TRACKLIST:
1. Guida all'ascolto (voce recitante Ginevra Di Marco)
2. La Tarantola
3. Le Due Facce
4. Qualcuno
5. Massi's Talking
6. Quando Viene ed il Suo Esatto Contrario
7. Deulirio Dell'Ego
8. Chitarrine
9. Biscottiera
10 Libero o Amato (Vocals Ginevra Di Marco)
11. Lunaphobia
12. Uccellini
13. Acari (Persi In Un Isola Di Pelle Bianca... Sabbiata)
14. Kaablam! (Danze Dagl'Inferi)
15. Seduto Sotto Un Albero
16. BONUS TRACK: Sea song (Robert Wyatt cover)
17. BONUS TRACK: Lunaphobia (AFA remix)
FORMAZIONE:
Eu- basso, chitarra, voce
Alessandro Diliberto: percussioni, marimba, voce
Massimiliano Gambinossi- voce, chitarre acustiche e chitarrone
Simone Gambinossi- mixer e voce
Siamo nei tumultuosi anni ’90, il nuovo rock italiano rialza la testa e, complice una serie di circostanze, conquista platee sempre più ampie. In questo panorama in costante fibrillazione ebbero un ruolo determinante alcune etichette, tra queste I dischi del Mulo e Sonica, le quali fondendosi sull’asse Firenze-Bologna andranno a dar vita al glorioso C.P.I. (Consorzio Produttori Indipendenti). Oltre a dare spazio a gruppi maggiori che seppero imporsi presso un pubblico giovane che aveva sempre più voglia di musica alternativa (parliamo di C.S.I., Marlene Kuntz e Ustamamò sopra tutti gli altri), il C.P.I. avviò i“Taccuini”, una collana sperimentale (o meglio “aliena” come riportava il sottotitolo) in cui vennero veicolate le proposte più bizzarre e quelle meno catalogabili. Al prezzo politico di lire 16.000 (considerate che all'epoca un CD a prezzo pieno viaggiava sulla mostruosa cifra di 40.000 lire...) uscirono quindi le opere di Beau Geste (sostanzialmente Maroccolo e Aiazzi), Marco Parente, Andrea Chimenti (ex Moda), Divine, Ulan Bator ed altri ancora.
Il loro leader (autore di testi e musiche), Massimiliano Gambinossi, accompagnerà poi Ginevra di Marco nei suoi primi passi solisti (quelli ancora legati al rock alternativo) per poi dar vita nel 2014 a un’altra formazione, La scatola blu, che due anni dopo inciderà “Hanno ammazzato Spargiamore” e in seguito qualche altro singolo.
Ma torniamo a ai nostri Ci s'ha e andiamo a leggerci la pagina web della collana "Taccuini"(miracolosamente ancora on line dopo quasi trent'anni!), pagina che così li presentava:
“Ensemble fiorentino a cavallo tra psidechedelia freak, suggestioni acustiche, disarmonie alcoliche.”
In effetti, la sintesi ci sembra abbastanza azzeccata, così come illuminante ci pare la presentazione fatta all'epoca dallo stesso gruppo:
"Dopo tanto rock'n'roll l'idea è quella di dare vita ad una formazione che riesca a contenere ed a sviluppare l'energia musicale strappandola dai soliti canoni e meccanismi della canzone. L'idea di una musica minima e potente, lieve e tagliente fatta di pochi e semplici strumenti e di molti suoni. La staticità apparente ed i repentini movimenti della tarantola; l'immobilismo dell'azione e delle cose ed il tempestoso turbinio di pensieri e istinti dell'uomo. Così nasce la storia."
Ok, Andrea, ma cosa dobbiamo aspettarci da questo "La tarantola"??
Ci stavo arrivando, tranquilli.
Quello in cui vi imbatterete all'ascolto, cari amici, è uno strano mix tra nenie stranite, echi canterbouriani in versione low-fi, chitarre che salmodiano su se stesse, percussioni piccole piccole (il pezzo “Biscottiera” rende bene l’idea), rumorini vari, strumentali che sembrano non partire mai, bislacchi recitativi, canzoncine surreali, qualche tappeto un po’ stoner, ed altre leccornie varie. Su tutto aleggia, anche dove sembra più lontano, la presenza di Syd Barrett, il Pink Floyd perduto, l’eterno rimorso.
Difficile selezionare qualche traccia sulle altre, perché qua, gente, bisogna lasciarsi andare al gioco, accettare le regole di ingaggio di questi folli fricchettoni fuori tempo massimo, che immaginiamo ritrovarsi in qualche cascina toscana, nel silenzio di stelle, a destreggiarsi, un po’ artisti un po’ cialtroni, tra vino rosso robusto e strumenti vari, e poi appoggiare un attimo il bicchiere (restiamo sul legale, va') e intonare canti monodici con vocine discrete, soffuse, distaccate.
Insomma, è una specie di trance quella cui alla fine aspirano questi quattro giovanotti, il che spiega forse l'equivoco titolo “La tarantola”, che sicuramente all'epoca può avere tratto in inganno qualcuno che magari pensava si trattasse di un disco di musica popolare salentina.
L’album, co-prodotto da Francesco Magnelli dei CSI (che mette le sue tastiere qua e là), non è più stato ristampato e oggi risulta irreperibile sul Tubo, ad eccezione di un paio di pezzi.
A chiudere il tutto, ci siamo permessi di proporre come bonus track “Sea song” tratto da “The different you. Robert Wyatt e noi”, il bell’omaggio che nel 1998 vari artisti nell'orbita C.P.I. tributarono al grandissimo artista inglese, e “Lunaphobia”, nella veste elettronica proposta nella versione remix dagli A.F.A. (Acid Folk Alleanza) nell’album “Manipolazioni” del 1997, anch’esso inserito nella collana “Taccuini”.
Andrea ("Arrivano gli Sprassolati!")