritto la colonna sonora della commedia teatrale e del film televisivo "Otello secondo Carmelo Bene". Alessandro Alessandroni e, ancor di più, Ennio Morricone, non necessitano di presentazioni. Dodici composizioni di grande effetto e assolutamente "evocative", nel pieno rispetto del titolo del disco.



Artisti vari - Risonanze / 3 - Evocazioni musicali di temi biblici (1979 - vinyl)


TRACKLIST:

01. Ennio Morricone - Attesa  2:38  
02. Ennio Morricone - Annuncio  1:58  
03. Egisto Macchi - Incarnazione  3:25  
04. Gino Marinuzzi Jr. - Povertà  1:41  
05. Egisto Macchi - Regno di Dio  2:39  
06. Ennio Morricone - Fede  1:41  
07. Armando Trovaioli - Beatitudine  3:22  
08. Miriam Bordoni - Passione  2:16  
09. Luigi Zito - Risurrezione  3:03  
10. Miriam Bordoni - Spirito  2:39  
11. Luigi Zito - Missione  3:08  
12. Ennio Morricone - Comunione  1:41  
13. Gino Marinuzzi Jr. - Maranathà  3:00  


Nel terzo e ultimo volume della trilogia esce di scena Alessandro Alessandroni  e subentrano Gino Marinuzzi Jr. (autore di numerose colonne sonore, scomparso nel 1996) e Miriam Bordoni (che merita in futuro una trattazione a sé). Le atmosfere non cambiano. Tredici tracce "evocative" che chiudono degnamente il trittico. 

Gino Marinuzzi Jr. 
E' tutto. Mi auguro che le due opere siano di vostro gradimento. A voi tutti
buon ascolto.


Link Risonanze 1
Link Risonanze 3

Post by George


Serie "Historic prog bands live in Italy" - Capitolo 35 - (Yesterday & Today n. 17) - King Crimson, Reggio Emilia 1973 & Milano 2016

$
0
0

Sono passate molte lune dall'ultima volta che la gloriosa serie "Yesterday & Today" ha fatto la sua comparsa tra le pagine della Stratosfera. L'occasione per rispolverarla me l'ha fornita ancora una volta l'amico Marco Osel,che dai suoi cassetti ha estratto due concerti dei leggendari King Crimson, risalenti rispettivamente al 1973 e al 2016.  Una forbice di 43 anni separa le due registrazioni, entrambe di eccellente qualità sonora. Iniziamo con il concerto di Reggio Emilia, parte integrante di un tour che toccò la nostra penisola nel lontano 1973, per approdare al 2016, anno in cui la premiata ditta D'Alessandro e Galli riuscì a riportare Fripp e soci in Italia per ben otto date. Ho cercato a lungo nei meandri del web un possibile bootleg dei KC a Reggio Emilia, ma non ho trovato nulla. Fino a prova contraria mi sento di affermare che si tratta di un "first time on the web". Stesso discorso vale per la lunga performance di Milano, della quale non vi è traccia evidente. Finite le premesse e ringraziato ancora una volta Osel per queste chicche, lasciamo spazio alla musica.

Yesterday 

FIRST TIME ON THE WEB

King Crimson - Reggio Emilia, Palazzetto dello Sport 
5 aprile 1973


TRACKLIST:

01- Doctor Diamond
02- Larks' Tongues In Aspic Part I
03- Easy Money
04- Improvisation # 1
05- Exiles
06- Book Of Saturday
07- The Talking Drum
08- Larks' Tongues In Aspic Part II
09- 21st Century Schizoid Man (missed)

LINE UP

Robert Fripp - guitar, mellotron
John Wetton - bass, vocals
David Cross - violin, flute, mellotron
Bill Bruford - drums


Straordinario concerto che segue a ruota  quello di Roma del 13 novembre 1973 già pubblicato sulla Strato nel febbraio scorso (fu anche l'occasione per ricordare John Wetton, scomparso il 31 gennaio) che ritroverete qui. La tracklist del concerto di Reggio Emilia differisce in parte rispetto all'appuntamento di Roma.

Vale la pena ricordare le tappe di quel lontano primo tour italiano dei King Crimson, suddiviso in due tranche. La prima parte  toccò le città di Reggio Emilia (il 5 aprile, che rappresenta dunque in assoluto il primo concerto italiano dei KC) e Roma (il 6 aprile). Dopo una lunga serie di concerti negli Stati Uniti e in Canada, i KC tornarono in Italia per altre due date: il 12 novembre a Torino, il 13 a Roma. Tutti questi concerti sono documentati, pertanto fra qualche settimana vedremo di pubblicare i due mancanti per la gioia dei completisti. Come ho scritto nelle premesse, non ho trovato traccia di questo concerto sul web, mentre ho recuperato una buona recensione nostalgica e alcuni scatti fotografici (qui pubblicati), opera di Silvano Martini che ringraziamo. Questaè la pagina del suo blog "Last Music Rebel" che vi invito a visitare.

Il concerto si apre con un inedito, Doctor Diamond, che i KC suonarono spesso dal vivo in quel periodo. Segue la riproposta quasi integrale di "Larks' Tongues In Aspic", allora da poco pubblicato. Da segnalare, unica piccola pecca, la mancanza di 21st Century Schizoid Man, proposta come bis in chiusura di concerto.


...and Today

FIRST TIME ON THE WEB

King Crimson - Milano, Teatro degli Arcimboldi
5 novembre 2016


TRACKLIST CD1:

01. Tuning up
02. Threshold Soundscape 
03. Larks Tongues in Aspic - part one
04. Pictures of a City
05. Dawn Song
06. Red
07. Cirkus
08. Fracture
09. Epitaph
10. Hell Hounds of Krim
11. Easy Money


TRACKLIST CD2:

01. Interlude
02. The Talking Drum
03. Larks Tongues in Aspic - part two
04. Fairy Dust
05. Peace
06. Indiscipline
07. The Court of the Crimson King
08. The Construkction of Light
09. The Letters
10. Sailor’s Tail
11. Meltdown
12. Radical Action II
13. Level Five


TRACKLIST CD3:

01. Starless
encore
02. Banshee Legs Hassle
03. 21st Century Schizoid Man


LINE UP

Rober Fripp - guitar
Mel Collins - saxophone, flute
Tony Levin - bass
Jakko Jakszyk - guitar, vocals
Gavin Harrison, Jeremy Stacey, Pat Mastelotto - drums 


Arriviamo così allo scorso anno, in cui i KC (a proposito, lunga vita a Fripp & co.) tornarono in Italia per proporre il loro "The Elements of King Crimson Tour 2016".  Otto date in quattro differenti città: 5 e 6 novembre al Teatro degli Arcimboldi di Milano, 8 e 9 novembre al Teatro Verdi di Firenze, 11 e 12 novembre all'Auditorium Conciliazione di Roma e, infine, 14 e 15 novembre al Teatro Colosseo di Torino. Nella formazione comprendente bel tre batteristi, il leader storico Robert Fripp ha cooptato per l'occasione Mel Collins al sax (già nei KC negli anni '70 e poi nel tour 2013), Tony Levin al basso e stick (anch'egli con i KC fin dal 1981) e il chitarrista e cantante Jakko Jacszyc, approdato alla corte del Re Cremisi nel 2003. 


Il lungo concerto, raccolto in ben 3 CD, ripercorre il meglio della lunga produzione discografica del gruppo, alternando brani storici (ben tre dal primo superlativo LP  del 1969 tra cui una stupenda versione di The Court of the Crimson King) ad altri relativamente più recenti. Una lunga cavalcata che ripercorre 45 anni di storia musicale di un gruppo leggendario e immortale. Vi lascio con alcuni scatti fotografici inviati direttamente da Osel.
Buon ascolto.





Link KC Reggio Emilia 1973

Link KC Milano 2016 CD 1
Link KC Milano 2016 CD 2
Link KC Milano 2016 CD 3



Post by George - Music by Osel

Serie "Bootleg" n. 255 - PFM - 1976 - Concerto a Osaka

$
0
0
FIRST TIME ON THE WEB (?)


DISC 1 :

1 Celebration (E' festa)
2 Four holes in the ground
3 Paper charms
4 Dove... Quando
5 Franco Mussida solo
6 Out of the roundabout

DISC 2 :

1 Mr. Nine till Five (including Rossini Guglielmo Tell)
2 Bis including Impressioni di Settembre
3 Celebration (E' festa)


Un po’ come ci ha abituati l’amico Osel, sono andato pure io a cercare qualcosa di interessante nei miei antichi archivi, e mi è saltata fuori questa cassetta che ritengo di un certo interesse, pur dovendo assolutamente fare una premessa prima di proporvela: come potete vedere nell’immagine che Vi allego, questa non recava né titoli né line up del gruppo, ma solo quella dicitura PREMIATA FORNERIA MARCONI - OSAKA 1976, marchio di fabbrica del mio amico Gigi, pusher di materiale… sonoro, mi raccomando, di eccelsa qualità, benché altresì non abbia per nulla presente se il qui presente sia stato poi pubblicato in qualche altro blog o addirittura stampato come bootleg in cd, ma non potrei neanche giurare sulla sua genuinità, benché gli “Arigatò” di Mussida e Di Cioccio non dovrebbero lasciare dubbi in merito.


Ma veniamo al concerto in sé: nel primo cd si comincia con Celebration (E’ festa), con un intro leggermente diverso da quelli a cui siamo abituati, si prosegue con Four holes in the ground e poi Paper Charms dal recente Chocolate Kings dilatata dagli originali 8’30” a oltre 12 minuti grazie agli assoli finali prima del basso di Djivas e del violino di Pagani, in seguito della chitarra di Mussida e delle tastiere di Premoli, il tutto accompagnato dalla sapiente voce di Lanzetti. A seguire Dove…Quando… che vede alla voce Franz Di Cioccio, con un intro di tastiere di oltre 3 minuti ed in seguito il flauto di Mauro Pagani a farla da padrone. Chiudono il primo cd un solo di chitarra di Franco Mussida e il brano Out of the roundabout, sempre da Chocolate Kings, anche qui con finali ad libitum di tutti gli strumentisti. Un vero peccato che si tronchi a poco dalla fine, ma probabilmente la cassetta era finita, e così...


Il secondo CD si apre con una Mister Nine till Five dilatata dal violino di Mauro Pagani a quasi 28 minuti e con l’immancabile Guglielmo Tell di Rossini. A questo punto il concerto pare concludersi con i saluti ed i ringraziamenti, ma poi probabilmente i nostri tornano sul palco per un bis con una session ahimè troppo frusciata all’inizio, teniamo conto che il nastro dovrebbe avere 41 anni, probabilmente registrata in seguito con idoneo dolby. In questa session ogni musicista si ritaglia un suo spazio, dove stavolta a far la voce grossa è la batteria di Franz, e con finale il refrain di Impressioni di Settembre, come era solito fare il gruppo milanese. Dopo i saluti, a sorpresa torna una Celebration anche qui ahimè monca, tanto che non capisco se facesse parte del concerto o fu un’aggiunta di Gigi a completare la cassetta, come era prassi usuale a quei tempi.

Per concludere cari amici, io posso solo proporVi il tutto, ma voi ben più attenti e colti di me fateci sapere se tutto ciò era qualcosa di cui già avevate possesso, se mai pubblicato prima in qualche blog dedicato o altrove, insomma… mi fido di Voi.

Buon ascolto e buona salute a Voi tutti, Frank-One

LINK

Words and music by Frnk-One, post by Captain
 

Serie "Historic prog bands live in Italy" - Capitolo 35 bis - King Crimson, Reggio Emilia 1973 (complete concert)

$
0
0
FIRST TIME ON THE WEB

Cari amici, il nostro Marco Osel ci ha nuovamente inviato i file del concerto COMPLETO dei King Crimson al Palazzetto dello Sport di Reggio Emilia il 5 aprile 1973. Nulla da aggiungere se non l'opportunità di ascoltare questa meraviglia nella sua completezza... 

Buon ascolto


TRACKLIST:

01- Doctor Diamond
02- Larks' Tongues In Aspic Part I
03- Easy Money
04- Space 1
05- Exiles
06- Book Of Saturday
07- Space 2-3-4 / The Talking Drum
08- Larks' Tongues In Aspic Part II
09- 21st Century Schizoid Man


Mini  post by George - Maxi music by Osel

Serie "Bootleg" n. 256 - Venegoni & Co - Live in Milano, Teatro Anteo, 1979 (soundboard)

$
0
0
FIRST TIME ON THE WEB


PREMESSA

La saga dei FIRST TIME ON THE WEB, spesso accompagnata da registrazioni soundboard, continua inarrestabile. Grazie al contributo del nostro nuovo benefattore, Marco Osel, vede la luce per la prima volta questo raro concerto di Venegoni & Co. registrato dal vivo, direttamente dal mixer, al Cinema Teatro Anteo di Milano nel 1979. Mese e giorno non sono indicati, ma poco importa. Era l'era di "Sarabanda", peraltro riproposto in gran parte in questo grandioso concerto.


TRACKLIST CD1:

01. Calypso Minestrone
02. Mezzogiorno / Balòn
03. Band presentation
04. Unknown
05. Sarabanda

TRACKLIST CD2:

06. Coesione 

Bonus tracks
Tributo agli Area - Venegoni Quartet e Patrizio Fariselli - Torino, 2010

07. Gioia e rivoluzione
08. L'elefante bianco
09. Luglio, agosto, settembre (nero)


FORMAZIONE - LIVE 1979

Gigi Venegoni - chitarra
Silvano Borgatta - tastiere
Paolo Franchini - basso
Luigi Colarullo - batteria
Marco Astarita - percussioni, aggeggi, voce

FORMAZIONE - LIVE 2010

Patrizio Fariselli - pianoforte
Gigi Venegoni - chitarra
Piero Mortara - tastiere
Mauro Battisti - basso
Alessandro Minetto - batteria

Patrizio Fariselli

Un paio di annotazioni. Il concerto del 1979, oltre alla qualità sonora soundboard, è splendido per la potenza di suono e la precisione delle esecuzioni. Ne esce un gruppo ben rodato e amalgamato, con la chitarra graffiante di Venegoni in primo piano, che propone quasi completamente "Sarabanda" oltre a Coesione, da "Rumore Rosso" suonata in chiusura. A mio avviso questo concerto è superiore ai due live ufficiali. La track 1 mi pare una versione rimaneggiata di Calypso Minestrone, ma non ne sono certo, così come non ricordo la track 4. Per questo l'ho semplicemente intitolata Unknown. Confido sulla vostra conoscenza e la vostra memoria. Sono certo che nei commenti verranno indicati i titoli esatti.

Le tre bonus track le ho postate come semplice riempitivo, dal momento che l'intero concerto non rientra negli 80 minuti. Non volevo lasciare solo soletto Coesione sul secondo cd. Sono comunque tre brani interessanti dove Gigi Venegoni, col suo quartetto, omaggia gli Area con un ospite di eccezione, ovvero Patrizio Fariselli al pianoforte. La registrazione è stata effettuata al Magazzino di Gilgamesh, a Torino, il 5 febbraio 2010. Su Youtube sono pubblicati i video. Ringrazio doverosamente gli autori e il sito Marok.org (come indicato in una delle immagini)


E' tutto. Nell'attesa delle informazioni mancanti vi lascio con il consueto buon ascolto.

Link CD1
Link CD2


Post by George - Music by Osel

Le Antologie della Stratosfera vol. 37 - Arti e Mestieri - Gli esordi: 1974-1975 (studio & live)

$
0
0

Il post di Venegoni & Co. mi ha fatto venire voglia di andare a riscoprire il "gruppo madre" del chitarrista, ovvero gli Arti e Mestieri. Ho sempre trovato affascinanti i suoni dei loro esordi, quella contaminazione fra rock, jazz e progressive che li ha contraddistinti sulla scena musicale italiana e internazionale. Sta di fatto che questa antologia è dedicata proprio alle origini del gruppo torinese. Il ripescaggio consiste in uh album in studio, "Articollezione", pubblicato dall'etichetta Electromantic nel 2001, contenente brani del periodo 1972-1975, e "Live", uscito nel 1990 ad opera della Vinyl Magic. 


Arti & Mestieri - 2001 - Articollezione
(registrazioni in studio del 1972-1975)


TRACKLIST:

01 Scacco Matto  0:51  
02 Glory  2:45  
03 Young Man's Tale  1:33  
04 Necropoli  6:28  
05 Morning Rose  3:00  
06 Night Trip  1:26  
07 Gravità 9.81  2:50  
08 Da Nord a Sud  5:17  
09 Silently Dancing  4:00  
10 Comin' Here To Get You  6:25  
11 Inside  3:32  
12 Young Man's Tale - part 2   2:30  


FORMAZIONE

Luigi "Gigi" Venegoni - chitarra acustica ed elettrica, organo
Beppe Crovella - tastiere, synth
Marco Gallesi - basso
Furio Chirico - batteria, percussioni
Giovanni Vigliar - violino, percussioni, voce
Arturo Vitale - sax
Marco Cimino - synt (4)
Corrado Trabuio - violino (4)
Max Bertola - voce e basso (2,6)


Gli Arti e Mestieri come non li abbiamo mai sentiti. La compilation della Electromantic raccoglie una serie di inediti e di versioni alternative di brani già pubblicati che non furono inseriti negli album "Tilt" e "Giro di valzer per domani". Le registrazioni risalgono al periodo 1972-1975, ad eccezione di Necropoli, registrata nel 2001 all'Electromantic Synergy. Seppur il debutto ufficiale risale al 1974 con l'album "Tilt" , l'embrione del gruppo - che inizialmente si chiamava semplicemente "Arti" - risale al 1972-1973, I fondatori degli "Arti" furono quattro componenti del gruppo "Il Sogno di Archimede", Arturo Vitale, Luigi Venegoni, Giovanni Vigliar e Marco Gallesi. Il 1974 è l'anno della (ri) fondazione degli "Arti & Mestieri (a volte indicati anche come Arti + Mestieri) grazie al batterista Furio Chirico, conclusa l'esperienza con i Trip, e Bepper Crovella, proveniente dai Mystics.


In alcune tracce di questo disco, quelle più datate (pre Chirico), la batteria è assente sostituita dalle percussioni. Molti brani sono acustici, cantati in inglese, liquidi e sognanti, caratterizzati da un incrocio tra progressive e psichedelia. Le alternative take sono anch'esse molto particolari. valga per tutte la primitiva versione di Gravità 9.81. Il suono di "Tilt", del concerto al Parco Lambro e del Festival di Re Nudo è ancora lontano.  

Un disco da ascoltare più volte per apprezzare fino in fondo la sua bellezza.



Arti + Mestieri - 1990 - Live (registrazioni del 1974)


TRACKLIST:

01 Strips    
02 Corrosione    
03 Positivo/Negativo    
04 Comin' Here To Get You    
05 Articolazioni    
06 In Cammino    
07 Gravita 9.81 

FORMAZIONE

Furio Chirico: batteria, percussioni 
 Beppe Crovella: piano elettrico Wurlitzer, organo Farfisa & Welson 
 Marco Gallesi: basso 
 Gigi Venegoni: chitarra
 Giovanni Vigliar: violino, voce 
 Arturo Vitale: sax soprano, vibrafono


Questo disco, da tempo fuori catalogo. venne pubblicato nel 1990 dalla Vinyl Magic per poi essere ristampato per il solo mercato giapponese dalla Crime nel 1993. E' senza dubbio il primo concerto live integrale degli Arti + Mestieri, Venne registrato dal vivo al "Good Music" di Torino nel maggio 1974. Il restauro dei brani originali venne effettuato da Beppe Crovella. Tutti  i sette brani qui proposti, seppur con una diversa disposizione e con tre tracce aggiuntive tratte da un altro concerto, vennero ricompresi nel secondo CD dell'album "Live 1974/2000", pubblicato nel 2003 sempre dalla Electromantic. Questo, per il piacere dei collezionisti, è il CD l'originale. L'album è suddiviso in due file, giusto per non interrompere la sequenza dei brani che vengono proposti senza soluzione di continuità.

Buon ascolto



Post by George

Daisy Lumini - 1972 - La donna del vento - Daisy Lumini canta Anne Sylvestre (vynil)

$
0
0


TRACKLIST

1 Eleonora
2 Il Castello Dei Miei Avi
3 Filomena
4 Se L'Acqua Ti Bagna
5 Nonno Giosue'
6 La Rosa Dei Venti
7 La Donna Del Vento
8 Le Cattedrali
9 Pastorale
10 La Serpenta
11 Maddalena
12 Ninna Nanna Per Me

FORMAZIONE
Daisy Lumini - Voce, II chitarra
Ettore De Carolis - I chitarra
Remigio Ducros - Piano, organo, flauto
Luigi Lanzillotta - Violoncello

Daisy Lumini ed Ettore De Carolis - arrangiamenti
a cura di Beppe Chierici
  
Triste storia quella di Daisy Lumini, degna di un’epoca di passioni forti e indomabili. Passioni politiche (ne fa fede la sua produzione artistica), ma anche sentimentali: il giorno del suo cinquantasettesimo compleanno, nell’agosto 1993, Daisy Lumini si uccide, buttandosi da un viadotto vicino alla diga di Bilancino, a Barberino del Mugello, insieme al marito Tito Schirinzi, colpito da tumore (la storia, se volete piangere, è raccontata QUI).


La cantante e autrice fiorentina aveva disegnato una parabola artistica, cominciata a fine anni ’50, davvero notevole, passando dal mondo delle colonne sonore (in cui si distingue come autrice e come “fischiatrice” per Morricone ed altri, tanto da essere soprannominata  “the singer with the whistle”) a quello del pop  leggero (diversi 45 giri a suo nome, e una “Whisky” scritta per Mina), fino ad arrivare alla fine dei tumultuosi anni 60 alla musica politica e popolare, stringendo un sodalizio durevole e fruttuoso con Beppe Chierici, interessante figura che dagli anni 60 si muove tra musica e teatro, distinguendosi come notevole interprete italiano delle canzoni di Georges Brassens. La stessa Daisy Lumini, voce intensa e marcata (da accostare, almeno per il repertorio popolare toscano, a quella di Caterina Bueno), si inoltrò poi coraggiosamente nel teatro musicale contemporaneo, collaborando tra gli altri con Giorgio Gaslini, e nella musica contemporanea con il Lohengrin di Salvatore Sciarrino. Poi il tragico epilogo.


Il disco che qui vi presentiamo nasce, come dicevamo, dalla collaborazione con Beppe Chierici, un rapporto davvero simbiotico, il loro, dal quale, nella prima metà degli anni ’70, nascono diversi album, tutti da riscoprire.

“La donna del vento”, si pone fin dal sottotitolo (“Daisy Lumini canta Anne Sylvestre”)come un’omaggio a una grande artista francese, celebre in patria anche come per le sue canzoni per bambini, ma pochissimo conosciuta in Italia, autrice di ballate dal forte sapore trobadorico. Insomma, una sorta di Angelo Branduardi francese, ma ancor più vicina alle radici provenzali. Tra l’altro, anche la vita della stessa Sylvestre è stata recentemente marcata dalla tragedia: suo figlio Baptiste,  ventiquattrenne, era al Bataclan di Parigi la sera del 13 novembre 2015. E’ una delle vittime di quell’insensato attacco terroristico.


Il progetto de “La donna del vento” nasce dallo stesso Beppe Chierici, che cura le traduzioni dei pezzi. Invece di dilungarmi troppo, lasciatemi approfittare del fatto che nel retro copertina del disco c’è una bella introduzione del poeta, saggista e autore televisivo Grytzko Mascioni.


Il disco, arrangiato sobriamente da Ettore De Carolis (i lettori stratosferici non faticheranno certo a collegare il suo nome a quello dei Chetro & Co.), nonostante sia stato registrato nel ’70, fu pubblicato solo due anni dopo per l’etichetta “I Dischi dello Zodiaco”, e non è mai pubblicato in CD, anche se risulta reperibile su Spotify e su altre piattaforme. A ogni modo, qua postiamo il rippaggio da vinile, sul quale compare un piccolo refuso in un titolo (“Lacattedrali” invece di “le”, come riportato correttamente nell’etichetta interna).

“La donna del vento” merita un ascolto attento perché c’è una forte componente poetica in queste storie, c’è un mondo perduto e ricostruito con amore. E perché queste sono ancora oggi canzoni vive e forti, canzoni abitate da figure femminili fiere e appassionate. Come Daisy.


Post by Andrea Altrocanto with a little Captain's help

Serie "Bootleg" n. 257 e 258 - PFM - 1976 - Live in London + Live in Concert

$
0
0


LIVE IN LONDON 1976 :

1 - Four Holes in the Gound (10:08)
2 - Paper Charms (09:04)
3 - Out On the Roundabout (07:49)
4 - Dove... Quando (04:42)
5 - Altaloma nine till five (23:20)
6 - La Carroza Di Hans (06:03)


Dato che ultimamente è uscito il nuovo album di inediti della P.F.M., dopo tanti anni, ho pensato (grazie anche alle discussioni nei commenti precedenti) di proporre 2 bootlegs in mio possesso da tanti, ma tanti anni. Come mio solito non mi piace millantare alcunché, i 2 lavori qui presenti non sono assolutamente farina del mio sacco, ma li acquistati nei primi anni 90 in uno dei negozi must per noi milanesi, quel Vynil Magic di Viale Tibaldi, tra i primi alfieri di ristampe in cd di vinili che per noi squattrinati giovani sarebbe stato impossibile altrimenti anche solo mai ascoltare. Curioso rimane il fatto che di uno dei due titolari, Marco, si sia persa traccia, ma l’altro, il leggendario Massimo Buffa, prosegue la sua attività come patròn di BTF, che come ricorderete molte concessioni ha dato, unitamente al fraterno amico Matthias Scheller, alla pubblicazione di suoi lavori sul nostro blog.
 
Ma veniamo ai due live: il primo, dal titolo LIVE IN LONDON 1976, presenta la tipica formazione a 6, benché nella foto dietro non ci sia Lanzetti e mi pare di riconoscere addirittura “Fico” Piazza invece di Djivas, ma sappiamo che la precisione di questi bootleg lasci alquanto a desiderare. Non ci sono note interne, ma sul retro copertina si anticipa che Four holes in the ground qui è presente in una nuova versione che include lunghe improvvisazioni, ed infatti lascio a voi la sorpresa di scoprirli. Inoltre Alta Loma nine till five si presenta nella non inedita forma dilatata di oltre 23 minuti (a proposito, non date retta ai tempi indicati nei titoli, tutti sbagliati - Nota del capitano: i tempi nelle tracklist da me riportati, invece, sono quelli esatti) che qui include Chocolate King’s, e sempre con la usuale maestria al violino di Pagani ed il solito Guglielmo Tell Rossiniano a concludere. In Dove… Quando mi fa tenerezza un Mussida che canta con accento simil Mal dei Primitives, ma si sa… erano giovani. Curioso che sui titoli La Carrozza di Hans sia indicata come Live, come se gli altri brani invece non lo fossero, anche se quei continui applausi in sottofondo mmmhhh non me la raccontano giusta. Però credetemi, rimane pur sempre un gran bell’ascoltare.



LIVE IN CONCERT :

1 - Paper Charms (10:25)
2 - Out Of Roundabout (08:33)
3 - Four Holes In The Ground (10:44)
4 - Dove Quando (05:27)
5 - Altaloma nine Till five (09:06)
6 Chocolate Kings (15:08)


Il secondo di questi live, dal semplice titolo LIVE IN CONCERT, presenta anche qui la tipica formazione a 6, ma all’interno del mini libretto ci sono alcune note; sapendovi colti e forbiti lascio a voi la loro lettura in lingua inglese, anticipando solo i princìpi essenziali delle stesse: pare che in questa registrazione Lanzetti si cimenti per la prima volta alla voce, sollevando da questa incombenza Premoli, che sino ad allora aveva cantato nella quasi totalità dei brani, lasciandolo libero di dare il suo meglio alle tastiere. Inoltre si parla di Lanzetti, paragonandolo a Joe Cocker, si spiega chi sia la P.F.M., del loro tour europeo e americano, e del fatto che questo lavoro possa essere considerato il seguito di quel PFM COOK (che poi è il Live in USA uscito in Italia), e del fatto che abbiano pubblicato da poco Chocolate Kings, registrato in Italia, e che qui di questo album si possano ascoltare Paper charms, Out of the roundabout e la stessa Chocolate Kings. Aggiungo che fa sorridere la presentazione del gruppo all’inizio del concerto dove viene detto che il gruppo prende nome da un negozio di Firenze, salvo poi correggere ”o comunque Milano”... Vabbeh, a noi interessa la musica. Non voglio tediarvi ulteriormente, due (mini) concerti, molto simili, ma piacevoli, agili e veloci con qualche peculiarità per ognuno. Vorrei ripetermi raccomandando il fatto che non ho avuto tempo di cercare sul web se siano presenti o meno, mi meraviglierebbe il contrario in quanto di abbastanza facile reperibilità, però mi sembra che sul nostro blog non ve ne sia traccia, se invece così non fosse so che mi perdonerete lo stesso.
 
Buon ascolto e soprattutto buona salute a Voi tutti, Frank-One

 
Link In London
Link In Concert

Post by Frank-One with a little Captain's help


Serie "Battiato & Friends Special Fan Collection" n. 62 (Serie "Bootleg" n. 259) - Franco Battiato - 1974/1975 - Sulle corde del synth (Reggio Emilia 1974, Torino 1975)

$
0
0

FIRST TIME ON THE WEB


"SUITE'S LIST":

1 - "U Turn" - 1974 - Live Palazzetto dello sport di Reggio Emilia
2 - "Novena Again" - 1975 - Live Good Music di Torino


Antefatto - Correva l'anno 1984, o forse era il 1985. Era ancora scottante l'infatuazione adolescenziale per Franco Battiato (che poi negli anni si trasformò in amore vero e proprio), sbocciata con "La voce del padrone". Infatuazione con la quale avevo contagiato mio fratello, di 20 mesi più piccolo di me. Gli album usciti in quegli anni non bastavano certo a colmare la voglia di approfondire la musica di questo grande artista, da lì l'acquisto, a volte incauto (come nel caso del disco del 77, intitolato solo "Battiato", che chi l'ha ascoltato sa cosa voglio dire), di tutto quello che si trovava in giro del maestro catanese. Fu così che, tra copie di Patriots, L'era del cinghiale bianco e L'arca di Noè, ci ritrovammo per le mani, acquistato a 5000 lire su una bancarella di Sinigallia (famoso e glorioso mercatino milanese del sabato), una copia edizioni "Orizzonte", quelli con l'angolino azzurro cielo per interderci, di Battiato 74, con estratti da "Sulle corde di Aries" e "Clic". Il nostro pezzo preferito diventò in breve "No U Turn", con quella parte cantata folle preceduta, sempre sulle stesse tonalità, da una stranissima introduzione, sempre cantata, ma in un linguaggio incomprensibile: non ci mettemmo molto a capire che era incisa al contrario. Il passaggio successivo fu comprendere che potevamo staccare la spina al motorino del piatto del nostro stereo, pur lasciando attaccato l'audio. Passammo quindi il resto del pomeriggio a far girare manualmente al contrario il disco più e più volte fino a che non riuscimmo a trascrivere (sulla stessa retro cover di quel famoso Battiato 74) l'intero testo al contrario di "No U Turn", per alcuni versi anticipatore di canzoni di forte protesta sociale che verranno, come "Povera patria". Aver rivelato e condiviso con Battiato questo piccolo segreto, noto a pochi ai tempi, contribuì a rinforzare il nostro legame con lui e con la sua musica, tanto che dura ancora adesso...


Queste rarissime registrazioni provengono sempre dall'archivio del nostro amico Marco (Osel): ecco qui infatti l'altro magico contributo del Battiato sperimentatore che in molti attendevate, promesso prima della chiusura agostiana. Se per la prima suite ci troviamo di fronte ad un assoluto inedito, la seconda dovrebbe essere un'altra registrazione, diversa e di qualità leggermente inferiore, della "Novena" proposta nel 1975 a Torino, e di parte del resto di quella serata, qui presentate in un'unico continuum (vi rimandodunque al post originale dedicato al concerto di Torino del 1975).

La prima suite, come già detto, è invece un assoluto inedito, e di altissimo valore: se avrete la bontà di proseguire la lettura capirete anche il perchè dell'antefatto di questo post. Dal suono deduciamo che sono presenti Franco Battiato alle tastiere ed un percussionista "atipico" nell'uso e nella scelta degli strumenti (quasi certamente Lino Capra Vaccina, come suggerisce il caro amico Antonio LM). La lunga improvvisazione (27 minuti !!) comincia con lo straniante suono del synth unito a moti percussivi (apparentemente con diversi tipi di piatti percossi a mano, e qui mi fermo ammettendo l'ignoranza sui vari tipi di percussioni ed i loro suoni)... Il synth lascia dopo alcuni momenti spazio ad un magnifico giro di pianoforte, molto dolce e -paradossalmente- orecchiabile, visto il periodo della registrazione. Il delicato giro di piano introduce il vero miracolo (scusate la crisi mistica ma sono rimasto estasiato) di questa stupenda registrazione: intorno al minuto 4:40 Franco Battiato presenta, al suo (penso esiguo) pubblico di quella sera, la prima parte del già citato "No U Turn" cantato normalmente, e non al rovescio come in originale e in tutte le altre versioni circolanti live. Da qui il titolo che mi son permesso di affibiare alla meravigliosa e stupefacente suite che apre questo bellissimo reperto, di cui penso questa sia l'unica registrazione circolante. L'intero brano, che come già detto procede tra improvvisazioni al piano e concessioni al sintetizzatore fino a quasi mezz'ora di durata, è un assoluto inedito che i fans del primo Battiato non potranno che adorare. Come se tutto ciò non bastasse per invogliarvi all'ascolto, aggiungo che la qualità della registrazione della prima suite è decisamente buona; non altrettanto si può dire della Novena, peraltro meno rilevante perchè già presentata, sempre in questa sede, in altri post.

Non mi dilungo, questo post è rimasto già troppo tempo tra le bozze. Auguro a tutti buon ascolto, senza dimenticare di ringraziare il nostro pigmalione Osel per questa ennesima gemma perduta.




Post del Capitano, musica di Osel, covers di Antonio LM.
Grazie per la consulenza a Stefano Abulqasim ed Antonio LM

Serie "Banco Special fan Collection" n. 27 (serie "Bootleg" n. 260 - 261) - Two shots from 1977: Santhià (4 giugno) & Milano (25 giugno)

$
0
0
FIRST TIME ON THE WEB


PREMESSA

Lo stimolo a pubblicare questi due grandi inediti del Banco del Mutuo Soccorso me lo hanno fornito Frank-One e il nostro Capitano con il loro recentissimo post dedicato alla PFM live 1976. Visto che hanno preso spunto dalla recente uscita del doppio album di inediti "Emotional Tattoos", io ho scopiazzato l'idea adattandola al Banco, che ha da poco pubblicato il cofanetto con la legacy edition di "Io sono nato libero" del 1973, con l'aggiunta di un CD di inediti suonati dalla nuova formazione assemblata da Vittorio Nocenzi.  In sostanza abbiamo tra le mani quattro storici bootleg al fianco di due nuove uscite discografiche.

Nel caso in esame, sempre dai magici archivi di Marco Osel, riemergono due rari concerti del 1977, due inediti assoluti sul web. Ricordiamo che nel 1976 il Banco pubblicò ben tre dischi: la colonna sonora del film "Garofano Rosso" (febbraio 1976), del regista Luigi Faccini, tratto dall'omonimo romanzo di Elio Vittorini, composta da 12 tracce strumentali (alcune delle quali portate in concerto). Seguì a ruota "Come in un'ultima cena" (ottobre 1976) e, infine, la versione inglese di questo album, intitolato "As in a Last Supper", edito dalla celebre etichetta inglese Manticore, con testi tradotti da Angelo Branduardi. Il 1977 fu quindi dedicato ai tour, con la riproposizione di molti titoli tratti da questa (allora) ultima prova discografica. Entrambi i concerti qui presentati risalgono al mese di giugno 1977. Il primo è stato registrato a Santhià il 4 giugno, suppongo nello Sporting Club (noto locale frequentato assiduamente anche dal sottoscritto e dalla sua banda di amici in occasione di ottimi concerti, in buona parte documentati su Mc prima e su CD poi); il secondo al Parco Ravizza di Milano, il 25 giugno, a distanza di soli 21 giorni. Entrambi i concerti sono degli audience di buona qualità. Leggermente superiore quello del 4 giugno.


Banco del Mutuo Soccorso - Live in Santhià (VC)
Sporting Club, 4 giugno 1977


TRACKLIST CD 1:

01. Suggestioni di un ritorno in campagna (da "Garofano Rosso")
02. Speech
03. A cena, per esempio
04. Il ragno
05. Quando la buona gente dice
06. Traccia II
07. La notte è piena

TRACKLIST CD 2:

08. Speech
09. Slogan
10. Si dice che i delfini parlino
11. La conquista della posizione eretta
12. Intro / Non mi rompete (cut end)


Sono piuttosto rari i concerti del Banco del Mutuo Soccorso risalenti a questo periodo. Rispetto al bootleg pubblicato sulla Stratosfera anni fa (Live Piscina Costoli, Firenze 1977), che troverete qui, il concerto di Santhià presenta una scaletta in gran parte rimaneggiata. L'apertura è affidata ad uno strumentale da "Garofano Rosso", Suggestioni di un ritorno in campagna, per poi presentare una sequenza di brani tratti da "Come un'ultima cena".  Degne di rilievo le versioni live di Slogan, Si dice che i delfini parlino Quando la buona gente dice. Tra i ripescaggi troviamo una bella versione della Conquista della posizione eretta e di Non mi rompete, preceduta da un lungo intro strumentale.



Banco del Mutuo Soccorso - Live in Milano
Parco Ravizza, 25 giugno 1977


TRACKLIST CD 1:

01. Suggestioni di un ritorno in campagna (da "Garofano Rosso")
02. A cena, per esempio (part 1)
03. A cena, per esempio (finale)
04. Il ragno
05. Quando la buona gente dice
06. La notte è piena
07. Slogan

TRACKLIST CD 2:

08. Si dice che i delfini parlino
09. La conquista della posizione eretta
10. Intro / Non mi rompete
11. Traccia II
12. 750.000 anni fa...l'amore?
13. R.I.P.  (cut end)


FORMAZIONE (in entrambi i concerti)

Francesco Di Giacomo - voce
Vittorio Nocenzi - organo Hammond, sintetizzatore, voce
Gianni Nocenzi - pianoforte, pianoforte elettrico, sintetizzatore
Rodolfo Maltese - chitarra acustica, chitarra elettrica, tromba, corno francese, voce
Renato D'Angelo - basso, chitarra acustica
Pierluigi Calderoni - batteria, percussioni


Ed eccoci al secondo grande concerto inedito. Qui il Banco è di scena a Milano, al Parco Ravizza, il 25 giugno 1977. La tracklist, simile al concerto di Santhià, si snoda lungo tredici tracce. Qui in più troviamo 750.000 anni fa...l'amore?, uno dei capolavori di "Darwin", e una splendida versione di R.I.P (peccato che sia sfumata nella parte finale). 


Nulla da aggiungere sulla grandezza di questi due concerti, Non resta che ascoltarli.
Concludo ringraziando Osel per questo ennesimo importante contributo e l'amico Capitano che, come nel caso della doppietta dei bootleg del Banco del 1974, ha impreziosito il post con le due front cover. Buon ascolto


Link Live in Santhià 1977
Link Live in Milano 1977


Post by George, music by Osel, covers by Captain

Serie "Cantautori ai margini" n.14 - Marco Luberti - 1982 - Canzoni ed appunti (vinyl)

$
0
0

TRACKLIST:

indicata nella sottostante back cover


Mi rendo conto che inserire Marco Luberti nella serie "Cantautori ai margini"è un po' una forzatura, vista la sua lunga carriera di autore e paroliere. L'ho collocato "ai margini" per il semplice fatto che, nonostante la prestigiosa carriera, "Canzoni ed appunti" risulta essere l'unico album da lui inciso nel lontano 1982. Marco Luberti ha scritto parole e musica per numerosi cantanti italiani, ad iniziare dal 1964 quando, a soli 23 anni, scrisse "Beati voi" cantata da Daniela Casa. Negli anni a seguire compose canzoni per Rosanna Fratello, Schola Cantorum, Anna Oxa, Amedeo Minghi, Mimmo Locasciulli, Patty Pravo, Ornella Vanoni, Marina Arcangeli e per il gruppo beat Le pecore nere. L'elenco è molto lungo. Mi soffermo solamente sulla stretta collaborazione tra Luberti e Riccardo Cocciante, che si concretizzò con la pubblicazione di "Mu", nel 1972.  Due anni dopo divenne anche il produttore di Cocciante e con lui pubblicò gli album "Poesia", "Anima", "L'alba", "Concerto per Margherita", "Riccardo Cocciante" ed "E io canto".

"Canzoni ed appunti", contenente 11 brani in stile cantautorale, venne pubblicato dalla Polydor nel 1982 e, a tutt'oggi, rimane la sua unica prova solista. Non è sicuramente un capolavoro, ma è un discreto disco di canzoni, come se ne trovano molti in circolazione, ben curato e interpretato, nonostante una eccessiva presenza degli archi.  I musicisti che lo accompagnano non sono indicati, Sempre nel 1982 Luberti partecipò all'annuale edizione del "Club Tenco", segno di un certo interesse nei confronti delle sue composizioni. Non mi risulta che il vinile sia stato oggetto di ristampa. Comunque è abbastanza facile reperirlo ad un presso molto onesto sul mercato on line. 

Non aggiungo altro se non il mio consueto buon ascolto.



Post by George

Serie "Cantautori ai margini" n.14 - Flavio Brunetti - 1994 - 1998- Tu-Tu-Ttù-Tu (EP) e Fallo a vapore + extra (CD)

$
0
0

TRACKLIST

1 Bambuascè
2 A faccia ‘e chi nun ce pò vedé
3 Il mito delle sirene
4 Quel che mi manca di te
5 Tu-tu-ttù-tu

FORMAZIONE:

Flavio Brunetti- voce
Giancarlo D’Abate- flauto
Maurizio Marino- oboe
Lelio Di Tullio- clarinetto
Antonio D’Abate- fagotto
Giampiero Riccio- corno

Quello di cui parliamo oggi è un artista davvero fuori dagli schemi: potremmo definirlo, stando a una delle storiche serie della Stratosfera, un cantautore ai margini (infatti, è stato inserito "d'ufficio" dal capitano - N.d.C.), se non fosse che è stato discograficamente attivo in tempi ben più vicini. Ma consentiteci un piccolo preambolo (che siete liberi pennacchianamente di saltare, se volete).


Nel decennio che generalmente siamo soliti chiamare anni 80, si assistette via via in Italia alla rottamazione di tutto ciò che aveva, musicalmente, caratterizzato il precedente decennio, dal rock progressivo (già in crisi dalla seconda metà dei 70) alla canzone d’autore che continuerà per qualche tempo a tenere banco con gli artisti che già si erano affermati nel decennio precedente (spesso scadendo nel più trito pop, vedi i casi di Venditti e Bennato, e poi di Dalla), incapace tuttavia di proporre nuovi nomi all’altezza. A questo stallo cercò di porre rimedio l’associazione Musicultura che nel 1990 con il “Premio Città di Recanati” pensò bene di affiancare alla storica Rassegna organizzata dal Premio Tenco  a Sanremo un altro contesto più specificatamente dedicato alla valorizzazione di quel mondo d’autore sotterraneo che faticava ad emergere. Specialmente i primi anni del “Premio Città di Recanati” risultarono artisticamente, se non commercialmente, proficui (basti pensare a nomi come Max Manfredi, Oliviero Malaspina, Gianmaria Testa).

 

Tra i nomi più originali lanciati da questa manifestazione, anche attraverso la pubblicazione di una serie di EP, c’è sicuramente il molisano Flavio Brunetti, affascinante figura di artista rinascimentale che si destreggia tra musica, fotografia, ingegneria edile, scrittura di racconti, teatro. Mi capitò tra le mani, negli anni delle mie scorribande romane, proprio il suo lavoro di esordio, che seguì la sua vittoria all’edizione 1993 della rassegna marchigiana, e ne rimasi fulminato perchè quell’EP (prodotto proprio dall’Associazione Musicultura) era davvero qualcosa che deragliava completamente dalla musica dell’epoca, anche nel campo della canzone d’autore: cinque pezzi accompagnati esclusivamente da un ensemble di fiati e grancassa, meravigliosi testi, ironici e graffianti, che mischiavano italiano e molisano, un approccio teatrale al canto che andava dal sussurro all’invettiva, insomma un oggetto alieno capitato chissà come nel mio stereo. 


Questo debutto, dal curioso nome di “Tu-tu-ttù-tu”, potrebbe essere, nonostante la sua brevità (o forse proprio per questo) anche per voi un buon punto di partenza per entrare nel mondo di Flavio Brunetti, a cominciare da quella “Bambuascè” che mi inchiodò all’epoca con il suo doloroso sarcasmo che svela una squallida storia di corruzione e malasanità (“Chi magnava ‘ncuopp’ ‘e pazze/ chiusi dentro il manicomio”) nonché di indifferenza (“puoi urlare contro i muri/ della gente che non sente/ nella valle dell’eco/ puoi gridare a squarciagola/ nella valle dell’eco/ ché la gente dorme”), alla spavalda “A faccia ‘e chi nun ce po’ vedè” , alla divertente anti-canzone d’amore di “Quel che mi manca di te”,fino all’invettiva finale che dà il titolo all’album. La musica interpunta il cantare di Flavio Brunetti, ora con effetti bandistici, ora costeggiando la grande lezione di Kurt Weill.


Mi capitò di imbattermi in lui dal vivo, sempre a Recanati, l’anno dopo, ospite d’onore della manifestazione e vederlo sul palco, con quella sua faccia che già da sola è una maschera degna di Totò e Petrolini, beh, fu qualcosa.





TRACKLIST

1 Bravo Catullo
2 Canzone Banale
3 La Mia Nuova Pompagna
4 Il Fallo A Vapore
5 Canzorucciaccia
6 Personaggi e Interpreti
7 A Faccia E Chi Nun Ce Po Vede
8 Tu Tu Ttu Tu
9 Quel Che Mi Manca Di Te
10 Il Mito Delle Sirene
11 Bambuasce
12 Chicchirichì
13 Vorrei Volare
14 BONUS TRACK- Thief Hunt
15 BONUS TRACK- Acrobats
16 BONUS TRACK- Erroneous Funeral
17 BONUS TRACK-  Polyp Attack
18 BONUS TRACK- The Chase
19 BONUS TRACK-  Martha's Dream
20 BONUS TRACK- Orchestra's Strike 1

21 BONUS TRACK-  Orchestra's Strike 2

FORMAZIONE: 

Flavio Brunetti- voce

MOLISENSAMBLE:
Giancarlo D’Abate- flauto
Maurizio Marino- oboe
Lelio Di Tullio- clarinetto
Antonio D’Abate- fagotto
Giampiero Riccio- corno
Giulio Costanzo- vibrafono e percussioni
Donato Cimaglia- batteria e percussioni
  
Non facile veicolare una proposta del genere, ne converrete, e infatti da questo esordio sulla breve distanza al suo primo vero (e poi unico) LP passeranno alcuni anni, fin quando la CNI (Compagnia Nuove Indye) nel 1998 dette a Brunetti una chance con l’album “Fallo a vapore”, un disco che riprende le incisioni già incluse nell’EP del ’94 rimpolpandole con altre otto composizioni, arrangiate e dirette dal fidato Lelio di Tullio, talentuoso clarinettista e compositore, già presente all’esordio e ancora per anni suo stretto collaboratore, e suonate dal Molisensamble. Anche se all’epoca la CNI si muoveva abbastanza bene con altri artisti del suo rooster, questo “Fallo a vapore” venne poco promosso e poco curato dall’etichetta discografica: prova ne sia che ne sbaglia anche curiosamente la tracklist (diversa da quella indicata nel libretto e sul retro dell’album) e che l’album non è citato tra le produzioni CNI, né sul sito dell’etichetta né sulla relativa pagina Wikipedia (basata sulle produzioni depositate alla Discoteca di Stato). Il risultato è un sostanziale insuccesso, sicché il CD sparisce ben presto dalla circolazione diventando così un oggetto misterioso.


E’ un peccato (al quale cerchiamo con questo post di rimediare) perché è un lavoro che, pur se bisognoso di più ascolti, a poco a poco incanta: ci ritroviamo il piglio compositivo e irriverente dell’EP di esordio, con una tavolozza musicale che, se mantiene la stessa formula esecutiva (voce più fiati, con l’occasionale inserimento di vibrafono e percussioni), si amplia fino a  toccare il circense, almeno nella sua rilettura rotiana, e a immergersi in certo impressionismo di inizio 900. Chi scrive, tra le nuove composizioni, ha trovato particolarmente riuscita “Personaggi e interpreti”, teatrale fin dal titolo, con quell’incipit beffardo: “Ricordi padrone, un po’ birichino/ quando sei morto d’infarto/ in quel porno-shop parigino?”. Ma anche tra gli altri pezzi troverete, spero, motivi di interesse.

La successiva attività di Flavio Brunetti si allontana dalla discografia, facendo rotta su altre sponde: apprezzati reportage e libri fotografici, organizzazione di simposi e convegni legati a una visione civile e progressista dell’urbanistica e dell’architettura, e, per tornare al nostro campo, numerose opere teatral/musicali di cui cura testi e musiche, spesso in collaborazione con il già citato Lelio di Tullio. Collabora, come compositore e anche attore, con il regista Antonio Capuano (autore di film apprezzati come “Pianese Nunzio” e “I Vesuviani”) e ancora con Lelio di Tullio per la composizione di alcuni brevi strumentali (che ci siamo presi la libertà di inserire, in quanto coevi, come bonus track di “Fallo a vapore”), nati per la scena e incisi nell’antologia collettiva “Applause” (Primrose Music, 1998).

Insomma, un artista bizzarro e irregolare, forse, ma assolutamente da riscoprire.


LINK “FALLO A VAPORE” + Extra

Post by Andrea Altrocanto, mise en blog by Captain

Serie "Historic prog bands live in Italy" - Capitolo 36 - Weather Report live in Bologna, 16.07.1976

$
0
0


TRACKLIST:

01 - Lusitanos 
02 - Barbary Coast 
03 - Bass Intro 
04 - Cannon Ball 
05 - Black Market 
06 - Directions - including bass solo 
07 - Badia 
08 - Gibraltar 
09 - Birdland


LINE UP

Joe Zawinul - keyboards 
Wayne Shorter - soprano sax 
Jaco Pastorius - bass 
Alex Acuna - drums 
Manolo Badrena - percussion


Il mio primo "incontro" con i Weather Report risale al lontano 1974, anno di grazia in cui per la prima volta sul giradischi di un amico ascoltai "Mysterious Treveller", che ancora oggi classifico come uno dei massimi capolavori del gruppo nonché dell'intera scena jazz-rock mondiale. Ubriaco dall'hard rock dei Led Zeppelin e dei Deep Purple, mi accostai a quella miscela di suoni con una certa diffidenza. Poi venne la riscoperta, a posteriori di "I sing the body electric" e nel 1975 di "Tale Spinnin". Fu allora che dichiarai apertamente il mio totale ed incondizionato apprezzamento per i Weather Report. Sempre guidati dall'inossidabile duo Zawinul-Shorter, i WR, a prescindere dai numerosi cambi di formazione, hanno cavalcato la scena internazionale dal 1971 al 1986. 


Nel 1976, anno in cui il gruppo si esibì anche in Italia, videro la luce ben due dischi, "Black Market" e "Heavy Weather" dai quali sono tratte la maggior parte delle tracce di questo ottimo concerto. Conclusa l'esperienza con Alphonso Johnson, Zawinul e Shorter imbarcarono nella nuova line up quel geniale e virtuoso bassista che corrisponde al nome di Jaco Pastorius. Mi viene una punta di amarezza nel riascoltarli in questo live, per il rammarico legato alla scomparsa di due componenti essenziali quali Joe Zawinul (mancato nel 2007) e Jaco Pastorius (che ci ha lasciati ancora prima, nel 1987). Con loro, nello show bolognese, il batterista Alex Acuna e il percussionista Manolo Badrena. Pastorius ci regala un paio di assoli di basso, veri e propri virtuosismi. Il concerto si conclude con una splendida versione di Birdland, da "Heavy Weather". 


La prima volta che i Weather Report calcarono il suolo italiano fu il 24 agosto 1973, ospiti della storica rassegna "Umbria Jazz". La seconda volta fu nel 1976, il 16 luglio, allo Stadio Comunale di Bologna. Ed è il concerto qui documentato. Torneranno in Italia ancora nel 1980 per quattro date, il 25, 26, 27 e 28 ottobre, rispettivamente a Milano, Roma, Reggio Emilia e Mestre. Se vi interessa, magari per un prossimo post, possiedo le registrazioni integrali di questi quattro spettacoli. L'ultima volta i WR vennero in Italia nel 1983, per due sole date: il 16 maggio a Torino e il 19 maggio a Milano, al Teatro Tenda Lampugnano. Anche quest'ultimo show è documentato.

Il concerto di Bologna ha una durata di circa 70 minuti ed è contenuto in un unico file. La qualità sonora è discreta, lo definirei un ottimo audience, anche se il basso di Pastorius rimane un po' in ombra. Ma questo non toglie meriti alla bellezza e alla magia dello show. Un ringraziamento finale va all'amico Danilo, autore delle due copertine, che pubblicò qualche anno fa sul suo blog Rock Rare Collection Fetish. Enjoy





Post by George - Covers by Danilo

Viewing all 1289 articles
Browse latest View live


<script src="https://jsc.adskeeper.com/r/s/rssing.com.1596347.js" async> </script>