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Serie "Historic prog bands live in Italy" - Capitolo 34 - Jethro Tull - Live Rolling Stone, Milano - 7 luglio 1993 (Soundboard?)

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FIRST TIME ON THE WEB


TRACKLIST :

 1 - With You There To Help Me
2 - In The Grip Of Stronger Stuff
3 - Morris Minus
4 - Black Sunday
5 - Sossity You're A Woman/Reasons For Waiting
6 - Songs From The Wood
7 - Too Old To Rock'n Roll,Too Young To Die
8 - Heavy Horses/Songs From The Wood   
9 - Life Is A Long Song
10 - Later,That Same Evening
11 - Thick As A Brick
12 - Untitled
13 - Medley: Cross-Eyed Mary/Dharma For One/Instr.Variation
14 - A Passion Jig
15 - Farm On The Freeway
16 - Locomotive Breath


Se qualcuno fosse passato, nel febbraio del 1993, dalle parti del Rolling Stone di milano, avrebbe goduto di un concerto davvero spettacolare di una delle migliori prog-band di tutti i tempi, quella sera in forma davvero smagliante. Il tutto per la modica cifra (oggi) di 33.000 lirette, cifra peraltro stampata a forellini sul biglietto riprodotto più sotto (cortesia del blog Lifeandconcerts, a cui vi rimando anche per leggere un bell'articolo su questo concerto). Tra l'altro, ho utilizzato per la mia modesta cover proprio quell'immagine del biglietto, modificandola e restaurandola dove necessario, per cui grazie doppiamente agli amici di quel sito.


Oltre a trovarci di fronte all'ennesimo "First Time On The Web" (almeno secondo le ricerche che ho effettuato), è anche un First Time per i gloriosi Jethro Tull sulla Stratosfera. Va precisato che di questo concerto dovrebbe esistere fisicamente un bootleg, intitolato Jethro-lling (orrore), di cui  George ha rintracciato una riproduzione della cover da un sito UK (sotto), ma è senza alcun dubbio rarissimo: ben venga dunque la sua pubblicazione e diffusione qui. Sebbene l'amico Osel (che ringraziamo per un altro contributo di qualità) non l'abbia specificato, se non dicendoci che la registrazione è ottima, è chiaro che ci troviamo di fronte ad una registrazione soundboard, cioè presa direttamente dal mixer, o comunque equivalente, vista l'eccellente qualità sonora, paragonabile a quella di un live ufficiale.


Come già detto, sembra che i Jethro Tull fossero in stato di grazia quella sera: a riprova di ciò, vi sfido a trovare un qualsiasi calo di voce o minima stecca nel corso dell'intero concerto. Concerto che cadeva nel 25° anniversario dalla nascita della band, evento celebrato con l'uscita sul mercato di ben due "best of", i cui brani quell'anno venivano proposti dal vivo. Questo concerto dunque riassume l'intera carriera dei nostri fino al 1993, sebbene manchino dei veri capisaldi come "Aqualung", "Song for Jeffrey" o "Benefit". D'altronde impossibile sarebbe stato riproporre tutti i grandi classici, per una band che già allora aveva una carriera lunghissima alle spalle costellata da innumerevoli successi. Non rubo ulteriore spazio alla musica, buon ascolto a tutti...


JETHRO TULL 1989:

Ian Anderson - voce, flauto, chitarra folk, armonica, mandolino
Martin Barre - chitarra elettrica, mandolino
Dave Pegg - basso, mandolino, voce
Doane Perry - batteria, percussioni
Martin Allcock - tastiera, chitarra folk
Peter-John Vettese - keyboards




Post & art by Captain, Music from Osel Archives (God bless you Marco)


Le compilation della Stratosfera vol. 20 - Vari artisti - 2000 - Songs for Jethro vol. 1

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TRACKLIST:

01. Malibran- Bouree3:55
02. Lincoln - Living In The Past4:22
03. La Macchina Ossuta - Skating Away On The Thin Ice Of The New Day  3:29
04. Souldrivers - Sweet Dream  3:34
05. Silvia Perlini & Gianni Mocchetti - Only Solitaire  1:29
06. Circle Game - Nursie  3:50
07. Dario Lombardo & Chicago Blue Revue - Cat's Squirrel  5:38
08. Ernesto De Pascale & London Underground - A New Day Yesterday  3:17
09. U.B.T. - Mother Goose  4:23
10. Cpt. Elica & Dissói Lógoi - Fat Man  3:31
11. Novalia - Aqualung  5:30
12. Oak - A Song For Jeffrey  3:44
13. Garybaldi - Locomotive Breath  4:48
14. Algebra - Up To Me  4:28
15. Dun - Dun Ringill  2:41
16. Germinale - Wond'ring Aloud  3:13
17. Beggar's Farm-With You There To Help Me  5:47
18. Grand Court Jesters, C. Bunker, G. Cornick, J. Evans - We Used To Know  5:12
19. Ductia - For Michael Collins, Jeffrey And Me  4:36
20. Michele Manzotti - "Too Old..." Theme   0:42


Restiamo in tema Jethro Tull con una interessante compilation "all'italiana", grazie a questo post del nostro amico George (nota iniziale del Capitano)...

Mi è passata tra le mani questa interessante compilation di artisti italiani, più o meno noti, tutti uniti appassionatamente per omaggiare i grandi Jethro Tull. "Songs for Jethro vol. 1" (ma non è mai stato pubblicato un vol. 2) è fuori catalogo e non è più disponibile nemmeno sul mercato on line. Ferma restando la mia atavica passione e ammirazione per la band di Ian Anderson, mi sono accostato all'album con una certa diffidenza. Fortunatamente mi sono dovuto ricredere. Alcune cover sono realizzate con grande tecnica e maestria e si ascoltano con un certo gusto, ad iniziare dalla splendida versione di Bouree dei Malibran, posta in apertura del disco. Sottolineo le ottime performance dei Garybaldi alle prese con la classica Locomotive Breath e di Gianni Mocchetti in coppia con Silvia Perlini che reinterpretano con originalità Only Solitaire, da "War Child". Non poteva mancare la più celebre cover band dei Tull, quei Beggar's Farm più volte ospitati sulle pagine di questo blog.Bellissima, infine, la riproposta di We Used To Know, ad opera dei tre ex Jethro Tull, Clive Bunker, Glenn Cornick e John Evans. Il resto scorre senza lode né infamia. Lascio a voi i giudizi.
Buon ascolto



Post by George

Venegoni & Co. - 1979 - Sarabanda (with bonus track)

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TRACKLIST:

01. Mezzogiorno
02. Opa
03. Balon
04. Sarabanda

Bonus track

05. Riders on the Storm (Doors cover) - inedito, 1984


FORMAZIONE

Luigi "Gigi" Venegoni - chitarra elettrica, acustica 12 corde, mandolino, basso elettrico, voce
Ludovico Einaudi - piano elettrico, synth, cori
Paolo Franchini - basso elettrici, balafon, cori
Beppe Sciuto - batteria, bongo, percussioni
Marco Astarita - percussioni
Cito Buttari - percussioni, voce
Giovanni Vigliar - violino (1)
Marco Bonino - cori (4)
Marco Cimino - cello (4)
Gualtiero Gatti - handclaps (2)


Ho ripescato questo secondo lavoro della premiata ditta Venegoni & Co, pubblicato dalla Cramps nel 1979 e non più ristampato in CD (se non per il mercato giapponese nel 2007), per una serie di ragioni. Innanzitutto sono un estimatore del gruppo torinese, così come lo sono del "gruppo madre", gli Arti e Mestieri, che ho visto e conosciuto in più occasioni; secondariamente questo album mancava sulla Stratosfera (abbiamo invece pubblicato tempo fa "Rumore Rosso", "Rumore Rosso Vivo" e "Live...Somewhere") ed è un lavoro di grande classe e virtuosismo strumentale che vale la pena riscoprire. Infine perché volevo trovare l'occasione per postare un brano inedito che ho recuperato su una Mc d'epoca. Si tratta di una cover di Riders on the Storm dei Doors, incisa appositamente nell'ottobre 1984 per la trasmissione radiofonica "Stereodrome", programmata su Rai Stereonotte, e mai utilizzata. Ovviamente il brano non è mai stato pubblicato. Poca cosa, lo so, rispetto ai grandi inediti postati su questo blog nel corso del tempo, ma è pur sempre un granellino di sabbia che segue la tradizione di ricercare e condividere le rarità.

L'album è composto da soli quattro brani, in perfetto stile jazz-rock con contaminazioni fusion, sorretti da un grandioso tappeto di percussioni che sostengono le tastiere di Ludovico Einaudi e la chitarra dell' ex Arti e Mestieri, Gigi Venegoni

Colmato il vuoto non mi resta che augurarvi buon ascolto.



Post by George

Mario De Luigi e altri - 1978 - Punto a capo (vinyl)

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TRACKLIST:

01. Franco Nebbia - Dopo il Vietnam
02. Alessandro Carrera - Gli imbianchini della statale
03. Mario De Luigi - Se non l'avesse fatto lui
04. Giulio Stocchi - Di tutta una generazione
05. Giancarlo Cabella - Song della colla
06. Giorgio Lo Cascio - Il primo punto
07. Ruggero Dondi - Tazebao
08. Sonia Milan - Lascia il ruolo


Questo raro disco, mai ristampato in CD (da tempo era presente nella wishlist) venne pubblicato dalla Divergo nel 1978. Ricordo che questa casa discografica milanese fu fondata proprio da Mario De Luigi, insieme a Sergio Lodi, con lo scopo di promuovere musicisti poco commerciali.  Ebbe vita breve, dal 1974 al 1980, Nonostante ciò in catalogo troviamo musicisti e compositori come Riccardo Zappa, Enzo Capuano, Giorgio Lo Cascio, Margot e Raffaele Mazzei, giusto per citarne alcuni. In particolare, la nostra Margot (vero nome Margherita Galante Garrone, che ci ha purtroppo lasciti il 23 agosto scorso) sarà protagonista di uno speciale post, attualmente in gestazione. Le informazioni su "Punto a capo" sono piuttosto parche. Non se lo è fatto sfuggire Vito, patron del blog amico "Le note di Euterpe" che lo ha magistralmente recensito nel settembre dello scorso anno. Ed è proprio qui che vi rimando per una attenta lettura.

Buon ascolto



Post by George

Serie "Historic prog bands live in Italy" - Capitolo 27 (part II) - Gentle Giant 1972 Italian Tour

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Questo post è l'appendice del Capitolo 27 della serie "Historic prog bands live in Italy" dedicato al tour italiano dei Gentle Giant del 1972, pubblicato poche settimane fa. L'appello lanciato dalle pagine della Stratosfera è stato raccolto dall'amico Osel (vi rimando ai suoi commenti nel post dedicato ai Traffic & Spooky Tooth) che ha tirato fuori dal suo cilindro una vera rarità: si tratta della registrazione della prima data del tour dei GG, opening act dei Jethro Tull, realizzata al Palazzo dello Sport di Roma il 1° febbraio 1972. Di questa registrazione non se ne parla proprio (credetemi, ho setacciato a lungo il web) e invece ora ce la ritroviamo fra le mani, con nostra grande soddisfazione. Non so se l'amico Osel l'ha già regalata in passato a qualche altro blog, ma non credo proprio, Caso contrario abbiamo un ennesimo First Time on the Web. Non mi dilungo oltre, anche perché molto è già stato scritto riguardo a questo leggendario tour. Un grazie caloroso all'amico Osel per questo splendido regalo.

Acr 3 - Gentle Giant - Roma, Palazzo dello Sport
1° febbraio 1972

I Gentle Giant sul palco del Palazzo dello Sport a Roma, il 1° febbraio 1972
TRACKLIST:

01. Alucard
02. Funny Ways
03. Nothing At All (including drum solo)
04. Plain Truth (including violin solo)


La scaletta è la stessa del concerto tenuto dai GG il giorno successivo a Bologna. Un set piuttosto breve, circa 40 minuti, per lasciare il palco ai Jethro Tull, headliner della serata. Anche in questo caso i Gentle Giant ottennero un clamoroso successo di pubblico, ben documentato da questo bootleg.Null'altro da aggiungere se non il rituale
Buon ascolto.



Music by Osel - Post by George

Serie "Bootleg" n. 250 - New Trolls Atomic System live Rimini 1973

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FIRST TIME ON THE WEB


TRACKLIST:

01. Inedito
02. Somewhere
03. La nuova predica di Padre O'Brien
04. Ho visto poi
05. Adagio (Shadows)
06. Signore, io sono Irish
07. Butterfly
08. 7/4 (settequarti)


FORMAZIONE

Vittorio De Scalzi– voce, tastiere, chitarra, flauto
Giorgio D'Adamo– basso
Renato Rosset– pianoforte, organo Hammond, moog, mellotron
Giorgio Baiocco– sax tenore, flauto 
Gianni Belleno– batteria 
Ramasandiran Somusundaram– percussioni


Dagli archivi del magico Osel vede la luce per la prima volta un rarissimo ed eccezionale concerto dei New Trolls Atomic System, datato 1973. Il concerto è stato registrato a Rimini, con ogni probabilità nel celebre locale "L'Altro Mondo. La data esatta non è stata riportata sulla cassetta. Non credo siano documentati altri concerti dei N.T. Atomic System, tenuto altresì conto della breve vita di questa costola dei New Trolls. Si tratta quindi un cimelio da ascoltare e conservare gelosamente. Ho ricostruito la tracklist che presenta delle incredibili sorprese. Il concerto (annunciato come dei "New Trolls") si apre con un inedito assoluto, cantato in lingua inglese . Mi assumo la responsabilità di quanto affermato, dal momento che non ho trovato traccia di questo brano nella discografia ufficiale dei NT, Però potrei anche sbagliarmi, per cui attendo le vostre eventuali rettifiche. Nel corso della serata gli Atomic System avevano voglia di proporre solo pezzi nuovi (De Scalzi lo dice chiaramente), ma hanno dovuto cedere alle insistenze del pubblico con alcune concessioni al passato. La parte del leone l'hanno fatta naturalmente  i brani tratti dal 33 giri "N.T. Atomic System", pubblicato proprio nel 1973. 


Dopo l'inedito di apertura il concerto prosegue con una torrenziale versione di Somewhere, annunciata da Vittorio De Scalzi come "un brano che farà parte del nostro nuovo 33 giri. Adesso la facciamo in inglese, prossimamente sarà in italiano". Finirà invece come lato B del singolo "Una notte sul Monte Calvo" (1974) in una versione completamente rimaneggiata (e cantata in italiano). Degne di menzione le performance di Giorgio D'Adamo al basso e di Vittorio De Scalzi alla voce, che rasenta il timbro di Nico Di Palo. Un capolavoro. Si prosegue con una versione lunga e dilatata (ben 12:20 di durata) de La nuovapredica di Padre O'Brien, posta in apertura dell'album "NT Atomic System".  Ancora un brano dal nuovo album, Ho visto poi, purtroppo interrotto dopo 6:36 per "improvvisa assenza di corrente da una parte" (cose che succedevano quasi di routine negli anni '70). Come richiesto dal pubblico, arrivano ora due concessioni al passato, il celebre Adagio (Shadows) dal "Concerto Grosso" e Signore, io sono Irish. Ancora una traccia da "Atomic System", la splendida Butterfly, e gran finale con una sorprendente anticipazione di 7/4 /settequarti) che finirà l'anno successivo sull'album "Tempi dispari".

La formazione degli Atomic System comprende la quasi totalità dei musicisti presenti in sala di registrazione, ad eccezione del batterista Tullio De Piscopo, sostituito nei concerti live da Gianni Belleno. La qualità della registrazione è più che buona.

 

A completamento di questo post vi ricordo che su Youtube è pubblicato un rarissimo video dove i N.T. Atomic System (con Tullio De Piscopo) eseguono in playback (sigh!) Quando l'erba vestiva la terra. 

Grazie ancora a Osel per questa ennesima meraviglia. A voi tutti buon ascolto

In memory of Giorgio D'Adamo

Music from "Osel Archives" - Post by George


Serie "Bootleg" n. 251 - Angelo Branduardi - 1996-1999 - In Europe

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Live @ Theatre De Basthia 1996 :

01  - La luna
02 - Vanità Di Vanità
03 - Indiani
04 - Tenera Nemica
05 - Ce que sait le sherpa
06 - Sotto Il Tiglio
07 - Il Dono Del Cervo
08 - Il Signore Di Baux
 09 - Cogli La Prima Mela
 10 - Alla Fiera Dell'Est
11 - Giovanna D'Arco
12 - Fou De Love
13 - Un Angolo Del Cielo
14 - Le Dodici Lune
15 - La Donna Della Sera
16 - I Santi
17 - Il Violinista Di Dooney
18 -  La Demoiselle - La Pulce D'Acqua


Angelo Branduardi è uno tra gli artisti italiani più apprezzati all'estero. Merito di un talento indiscutibile, del suo essere così atemporale e, tuttavia, riconoscibile. Rinascimentale, medioevale, immerso in una cultura che spazia dai celti fino all'ebraismo. Sintesi di classico e moderno. Uno tra i pochi cantautori a curare l'aspetto prettamente musicale come asse portante del proprio discorso artistico.

Premessa dovuta visto che parliamo adesso di un paio di live che provengono proprio dall'Europa. Iniziamo dal Live del  1996 @ Basthia (Corsica), con Maurizio Fabrizio, sodale di molte avventure, Ellade Bandini, una garanzia alle percussioni e Claudio Guidetti, tastierista di talento ed esperienza.


I 18 brani che compongono il live sono una fedele foto del cammino di Angelo Branduardi. Si parte con "La luna", classico del repertorio onirico dell'artista. Poi un susseguirsi di classici alternati ai brani di più recente produzione estratti dal cd "Domenica e lunedì". Per chi scrive, sono da ascoltare con attenzione "Indiani" nella sua struggente introduzione strumentale e "Il violinista di Dooney" dove per magia di un tempo inesistente sembra che il poeta Yeats abbia fatto in versi una foto dello stesso Branduardi. Per i cultori del musicista  potrebbe essere un piacere riascoltare in lingua francese "Ce que sait le sherpa", ovvero "Domenica e lunedì". Non manca la trilogia dei classici composta da "Cogli la prima mela" - "Alla fiera dell'est" e "La pulce d'Acqua", che chiude il concerto in un tripudio meritatissimo di applausi.




Live in Belgium 1999 :

01 - Domenica e Lunedì
02 - Il dono del Cervo
 03 - Cogli la Prima Mela
04 - Confessioni di un Malandrino
05 - I Santi
06 - La vita quotidiana di uno spettro
07 - L'Ultimo Giorno Del Circo
08 - Il Signore Di Baux
09 - Confesso che ho vissuto
10 - La Pulce d'Acqua
11 - Ballo in Fa# Minore
12 - Fou De Love
13 - Il Giocatore Di Biliardo
14 - L'Uso Dell'Amore
15 - Domenica E Lunedì
16 - Cogli La Prima Mela

Brani 1/10: Live @ Antwerp, Belgium
Brani 11/16: Live Francfolies De Spa, Belgium


Passano 3 anni e Angelo Branduardi è in Belgio con una nuova formazione e nuovi arrangiamenti. Il cd raggruppa 2 serate diverse, tra Antwerp e Francfolies de Spa. Le corde della chitarra sono affidate ad un altro immenso musicista: Michele Ascolese. La parte ritmica è nelle mani del sempre ottimo Davide Ragazzoni. Il concerto di Antwerp vede anche la presenza di Christiana Toucas al bandoneon e di Mihaky Huzsar al contrabbasso e basso elettrico. In questi concerti è la versione di "Cogli la prima mela" a catturare l'attenzione. Una goduria interminabile tra flauto e chitarre. Poi alcuni estratti dall'allora recente "Il dito e la luna" nato dalla collaborazione con Giorgio Faletti: brani, se non erro, poco eseguiti dal vivo negli anni a seguire.

I due documenti sonori confermano, qualora ce ne fosse bisogno, la grandezza di Branduardi come musicista che dal vivo ha davvero una marcia in più. Questo post è dedicato agli amici della Locanda del Malandrino... con simpatia. AntonioLM



Link Basthia 1996
Link Belgium 1999

Post by Antonio LM with some Captain's touches

Ciro Dammicco - The solo projects: Mittente (1973) & Gente (1981) - vinyl

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Ciro Dammicco (forse qualcuno ricorda il suo pseudonimo Zagar) è una nostra vecchia conoscenza, in quanto, musicalmente, proveniente prima dai Bisonti, poi dai Flora, Fauna e Cemento - di cui era il tastierista nella prima formazione - infine dai Daniel Sentacruz Ensemble, quelli di Soleado. Conosciuto come compositore nel corso degli anni '70, nel decennio successivo si è dedicato con successo alle produzioni televisive e cinematografiche. Come solista -e qui veniamo al dunque- ha inciso due soli 33 giri, nel 1973 e 1981, oltre ad alcuni singoli risalenti al 1972 e pubblicati dalla Columbia. Si trattava di Vorrei poterti dir ti amo / Forse domani ritorno da te e Così era così sia (rimasto inedito su LP) / Autunno. Nel 1973 esce Un uomo nella vita / Dolce Jenny, due brani che, come i precedenti, sono tratti dal disco d'esordio, "Mittente". L'album ha avuto l'onore di essere citato (o per meglio dire, sfiorato) nel blog del maestro Augusto Croce Italian prog. E non è poco.

Solo project # 1: Mittente (1973)


TRACKLIST:

01. Tu mi eri scoppiata nel cuore    
02. Dolce Jenny    
03. Vorrei poterti dir ti amo   
04. Io so di un uomo    
05. Forse domani ritorno da te    
06. Per amore ricomincerei    
07. Gibilterra    
08. Le rose blu    
09. Il vecchio e il violino    
10. Autunno (strumentale)

Bonus track

11. Così era e così sia (lato A, 45 giri, 1972 - inedito su LP)


"Mittente", pubblicato nel 1973 in vinile dalla EMI, non e mai ristampato sul mercato italiano. Le uniche ristampe sono state realizzate nel 1989 (in Cd e vinile) per il mercato giapponese (etichetta Crime) e nel 1995, in vinile, per il solo mercato sudcoreano (!) (etichetta Si-Wan Records). Si tratta di un disco di canzoni, ben interpretate, molto dolci, con vaghi echi prog grazie a qualche buon inserto di tastiere, flauto e chitarre. Molto bello e delicato il brano strumentale conclusivo Autunno. Le rose blu alias Soleado, è un brano legato ad una storia curiosa. Vi rimando qui per scoprirla. 

I musicisti che accompagnano Ciro Dammicco non sono indicati. Sicuramente al suo fianco vi è l'amico Dario Baldan Bembo in veste di tastierista e di co-autore di quasi tutti i brani.






Solo project # 2: Gente (1981)


TRACKLIST:

01. Angelo e diavolo   3:43
02. Le bambole non hanno un'anima   3:45
03. Per chi   3:45
04. Gente   3:56
05. Vendo casa   3:30
06. Io e Lisa   4:43
07. Raggiungersi   3:54
08. Laura   3:51
09. Sembra facile   4:27


Otto anni dopo il disco d'esordio esce la seconda e ultima prova solista di Ciro Dammicco. Otto anni che segnano il tempo e risentono dei cambiamenti stilistici e dei mutati gusti di una larga parte del pubblico. Se dovessi definire questo disco con una sola parola dovrei usare un termine corrispondente ad una ben nota funzione corporale universalmente diffusa, per cui mi astengo. Un concentrato di banalità, di canzonette stucchevoli, di suoni che pervadono di noia dal primo all'ultimo solco. Confesso di averlo postato per solo dovere di "completismo", dal momento che l'album, pubblicato in vinile dalla Durium nel 1981, non è mai stato ristampato nel corso degli anni. Mi perdonino gli amici della Stratosfera. Qui non c'è più nulla che ricorda le atmosfere vellutate del primo disco. State tranquilli: Per chi non è la cover di Without You (magari lo fosse), così come Vendo casa non è la riedizione del brano dei Dik Dik. Anche in questo caso Dammicco ha pensato bene di propinarci due sue mortali composizioni. Ma il top lo raggiunge Laura: un testo che nemmeno i Cugini di campagna avrebbero mai osato proporre, condito da orrendi coretti femminili. Insomma, fate quel che volete. Non siete obbligati a scaricarlo e ad ascoltarlo. Naturalmente è anche possibile che qualcuno di voi, dal cuore più tenero del mio, riesca a stemperare questo caustico giudizio. Ma ho qualche dubbio al riguardo. 


LinkMittente
LinkGente

Post by George


Underground Life atto III - The Fox (1983) & Filosofia dell'Aria (1987) (vinyl)

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Cari amici, eccoci giunti alla terza e penultima puntata della lunga maratona dedicata agli Underground Life. Prenderemo oggi in esame i primi due album ufficiali del gruppo, "The Fox" e "Filosofia Dell'Aria", pubblicati rispettivamente nel 1983 e 1987. Temevo di non riuscire a completare l'intera discografia, invece - grazie al provvidenziale aiuto dell'amico Andrea K de "Gli Sprassolati" (che ha rippato dal vinile "Filosofia Dell'Aria") - l'operazione può dirsi compiuta. Grazie Andrea per la preziosa collaborazione.

Underground Life - The Fox (1982)


TRACKLIST:

01. Le Vol
02. The Fox
03. Gropius Village
04. Adler Car
05. Away
06. La tempesta
07. Cathedral's Echo

Bonus tracks

08. Fuoco nella città di ghiaccio (45 giri, lato A, 1985)
09. Il mondo di Suzie W. (45 giri, lato B, 1985)


FORMAZIONE

Giancarlo Onorato - voce, synth, piano, chitarra
Gian Paolo Civita - basso
Lorenzo la Torre - batteria, synth, percussioni
Egidio Pastore - chitarra
Marco Mariani - sax
Roberto Tagliaferri - organo Hammond, synth, piano, strings
Roberto Barbini - synth, piano

front cover del singolo del 1985

"The Fox"è il debut album degli Underground Life, pubblicato nel 1983 dall'etichetta Suono Records. Prima di questa uscita a 33 giri gli UL si erano limitati a promuovere nel 1980 la cassetta "Fìori del male" e a pubblicare il 12" Cross" nel 1982 (materiale che troverete nelle prime due puntate). La prima cosa che colpisce ascoltando tutti i lavori del gruppo, che sono compresi in un arco temporale di 13 anni, dal 1980 al 1993, è la profonda differenza stilistica racchiusa in ognuno di essi, figlia dei mutamenti e degli avvicendamenti musicali avvenuti nel corso degli anni '80 - inizi '90. "The Fox"è un manifesto new wave , intriso di quell'electro-sound (da molti amato, da altri bistrattato) ispirato dai gruppi anglosassoni a loro contemporanei: Ultravox, Joy Division e Bauhaus in primis. Prova ne è che in questa prima formazione, dilatata a sette elementi, ben quattro di loro sono impegnati ai sintetizzatori e alle tastiere. I ritmi sono incalzanti, la chitarra elettrica e il sax rifiniscono con eleganza e discrezione le composizioni e la voce di Giancarlo Onorato. Tutti i testi sono cantati in inglese, eccezion fatta per La tempesta. Superlativa la lunga Cathedral's Echo, posta a chiusura del disco, che esalta la creatività compositiva di Onorato & Co. 

back cover del singolo del 1985 con i credits

Dopo la pubblicazione del disco per gli UL, che nel contempo iniziarono a tenere numerosi concerti con supporti multimediali in giro per l'Italia, giunse un discreto successo, grazie anche ad alcune apparizioni televisive sulla RAI, insieme ad altri esponenti del nuovo rock nazionale. Nel 1994 vennero invitati dalla neonata I.R.A. Records a prendere parte alla compilation "Catalogue Issue", insieme a band di tutto riguardo quali Litfiba, Diaframma e Moda. I due brani della compilation sono già stati postati nelle "puntate precedenti". Dovremo attendere fino al 1987 per vedere il nuovo lavoro in studio del gruppo. In questo lasso di tempo viene pubblicato nel 1985 un singolo, oggi piuttosto raro, contenente i due brani qui postati come bonus tracks. L'album "The Fox" , che non mi risulta essere stato oggetto di ristampa negli anni a seguire, è qui suddiviso in due file, uno per ogni facciata.


Underground Life - Filosofia Dell'Aria (1987)


TRACKLIST:

01. Uccidiamo il lavoro di massa
02. Belfagor
03. Lady Von S. Masoch
04. Il battito
05. L'iperbole notturna
06. Architettura sospesa
07. La rivolta degli infanti
08. Albe atomiche
09. In inverno


FORMAZIONE

Giancarlo Onorato - voce, chitarra elettrica, 12 corde, armonica a bocca, piano, synth, cori
Lorenzo La Torre - batteria, percussioni, cori
Enzo Onorato - basso elettrico, cori

Ospiti

Roberto Barbini - pianoforte, synth, organo, fisarmonica, cori
Marco Marini - chitarre elettriche
Vincenzo Zitello - viola solista
Michele Battel - violino solista e archi
Maurizio Signorino - sax
Marco Brioschi - tromba
Pino Vicari - cori e rumori
Nicoletta Onorato - voce in "Il battito"
Cinzia Canesi - voce in "Iperbole notturna"


Gli Underground Life si ripresentano sulle scene musicali italiane a distanza di quattro anni dal 33 giri di esordio con una formazione a trio (al basso Enzo Onorato subentra a Gian Paolo Civita) arricchita da numerosi ospiti. Rispetto a "The Fox" qui i ritmi e i suoni cambiano di gran lunga. Chitarra e basso sono i veri dominatori ed entrano in scena fiati e archi. E' un disco sicuramente maturo, molto elaborato musicalmente, nel quale gli UL prendono le distane dai modelli del passato per costruire un suono del tutto originale, mai ripetitivo. C'è anche spazio per una ballata dolce e delicata come Il battito. Ho trovato una buona recensione dell'album sul blog DeBaser, curata da Naif_90, che vi invito a leggere cliccando qui

Anche in questo caso il disco postato è suddiviso in due file, uno per ogni facciata. Un ennesimo ringraziamento va all'amico e collaboratore della Stratosfera  Andrea K che gentilmente ha messo a disposizione la sua copia del disco, peraltro "ben vissuto", per consentire il completamento dell'antologia. L'appuntamento è tra qualche settimana per il quarto e ultimo atto della lunga carrellata sugli Underground Life. Oltre ai due dischi ancora mancanti, "Gloria Mundis" e "Questo soave sabba", completerà il post il concerto radiofonico trasmesso da Radio Rai all'interno del programma  "Planet Rock" nel 1993. Per il momento è tutto. Vi lascio con il consueto Buon ascolto


Link The Fox
Link Filosofia Dell'Aria
 
Post by George - music by George & Andrea K (Arrivano gli Sprassolati!)

Giampiero Artegiani - 1989 - Dopo il ponte

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TRACKLIST :

01 Madre Negra Aparecida
02 - A Paula Cooper
03 - Il colle degli eucalipti
04 - Addio Kabul
05 - Basta un attimo
06 - Samuel
07 - Pozzanghere di primavera
08 - Dopo il ponte
09 - La fioraia di San Lorenzo
10 - Eterno Padre


Disco di spessore questo che vi presentiamo (sempre dal prezioso "archivio Osel") dell'ex tatierista/chitarrista dei Semiramis, autori nel 1973 di un disco seminale del rock progressivo italiano ("Dedicato a Frazz"). Sebbene Giampiero Artegiani abbia avuto una lunghissima carriera (costellata di successi) come autore/produttore (potete approfondire sulla sempre preziosa wikipedia), la sua carriera solistica si limita ad una manciata di singoli e ad un paio di 33 giri. Quello che vi presentiamo in questa sede è il suo secondo ed ultimo del 1989, "Dopo il ponte". Quella che segue è una brevissima disamina dei brani che più mi hanno colpito, va però detto che tutte le canzoni sono non banali e di ottimo livello.

L'album si apre con la bellissima "Madre Negra Aparecida", dedicata alla Madonna Nera, o Morenita, adorata dagli Afrobrasiliani. Con "A Paula Cooper" Artegiani, testimone dei suoi tempi, dedica una struggente ballata ad uno dei casi di cronaca più eclatanti di quegli anni, che aprì una discussione mondiale sulla pena di morte: i più curiosi di voi potranno approfondire su wikipedia circa questi fatti. Degne di nota anche "Addio a Kabul", storia di un giovane soldato russo che ritorna a casa alla fine dell'occupazione in Afghanistan e "La fioraia di San Lorenzo", dedicato ad una giovane prostituta dell'omonimo quartiere di Roma. Bellissima e commovente, infine, "Eterno Padre", preghiera finale di quest'album, un toccante dialogo tra un peccatore e Dio.

 

Mi trovo quindi completamente d'accordo con il nostro amico Osel, che così descrive questo album: "questo cd , fuori catalogo da sempre, di G. Artegiani, già Semiramis, è un gran bel disco cantautorale che è passato nel più assoluto silenzio. Io continuo ad ascoltarlo con piacere...". Anche noi, da ora, caro Osel...

Giampiero Artegiani nei panni di Frazz ai tempi dei Semiramis


Post by Captain, music by Osel

Laura Betti - 1960 - Laura Betti con l’orchestra di Piero Umiliani (Vynil)

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TRACKLIST

1 Cocco di mamma (L.Antonioni- F.Nebbia)
2 Piero (E.Patti- P.Umiliani)
3 Valzer della toppa (P.P.Pasolini- P.Umiliani)
4 Quella cosa in Lombardia (F.Fortini- F.Carpi)
5 Io son’una (F.Mauri- F.Nebbia)
6 Macrì Teresa detta Pazzia (P.P.Pasolini- P.Umiliani)
7 Venere tascabile (F.Mauri- F.Nebbia)
8  E invece no (G.Parise- G.Negri)
9 Seguendo la flotta (A.Arbasino- F.Carpi)
10 Solamente gli occhi (G.Negri- G.Negri)
11 Non so spiegarmelo (E.Patti- P.Umiliani)
12 Vera signora (F.Mauri- F.Carpi)
13. BONUS- Cristo al Mandrione (P.P. Pasolini - P.Piccioni)

Torino. Marzo 2006. L’attore statunitense Matt Dillon, grande appassionato di musica, entra in un noto negozio di dischi di Torino. Dopo circa un’ora ne esce fuori recando in mano un vecchio vinile. Gli piace talmente tanto che pochi giorni dopo lo porta con sé, tenendolo ancora in mano durante l’intervista che concede a Fabio Fazio per “Che tempo che fa”.
Beatles? Elvis? Dylan?
No.
“Laura Betti con l’orchestra di Piero Umiliani”, anno 1960.

La figura di Laura Betti si staglia ancora oggi con singolare nitidezza. Artista versatile, negli anni 50 comincia a calcare le scene teatrali come attrice e cantante, per poi dedicarsi al cinema. Sebbene abbia recitato in diversi film, per firme del calibro di Fellini (“La dolce vita”), Bellocchio (“Nel nome del padre” e “Sbatti il mostro in prima pagina”), Bertolucci (“Novecento”)ed altri ancora, la sua carriera cinematografica, nonché la sua vicenda umana sono fortemente marcate da Pier Paolo Pasolini, che la chiamava “la mia moglie non carnale”, e che dal ’63 in poi la volle in diversi film (“Edipo Re”, ”Teorema”, “Porcile”) e in altri tre episodi in film collettivi (indimenticabile la sua ingenua Desdemona nell’episodio “Che cosa sono le nuvole”). 


La collaborazione con Pasolini era nata ancor prima, quando, nel 1959, sulla scia di altre figure femminili che in quegli anni stavano lavorando su un’idea di canzone d’arte (Milly, la recentemente scomparsa Margot), la Betti e il regista Filippo Crivelli idearono un recital assai innovativo, chiedendo a scrittori e poeti suoi amici di scrivere per lei i testi di alcune canzoni. All’appello risposero grandi nomi del tempo, come Alberto Moravia, Mario Soldati, Goffredo Parise, Gino Negri, Franco Fortini, Ennio Flaiano, Giorgio Bassani, Alberto Arbasino, Camilla Cederna, Fabio Mauri, Ercole Patti, Dino Buzzati, oltre che, appunto, lo stesso Pasolini. Ne nacque uno spettacolo, “Giro a vuoto”, che esordì nel gennaio ’60 e che, dopo un’esibizione parigina, fu entusiasticamente recensito da André Breton, padre del Surrealismo (se volete saperne di più, QUI troverete un'interessantissima intervista a Laura Betti, con gustosi aneddoti anche relativamente a questo spettacolo). Nello stesso anno presso Scheiwiller venne anche pubblicato un libro con i testi, ma, sfortunatamente, lo spettacolo non ebbe poi una vita discografica autonoma. Ciò nonostante, Laura Betti nello stesso anno pubblica per la Jolly “Laura Betti con l’Orchestra di Piero Umiliani”, LP dove sono raccolte diverse canzoni originariamente pensate per “Giro a vuoto”, alcune delle quali in verità già uscite in un paio di EP (di cui uno è omonimo dell’album) di poco precedenti.


Il disco, ristampato nel ’69 per l’etichetta Stella (da questa edizione proviene il nostro rippaggio, e il retro della cover che vedete qua sopra) e mai riversato in CD, è una misconosciuta pietra miliare della canzone d’autore italiana ai suoi primordi. Se è vero che qua e là affiora forse un certo sentore di scrittoio, quell’intellettualismo che in qualche modo ridusse l’incidenza presso un pubblico più vasto anche dello stesso Cantacronache (che resta il modello principale), è vero anche che la Betti, con l’inconfondibile grana della sua voce e con la sua impostazione canora non convenzionale, riesce a dare corpo e anima a queste strane (per l’epoca) canzoni, e a renderle ancora oggi straordinariamente vivide. Sono brani che raccontano di puttane che dopo una forte bevuta si sentono rinascere in una nuova verginità (“Il Valzer della toppa”dello stesso Pasolini, poi diventato anche un cavallo di battaglia di Gabriella Ferri), o che rivendicano orgogliosamente la loro professione rifiutandosi di infamare il proprio protettore (“Macrì Teresa detta pazzia”, ancora per mano di P.P.P.). Sono canzoni modernissime, queste prime due, anche per l’uso neorealistico del romanesco, parallelo all’uso che lo stesso regista ne fece in “Accattone” e “Mamma Roma” e ancor prima nei romanzi "Ragazzi di vita "e"Una vita violenta".


Non meno anticonformista la ragazza dalla disinvolta vita sentimentale di “Piero” (scritta da Ercole Patti, autore anche di “Non so spiegarmelo”), o la donna che in “Quella cosa in Lombardia”, capolavoro assoluto scritto dal poeta Franco Fortini, invita spudoratamente il suo fidanzato ad andare a fare l’amore, e sia chiaro che non si parla di casti baci sulla guancia  (“dico proprio quella cosa che tu sai/ e che a te piace almeno quanto a me”). Ricordiamo che siamo nel 1960, e che a quell’epoca l’Italia ancora si turbava per Julia de Palma che cantava “Tua/ sulla bocca tua/ finalmente mia”. Per dire. Questo pezzo, musicato genialmente da Fiorenzo Carpi, fu poi ripreso da Enzo Jannacci nel suo primo album del ‘64 (cantato malino, per la verità, e ciò gli valse una successiva “stroncatura” dello stesso Fortini. C’è da dire che Jannacci fece mea culpa e rimediò alla grande nel live del 1989 con una superba interpretazione).

Lascio a voi il piacere di (ri)scoprire altre gemme di questo lavoro che si muove tra cabaret e satira sociale (d’altra parte all’epoca le due cose erano brechtianamente assai collegate), ma lasciatemi almeno segnalare l’iniziale “Cocco di mamma” che si fa beffe dell’archetipo sanremese per eccellenza, e la divertentissima “Seguendo la flotta” uscita dalla brillante penna di Alberto Arbasino (e musicata ancora da Carpi). Inoltre, ci sembrava giusto inserire come bonus track dell'album un'altra canzone pasoliniana della Betti, anch'essa legata a "Giro a vuoto". Parliamo di "Cristo al Mandrione", un pezzo musicato con insolita mano lirica da Piero Piccioni, uscito su album per la prima volta solo nel 1968 in un'incongrua miscellanea di artisti vari ("Aria di casa nostra") ed edita dalla DET su etichetta Tank.

 

Grande merito nella riuscita dell’album va riconosciuto alle orchestrazioni, ora beffarde, ora liriche, ora ellingtoniane, ora cinemascopiche del grande Piero Umiliani, che firma anche la musica di tre pezzi, tra cui la ricordata e pasoliniana “Macrì Teresa detta pazzia” (anche se Umberto Fiori, cantante e autore degli Stormy Six, anni dopo ne criticherà la veste musicale, accusandola,  con il suo incongruo e scintillante swing, di depotenziarne il testo).

LINK



BONUS TRACKS - Laura Betti - 1962 - Laura Betti 1 e 2 (doppio EP, Francia)


TRACKLIST

1 Je me jette (A.Moravia- J.Rougeul- G.Marinuzzi jr.)
2 La parade du suicide (P.P.Pasolini- J.Rougeul-G.Fusco)
3 Je hais Rome (M.Soldati- J.Rougeul- P.Umiliani)
4 La belle Léontine (G.Parise- J.Rougeul-G.F.Maselli)
5 Je sais vivre (F.Mauri- J.Rougeul- F.Nebbia)
6 Piero (E.Patti- J.Rougeul- P.Umiliani)
7 Maria le Tatouage (F.Mauri- J.Rougeul- F.Nebbia)
8  Une vrai dame (F.Mauri- J.Rougeul-F.Carpi)

Dicevamo che non tutte le canzoni dello spettacolo “Giro a vuoto” hanno trovato posto in questo lavoro, né lo troveranno in altri album: la Betti inciderà in seguito solamente due LP con brani tratti dall’opera di Kurt Weill (notevolmente arrangiati dal compositore Bruno Maderna) e qualche EP, per poi dedicarsi pressochè esclusivamente alla sua carriera d’attrice.

Ma c’è un ma.

Due anni dopo uscirono in Francia due EP in cui la stessa Betti cantava, in francese, tradotte da Jean Rougeul, non solo tre canzoni già apparse nel disco oggetto di questo post (in diversa versione), ma anche qualcuna di quelle presenti nel suddetto spettacolo, ma escluse dall’LP (per i testi di Mario Soldati, ancora Goffredo Parise e Alberto Moravia, a quanto pare restio a rassegnarsi al fatto che in una canzone è necessaria una metrica). Degna di nota è la presenza di un altro brano scritto da Pasolini, “La parade du suicide”, inciso poi in italiano da Anna Nogara (“La ballata del suicidio”), ma rimasto inedito per parecchi anni, recuperato solo nel 1989 nel CD “Tutto il mio folle amore” di Grazia De Marchi e poi in una miscellanea del ’95 (“Luna di giorno- Le canzoni di Pier Paolo Pasolini”), nella versione originaria della Nogara.Per questo motivo ci permettiamo, dopo fruttuosa battuta di pesca sul Tubo, di proporvi questi due EP come bonus track.

E’ davvero tutto. Buon ascolto.

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Post by Andrea de "Gli Sprassolati"


Serie "Bootleg" n. 252 - Ibis (New Trolls) live in Pescara, marzo 1973

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FIRST TIME ON THE WEB


TRACKLIST:

01. Intro  /Bright Lights
02. XXII strada
03. A land to live a land to die
04. To Edith
05. Adagio (da "Concerto Grosso per i New Trolls")
06. Blues introduction / Vorrei comprare una strada
07. I cavalieri del lago dell'Ontario
08. La prima goccia bagna il viso (complete version)
09. Drums solo / Improvvisazione


FORMAZIONE

Nico Di Palo - chitarra e voce solista
Gianni Belleno - batteria e voce
Maurizio Salvi - tastiere e voce
Frank Laugelli - basso


Ancora una volta dagli archivi di Marco Osel esce un nastro contente una registrazione più unica che rara. Cari amici, dopo il live dei N.T. Atomic System ecco un'altra chicca: Ibis dal vivo a Pescara (locale sconosciuto) verosimilmente nel marzo 1973. Questo nastro circolava già da qualche tempo tra quei pochi fortunati collezionisti che erano riusciti ad entrarne in possesso (tra questi Osel), ma sul web - dopo attente ricerche - posso garantirvi che non ne esiste traccia. Nel forum UT New Trolls (che troverete qui) appare un commento ad alcuni brani che costituiscono la scaletta della serata. Lascio a voi il piacere della lettura.


 Mi limiterò a dirvi che qui ci troviamo di fronte alla prima formazione degli Ibis, o meglio ai New Trolls di "Searching for a Land" (pubblicato nel 1972) priva di Vittorio De Scalzi. L'album "Sun Supreme" sarebbe uscito solo l'anno successivo (1974), mentre "Nico. Gianni, Frank, Maurizio", prima prova discografica degli Ibis (allora identificati con un semplice punto interrogativo sulla copertina), sarebbe stato registrato qualche mese dopo il concerto di Pescara, ovvero tra il 6 e il 23 giugno 1973. Prova ne è che qui i New Trolls/Ibis propongono una serie di brani tratti in particolare da "Sarching for a Land" con qualche tributo a "UT". Oserei definire semplicemente spettacolare la lunga cavalcata de La prima goccia bagna il viso, con un Nico Di Palo che estrae suoni incredibili dalla sua magica chitarra. Il finale ci regala un lungo assolo di batteria ad opera di Gianni Belleno seguito da una improvvisazione strumentale. Ottimi anche i ripescaggi di Adagio e di Vorrei comprare una strada, quest'ultima introdotta da un inedito blues.

Grazie Osel per avere voluto condividere questa preziosa registrazione con gli amici della Stratosfera. A voi tutti buon ascolto.


Link

Post by George - music by Osel

Serie "Etnic Italy" vol. 2 (Le Antologie della Stratosfera vol. 35) Kunsertu - All other works + Bonus tracks

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TRACKLIST :

01 Iomithalatha
02 Girannu pa città
03 Dumà
04 Sarda
05 Cardamomo
06 Adunà
07 Kunsertu
08 Mokarta
09 Zambra


E così la conseguenza alla pletora di elogi seguiti alla pubblicazione sulla StratoSfera dell’album Shams dei Kunsertu del 1989, non poteva che essere il completamento della discografia del gruppo pugliese, unitamente ad alcune bonus tracks che sono riuscito a trovare qua e là in varie raccolte.


Ma prima di tutto devo fare autocritica, forte autocritica, e mi spiego: avevo promesso al nostro Capitano di fornire i due lavori mancanti, ovvero Live del 1993 e Fannan del 1994, unitamente ai due o più brani che ero certo di poter estrapolare dal Concerto ad Arezzo Wave che ebbe luogo dal 23 al 27 Giugno del 1993, trasmesso da Videomusic, ed in mio possesso, concerto che voleva celebrare il disco tributo a Rino Gaetano appena pubblicato, permettendo ad ogni gruppo presente nella raccolta di suonare 10/15 minuti, presentando dei loro brani più il brano della raccolta stessa. Ricordavo benissimo questo concerto, senonchè il problema fu il fatto che dei 15 gruppi che aderirono al tributo in questione, l’emittente che sarebbe poi divenuta TMC2, ne trasmise solo 10, e tra questi non i nostri Kunsertu. E così dovrete accontentarvi del brano Metà Africa metà Europa del cantautore calabrese, pubblicato appunto nell’album:”E cantava le canzoni – la nuova musica italiana ricorda Rino Gaetano”, uscito nel 1993. Trasmetto al nostro Capitano oltre le cover anche il trafiletto e foto interna inerente il gruppo che qui ci interessa.


TRACKLIST :

01 Fannan
02 Mattanza
03 Ghandurà
04 Tirichitolla
05 Giravota
06 Track-As
07 Dumà
 08 Ialla
 09 Stocca
 10 Ghandura


E sempre in tema di cover, ecco un altro interessante album: ”Fatti e rifatti – 12 classici italiani in versione rock” del 1994, nel quale spiccano Impressioni di Settembre reinterpretata da Dada, C’era un ragazzo che come me dei Pitura Freska, ma anche La mia banda suona il rock, originariamente di Ivano Fossati, con la resa assolutamente originale dei Kunsertu. A parte qualche partecipazione ad altre raccolte, come in Canti SUDati ma con un brano non inedito, le possibilità di trovare qualche altra cosa di particolare è molto remota, anche negli anni di maggiore attività e successo per i nostri, quel 1993/1994 che li vide protagonisti della scena underground italiana.


BONUS TRACKS :

1 -  Meta' Africa meta' Europa (1993)
2 - La mia banda suona il rock (1994)


KUNSERTU :

Pippo Barile: voce
Giorgio Di Bella: batteria, percussioni
Giacomo Farina: percussioni
Tino Finocchiaro: tastiere
Stefano Foresta: sassofoni
Vincenzo Gangi: basso elettrico
Nello Mastroeni: chitarra, mandola
Faisal Taher: voce
Arturo Terranova: batteria


Per quanto riguarda invece i 2 album che fanno parte a pieno titolo della loro discografia, vi rimando al post originale già pubblicato nella StratoSfera, non prima di avere segnalato che l’album live non si rifà ad un particolare concerto, ma ad un’intera tournè effettuata in quegli anni, mentre Fannan è un album in studio a seguire che ricalca stilemi ed interessi dei precedenti lavori. Non sentendo particolarmente nelle mie corde questo genere, chiedo con umiltà al nostro Capitano di esentarmi da analisi e commenti ai quali invece vi ho abituati alla pubblicazione dei miei post, analisi e commenti che molto presto riprenderò pubblicando quanto prima ulteriori lavori, come da me già promesso.


In ogni caso auguro a tutti Voi di trovare sempre nuove produzioni capaci di stimolare le corde più interne negli anfratti più nascosti.

Buon ascolto e buona salute a tutti, FRANK-ONE


LINK"Live"
LINK"Fannan"
LINK Bonus tracks


Posted by Captain, words by Frank-One, music by Frank-One (Live & bonus tracks) & Osel (Fannan), scans by Frank-One

Serie "Bootleg" n. 253 - Premiata Forneria Marconi, Roma, Piper Club, 25 marzo 1972 (soundboard)

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TRACKLIST:

01. Tuning & Intro
02. E' festa
03. Solos & Improvs
04. Dove...Quando - part I
05. Dove...Quando - part II (more solos & improvs)
06. La carrozza di Hans
07. Drum solo
08. Drum & flute (into) Impressioni di settembre (riff)


FORMAZIONE

Franco Mussida - chitarra elettrica, chitarra acustica, voce
Mauro Pagani - flauto, violino, voce
Flavio Premoli - tastiere, Moog, voce
Giorgio 'Fico' Piazza - basso
Franz Di Cioccio - batteria, percussioni, voce


Questo bootleg della PFM della prima ora è circolato sul web per un breve periodo per poi scomparire nel nulla. La registrazione risale al 25 marzo 1972, con una PFM reduce dai fasti della "Controcanzonissima", al fianco dei mostri sacri del prog italiano di allora, il tutto documentato dal box di 6 CD pubblicato sulla Stratosfera nel 2013.

In quell'occasione la band di Mussida, Di Cioccio & Co, suonò nella stessa location, il mitico Piper Club di Roma, ma due mesi prima, il 28 gennaio. Questo concerto, nientemeno che un soundboard, è la quintessenza del suono prog-PFM degli esordi (line up originaria con Fico Piazza al basso), ad un mese di distanza dall'uscita sul mercato nazionale del disco d'esordio, "Storia di un minuto" (febbraio 1972). La performance è caratterizzata da lunghe improvvisazioni strumentali che esaltano il virtuosismo dei musicisti e dilatano i brani di punta di "Storia di un minuto" qui proposti. Non mi dilungo oltre. Godetevi questa meraviglia e fateci sapere il vostro giudizio. Un particolare ringraziamento va al mio vecchio e caro amico Danilo, dal cui blog Rock Rare Collection Fetish ho importato le copertine che realizzò alcuni anni fa.

Buon ascolto



Post by George - covers by Danilo from RRCF

Vanexa - 1983 - Vanexa (Vynil rip)

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TRACKLIST :

01 - Metal city rockers
02 - Lost war sons
03 - I wanna see fires
04 - 1000 nights
05 - If you fear the pain
06 - Across the ruins
07 - Rainbow in the night


Quest'oggi vi presento un altro contributo proveniente dalla collezione privata del nostro misterioso amico Anonymous Benefactor (A.B. for friends). In tutto lo splendore di un ottimo vynil rip, ecco a voi il primo album dei Vanexa del 1983, sebbene la band fosse attiva sin dal 1978 (come potrete leggere sulla loro pagina ufficiale), tanto da essere considerati la prima vera band heavy metal italiana. Pur essendo l'ambito schiettamente metal, per l'appunto, il fil rouge con l'hard rock è ancora riscontrabile, il che per il sottoscritto è un'ottima cosa (con le dovute distanze, alcuni dei riff sanguigni di quest'album mi ricordano "in Rock" dei mitici Deep Purple). Anche se, come ci ricorda l'amico A.B., spesso questo disco viene descritto come prog rock, l'unico pezzo lontanamente ascrivibile al genere è "Across the ruin", soprattutto per la sua epicità.

Non aggiungo altro e vi lascio all'ascolto, con l'unica raccomandazione, ai più rockettari, di alzare il volume a palla!!!


VANEXA :

MarcoSpinoSpinelli– voce
Roberto Merlone– chitarra
Sergio Pagnacco– basso
Silvano Bottari– batteria

Silvano Bottari con Ken Hensley, ospite in un brano dell'album del 2014 "Too heavy to fly" dei Vanexa.


Vinile di Anonymous Benefactor, penna del Capitano.


Maurizio Piccoli - 1974 - Pace (vinyl rip)

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Side A

01. Metamauco
02. Uomo
03. Il delirio, la morte, il divino
04. Signore
05. Mille sere

Side B

01.Per te
02. Inverno
03. Atmosfere
04. Pianeti
05. Pace


MUSICISTI

Maurizio Piccoli - voce
Victor Bacchetta - tastiere
Andy Surdi - percussioni
Gigi Cappellotto - basso
Sacchi e Everardi - chitarre
Orchestra diretta da Gianfranco Lombardi


Conosco ben poco della vita musicale di Maurizio Piccoli, se non quelle sintetiche informazioni prese in prestito dall'onnipresente Wikipedia. Veneziano, classe 1948, ebbe una certa notorietà nel corso degli anni settanta e ottanta come paroliere e compositore. L'elenco delle sue composizioni è lungo e  articolato e se qualcuno di voi è interessato a questa stimolante lettura lo rinvio alla pagina di Wikipedia.  Mi limiterò a ricordare il suo contributo a favore di artisti (in gran parte interpreti femminili) quali Mia Martini, Fiorella Mannoia, Loredana Bertè, Ornella Vanoni, Milva, Anna Oxa e Mina. Sono soltanto due gli album da lui incisi nel decennio degli anni '70, il raro "Pace" (da tempo presente nella wishlist della Strato) del 1974 e "Giù per queste strade" del 1977. 


"Pace" proviene direttamente dalla mia collezione e pertanto l'ho rippato dal vinile suddividendolo in due file, uno per ogni facciata. E' stato pubblicato dalla Ricordi sia in Italia che in Brasile(!). Ovviamente non è mai stato ristampato nel corso degli anni a seguire. I dieci brani, equamente suddivisi nelle due facciate, si avvalgono della presenza di nostre vecchie conoscenze  quali Andy Surdi alle percussioni (che vanta collaborazioni eccellenti, da Angelo Branduardi a Claudio Rocchi, da Maurizio Fabrizio a Richie Havens, giusto per citare i primi che mi vengono in mente) e Gigi Cappellotto al basso (già collaboratore di Bruno Lauzi, Fabrizio De André, Enzo Jannacci, ancora Angelo Braduardi  e moltissimi altri). Sinceramente non conosco i due chitarristi citati nei credits. Ho riportato i loro cognomi così come appaiono nelle note di copertina. Lascio a voi, se lo vorrete,  il piacere di identificarli. L'album, seppur inserito nel filone cantautorale, presenta delle interessanti sfumature prog, grazie all'ottimo supporto di chitarre e tastiere alla voce di Maurizio Piccoli. Condisce il tutto l'orchestra di Gianfranco Lombardi. Da questo disco venne anche tratto un singolo con Pace/Metamauco.


Credo sia tutto. Vi lascio con il consueto buon ascolto e il link per scaricare il disco.


Post by George

Serie "Battiato & Friends Special Fan Collection" n. 61 (Serie "Bootleg" n. 253) - Franco Battiato - 2007 - Il Vuoto Tour Ragusa

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TRACKLIST :

01 - Haiku
02 - Povera patria
03 - Oceano di silenzio
04 - Amore che vieni amore che vai
05 - I giorni della monotonia
06 - Aspettando l'estate
07 - Niente è come sembra
08 - Ruby Tuesday
09 - Il cammino interminabile
10 - The game is over
11 - Il vuoto
12 - Lettura
13 - Strani giorni
 14 - Tra sesso e castità
15 - Caffè de la paix
16 - La cura
17 - La stagione dell'amore
18 - E ti vengo a cercare
19 - Shock in my town
20 - Voglio vederti danzare
21 - Cuccurucucu
22 - L'era del cinghiale bianco


Proviamo a documentare una fortunata tourneé di Battiato attraverso questa registrazione effettuata da chi scrive il 4 agosto del 2007 a Ragusa. Una sedia ed un tavolino, entra Franco Battiato tra gli applausi. Luci soffuse ed ombre delicate, da dietro le tende affiorano le note di un pianoforte e la poesia di “Haiku”. Poi “L’oceano di silenzio” e “Povera Patria” con i consueti applausi di approvazione per i governanti “inutili buffoni” ed ancora l’omaggio a Fabrizio De Andrè. Poi, via ogni tendaggio e si scopre che sul palco c’è spazio per un quartetto d’archi, per le tastiere elettroniche, per gli FSC e le MAB. Qualcuno del pubblico tira un sospiro di sollievo. Si capisce che per questa volta la sfida, vinta in partenza, è per l’artista quella di riuscire a far convivere sul palco anime molto diverse e talvolta, come nel caso delle Mab, stridenti con l’idea che si potrebbe avere di un musicista elegante e minimale. Ma, come suggerisce qualcuno, niente è come sembra. In primis perché le ragazze ed i ragazzi si dimostrano valenti musicisti e, trattandosi di uno spettacolo musicale, non è faccenda da poco. E poi perché tutto l’ensemble sembra docile nel seguire le traiettorie musicali di Battiato. Il “Nuovo quartetto italiano” ed il pianoforte di Carlo Guaitoli, infine, intervengono spesso ad ingentilire la situazione, stemperando i toni e riportando anche i brani più duri alle atmosfere di quiete che caratterizzano il canto di Battiato. Difficile aggiungere altro se non che anche il fido Manlio Sgalambro suscita ancora simpatia per quel suo modo così surreale e concreto di far filosofia cantando.


Per chi è in cerca di brividi inediti, si riscopre l’anima elettro pop de “La Stagione dell’amore” e si sperimenta una versione acida per “Caffè de la paix”. Poi si canta tutti in coro “La Cura” e si trema per le arditezze sonore di “Shock in my town”. Il rito sta per concludersi e come suggerisce il cantore, tutti a danzare sotto il palco mentre si enucleano i vari balli del mondo, dalle cavigliere del katakali ai valzer viennesi. E poi “Cuccurucucu”. Tra i brani del cd più recente si fa notare l'assenza di "Io chi sono?", "Stati di gioia" e "Tiepido aprile". Canzoni mistiche che saranno riprese soltanto negli anni a seguire. Nella speranza che torni presto l'era del cinghiale bianco....

Buon ascolto if you want


LINK


Post by Antonio LM with a little Captain's help

Serie "Bootleg" n. 254 - Jenny Sorrenti - 1979 - Festival dell'Unità, Correggio (RE)

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FIRST TIME ON THE WEB 


TRACKLIST:

01. Unknown (cut intro)
02. Il cane e la lepre
03. Giramondo 
04. Jorma
05. Fiore selvaggio
06. Denian ed io
07. Compagni d’avventura
08. Muri di borgata
09. Sandy Denny cover
10. Gloria (arr.)
11. E' festa (tradizionale napoletano, arr.)
12. Lampo (oppure mare, oppure cielo, oppure sole)


E' dai tempi dei Saint Just che sono ammaliato dalla splendida voce di Jenny Sorrenti e il recente post dell'amico Frank-One, a lei dedicato, mi ha fatto scattare la molla della nostalgia.  E così, per omaggiare sia le doti canore che la grazia di Jenny (spero mi venga perdonato questo timido apprezzamento), ho pensato bene di postare questo magnifico concerto proveniente dagli archivi di Marco Osel. Si tratta di un "first time on the web", visto e considerato che siamo i primi ad averlo tra le mani (dopo Osel, of course). La registrazione live risale al 1979, in una data non precisata, ed è stata effettuata a Correggio, in provincia di Reggio Emilia, in occasione dell'annuale Festival dell'Unità. 


Dopo lo scioglimento dei Saint Just, che ci regalarono due album di rara bellezza, avvenuto nel 1974 e dopo una pausa di un paio d'anni, Jenny Sorrenti si riaffacciò sulla scena musicale italiana con due splendidi lavori, "Suspiro" (1976) e "Jenny Sorrenti" (1979).  Per dovere di cronaca ricordo che il primo è stato ristampato dalla AMS nel 2010 - dopo una prima ristampa in CD nel 1994 - mentre il secondo, a quanto mi risulta (fonte Discogs) non è mai stato oggetto di ristampa. Sono proprio i  brani tratti da questi due album a comporre la scaletta del concerto qui presentato, con qualche eccezione.


La band non la conosco, pertanto non mi spingo ad azzardare ipotesi. So solamente che comprende un sassofonista eccezionale che regala assoli incredibili. Faccio affidamento su qualche "memoria storica" che magari ha avuto occasione di assistere al concerto, ad iniziare dall'autore della registrazione. La prima traccia è composta solo dalla sezione finale (mi sa che Osel o qualche suo amico ha avviato il registratore un po' in ritardo) e non so proprio come si intitoli. La seconda traccia, suonata dalla sola Jenny alla chitarra acustica, non la conosco, quindi mi sono preso la libertà di intitolarla "Il cane e la lepre" (traendo il titolo dal ritornello), proprio come la favola di Esopo.  Il resto della tracklist l'ho ricostruito abbastanza agevolmente. Vale la pena sottolineare alcuni inediti: la cover di un brano scritto da Sandy Denny (scomparsa nel 1978, come ricorda la stessa Jenny prima dell'esecuzione), una personalissima versione di Gloria e, infine, E' festa (nulla a che vedere con l'omonimo brano della PFM), arrangiamento di un brano tradizionale napoletano. La registrazione, nel complesso, è di buona qualità

E' tutto. Ancora un grazie all'amico Osel e a voi tutti buon ascolto.



 

Post by George - Music by Osel - Front cover by Captain

Oscar Lindok and his Friends - 1973 - Come upstair

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TRACKLIST :

01 - My way to Mexico
02 - Jeweled sky
03 - Walking downtown
04 - After the flood
05 - Let's go to Manhattan
06 - Chopin in Paris
07 - So crazy
08 - Last night in Tuxedo
 09 - Do you know Gershwin
10 - Six hours from Montana
 11 - Blue shadows
 12 - On the roofs


Ed eccoci qui, cari amici della stratosfera, a presentarvi un altro contributo del nostro amico anonimo benefattore, che non ringrazieremo mai abbastanza per aver condiviso con noi parte della sua preziosissima collezione. Oscar Lindok and Friends, l'oggetto dell'odierno post, altri non è se non un drappello di musicisti guidati dal compositore Giacomo Dell'Orso.

Sebbene quello che stiamo per ascoltare sia una classica raccolta di sonorizzazioni, vi sono alcuni brani di sicuro interesse anche per noi che amiamo certe sonorità: si vedano per esempio gli inserti di flauto in "After the flood", le cavalcate chitarra-tastiere in "Let's go to Manhattan", ma anche la bellissima ed inconfondibile voce di Edda Dall'Orso (consorte di Giacomo) in "Chopin in Paris". L'acquisizione dell'album è d'altronde giustificata anche solo dal bellissimo brano seguente, "So crazy", vera gemma dell'album in stile hard prog, autentica bomba da ascoltare a tutto volume. Ancora un po' di spazio rimane per un'altra contaminazione nella musica classica con "Do you know Gershwin?" e per la chiusura al fulmicotone di "On the roofs". Per il resto siamo in pieno nel campo delle sonorizzazioni o library music che si vogliano chiamare, certamente apprezzabili per gli amanti del genere.


 - Per quanto riguarda la stupenda copertina, vi rimando al sito dell'amico Augusto Croce (Italianprog, che ve lo dico a fare?) per l'interessantissima scheda dedicata all'etichetta Picci ed alle sue uniche copertine "dipinte", ognuna diversa dall'altra (bisognava girare l'album o leggere il dorso per capire cosa stavi maneggiando). Discorso analologo lo facemmo quando pubblicammo la compilation "My favorites tunes", sempre della Picci e sempre per intercessione del nostro amato AB (e sempre con la partecipazione di Giacomo Dell'Orso). Nei commenti a quel post intervenne lo stesso Augusto Croce, che ringraziamo ancora di cuore, per specificare meglio la genesi di queste stranissime copertine: "(...) Queste copertine dipinte sono per me affascinanti, realizzate con una macchina con un piatto girevole sul quale veniva spruzzata a caso vernice di vari colori, producendo effetti sempre diversi. Le copertine vennero realizzate probabilmente tutte in una volta e poi sul retro veniva incollato un foglio con i titoli (...)".

Buon ascolto a lorsignori...

Un'altra versione della cover di "Come upstairs"



Post by Captain, music by Anonymous§Benefactor

Serie "Historic prog bands live in Italy" - Capitolo 34 - Donovan, La Bussola, Viareggio, 25 luglio 1970

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TRACKLIST:

Solo
01. Isle Of Islay 
02. Jennifer Juniper 
03. Sailing Homeward 
04. Colours 
05. Electric Moon Upon The Water 
06. Lalena 
07. The Ice Queen 
08. Catch The Wind 

With band
09. There Is A Mountain 
10. Peace For My Mind 
11. Season Of The Witch 
12. Riki Tiki Tavi


LINE UP "OPEN ROAD" BAND

Donovan - guitar, harp, vocals 
Mike Thomson - bass, guitar, vocals 
Mike O'Neill - piano, vocals 
John Carr - drums, vocals 

Donovan e signora a Viareggio, 1970
Cari amici, accendete gli incensi: è in arrivo Donovan, il menestrello scozzese autore di brani storici e indimenticabili come Catch The Wind, Sunshine Superman, Mellow Yellow, JenniferJuniper, Colours e, su tutti, quell'album capolavoro che fu "Barabajagal" del 1969, accompagnato dai migliori musicisti inglesi di allora: l'intero Jeff Beck Group, John Paul Jones, Nicky Hopkins, Rod Stewart, Ronnie Wood, giusto per citarne alcuni. Nel 1970, quando venne pubblicato "Open Road", Donovan aveva già alle spalle cinque anni di intensa attività in studio e dal vivo, e ben dieci album pubblicati. "Open Road" passò un po' sotto tono a livello di vendite, pur contenendo  quella Riki Tiki Tavi che divenne un singolo di successo. In quel periodo Donovan e la sua nuova band (guarda caso battezzata "The Open Road") si imbarcarono sullo yacht del cantautore con l'intenzione di abbandonare l'Inghilterra ritenuta troppo esosa per le tasse. Veleggiarono lungo il Mediterraneo fino all'isola di Creta. Il materiale realizzato, musiche e immagini, confluirono nel docufilm "There is an Ocean", rimasto inedito fino al 2008. 


Il tour promozionale toccò numerosi stati, Grecia, Francia, Unione Sovietica, Giappone. Nel corso del tour venne toccata anche l'Italia con un'unica data alla Bussola di Viareggio, il 25 luglio. Donovan e sua moglie si fecero anche fotografare mentre si rilassavano sulla spiaggia di Viareggio.Il tour degli Open Road si concluse il 30 agosto 1970 al leggendario Festival dell'Isola di Wight.Il bootleg qui proposto (con tanto di front e back cover), oggi di non facile reperibilità, venne intitolato "Open Road to Italy". 


Il concerto è purtroppo incompleto, infatti mancano tre brani, "Mistaken Eternuty  "I Don't See Anyone I Know" e "No Time's Passed". Di più però non si trova in circolazione. Su Youtube sono pubblicati due brevi spezzoni dello show. Lo stesso venne ripreso integralmente dalla RAI  e trasmesso qualche  tempo dopo. Le cronache ci ricordano che venne presentato da Mariolina Cannuli. Donovan decise di suddividere il concerto in due tranche: la prima da solo con la sua chitarra acustica (dove sciorinò brani storici  quali Jennifer Juniper, Colours, Lalena, Catch The Wind), la seconda affiancato dagli Open Road. La registrazione, quasi un soundboard, è su un'unica traccia.

Un documento di assoluto valore storico. Buon ascolto.




Post by George

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