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Serie "Bootleg" n. 265 - Omaggio a Giulio Capiozzo: Area II live in Bologna 1986 plus bonus tracks 1986-87

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FIRST TIME ON THE WEB


TRACKLIST (su file unico 01):

a. Epic Ray-X
b. Bridge to Jaipur
c. Blues Shuffle
d. Play the Music
e. Azymuth


FORMAZIONE

Giulio Capiozzo - batteria
Aldo Mella - basso
Andrea Allione - chitarra
Emanuele Ruffinengo - tastiere

with

Jimmy Owens - tromba
Nadia Calearo - voce

Jimmy Owens
Giulio Capiozzo ci ha lasciati il 23 agosto 2000. Sono trascorsi quasi 18 anni dalla sua scomparsa, eppure il ricordo del grande batterista degli Area è sempre vivo in tutti noi. L'occasione per dedicare questo post omaggio a Giulio Capiozzo me l'ha fornita il ritrovamento di un casetta con inciso un breve concerto degli Area II risalente al 1986 e registrato a Bologna. Il concerto venne trasmesso da RAI 1 e non è mai apparso sul web prima d'ora. Ma non vorrei sbagliarmi. Ogni affermazione può contenere un margine di errore. Ne ho approfittato per integrare il post con alcune bonus track di una certa rilevanza, che confermano il virtuosismo tecnico di Capiozzo alle prese con sonorità jazz. 
Vorrei solo ricordare che, a parte la luminosa esperienza con gli Area e il breve periodo con gli Area II che portò alla realizzazione di due album ("Area 2" nel 1986 e "City Sound" nel 1987, entrambi ben documentati sulle pagine della Stratosfera), Giulio Capiozzo si dedicò per anni allo studio delle percussioni, facendosi apprezzare nei circuiti jazz internazionali. Ebbe il merito di suonare al fianco di grandi musicisti quali Clarke Terry, George Cables, Gary Bartz, Red Hollowey, George Coleman, Jimmy Owens, Dexter Gordon. Nel 1985 collaborò anche con Elvin Jones. Risale al 1986 la collaborazione con il percussionista indiano Trilok Gurtu, con il quale fondò un duo di percussioni. Giulio Capiozzo è mancato nel 2000 per arresto cardiaco a Cesenatico e ogni anno, il 23 agosto, data della sua scomparsa, viene ricordato con un super evento chiamato "Ju Ju Memorial", organizzato dal figlio Christian.

Il concerto degli Area II qui presentato è di qualità discreta, tenuto conto che venne registrato col microfono direttamente dalla TV. Contiene cinque tracce, tutte tratte dal primo album degli Area II, inclusa una versione live di Play the Music che nel 1986 apparve solo su musicassetta. L'ospite di riguardo è il trombettista Jimmy Owens.


BONUS TRACKS 1986-87:

Track 02 - Area 2 "City Sound Improvvisazione" (special RAI 3, 1987, condotto da Gianni Minà)
a. Part 1
b. Part 2 (con Trilok Gurtu alle percussioni)

FORMAZIONE

Giulio Capiozzo - batteria
Roberto Gallinelli - basso
Stefano Sastro - tastiere
Fabio Zeppetella - chitarra
Fabio Forte - trombome
Marco Tamburini - tromba

Trilok Gurtu
Tracks 03 e 04 - Giulio Capiozzo & Bruce Forman live all'ExOPP, Trieste, 25 aprile 1986
Concerto avvenuto nel prato di fronte al Bar "Il posto delle fragole"

FORMAZIONE

Giulio Capiozzo - batteria
Bruce Forman - chitarra
Stefano Travaglini - contrabbasso 

Bruce Forman e Giulio Capiozzo
Track 05 - Capiozzo, Cables, Brown Trio live 1987: Giulio Capiozzo drum solo

FORMAZIONE

Giulio Capiozzo - batteria
George Cables - piano
Cameron Brown - contrabbasso

Brown, Capiozzo, Cables
Le bonus tracks presentano Giulio Capiozzo in formazioni diverse nel biennio 1986-1987. Particolarmente interessante l'esibizione televisiva "City Sound" del 1986, in parte con Trilok Gurtu alle percussioni. Il programma, andato in onda su RAI 3, venne condotta dal patetico Gianni Minà. Il resto lo lascio giudicare a voi. 



Post by George


Serie "Bootleg" n. 266 - New Trolls (Vittorio De Scalzi e La Storia dei NT) - Summer's End Festival, Chepstow, UK, 27.09.2014

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TRACKLIST CD1:

01. Introduction 
02. Una notte sul Monte Calvo 

Concerto Grosso per i New Trolls
03. Improvvisazioni nella sala vuota 
04. 1° tempo: Allegro 
05. 2° tempo: Adagio (Shadows)
06. 3° tempo: Cadenza - Andante con moto 
07. 4° tempo: Shadows (per Jimi Hendrix)

Concerto Grosso: The Seven Seasons 
08. Overture 
09. Dance With The Rain 
10. Barocco'n'Roll 
11. The Seventh Season 


TRACKLIST CD2:

Concerto Grosso n. 2 
12. I tempo: Vivace 
13. II tempo: Andante (Most dear lady) 
14. III tempo: Moderato (Fare you well dove) 
15. Le Roi Soleil 

16. encore 
17. La prima goccia bagna il viso 


FORMAZIONE

Vittorio De Scalzi– keyboards, vocals, flute
Andrea Maddalone – guitar, vocals
Francesco Bellia– bass, vocals
Giorgio Bellia– drums, vocals
Matteo Ferrario– violin


Ottima occasione per riascoltare De Scalzi e la sua costola dei vecchi New Trolls, alias "La Storia". La registrazione risale al 27 settembre 2014 in occasione del Summer's End Festival, un appuntamento fisso per la musica prog internazionale che si tiene nella cittadina inglese di Chepstow. I New Trolls (presentati sia in cartellone che dall'annunciatore con il nome originario), unico gruppo italiano presente alla manifestazione, si sono esibiti nella Chepstow School al fianco di illustri sconosciuti (almeno per me) ad eccezione dei Curved Air che hanno aperto il festival il 26 settembre. De Scalzi con la sua operazione nostalgia non delude il pubblico inglese, sciorinando i grandi classici tratti dai tre "Concerto Grosso" sommati ad alcune chicche quali "Improvvisazioni nella sala vuota", "Le Roi Soleil" e la conclusiva "La prima goccia bagna il viso" (memorabile). Una nota di  merito va ad Andrea Maddalone e alle sue mirabolanti impennate chitarristiche. Bellissimi i dialoghi tra chitarra e violino nel finale di "Adagio/Shadows".

La qualità della registrazione è ottima. Un concerto da gustare dalla prima all'ultima nota. 
Buon ascolto


Link CD 1
Link CD 2


Post by George

Oltre i Rokes - Shel Shapiro solo works: Affittasi (1972, vinyl) & Acoustic Circus (2007, CD)

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Il nome Shel Shapiro evoca inevitabilmente i Rokes, gruppo italo-inglese che negli anni '60 ci regalò pagine indelebili, al di là del vasto successo di pubblico (i dischi del gruppo vendettero oltre 5 milione di copie). Nel 1970, terminata la grande ubriacatura The Rokes, Shel Shapiro si ritrova ad affrontare nuove strade sia come autore-compositore che come interprete.  Nel 1970 incide il suo primo disco solo, "Mi chiamo David Shel Shapiro", album intimista sia nei testi che nelle musiche, che segna una virata decisa rispetto ai suoni del passato. Nel 1972 è la volta di "Affittasi", l'album qui presentato. La sua discografia solista è molto scarna e bisognerà attendere il 1987 per poter ascoltare un suo nuovo lavoro. Il disco si intitola "Per amore della musica". Quindi un altro lungo silenzio discografico sino agli anni 2000 dove Shel ritornerà sulle scene con eventi teatrali e discografici di alto livello e di buon gusto, ben distanti da semplici "operazioni nostalgia" di natura commerciale e speculativa.  


Shel Shapiro nel corso degli anni '70 si distingue soprattutto per la sua vena compositiva posta al servizio di altri cantanti, tra cui Mia Martini, Ornella Vanoni, i Dik Dik e Mina. Si afferma anche come attore e produttore. A lui va attribuito altresì il merito di avere fondato nel 1977, insieme ad Alessandro Colombini e  Silvio Crippa, l'etichetta discografica "Spaghetti Records", che lanciò una serie di artisti come Marco Ferradini e i Decibel.

La carriera cinematografica prende slancio nel 2000 (Brancaleone alle Crociate, Nebbia in Valpadana, Il giorno più bello) affiancata a quella di attore di teatro. Degno di menzione è lo spettacolo teatrale  del 2008 "Sarà una bella società"  scritto da Edmondo Berselli, dal quale verranno tratti un CD e un DVD.  Nel 2012 Shel riceve la "Targa Musica da Bere" ad onorare la sua lunga e brillante carriera. Tra gli episodi più recenti ricordiamo nel 2014, la sua partecipazione nel musical "Jesus Christ Superstar" nel ruolo di Caifa. Per approfondire la sua biografia e la discografia, vi consiglio di visitare il suo sito ufficiale.

From George archives 
Shel Shapiro - 1972 - Affittasi (vinyl)


TRACKLIST:

01. I'd Do It All Again  4:36  
02. Aiutami  3:43  
03. Un po' di più  3:45  
04. No Bad Song  4:31  
05. Affittasi  2:55  
06. Wasn't It Good Enough  4:09  
07. The Same Old Chair  9:10  
08. E un altro giorno passa senza te  2:15  
09. Sawdust Circus  4:39  
10. Wasn't It Good Enough (reprise) 3:01  


Pubblicato dalla Polydor nel 1972, "Affittasi" e il secondo disco solista di Shel Shapiro, dopo il debut album di due anni prima. Il vinile, mai ristampato in CD nel corso degli anni, è contenuto in una originalissima copertina, dalla quale è peraltro impossibile identificare l'autore (solo il retro ci svela che si tratta di Shel Shapiro). Raccoglie 10 brani, dai testi ben curati, ammantati da un velo di tristezza, con suoni delicati dove molto spesso la voce di Shel è semplicemente accompagnata da un pianoforte. Fa eccezione Aiutami, tra gli episodi più belli dell'intero disco, sostenuto da una buona base ritmica e dai cori.

Il disco, oggi decisamente raro, venne pubblicato nello stesso anno in versione "low cost" col titolo "Un po' di più" con gli stessi brani disposti nella stessa sequenza. Ne circolò anche una versione destinata al mercato tedesco intitolata "Sawdust Circus", con tutti i brani cantati in lingua inglese. Per completezza di informazione ho postato tutte le copertine.






From Osel Archives

Shel Shapiro - 2007 - Acoustic Circus


TRACKLIST:

01. Eldorado    
02. Un biglietto per domani    
03. C'è una strana espressione nei tuoi occhi    
04. Lascia l'ultimo ballo per me    
05. Quante volte    
06. L'uomo che sa (versione in italiano di Master Of War di Bob Dylan)   
07. Eleanor Rigby (The Beatles cover) 
08. Bisogna saper perdere    
09. Wild Word (Cat Stevens cover) 
   10. Losing My Religion (R.E.M. cover)
   11. Che colpa abbiamo noi    
12. River Sand Creek    
13. E' la pioggia che va    
14. Per amore della musica    
15. Che colpa abbiamo noi (Shel e il pubblico)


FORMAZIONE

Shel Shapiro - voce, chitarra acustica
Daniele Ivaldi - chitarra acustica
Mario Belluscio - basso
Ramon Rossi - batteria
Luigi Mitola - chitarra
Alessandro Giulini - piano

Ospiti 

Fabio Treves - armonica in 6 - 12 - 13 
Aldo Sisillo - flauto in 12 


Qualche tempo fa l'amico Marco Osel ci aveva inviato i file di questo ottimo album live. Così ho scelto di postarlo in accoppiata con il vecchio lavoro del 1972, uno "Yesterday & Today" a tutti gli effetti. Il CD racchiude un concerto registrato al Teatro Comunale di Modena nel 2007 e vede la presenza di due ospiti d'eccezione, Fabio Treves e il maestro Aldo Sisillo.

Shel Shapiro, sempre imponente con i suoi lunghi capelli argentati legati a coda di cavallo e l'orecchino da pirata, ripercorre in chiave acustica un tratto della storia musicale a lui più vicina, tra vecchi brani dei Rokes completamente riarrangiati e alcune cover di autori che ha particolarmente amato, dai Beatles ai R.E.M., alternando brani in italiano con altri cantati in lingua inglese. Si percepisce il clima della festa, più che quello di un concerto live "rigoroso", con Shel circondato da amici musicisti che intrattiene il pubblico in una sorta di abbraccio virtuale, a sottolineare questo suo ritorno. L'equilibrio tra passato e presente è palpabile e il disco segue un percorso musicale di alto livello ben lungi dal ricadere in un banale revival.

Il CD era stato messo in vendita 11 anni fa assieme al libro “Storie sogni e rock ‘n roll” di Edmondo Berselli (edizioni Promomusic). Ringrazio ancora una volta l'amico Marco Osel per il cadeau e vi lascio con il consueto buon ascolto



Post by George - Music by George & Osel

Serie "Cantautori ai margini" n.16 - Laura Luca - 1979 - Se mai ti stancassi di me (vinyl)

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TRACKLIST:

01. Inutilmente tu
02. Mani su di me (Morning Morgantown)
03. La tenerezza
04. A che serve cantare
05. Se mai ti stancassi (Here, There and Everywhere)
06. Ragazzo fragile
07. Mezza mela
08. Non Elisa
09. Io con te per vivere
10. Vento nel vento
11. Domani domani

La copertina del primo 45 giri del 1978: Domani domani / Solo un'emozione
Bonus tracks
12. Solo un'emozione (lato B, 45 giri, 1978 - inedito su LP)
13. Domani domani (Festival di Sanremo 1978)


Un po' di tempo fa mi sono ritrovato tra le mani questo disco del 1979. Interprete: Laura Luca. Nebbia assoluta, nessun ricordo della signora Luca. Sfogliando virtualmente le pagine del web, ho trovato un po' di informazioni, non molte a dire il vero. Anche Discogs riporta la sua scarnissima produzione discografica. Per queste ragioni di sono permesso di collocarla nella ben nota serie "Cantautori (nello specifico "cantautrice") ai margini".  Ammetto di essere rimasto colpito dalla bellissima voce di Laura Luca e se anche il disco è composto da semplici canzoni, queste sono ben suonate (accompagnatori assolutamente sconosciuti) e ben arrangiate. Possiamo serenamente collocare questo lavoro in una posizione più elevata rispetto ad una certa produzione melensa e canzonettistica tipica del periodo.

Tra i solchi emerge qualche gradevole sorpresa, come una versione in italiano di un brano di Joni Mitchell (Morning Morgantown, qui tradotta in Mani su di me) e una cover, più che dignitosa, della celebre Here, There and Everywhere (Se mai ti stancassi di me) della premiata ditta Lennon-McCartney. Ultima sorpresa: quasi in chiusura del disco sbuca una bella versione, molto intimista, di Vento nel vento di Lucio Battisti. Vale ancora la pena ricordare Domani domani (qui anche in versione sanremese), che Laura Luca portò nel 1978 al Festival di Sanremo. Probabilmente il suo brano più conosciuto. La seconda bonus track, Solo un'emozione, è invece il lato B del 45 giri Domani domani, pubblicato nel 1978 e rimasto inedito su LP. L'album, pubblicato dalla Ricordi, non è mai stato ristampato. 


Due parole su Laura Luca, biecamente scopiazzate da Wikipedia. Classe 1958 (è lei all'età di un anno la bimbetta fotografata in copertina), diplomata in pianoforte al Conservatorio di Milano, a 19 anni esordisce al Festival di Sanremo con la ballata Domanidomani, scritta da Gian Pieretti. Il discreto successo di pubblico ottenuto dal brano la porta al Festivalbar e ad altre altre ospitate televisive. 
Purtroppo (per lei) dopo il discreto album di esordio verrà orientata verso un pop più commerciale e consumistico. La sua parabola musicale si esaurirà nel giro di un decennio con alle spalle altri due album, "Tunnel" nel 1982 e "Sex or love" nel 1988. E qui è abbastanza chiara la nuova piega musicale. Fortuna per lei, nel corso di un tour in Giappone, conoscerà il suo futuro marito. Oggi vive ad Assisi e si occupa della sua numerosa famiglia. 

Teniamoci dunque stretta questa opera prima. Buon ascolto.



Post by George

Serie "Historic prog bands live in Italy" - Capitolo 39 - Noel Redding & Carol Appleby with The Solid Blues live "Big Mama", Roma, 27.11.1986 (radio show)

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FIRST TIME ON THE WEB


TRACKLIST:

Set 1 - Noel Redding & Carol Appleby (acoustic)
01. Summertime Blues
02. Take It Over
03. You've Got To Hide Your Love Away
04. unknown
05. It's So Easy
06. unknown
07. Not Fade Away
08. unknown
09. Love The One You're With

Set 2 - The Solid Blues (electric)
10. unknown
11. Little Wing
12. King Of The Night

Set 3 - The Solid Blues with Noel Redding on acoustic guitar
13. unknown


THE SOLID BLUES LINE UP

Maurizio Bonini - electric guitar, vocals
Gigi Todesco - organ
Antonio Santirocco - bass


Il nome Noel Redding ci fa balzare indietro negli anni '60, quando era il bassista della Jimi Hendrix Experience, insieme a Mitch Mitchell e al grande Jimi, per l'appunto. Nel 1969, a seguito di divergenze con Hendrix, formò un suo gruppo, i Fat Mattress, con i quali incise due album di grande spessore. Conclusa nel 1970 questa breve esperienza formò altri gruppi tra i quali i Road e la Noel Redding Band (che durò fino al 1980), oltre a suonare nella Mick Taylor Band per un breve periodo.

Seguì un progetto acustico con Carol Appleby (che non ho ben capito se fosse solo compagna nell'avventura musicale o anche compagna nella vita) che continuò fino al 1990, toccando anche l'Italia. L'attività musicale successiva si limitò alla partecipazione a festival e ricorrenze dedicati a Hendrix e agli  Experience. Noel Redding, a seguito di cirrosi epatica, è morto a 57 anni, l'11 maggio 2003 nella sua casa di Cork, in Irlanda.


Questo raro concerto venne trasmesso da Rai Radio 1 (l'ho recuperato su una musicassetta che ho masterizzato) ed è relativo, credo, all'unica data italiana di Noel Redding e Carol Appleby in occasione del tour acustico. Ma non ne sono così sicuro. La diretta avvenne dal "Big Mama" di Roma il 27 novembre 1986. Il concerto è suddiviso in tre set: il primo con Noel e Carol che sciorinano una serie di cover tratte dal repertorio di Who, Beatles, Stephen Stills e altri.  Il secondo set include invece tre brani ad opera di una blues band italiana, i Solid Blues, a me assolutamente sconosciuti, che - per l'occasione, forse in dovere di omaggiare gli Experience - si cimentano in una versione di Little Wing. Assolutamente da non perdere la micidiale stonatura del cantante che caratterizza tutto King of the Night. Anche questo è il bello dei live, quando non vengono manipolati in studio. L'ultimo set include un solo brano, con protagonisti i Solid Blues accompagnati da Noel Redding alla chitarra acustica.

Il concerto è registrato su una sola traccia. La qualità del suono è discreta. Una autentica rarità che vede la luce per la prima volta sulle pagine della Stratosfera. Buon ascolto.



Post by George


Morgan - 1972 - Nova Solis

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TRACKLIST :

1 - Samarkhand The Golden - 8:03
2 - Alone - 5:17
3 - War Games - 7:03
4 - Nova Solis - 20:22
a) Theme
b) Floating
c) Take-Off
d) Asteroids
e) Earth
f) Hyperspace: The Return Home
g) Nova
h) May I Remember
i) Theme


Torno dopo tempo immemore a pubblicare un contributo personale, causa problemi di vario tipo che mi hanno tenuto con la testa lontano dal blog. Colgo l'occasione per irngraziare Frank-one e, in special modo, George, grazie alla cui prolificità il blog è rimasto attivo durante questi mesi. Caro George, amico e co/amministratore della stratosfera, grazie per il tuo lavoro insostituibile e grazie per essere instancabile nei confronti del blog. Lo dico col cuore. Captain Robi.

Perchè includere nell'enciclopedia stratosferica questo delizioso disco? Il legame, seppur non percepibile all'ascolto, c'è ed è molto semplice: l'album fu interamente registrato in italia,e più precisamente negli studi di Roma della RCA italiana, ai tempi all'avanguardia a livello europeo. Siamo nei solchi del più classico prog rock inglese, con reminescenze degli Yes (soprattutto nelle armonie vocali) e dei Genesis. Un album da ascoltare più volte, per essere apprezzato e compreso fino in fondo, come il nostro genere preferito impone. Se non l'avete mai ascoltato, siete cladamente invitati a goderne appieno...

 

Un interessantissimo articolo dedicato ad album e band può essere rintracciato sul sito "musicaddicted", che ringrazio e a cui vi rimando per leggere l'articolo nella sua interezza:

"I Morgan sono un band di culto degli anni ’70 (...) La band mette insieme progressive rock alla Yes, meno condiscente della proposta contemporanea dei Genesis (per intendersi), elementi classici, folk inglese e sperimentazione tastieristica. Soprattutto l’utilizzo del sintetizzatore VCS3 rende il loro sound spaziale e molto vicino a certe derive pinkfloydiane. Il loro primo disco del 1972, “Nova Solis”, è un concept fantascientifico, costruito su quattro tracce. Suggestioni barocche unite a tematiche apocalittiche e avventurose. L’intro “Samarkhand the Golden” è un pop-rock spaziale e sinfonico in falsetto. “Alone” si presenta invece come un’ottima ballata, tipicamente inglese, dominata dalla delicata voce di Staffel. La title track è una lunga suite in cui si incastrano diverse suggestioni e bozze, tra le quali i fan dei Queen riconosceranno “Earth” degli Smile. Un impressionante ricamo di armonie, tastiere psichedeliche e poi aggressive, melodie incantate e dolci progressioni di basso fretless. L’album fu registrato in Italia, negli studi romani della RCA, allora tra le sale più equipaggiate (un sedici piste) europee. Nel 2001 l’italiana Black Widow ha ristampato in Lp questo documento dimenticato unico della stagione progressive. Potete dunque procurarvi senza troppi problemi la ristampa… I Morgan registrarono un altro album dopo “Nova Solis” e poi si sciolsero definitivamente nel 1975."


MORGAN :

Morgan Fisher - tastiere, sintetizzatori, cimbalini a dita
Tim Staffell - voce, chitarra acustica, , tamburello basco, timpani
Bob Sapsed - basso fretless
Maurice Bacon - batteria, percussioni, gong



Post by Captain


Serie "New Italian Prog" n. 8 - Calliope - 2002 - Generazioni (live & studio)

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TRACKLIST:

01. La prova (live)
02. Pensieri affascinanti (live)
03. Margherita a Rodi (live)
04. Luci ed ombre (inedito - live)
05. Non ci credo più (studio)
06. Lunario (studio)
07. La terra dei grandi occhi (studio)


FORMAZIONE (nei brani live)

Massimo Berruti - voce solista
Rinaldo Doro - tastiere
Mario Guadagnin - chitarra
Enzo Martin - basso
Gianni Catalano - batteria

FORMAZIONE (nei brani in studio)

Alessandro Amato - voce solista
Enrico Perrucci - tastiere
Francesco Lannocca - chitarra
Andrea Crovagna - basso
Flaviano Sciarpa - batteria


Ho scelto per questo post l'ultimo album, in ordine di tempo, pubblicato dai torinesi Calliope, a mio avviso tra i migliori esponenti del neo prog italiano degli anni '90, Il titolo è "Generazioni" ed è suddiviso in due parti: la prima comprende quattro tracce registrate dal vivo il 20 dicembre 1993 al Teatro Garibaldi di Settimo Torinese, mentre la seconda include tre brani registrati nel 2000 negli Electromantic Synergy Studios, a Colombaro di San Sebastiano. La casa discografica Elecrtromantic e i relativi studi di registrazione sono di proprietà di Beppe Crivella, un nome, una garanzia, da noi ben conosciuto e apprezzato quale tastierista degli Arti e Mestieri, dei quali i Calliope sono conterranei. La parte live rivela in pieno il suono dei Calliope degli esordi, con ampio uso dell'organo Hammond da parte di Rinaldo Doro, fondatore del gruppo. Una parte della critica li paragonò allora a band quali i Latte e Miele e a Le Orme. Non è cosa da poco.

"Generazioni"è una sorta di raccolta antologica che chiude il cerchio della produzione discografica dei Calliope iniziata nel 1992 con l'uscita dell'ottimo album "La terra dei grandi occhi" e proseguita nel 1993 con "Città di frontiera" e, infine, con "Il madrigale del vento" del 1995. La cosa curiosa è il cambio totale di formazione, frutto di una serie di scioglimenti e ricomposizioni avvenuta tra il 1996 e il 2000. Sta di fatto che nella sezione in studio non appare nessuno dei componenti originari. Due gruppi totalmente diversi che portano lo stesso nome. Personalmente la formazione in studio non mi dispiace per nulla: ottimi professionisti e strumentisti che sciorinano tre brani di particolare bellezza intensità Poteva essere il preludio per una nuova stagione musicale. ma così non è stato. Lascio a voi il giudizio e, come sempre, buon ascolto.


Link

Post by George 

Maria Monti - 1976 - Muraglie (vynil)

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TRACKLIST

1 Non ho mai visto il mare 
2 La Mazurchica      
            3 Inserto P.M.          
            4 Polli sterilizzati     
            5 Sommario + Inserto Muraglie (Canzone del carcerato)        
            6 Nella tua casa       
            7 Il girotondo dell'aborto   
8 Sono Donna + Inserto Muraglie
9 Dulcinea    
10 Latrin lovere      
11 La Bella Addormentata+ Muraglie     
12 Ti ricordi Nina

FORMAZIONE

Maria Monti - Voce
Tony Ackerman - Chitarre, armonica a bocca, acqua, bicchieri
Luca Balbo - Chitarre, viola, mandolino, piano stonato, bicchieri
John Heineman -Trombone
Roberto Laneri - Sax soprano e clarinetto basso
Mimi Gates e Luisella Mantovani - Voci

Arrangiamenti di Tony Ackermann e Luca Balbo


C’è un clichè, che forse sarebbe ora di cominciare a smontare, quello della canzone politico/sociale caratterizzata esclusivamente da facili slogan veicolati da una musica di immediata presa (La- MI+ Re-, se non il DO/SOL tipico degli stornelli). Pezzi, insomma, costruiti per essere cantati in coro nelle manifestazioni di piazza degli anni Sessanta e Settanta. Se in qualche caso ciò è vero, bisognerebbe però rivalutare alcune esperienze che invece hanno tentato coraggiosamente strade diverse, spesso ostiche, in certi casi al limite dell’avanguardia, in una concezione progressista dell’arte sociale. Basti fare il nome di Giovanna Marini, o ascoltare con orecchie attente alcuni dischi di Paolo Petrangeli (quelli da “Lo sconfronto”, 1976, in poi), oppure la produzione anni 70 della milanese Maria Monti.

Il nome di Maria Monti, se si può dire poco noto al grande pubblico, non è certo sconosciuto a chi segue da vicino le vicende della canzone italiana. Classe 1935, personaggio eclettico che si spese tra teatro, cabaret, canzone e cinema, Maria Monti è un tassello fondamentale nella definizione in Italia di un’idea di canzone d’autore. E’ infatti da fine anni 50 che comincia la sua storia musicale, quando, frequentando l’ambiente del Santa Tecla, si lega in un sodalizio che sarà artistico e, per qualche tempo sentimentale, con Giorgio Gaber (da cui ne uscirà a pezzi). Ma cruciale fu anche la collaborazione con il regista Filippo Crivelli: è lui a proporre a Maria Monti, che aveva già cominciato a scrivere diverse canzoni dotate di singolare piglio e originalità, di portarle in teatro. Ne nasce lo spettacolo “Le mie canzoni e quelle degli altri”,che fa da apripista ad altre esperienze analoghe (la più famosa delle quali è quel “Milanin Milanon” che vedrà il ritorno alle scene di Milly e l’esordio di Enzo Jannacci), ma anche, due anni dopo “Il Giorgio e la Maria”, diviso a metà, appunto, con Giorgio Gaber. I due portano a Sanremo “Benzina e cerini” e scrivono insieme diverse canzoni, tra cui quella che resta ancora oggi un vero hit del Gaber pre-Luporini, vale a dire “Non arrossire”(per motivi discografici co-firmata anche da Mogol, che pure non ne scrisse nemmeno una parola). E’ Maria Monti, tra l’altro, ad ascoltare casualmente da un portiere di un condominio la canzone popolare milanese “La Balilla”, e ad avere l’idea di rielaborarla ed inciderla, sempre con Gaber, facendone un classico.


 Nello stesso 1961 la RCA, le pubblica “Recital”, uno dei primissimi dischi di canzone d’autore al femminile (magari ne riparleremo prossimamente sulla Stratosfera, se volete), e da lì parte la sua carriera discografica che si svilupperà però fuori dalla RCA, a cui, prima della polemica rottura, “regala”, a sentire la stessa Maria Monti, l’invenzione del termine “cantautore” coniato durante una riunione con, tra gli altri, Vincenzo Micocci (il quale a sua volta si attribuisce la paternità dell’amata/odiata, ma fortunata, parola). Dopo una seconda metà dei Sessanta dedicata esclusivamente al teatro e al cinema, nei ’70 (ed ecco che ci avviciniamo all’oggetto del nostro post), riprende con regolarità la sua attività discografia con diversi album in cui le tematiche politiche-femministe sono sempre più in rilievo, ma via via sempre più inserite in un contesto sonoro spiazzante, sperimentale, in cui suggestioni folk (centrale in tal senso la figura del suo stretto collaboratore, Luca Balbo) si innestano su tappeti ora minimalisti, ora su strutture tipiche della musica colta contemporanea, il tutto solcato da una vocalità aperta, libera, fuori dagli schemi. I nostri lettori conoscono già, per essere stati oggetto di precedenti post lo straordinario “Il Bestiario”, 1974, inciso con Alvin Curran e Steve Lacy, o la sua partecipazione nel ’77 al gruppo Prima Materia con cui pubblica un osticissimo album, “The tail of the tiger”, interamente imperniato su tecniche armoniche orientali (QUI).


Questo “Muraglie”,dello stesso ’77, che ora andiamo a presentarvi, mai ristampato in vinile e finora, per quanto ne sappiamo, non reperibile in rete, è l’unico inciso per la storica etichetta IT di Vincenzo Micocci (guarda un po’ chi si rivede...), che in quegli anni era tesa a valorizzare le autrici, in un collegamento ideale tra le pioniere e le “cantautore” che cercò di lanciare, con alterni successi, all’epoca (Roberta D’Angelo, Nicoletta Bauce, Grazia Di Michele, Carmelita Gadaleta).


L’album prende spunto dal precedente “Il Bestiario”, cercando tuttavia di smussarne le istanze più radicali in una versione più fruibile, seppure sopravvivano in alcuni pezzi effetti rumoristici e accenni alla musica contemporanea. Degna di rilievo è la presenza di Roberto Laneri (musicista, ricercatore e studioso, già compagno di avventure nei già citati Prima Materia), nei credits curiosamente storpiato in Lanevi. Si tratta di un concept album sulla condizione femminile, in cui molti brani fluiscono l’uno nell’altro, con interventi recitati e con un inserto originale, appunto “Muraglie”,vecchio pezzo del ‘35, che torna ironicamente spesso a fare da collante.


Molti i brani interessanti, dalla giocosa “La Mazurchica” (dal repertorio di Violetta Parra), a “Polli sterilizzati”(cover di Gualtiero Bertelli) , dalla polemica “Girotondo dell’aborto”, alla parodistica “Latrin lover”,  dalla sambata “Nella tua casa” fino alla rilettura finale di “Ti ricordi Nina” (forse ispirazione per “La Fata” di Bennato?) di Gianni Nebbiosi, anch’egli compagno nei Prima Materia, in una versione più straniata. Unica nota stonata: una copertina di rara bruttezza. Maria Monti, alla veneranda età di 82 anni, porta ancora avanti una vivace attività artistica: proprio nel 2017 ha riportato in scena un nuovo spettacolo, annunciando, a distanza di quarant’anni dal precedente, un nuovo album di inediti.


Post by Andrea Altrocanto

Marino De Rosas - 1999 - Meridies (plus bonus CD)

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TRACKLIST:


Il nome Marino De Rosas ai più non dirà nulla, o quasi. Invece porta con sé una lunga storia musicale, che affonda le radici nel primo beat anni '60, quindi nel pop anni '70, per approdare a due prove soliste di indubbio valore, basate sul suono della chitarra acustica. Una costante delle composizioni di Marino De Rosas è l'amore per la sua nativa Sardegna (è originario della Gallura), tradotto nell'uso di strumenti tradizionali e nella miscela delle tipiche  sonorità vocali del folklore sardo con i suoni elettrici e acustici.


Il suo percorso musicale inizia allorché, quattordicenne, ottiene in regalo una chitarra e, grazie alla passione per la musica trasmessa dal padre, impara i primi rudimenti. Con un gruppo di amici conterranei forma nel 1962 i Devils, una delle tante "cover band" sorte allora, che propongono brani di Beatles, Shadows, Ventures e altri gruppi beat loro contemporanei. Trasferitosi "in continente" (per la precisione a Milano) nel 1965, insieme al gruppo, De Rosas firma un contratto con la Southern Music e cambia nome ai Devils. Nascono così I Pelati, una tra le beat band italiane più originali dell'intero decennio anni '60, grazie anche al look controcorrente: ai lunghi capelli portati da Beatles, Stones e dai loro epigoni, contrappongono una bel cranio lucido, rapato a zero, antesignani di mode più recenti.


I Pelati si caratterizzano per una breve stagione musicale, anche se intensa, e per una altrettanto breve discografia. Riescono ad incidere solo due 45 giri, entrambi nel 1966. Nel 1967 viene pubblicato un EP per il mercato spagnolo che raccoglie le quattro tracce. Tra queste spiccano Come i ragazzi di via Paal, il brano più conosciuto, e l'originalissima Brunedda, un rock 'n roll cantato in gallurese e ispirato dalla musica tradizionale sarda. Il coro iniziale lo testimonia. Dopo alcune apparizioni televisive, insieme ai Nomadi partono per un tour italiano al fianco del cantante  italo-francese Salvatore Adamo. Piccolo aneddoto: nel corso dell’elezione di Lady Europa, a Cortina, i Pelati  ricevono l’Oscar come miglior complesso d'Europa e, a Salsomaggiore, l'Oscar dell'anticonformismo. Più che meritato.


Giunto nel 1967, l'anno di sublimazione della psichedelia internazionale (Sgt. Pepper's docet), Marino De Rosas propone una trasformazione della band ad iniziare dal look. I cinque Pelati si fanno ricrescere i capelli, cambiano il nome in Colours e firmano un contratto con la RI-FI Records. I Colours, anche in questo caso, non riescono ad incidere altro che due 45 giri. il primo nel 1967, il secondo nel 1968. Quest'ultimo contiene sul lato A una bella versione di Hush, di Joe South, proposta in versione Deep Purple Mark I.  Qui sotto due scatti fotografici dei Colours (che prima dello scioglimento abbrevieranno il nome in Colors).



 All'alba del 1969, conclusa l'avventura milanese, Marino De Rosas esce dal gruppo e si ristabilisce definitivamente in Gallura dove inizia un nuovo capitolo artistico. Come riportato sul suo sito ufficiale, che vi invito a visitare cliccando qui http://www.marinoderosas.com/index.html, messa da parte la Stratocaster si dedica alla chitarra acustica. Traendo ispirazione dalla musica popolare sarda, dopo aver messo a punto una particolare accordatura aperta, si dedica alla composizione di brani originali che saranno incisi nel 1990 su una musicassetta intitolata "Kiterras". E' un album di difficile reperibilità, quindi lancio il solito appello: se lo possedete fatecelo sapere, in modo tale da condividerlo sul nostro blog. Questa la copertina della MC


Dal 1991, dopo una serie di concerti in Sardegna e un’apparizione sulla TV nazionale, Marino De Rosas non si mostrerà più in pubblico, isolandosi nei suoi studi per riapparire solo nel 1997, dopo sei anni di silenzio, in un’edizione del Festival ICHNOS, nello scenario del Santuario di Santu Antine. Nel maggio 1998, partecipa alla tre giorni del Festival Internazionale di Danza di Praga, come solista e come accompagnatore di Ballo Sardo. Nello stesso anno svolgerà una densa attività concertistica da solista e in diverse formazioni. Nel frattempo, a partire dalla fine del 1996, Marino inizia a lavorare ad un nuovo progetto discografico intitolato "Meridies",  prodotto in seguito, da Andrea Parodi  per la Amiata Records e pubblicato nel giugno 1999 (il CD è stato ristampato nel 2006).

Dal 2000 in poi è attivo in numerosi concerti sia in Italia che all'estero, da solista e, per un breve periodo, nel duo Boke & Kiterras col cantante Andrea Parodi. Nel 2007 viene pubblicato un nuovo album, l'ultimo in ordine di tempo, dal titolo "Femina 'e mare", prodotto dall'etichetta indipendente Tronos. Siamo all'epilogo. Riassumendo la sua attività come solista, dal 1990 ad oggi, Marino De Rosas ha tenuto quasi mille concerti, esibendosi in teatri, auditorium, piazze, chiese, feste private, musei e siti archeologici, in Sardegna, in Italia e all'estero. Qui sotto tre immagini di Marino De Rosas "yesterday & today" (tratte dal suo sito ufficiale)




Ultima annotazione: il disco è postato su un'unica traccia.

Bonus CD - I Pelati e i Colours - 1966/1968


I Pelati - Singoli - 1966

01. Pepe e Miele (I Don't Love You No More) (lato A, 1966)
02. Brunedda (lato B, 1966)
03. Come i ragazzi di via Paal (lato A, 1966)
04. Oh, Giorgio (lato B, 1966)


Premessa: avevo già postato nel 2013 i singoli de I Pelati, ma il link è da tempo inattivo. Una buona occasione per riascoltarli. Riecco quindi i due 45 giri registrati dal gruppo nel 1966. Il primo contiene una cover degli Hot Rods tradotta in italiano in Pepe e Miele. Il lato B presenta invece la divertente Brunedda, già cavallo di battaglia dei Devils. Il secondo singolo, pubblicato qualche mese dopo, include sul lato A Come i ragazzi divia Paal, brano che verrà riscoperto e apprezzato anni dopo, quando si inizieranno a cercare le gemme dimenticate del beat italiano, Sul lato B appare l'anonima Oh, Giorgio. Nel 1967 l'etichetta Belter pubblica, solo per il mercato spagnolo, un EP contenente i quattro brani. Qui sotto la copertina.


La formazione dei Pelati era la seguente: Marino De Rosas e Franco Terzitta alle chitarre, Tony De Rosas all'organo, Giorgio Asara al basso e Paolo Careddu alla batteria.



I Colours - Singoli - 1967/1968

05. Con un sorriso (lato A, 1967
Detroit City (lato B, 1967 - missed)
06. Hush (lato A, 1968)
07. Anniversario dell'amore (lato B, 1968)


Il primo singolo dei Colours è raro, ma reperibile sul mercato on line. In questo post manca dunque il lato B, Detroit City, cover di un brano di Tom Jones. Il gruppo, a cavallo tra il 1967 e il 1968, tiene una serie di concerti un po' in tutta Italia. Proprio nel 1968 incidono una cover di Hush, in perfetto Deep Purple style, brano che verrà inserito negli anni successivi in numerose compilation. 
Intanto avvengono alcuni cambiamenti nella formazione: Terzitta cede il posto a Franco Scorza, mentre Asara viene sostituito da Marco Menna. Alcuni dissapori con la casa discografica li porta a rompere anche con la Ri-Fi e a modificare il nome in Colors. Con questa denominazione realizzano un altro 45 giri, su etichetta Eleven Music, contenente un brano di Miriam Makeba, Malaika. Assolutamente introvabile.

E così si conclude questo lungo post dedicato a Marino De Rosas. Resta fuori il suo secondo disco solista che potrà essere oggetto di un prossimo post. Sempre che possa interessarvi.
Buon ascolto


Link Meridies
Link Bonus CD

Post by George

Morgan - 1977 - Brown Out (aka The Sleeper Wakes) - Recorded in 1973

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TRACKLIST:

01. Fire In The Head (5:01)
02. The Sleeper Wakes (6:07)
03. The Right (9:38)
04. What Is - Is What (19:56)


FORMAZIONE

Morgan Fisher - keyboards
Tim Staffell - vocals
Bob Sapsed - Fretless bass
Maurice Bacon - drums, percussion


Nell'ottica del "completismo", questo post segue a ruota quello recentissimo curato dal Capitano e  dedicato al disco di esordio dei Morgan. Ovviamente non sto a riproporre la biografia del gruppo, anche perché è già stata proposta in maniera ineccepibile. Mi limiterò quindi a fornire alcune  informazioni su questo secondo e ultimo lavoro del gruppo prog rock inglese. Innanzitutto va ricordato che le registrazioni dell'album avvennero, come per "Nova Solis", in Italia, negli studi RCA di Roma, tra gennaio e febbraio del 1973.  Il missaggio ebbe luogo nei Marquee Studios di Londra nell'aprile dello stesso anno. L'album venne però pubblicato qualche anno dopo in due diverse edizioni con titolo e copertine differenti: negli Stati Uniti ad opera dell'etichetta Passport Records nel 1977, col titolo "Brown Out"; in Gran Bretagna nel 1978, etichetta Cherry Red, col titolo "The Sleeper Wakes". Quest'ultimo è poi stato ristampato in CD dalla Angel Air Records nel 1999 con una copertina ancora diversa. "Brown Out", infine, è stato ristampato nel 2011 per il solo mercato giapponese dall'etichetta discografica Belle Antique. Qui sotto troverete la cover gallery.

Front cover edizione UK 1978
Front cover ristampa 1999
Back cover ristampa 1999
Inside cover ristampa 1999
L'album contiene quattro tracce, di cui una della durata di quasi 20 minuti posta in chiusura, che ricalcano le elaborazioni sonore che abbiamo avuto modo di conoscere e apprezzare nel disco d'esordio, con grandi virtuosismi, in particolare ad opera del tastierista Morgan Fisher e del suo sintetizzatore. 

E' tutto. Vi auguro Buon ascolto.



Post by George

Giangilberto Monti - 1978 - L'ordine è pubblico? (vynil)

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 TRACKLIST

1 L'Ordine è pubblico?
2 Algeri 1954
3 Storia di periferia
4 Tic-Tac
5 Storia di una nota
6 Dal nostro Inviato Speciale
7 Il Pruk
8 Balthazar

Testi e musiche di Giangilberto Monti

FORMAZIONE
Giangilberto Monti- voce
Ivan Cattaneo, Roberto Colombo, Roberto Manfredi- voci ospiti
Beppe Cantarelli, Massimo Luca, Maurizio Martelli- chitarra
Giorgio Azzolini- contrabbasso
Flaviano Cuffari- batteria
Mino Fabiano, Stefano Cerri- basso elettrico
Maurizio Martelli- chitarra elettrica
Claudio Pascoli, Hugo Heredia- flauti
Ebe Mautino, Mara Galassi- arpa
Alfredo Coppola, Michele Berrino- corno
Alberto Mompellio- tastiera
Roberto Colombo- polimoog
Bruno De Filippi- mandolino
Mario Arcari- oboe
Maurizio Preti, Renzo Bergonzi, Tullio De Piscopo- percussioni
Attilio Donadio, Hugo Heredia, Paolo Tommelleri- sassofono
Fermo Lini, Gastone Bregoli- tromba
Sergio Almangano-violino
Franco Mompellio, Francoise Goddard, Lella Esposito, Luigi Langella, Maurizio Martelli, Vanda Radicchi- coro
Valentino Maggioni-  produzione e coordinamento artistico


Giangilberto Monti è stato autore, tra gli anni 70 e gli anni 80, di diversi dischi, di poco successo a dire il vero, non particolarmente considerati dalla critica, nè rivalutati a posteriori. Eppure, amici, ci permettiamo, almeno per il lavoro che stiamo per proporvi, di dissentire.

Figura importante della scena milanese (è stato uno degli agitatori dello Zelig, poi collaboratore di Dario Fo) Giangilberto Monti inaugura la sua carriera discografica proprio con questo interessante “L’ordine è pubblico?” inciso nel fatidico ’77 (e si sente) e uscito nel ’78. L’album, mai ristampato in CD (ad eccezione di alcuni pezzi poi riproposti nella raccolta “Musicalmente scorretto” del 2011), è un disco assolutamente da riscoprire, sia per la bontà in sé di diversi pezzi, sia per l’assoluto valore musicale degli arrangiamenti firmati da Alberto Mompellio e Maurizio Martelli (anche se sul sito dell'autore  è accreditato solamente il primo). Si avverte infatti il “Milano Sound” dell’epoca, con una sezione ritmica ad alto tasso creativo (Cerri/Cuffari) e uno svolazzare di fiati, strumenti a corde, percussioni (c’è anche Toni Esposito), piani elettrici, arpe, nonché un’orchestra d’archi che suggella il tutto nel finale di ogni lato. Insomma, un gran bell’ascoltare, fidatevi.


L’apertura della titletrack è già programmatica: un rock meticcio che sostiene un testo di conflitto  metropolitano, una visione espressiva e drammatica che ricorda, per certi versi, alcune cose di Enzo Maolucci, di Claudio Lolli o di Gianfranco Manfredi, probabilmente il nome a cui, per radici e approccio stilistico, Giangilberto Monti appare più vicino. Non a caso, forse, dall’Ultima Spiaggia (etichetta movimentista fondata da Ricky Gianco e Nanni Ricordi) che aveva da poco pubblicato le cose migliori di Gianfranco Manfredi, arrivano rinforzi di qualità come Roberto Manfredi, Ivan Cattaneo e Roberto Colombo, che diverrà poi produttore e arrangiatore di altri LP di Monti.

“Algeri 1954”è una delicata ballata che rievoca un episodio della lotta di liberazione dell’Algeria (si avvicinava il venticinquennale), mentre “Storia di periferia” tratta il delicato (e all’epoca dirompente) dramma della droga: visto l’alto rischio di retorica a cui si poteva andare incontro, diciamo che il nostro Giangilberto ne esce sostanzialmente illeso (anche se siamo lontani dalla crudezza di una “Scimmia” di Finardi).


Anche gli altri pezzi scorrono bene, tra belle invenzioni come “Tic-tac” (sviluppata da un idea del poeta palestinese Hamzi Salem), brani più sostenuti come “Storia di una nota” (ancora con un featuring di Ivan Cattaneo), la lunga “Dal nostro inviato speciale”, musicalmente ben costruita, con una coda jazz-rock davvero pregevole. Tra i musicisti, è degna di nota anche la sezione fiati che vede all’opera gente del calibro di Mario Arcari, Claudio Pascoli e Hugo Heredia (quest’ultimo di area Cramps).


Giangilberto Monti pubblicherà in seguito altri album, inizialmente per la CBS, etichetta all’epoca assai mainstream (nello stesso ‘78 accoglie Claudio Baglioni in fuga dalla RCA), il che, con il senno di poi, ha un po’ penalizzato Monti, che sarebbe stato forse più valorizzato altrove: per dire, questo primo album non sarebbe affatto apparso come un intruso nel catalogo della sopra ricordata “Ultima Spiaggia”. Tra questi primi lavori, quello che ha avuto un po’ più di riscontro è stata sicuramente la rock-opera “Guardie e ladri” del 1982, da poco rimasterizzata e disponibile in digital downloading, che ospitava nomi quali quelli di Alberto Camerini, Anna Oxa, Francesco Di Giacomo, Bernardo Lanzetti e Flavio Premoli (co-autore della musica), con il quale, nel corso degli anni ’80, Monti scriverà anche canzoni per altri (Mia Martini, Fiordaliso, Anna Oxa).

Giangilberto Monti in un recente scatto
Nel frattempo Monti si dedica al teatro musicale e allo studio e alla valorizzazione della canzone francese, attraverso spettacoli, altri dischi nei '90, nonché trasmissioni radiofoniche: insomma diventerà un importante operatore culturale, anche nella veste di critico con libri legati alla musica e alla comicità, tra cui un’Enciclopedia della canzone d'autore (una Garzantina di inizio anni 2000), che ancora oggi gli appassionati ricordano per la massa notevole di errori e imprecisioni che contiene.

Per tutto il resto, se volete saperne di più, c’è la paginaWikipedia o il sito dell’autore.

NOTA- purtroppo il vinile da cui abbiamo effettuato il rippaggio ha vissuto tempi assai migliori. Chiediamo venia. Ciò nonostante, buon ascolto!


Post by Andrea Altrocanto, piccole rifiniture del Capitano

Serie "Historic prog bands live in Italy" - Capitolo 40 - Gong, Piazza Navona, Rome, 27th June 1975

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TRACKLIST:


Altri tempi, che rivivo con nostalgia. Siamo nel 1975: la rivista Stampa Alternativa sostiene le battaglie del Partito Radicale per la depenalizzazione delle droghe leggere (sì, proprio quelle che 42 anni dopo, leggasi marjuana, si possono utilizzare a scopo terapeutici e, in qualche Stato, anche a scopo "ricreativo"). Insieme a Muzak, altra grande testata storica, SA organizzò un free concert a Roma, niente meno che nella splendida cornice di Piazza Navona. Gli ospiti furono i Gong, gli Henry Cow e Robert Wyatt. Vi rimando a questo interessante sito dove potrete leggere, direttamente dalle pagine di Stampa Alternativa, le fasi di organizzazione del concerto. 


L'intera esibizione dei Gong venne registrata e ne venne tratto questo bootleg dalla qualità sonora veramente notevole. Dal sito "Saluzzi Home Record Collection" apprendiamo alcune interessanti notizie sulla formazione dei Gong in questo concerto. Innanzitutto vediamo che sono orfani del loro leader Daevid Allen e della sua compagnia Gilli Smith. In effetti il gruppo passò per un breve periodo nelle mani del chitarrista Steve Hillage (quello fotografato nella fontana del Bernini sulla copertina del bootleg). Questo assetto durò pochi mesi dato che nel dicembre del 1975 anche Hillage abbandonò il gruppo per intraprendere la sua carriera solista lasciando la leadership dei Gong al batterista Pierre Moerlen. Nelle note di copertina alla batteria è accreditato Brian Davison, batterista che effettivamente militò per un breve periodo nei Gong, da febbraio a luglio 1975, così come confermato dal sito ufficiale dei Gong. .

Il concerto, della durata complessiva di 56 minuti, lascia spazio a numerose jam e improvvisazioni, nella migliore tradizione dei Gong. Bellissimo. Qui sotto una serie di scatti fotografici di quella storica giornata.

Vi lascio con il consueto buon ascolto e con una anticipazione. Il prossimo "Historic prog bands live in Italy" ospiterà Pierre Moerlen, in un concerto registrato a Firenze nel 1978 (soundboard), gentile omaggio del nostro impareggiabile amico Marco Osel.  





Post by George


Andrea Parodi: "Rosa Resolza" (con Elena Ledda - 2007) e "Midsummer Night in Sardinia (con Al Di Meola - 2005)

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Ispirato dall'invio dei file dell'album "Rosa Resolza" da parte dell'amico Marco Osel, mi accingo a rendere il giusto omaggio ad una delle più belle voci del panorama italiano dell'ultimo ventennio (e forse anche più), ovvero Andrea Parodi, indimenticabile leader dei Tazenda e prima ancora del Coro degli Angeli. Andrea se ne è andato oramai da 12 anni, nella sua Sardegna, il 17 ottobre 2006. 

Ligure dal lato paterno (il cognome Parodi è un marchio di fabbrica ) e sardo da quello materno, Andrea inizia le sue esperienze musicali sul finire degli anni '70 con un gruppo di Sassari, il Sole Nero, accompagnando anche Gianni Morandi in alcuni concerti dal vivo. L'esperienza con il Coro degli Angeli dura dal 1982 al 1986. Il gruppo pubblica ben tre album. Un paio di anni dopo inizia la fase artistica più luminosa per Andrea Parodi, quella con i Tazenda, insieme ai quali, nell'arco di una decina d'anni, sfornà quattro album in studio, due dal vivo e una compilation. A loro va anche l'onore, oltre che di essersi ben classificati nei vari Sanremo, Festivalbar e Cantagiro new edition, di essere stai invitati da Fabrizio De André, come coristi, nella canzone Monti di Mola, dal disco "Le nuvole". Nel 1997 Andrea intraprende la carriera solista (riformerà i Tazenda nel 2006 per una breve reunion) e inizia a collaborare con musicisti e cantanti di prestigio quali Al Di Meola, Noa, Gianluca Corona, Elena Ledda. L'ultimo suo disco è proprio quello inciso con Elena, "Rosa Resolza", a suggellare e coronare una lunga amicizia e un rapporto umano e artistico durato molti anni, 

Il post ricordo di Andrea Parodi include due grandi album, frutto della collaborazione con altrettanti grandi artisti: il primo è il già citato "Rosa Resolza" con Elena Ledda, il secondo è "Midsummer Night in Sardinia" realizzato insieme al grande virtuoso della chitarra, Al Di  Meola. 


Andrea Parodi e Elena Ledda - 2007 - Rosa Resolza


TRACKLIST:

01. Ruzaju - 3:42
02. De Bentu - 3:44
03. Stabat - 5:27
04. Astrolicamus - 7:40
05. Temporadas - 5:56
06. Rosaresolza - 2:12
07. Sienda - 3:55
08. Inghirios - 3:47
09. Mirade - 7:17
10. No mi giamedas Maria - 3:20
11. Gracias a la vida - 7:17


MUSICISTI

Andrea Parodi / Elena Ledda - voci
Balentes (Stefania Liori, Lulli Lostia, Elisabetta Delogu) - coro
Rita Marcotulli - pianoforte
Mauro Palmas - mandole
Gianluca Corona - chitarre
Andrea Ruggeri - hang, shakers
Silvano Lobina - basso
Gigi Marras - flauto dolce
Francesco Sotgiu - percussioni, violini, pianoforte, chitarra acustica, basso
Alessandro Fontoni - contrabbasso


« Gracias a la vida, che mi ha dato tanto, mi ha dato il riso e mi ha dato il pianto, così distinguo gioia e dolore, i due materiali che formano il mio canto, e il canto degli altri che è lo stesso canto, e il canto di tutti che è il mio proprio canto »

"Rosa Resolza"è l'album epitaffio di Andrea Parodi, realizzato in collaborazione con Elena Ledda. Il brano posto a chiusura del disco, Gracias ala Vida, di Violeta Parra, è stato registrato dal vivo in occasione del suo ultimo concerto, il 22 settembre 2006. Andrea ha calcato le scene fino all'ultimo, nonostante il volto pallido e scavato, effetto della chemioterapia, col cappellino calcato in testa, con quella sua aria zingaresca, da vero spirito libero. Ma quanta vitalità riusciva ancora a sprigionare. Al suo fianco Elena Ledda, una delle più belle voci della Sardegna (e non solo), coltivata al Conservatorio di Cagliari agli inizi della sua carriera. Due voci passionali che si rincorrono lungo i solchi di questo album bellissimo e intenso. Il progetto era latente da numerosi anni e finalmente ha visto la luce, connotandosi come canto del cigno di Andrea Parodi. Sono state scritte numerosi recensioni su questo disco: basta digitare il titolo su Google e si aprirà un universo. Mi è particolarmente piaciuta quella pubblicata sul sito Debaser, alla quale vi rimando cliccando qui.

"Rosa Resolza / Rosa Coltello", se da un lato ci lascia l'amaro in bocca, in quanto testamento sonoro di un grande artista, dall'altro ci trasmette la forza di lottare. di guardare avanti e affrontare con determinazione, come ha fatto lui, i lati più oscuri e difficili della vita. Grazie Andrea per questi preziosi insegnamenti.



Andrea Parodi e Al Di Meola - 2005
Midsummer Night in Sardinia


TRACKLIST:

01. Amargura
02. Umbras
03. Creation
04. Efix
05. Deo Ti Gheria Maria (The Sound of Silence)
06. La Maza
07. Armentos
08. No potho reposare
09. Astrolicamus
10. A Foua  (bonus track)


AL DI MEOLA BONUS TRACKS
11. Umbras (acoustic version, live in Burghausen, Germany, 2009)
12. Umbras (electric version, live in Poland 2011)


FORMAZIONE

Andrea Parodi - voce
Al Di Meola - chitarra
Gianluca Corona - chitarra elettrica
Gavino Murgias - sax, launeddas, sulittu, bassu, duduk, strumenti etnici
Roberto Dani - batteria
Gumbi Ortiz - percussioni

Trio Ammentos:

Paolo "Peo" Alfonsi - chitarra classica
Salvatore Maiore - contrabbasso
Fausto Beccalossi - fisarmonica e fischio


Una magistrale fusione di stili, dove confluiscono le canzoni in dialetto sardo e ligure cantate da Andrea Parodi e i vituosismi chitarristici di Al Di Meola, musicista jazz di lungo corso e comprovata fama. Si respira aria mediterranea, profumo di mare, di mirto e di fiori...

"Tutto ebbe inizio quando Al Di Meola ascoltò Andrea durante le prove di un concerto e anche lui, estasiato dalla voce, volle fare qualcosa con Parodi. Dal loro incontro nacque questo lavoro a metà strada fra il Mediterraneo e New York" (da Debaser). Recensione completa qui.

I due fecero anche un tour in alcuni Paesi europei che ottenne un grande successo di pubblico. Spicca all'interno dell'album una coraggiosa e affascinante versione in dialetto sardo della celebre The Sound of Silence di Simon & Garfunkel, peraltro già inclusa in una nostra "Italian covers"compilation...


Vi sono in circolazione due diverse edizioni di questo album:la prima (quella che vi presentiamo in questa sede, omaggio dell'amico Osel), era allegata ad un numero del quotidiano l'Unione Sarda e quindi non in vendita separatamente; la seconda, sempre pubblicata nel 2005 dalla Rai Trade, uscì con due copertine differenti e una diversa disposizione dei brani. Quest'ultima versione include un brano in più, A Foua, posto a chiusura del disco, registrato però il 22 giugno 2005 al Teatro Comunale di Cagliari e quindi non appartenente a questo concerto. Va da sé che l'ho postato come bonus track, giusto per non farci mancare niente. Le copertine sono pubblicate qui sotto e in apertura del post.



"Midsummer Night in Sardinia" venne registrato il 3 agosto 2004 al Festival "Rocce Rosse & Blues" a Santa Maria Navarrese, in provincia di Nuoro. Al Di Meola, negli anni successivi alla scomparsa di Andrea, propose nel corso dei suoi concerti, sue personali versioni di Umbras, brano composto dallo stesso Andrea Parodi. Ne ho scelte due da includere tra le bonus track: la prima in versione acustica, è stata registrata il 19 marzo 2009 a Burghausen, in Germania, in occasione del locale festival jazz; la seconda è invece una torrenziale versione elettrica, registrata in Polonia nel 2011.


Dopo la scomparsa di Andrea Parodi venne istituito, da parte dell'omonima fondazione, il premio Andra Parodi con l'intento di valorizzare la musica e la cultura sarda e la world music più in generale. E' tutto. Ancora un ringraziamento all'amico Marco Osel per il prezioso contributo.  Buona ascolto.


Link Rosa Resolza
Link Midsummer Night in Sardinia

Post by George - Music by George & Osel

Serie "Etnic Italy" vol. 4 - Novalia- 1990- Sabir (vynil)

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TRACKLIST

1. Deserto
2. Un caso d'assenza
3. Il Castello
4. (Bataille) Descrizione di una battaglia
5. Dio d'acqua
6. Acoustica/Anthem
7. Musa
8. Deir Yassin
9. Danse ogol
10. D'improvviso

FORMAZIONE 

Raffaello Simeoni: voce, flauto, sax, ciaramella, organetto
Stefano Saletti: batteria, percussioni, samplers
Enzo Renda: basso & basso freatless
Paolo Miatto: chitarra elettrica e acustica, effetti

Guest:

Floriana Beretta: voce
Giancarlo Bigazzi: various
Federico Festuccia: piano & tastiere

Raffaello, Stefano& Fabiana: cori

"Questo disco è dedicato
a tutti coloro che
in epoca non definita,
nei porti dell'Europa del Sud,
parlavano il Sabir".

Se scavallando lo scivoloso crinale tra anni Ottanta e Novanta, in una notte d’inverno, un viaggiatore si fosse trovato per caso a passare lungo le vie in cui la musica etnica non disdegnava di incestarsi con i suoni della modernità, avrebbe, nei pressi di Rieti, incontrato i Novalia, formazione che dipanò la sua musica ancora per un decennio, regalando al mondo album di grande originalità, a cominciare da questo “Sabir”,primo vero lavoro sulla lunga distanza, dopo una serie di demo tape, EP, registrazioni live.


Il disco è prodotto dalla Materiali Sonori dei fratelli Giampiero e Giancarlo Bigazzi e  dell’etichetta toscana ripropone alcuni stilemi estetici, ossia un senso totale della musica che insiste sulla spazialità e sull’iteratività di cellule melodiche e ritmiche. C’è, in più, in questo “Sabir”(termine che allude alla lingua parlata nei porti del Mediterraneo, fusione di diversi idiomi), l’emozione della scoperta, la consapevolezza di lastricarsi da soli la strada su cui si sta passando, meraviglandosi di come i suoni ancestrali di flauti, tamburi, e organetti possano dialogare con strumenti rock (basso, tastiera, chitarre elettriche) e samplers elettronici.

L’album, le cui registrazioni cominciarono nell’89, ci accoglie con “Desertu”, una sorta di etno-ambient dai tratti percussivi che s’innestano su alcune sonorità wave prettamente anni 80, un legame che appare ancor più evidente nel cantato de “Il castello”. E’ un suono, questo dei Novalia all’altezza del primo disco, di trame dilatate da tastiere liquide e, come in “(Bataille) Descrizione di una battaglia”,da chitarre circolari ed ipnotiche. Il lato B è aperto da Acoustica/Anthem”ove domina un pianoforte dai richiami minimalisti (con tanto di silenzio interno che fa tanto John Cage), per poi procedere a una serie di stratificazioni nella finale “D’improvviso”,dai vaghi accenti prog.


L’album contribuì a far conoscere maggiormente il nome di questi avventurosi reatini, con un tour che li porterà in posti, caldissimi all’epoca, come Sarajevo e Mostar. I Novalia da qui partiranno per solcare un decennio con una produzione il cui acme artistico, forse, risiede nel bellissimo “Canti e Briganti” che li avvicinerà  maggiormente alla forma canzone, mettendoli per un attimo in sintonia con l’emergente folk-rock coevo, di cui, assieme agli Agricantus, rappresenteranno il lato più trance.


Dopo lo scioglimento dei Novalia (2001, con episodiche recenti reunion),  Raffaello Simeoni continuerà poi nell’alveo della musica popolare, collaborando spesso, in diversi progetti, con Ambrogio Sparagna, mentre l’altro co-fondatore Stefano Saletti fonderà la Banda Ikona, ensemble che riunisce diversi esponenti della world music italiana.

“Sabir”è uscito unicamente in LP e musicassetta, ma recentemente è stato riproposto in digital downloading (lo trovate anche su Spotify) a cui vi rimandiamo per un suono più pulito.


Una curiosità: i titoli elencati sul retro di copertina sono in ordine sparso, mentre sono riportati correttamente sulla busta interna. Tuttavia qualche perplessità sussiste ancora: per esempio nella traccia 5, “Dio d’acqua” si canta “segui la danza ogol”, che invece sarebbe il titolo di un altro strumentale del lato B. Vabbè. Buon ascolto! 


Post by Andrea Altrocanto, piccole rifiniture del Captain

La Nuova Era - 1984 - La Nuova Era

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TRACKLIST:

01. Introduzione (La Creazione)
02. L'Angelo Gabriele (L'Annunciazione)
03. Il Figlio di Maria (La Nascita)
04. Fiori di Galilea (Le Beatitudini)
05. Luce del Nord (L'Ultima Cena)
06. La Beffa (Il Processo)
07. Luciferus (La Crocefissione)
08. La Vittoria delle Tenebre (La Morte)
09. La Nuova Era (La Resurrezione)

Bonus track

10. Dreaming (lato B, 45 giri, 1983)


Premetto subito di non conoscere La Nuova Era. Il nome non va confuso con i Nuova Era, scritto senza l'articolo, che è tutt'altra cosa. Da tempo, però, quest'unica prova discografica risalente al 1984, giaceva nei miei archivi. La formazione non è indicata, ma visto che tutti i brani sono composti da Marinella Di Nunzio, tastierista della Compagnia dell'Anello, azzardo l'ipotesi che si tratti di un gruppo parallelo, con musicisti provenienti proprio da quest'ultima band. Però potrei anche sbagliarmi di grosso. Nel dubbio, se qualcuno di voi possiede maggiori informazioni, è invitato  a pubblicare nei commenti. Sarà come sempre il benvenuto.

L'album che, ribadisco, è l'unica testimonianza prodotta da La Nuova Era (a parte un singolo del 1983) venne inizialmente auto prodotto. Merito della Mellow  averlo riscoperto e ristampato nel 1994 in versione CD. Il disco scomoda niente meno che il Vangelo, proponendolo in chiave quasi completamente strumentale, a parte un brevissimo inserto cantato da una voce femminile ne Il Figlio di Maria (suppongo da parte della Di Nunzio). Le nove tracce propongono un prog molto delicato, giocato su suoni acustici, con frequenti inserti di sintetizzatore, chitarre classiche e pianoforte.  Si discosta Luce del Nord, con il synth e  i suoi forti richiami ai Tangerine Dream degli anni '70,  Un album da gustare lentamente per coglierne tutte le sfumature, meglio se seduti comodamente in poltrona con le cuffie in testa. La bonus track è il lato B del singolo pubblicato da La Nuova Era nel 1983, intitolato Dreaming, stilisticamente agli antipodi e con una diversa formazione rispetto alle tracce del 33 giri. Il lato A, Alcool, non l'ho trovato da nessuna parte. Buon ascolto


Marinella Di Nunzio

Post by George 


Le compilation della Stratosfera Vol. 21 - Vari interpreti - 1994 - Fatti e rifatti - 12 classici italiani in chiave rock

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TRACKLIST :

01 - Casino Royale - Via con me
02 - Almalegretta - Panama
03 - Radio Gladio - Il motore del 2000
04 - Afterhours - Mio fratello è figlio unico
05 - Ritmo Tribale - Ma il cielo è sempre più blu
06 - Settore Out - Andare camminare lavorare
  07 - Pitura Freska - C'era un ragazzo che come me
08 - Sensasciou - Ma che bella giornata
09 - Avion Travel - Ma che freddo fa
10 - Kunsertu - La mia banda suona il rock
11 - Massimo Riva - Elena no
12 - Dada - Impressioni di settembre

 
Cari amici del nostro magico mondo, purtroppo problemi di salute che speravo essere del tutto tramontati mi hanno tenuto da Voi ben lontano. Però Vi ho sempre seguiti con affetto e piacere. Oggi ho trovato una richiesta per un album in mio possesso che non credevo di così ostica reperibilità come invece confessa il nostro amico, si tratta di quel Fatti e rifatti, dell'oramai lontano 1994, da me esumato in occasione del post sui Kunsertu. E poiché non richiede un grande impegno da parte mia, cosa che ancora non mi è del tutto possibile, lo giro immediatamente al Capitano che provvederà quanto prima alla pubblicazione.


  Non c'è molto da dire su questo lavoro, e le note interne scritte da Luca De Gennaro e da me qui incluse raccontano ancora di più le finalità di questo lavoro ed il metodo di ricerca e raccolta adottato. Se poi posso sbilanciarmi personalmente Vi confesso che Panama degli Alma Megretta, C'era un ragazzo che come me degli scanzonati Pitura Freska, e la versione rivoluzionaria di Impressioni di Settembre di questa assolutamente desaparecida Dada hanno riscontrato da parte del sottoscritto i favori maggiori. Ma tutto l'album lo definirei assolutamente notevole.   Bene amici, buon ascolto e buona salute....stavolta a NOI tutti, Frank-One

Music and words by Frank-One, posted by Captain

Serie "Bootleg" n. 267 - Perigeo & PFM live jam - Roma, Palasport, 25 ottobre 1975

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Perdonate innanzitutto il titolo roboante, ma ho ripreso quello indicato dall'autore della registrazione. In realtà non si tratta di un vero e proprio concerto delle due formazioni unite sul palco (magari) ma di uno spezzone di concerto del Perigeo che, nella parte finale, ospita Mauro Pagani e Franz Di Cioccio della Premiata Forneria Marconi per una lunga improvvisazione della durata di oltre 20 minuti. Non è poco! L'audio di questa rara registrazione è stato postato su Youtube da Luigi Piccioni, che ringraziamo calorosamente, con l'intento di condividerlo. Occasione che non potevamo non cogliere qui sulla Stratosfera.

Ecco quanto scrive l'amico Luigi a proposito di questo evento: "Sul palco abbiamo Il Perigeo al completo più Mauro Pagani e Franz Di Cioccio della Premiata Forneria Marconi (dal minuto 24,12) impegnati in una lunga jam session al Palasport di Roma il 25 ottobre 1975. Registratore non professionale e leggendario rimbombo della sala rendono la registrazione di qualità relativamente mediocre nonostante l'editing audio. Il documento è tuttavia talmente raro e di pregio che si è pensato valesse la pena di recuperarlo e soprattutto di condividerlo".


TRACKLIST (su unico file):

Perigeo
01. Mistero della Firefly
02. Polaris (including bass solo & drums solo)

Perigeo con Mauro Pagani e Franz Di Cioccio
03. Jam # 1 / drums solo
04. Blues Jam # 2 


FORMAZIONE

Giovanni Tommaso - basso
Claudio Fasoli - sax
Franco D'Andrea - pianoforte, sintetizzatore
Tony Sidney - chitarra elettrica, chitarra acustica
Bruno Biriaco - batteria

Ospiti

Mauro Pagani - violino elettrico
Franz Di Cioccio - batteria


Il concerto si apre (anche se verosimilmente si tratta della sezione finale) con  "Mistero della Firefly", tratto dall'allora ultimo album pubblicato dal Perigeo, ovvero "La Valle dei Templi". Segue una torrida e lunga versione (oltre 16 minuti) di "Polaris", da "Genealogia", dal ritmo incalzante, quasi raddoppiato. Il brano include un assolo di basso, ad opera di Giovanni Tommaso, subito seguito  da un altro assolo di batteria, protagonista Bruno Biriaco. Salgono quindi sul palco Pagani e Di Cioccio per affiancare il Perigeo in una straordinaria jam suddivisa in due parti, con intermezzo di ennesimo assolo di batteria (questo un po' più breve di quello precedente). Segue la parte più gustosa dell'intero concerto, una blues jam con la chitarra di Tony Sidney e il violino di Mauro Pagani che si rincorrono in una serie di assoli infiniti. Cose mai sentite prima. 

Concludo ricordandovi che Il Perigeo sarà a breve ancora protagonista della serie "Bootleg", grazie a due inediti concerti, sempre risalenti al 1975, inviati dall'amico Osel. Ci sto lavorando. 

Per il momento Buon ascolto



Post by George

Le compilation della Stratosfera Vol 22 - Vari interpreti - 1994 - I Disertori - Ivano Fossati riletto da...

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TRACKLIST :

01 - La canzone popolare (Afterhours)
02 - Panama (Mau Mau)
03 - Naviganti (La Crus)
04 - Discanto (Gang)
05 - La madonna nera (Rosso Maltese)
06 - Passalento (Paolo Fresu)
07 - La volpe (Dissoi Logoi)
08 - Gli amanti d'Irlanda (Modena City Ramblers)
09 - Una Notte In Italia (Andrea Chimenti)
10 - Johnny Sayre Il Perdono (Diaframma)
11 - Terra dove andare (Yo Yo Mundi)
12 - Lunario Di Settembre (Ciroma)


Questa nuova compilation, che fa il paro con i "Fatti e rifatti" appena pubblicati, appare qui per espressa richiesta di alcuni nostri frequentatori. Grazie mille dunque a Marco Osel (musica) e Frank-One (scan libretto, qui riprodotto integralmente), che si sono immediatamente attivati per reperire e rendere fruibile a tutti questa gustosa raccolta di brani di Ivano Fossati, rivisti e reinventati da gruppi emergenti o già affermati degli anni 90.


Inutile descrivere i vari brani, saranno i fruitori ultimi, a seconda dei loro gusti e della predilezione verso alcune band piuttosto che verso altre, a decidere a quali canzoni dedicare più ascolti. Quello che posso dire è che ci troviamo di fronte ad una raccolta di ottimi brani (una specie di "the best", se vogliamo) di uno dei migliori cantautori italiani, reinterpretati da un manipolo di ottime band, alcune delle quali molto note ancora oggi. 

Qui si esaurisce il mio modesto accompagnamento al regalo dei nostri amici. Con la speranza di trovare più tempo da dedicare al blog nel prossimo futuro, vi saluto con un abbraccio. Il vostro Capitano.


 
LINK

 Buon ascolto a tutti, in coro, da Osel, Frank-One e dal vostro vecchio Capitano...
 

Riccardo Cocciante / Rino Gaetano / New Perigeo - Q Concert 1981 (Stratosfera Extended Edition with bonus tracks)

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TRACKLIST:

01. Riccardo Cocciante / Rino Gaetano / New Perigeo - Ancora insieme
02. Rino Gaetano - A mano a mano
03. Riccardo Cocciante - Aida
04. New Perigeo - Aschimilero


Stratosfera Extended Edition Bonus Tracks

05. Riccardo Cocciante / Rino Gaetano / New Perigeo - Ancora insieme (Live Q Concert, Roma, Teatro Tenda, 4 maggio 1981)
06. Rino Gaetano & New Perigeo - A mano a mano (Live Q Concert, Roma, Teatro Tenda, 4 maggio 1981)
07. New Perigeo - Aschimilero (Live Q Concert, Roma, Teatro Tenda, 4 maggio 1981)
08. Riccardo Cocciante, Rino Gaetano, New Perigeo - Io ci sto (Live Q Concert, Roma. Teatro Tenda, 4 maggio 1981)
09. Riccardo Cocciante, Rino Gaetano, Giovanni Tommaso - Imagine (Live Q Concert, Roma, Teatro Tenda, 5 maggio 1981)
10. Rino Gaetano - A mano a mano / Riccardo Cocciante - Aida (Live Q Concert, Roma, Teatro Tenda, 5 maggio 1981)


FORMAZIONE

Carlo Pennisi - chitarra
Danilo Rea - tastiere
David Eagle - batteria
Giovanni Tommaso - basso
Maurizio Giammarco - sax 
Riccardo Cocciante -voce, pianoforte
Rino Gaetano - voce, chitarra


Altro bell'esempio di Q Concert , creatura della RCA italiana dei primi anni '80. I Q Disc, come già ricordato su queste pagine in occasione del post dedicato a Graziani-Ron e Kuzminac, erano dei 12" con due brani posti su ogni facciata, tre suonati o cantati dai singoli musicisti, uno con tutti e tre i protagonisti. Nel caso specifico gli attori sono Riccardo Cocciante, Rino Gaetano e il New Perigeo. Ancora insiemeè la traccia iniziale che vede i tre uniti sul palcoscenico. Seguono A mano a mano, composta da Cocciante ma interpretata da Rino Gaetano e, giusto per ricambiare la cortesia, Aida, scritta da quest'ultimo e affidata alla voce roca di Riccardo Cocciante. La traccia migliore del disco è senza dubbio Aschimilero dei New Perigeo, con un bel riff di basso iniziale ad opera di Giovanni Tommaso.


Le bonus tracks, che vanno così a comporre la Stratosfera Extended Edition, sono tratte dal Q Concert live che ebbe luogo a Roma, al Teatro Tenda, il 4 e 5 maggio 1981. Da sottolineare la cover di Imagine che vede schierati sul palco Riccardo Cocciante, Rino Gaetano e Giovanni Tommaso.Il disco, in origine pubblicato nel 1981 in vinile 12" e in musicassetta (con la dicitura Q cassette), è stato ristampato in versione CD dalla RCA nel 2004. E' tutto.  Buon ascolto.



Post by George

Il Coro degli Angeli - 1982 - Canzoni di Mogol-Battisti (vinyl) plus bonus CD "Rarities" and more - SUPERPOST

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TRACKLIST:

01. La compagnia
02. Io vorrei, non vorrei, ma se vuoi    
03. 7 e 40    
04. Anche per te    
05. Ma è un canto brasileiro    
06. I giardini di marzo    
07. Luci - Ah    
08. Emozioni 

Bonus track

09. 7 e 40 (live 1982 - trasmesso da RAI 2)


FORMAZIONE (storica)

Andrea Poddighe - voce 
Antonio Poddighe - voce 
Andrea Parodi - voce
Gino Marielli - voce, chitarra
Gigi Camedda - voce, tastiere
Nando Esposito - basso
Pietro Fara - pianoforte
Giampaolo Conchedda - batteria


Come prima cosa ringrazio l'amico Marco Osel per averci inviato i file, rippati dal vinile, di questo primo e raro album del Coro degli Angeli risalente al 1982, mai ristampato in CD. Fatta questa debita e doverosa premessa passiamo alla biografia del gruppo, in cui militò anche Andrea Parodi. La mia ricerca si è basata sulla pagina Fb del gruppo, su Wikipedia e sulla rivista "Sassari, ieri, oggi e domani". La storia del Coro degli Angeli si intreccia con quella dei Sole Nero, prima denominazione del gruppo che, nel tempo, prenderà strade diverse. Il Coro degli Angeli, formazione sarda di Sassari, nasce nel 1982, dopo aver cambiato nome (come sopra ricordato) per volontà di Mogol. Dopo aver vinto, come Sole Nero, nel 1979 il concorso indetto dalla RCA italiana "Cento Città", il gruppo incontra Gianni Morandi, con il quale stabilisce un sodalizio artistico che durerà fino al 1983. Morandi porta con sé i cantanti/musicisti in tutte le sue tournèe in Italia e all'estero. Nel 1981 avviene l'incontro con Mogol e il conseguente cambio di nome. Con Gianni Morandi suonano in Asia, USA (nel 1981 anche al Madison Square Garden di New York), Canada, Russia e Svizzera. 


Il Coro degli Angeli è stato considerato dalla critica nazionale il miglior gruppo vocale d'Europa. Sotto la direzione di Mogol gli otto componenti incidono nel 1982 il loro primo album, non a caso prodotto da Gianni Morandi, che si intitola "Canzoni di Mogol-Battisti. Il disco contiene alcune tra le più belle canzoni dei due grandi artisti arrangiate con raffinati intrecci vocali, tanto da far scomodare Battisti in persona, il quale manda loro un telegramma di congratulazioni. L'album riscuote un discreto successo a livello nazionale, anche grazie ad alcuni passaggi televisivi. Nel 1982 partecipano ad "Azzurro 82", a Bari, nella squadra di Morandi, vincendo la manifestazione. Partecipano poi alla trasmissione "Tutti insieme" composta di 11 puntate e andate in onda sulla RAI. Un concerto del Coro degli Angeli insieme a Gianni Morandi è stato pubblicato in formato CD+DVD15 e contiene lo show integrale di Morandi negli studi RTSI (Radiotelevisione Svizzera Italiana) nel luglio 1983, nell'ambito del programma TV "Musicalmente". Se non ce l'avete nessun problema. Il video è postato integralmente su Youtube. L'audio invece ve lo regalo io. 


Alla fine del 1983 i fratelli Poddighe lasciano il gruppo e riformano il Solenero (tutto attaccato) con Elio Solinas, Rino Cossa, Stefano Sanna, Luciano Cabras, e incidono il singolo Un Minuto alle sei / Donna al Femminile. Il resto del gruppo, sempre come Coro degli Angeli, incide per la prima volta un disco in sardo dal titolo "Misterios", pubblicato nel 1984. Seguirà la registrazione di un album cantato in lingua inglese da Andrea Parodi (titolo "Shangay") mai pubblicato ufficialmente. Alcuni brani sono però in circolazione (vedere il bonus CD "Rarities")


Dopo questa esperienza il gruppo si divide completamente e Andrea Parodi forma, con Marielli e Camedda, i Tazenda. Nel 1990 il resto del Coro degli Angeli si ricompone e incide un nuovo album dal titolo "Sempre Battisti", di difficile reperibilità, ri-arrangiando altre nove canzoni del grande Lucio. Nel 1991 il gruppo entra nuovamente in sala d'incisione per un nuovo album dal titolo "Ma dove sei America" che resterà anch'esso inedito, visto che non verrà pubblicato ufficialmente. Dopo questa esperienza il Coro degli Angeli si divide nuovamente. Nel 1997 viene pubblicato un live intitolato "Coro degli Angeli live concert 1984-1991".  Siamo all'epilogo: nel 2003 Andrea Poddighe decide, con il fratello Antonio e con Nando Esposito, di rimettere in piedi il Coro degli Angeli. Nel 2004 il gruppo incide un singolo dal titolo Io no!, brano nel quale canta anche Gianni Morandi. Le ultime apparizione live del Coro degli Angeli (nel 2006 anche con Andrea Parodi, già gravemente compromesso dalla malattia) risalgono al 2006, 2007 e 2008, in occasione dei ripetuti "Concerti per Pina". Alcuni spezzoni sono su Youtube. Poi il silenzio cala sul gruppo. Ma forse, uno di questo giorni, risorgerà come l'araba fenice.

Bonus CD - "Rarities # 1"
Sole Nero e Coro degli Angeli


Dopo il regalo di Osel ecco il mio. Ho rastrellato nei meandri del web una serie di rarità relative sia al periodo Sole Nero che a quello Coro degli Angeli. Vediamo i dettagli.

TRACKLIST:

01. Sole Nero - Focadamus (1979)
02. Sole Nero - Pitigò / Vorrei parlarti (provini strumentali, 1981)
03. Solenero - I Heard It Through The Grapevine (cover Creedence Clearwater Revival - live Concerto Tempio, 1986)
04. Solenero - Un minuto alle sei (live Concerto Tempio, 1986)
05. Coro degli Angeli - Deo ti cheria Maria (take originaria inedita, 1984) / Nanneddu Meu (take originaria inedita, 1984)
06. Coro degli Angeli - Ninnidu silenziosu (da "Misterios", 1984)

Coro degli Angeli - inediti dall'album "Shangay", 1985, mai pubblicato)

07. Johnny (Take 1) / Johnny (Take 2) / Break-Down / Shangay
08. Talk To Me / I Don't Know Why / In My Heart Uf Hearts


Sole Nero Story
(da "Sassari, ieri, oggi e domani" - articolo di Benito Olmeo)

Il 1978 è l’anno in cui il folk sassarese di Ginetto Ruzzetta e del Trio Folk Sassari ha già ampiamente preso il largo e nuovi gruppi si affacciano nel panorama sassarese musicale. Da un’idea di Andrea Poddighe nasceranno i Sole Nero, band che in un periodo di attività che andrà dal 1978 al 1984 avrà un’ascesa formidabile che ben pochi gruppi sassaresi conosceranno. Diametralmente opposto alla musica folk di quel tempo, il gruppo poggerà le sue basi fondamentali sul canto corale, sulla falsariga di gruppi storici internazionali come Beach Boys, Beatles e Mamas and Papas. Le armonizzazioni vocali parevano provenire da gruppi gospel più che da melodie locali. Il gruppo, in un primo momento formato da Andrea Poddighe (voce e chitarra), Pietro Fara (pianoforte e tastiere), Angelo Canu (basso), Gigi Camedda (voce e tastiere) e Gino Marielli (voce e chitarra), si ampliò in seguito con la presenza di Antonio Poddighe (fratello di Andrea) e di Andrea Parodi. Questa straordinaria formazione fin da subito mostrò tutta l’esplosività canora di cui era capace, stupendo in un primo momento i palcoscenici locali per poi conoscere il grande successo anche oltreoceano. Il nome Sole Nero venne assegnato loro da Giovanni Leonardi, personaggio di spiccata cultura musicale e scopritore di talenti, nonché attento conoscitore del suono da studio. 


Proprio grazie a lui il gruppo riuscì, nonostante i limiti e le grosse difficoltà della nostra isola a livello musicale, ad incidere il primo lavoro a Modena. Dopo questo traguardo Leonardi decise che per i Sole Nero era arrivato il momento del grande salto: iscrisse il gruppo al concorso canoro indetto dalla casa discografica RCA che si sarebbe tenuto di lì a poco. Il concorso canoro prendeva il nome di “Cento Città” e vantava una partecipazione di circa 40.000 gruppi provenienti da tutta l’Italia. Era il 1979 e i Sole Nero si aggiudicarono quasi a sorpresa il titolo del concorso, nonostante le difficoltà incontrate. A questo proposito Andrea Poddighe disse: «Riuscimmo a vincere il concorso esibendoci dal vivo con una sola chitarra e con la forza delle nostre voci. Presentammo il brano che avevamo inciso a Modena, ma per la fretta e la tensione dimenticammo la base del pezzo in Sardegna. Quindi giunti alla finale a Caorle la giuria ci escluse perché cantammo in playback. Le regole del concorso erano tassative: doveva essere tutto dal vivo. A quel punto però la giuria, capitanata da Renato Zero e Lucio Dalla, incuriosita dalle nostre voci, decise di offrirci la possibilità di cantare dal vivo. Di conseguenza, imbracciata la chitarra e presa coscienza della situazione, ci esibimmo “live” e non solo fummo riammessi al concorso ma anche il premio fu il nostro. Ricordo che vincemmo con un brano di Gino Marielli dal titolo “Sunday Melody”.».

 A seguito della vittoria i Sole Nero firmarono il loro primo vero contratto sotto etichetta RCA. Lilly Greco chiederà a Gianni Morandi, reduce da un assenza dai palcoscenici di cinque anni, di portare con sé in tournée i Sole Nero perché in loro vedeva lo spirito e il talento giusto per affiancarlo. Si creerà così un connubio vincente che porterà in poco tempo un’ascesa pazzesca del gruppo, che nel 1979 si esibiranno a teatro nello spettacolo “Cantare” al fianco di un ritrovato Morandi. Di lì a poco un altro grande della musica li appoggiò e per loro il destino cambiò per sempre. Mogol infatti, dopo averli conosciuti e sentiti, cambiò il loro nome in “Coro degli Angeli”.


Analisi dei brani

Track 1 - Focadamusè uno dei primi brani incisi dai Sole Nero nel 1979 nella primissima formazione.

Track 2 - contiene due tracce, Pitigò e Vorrei parlarti. Giampaolo Conchedda nel novembre 1980 venne contattato dai Sole Nero che allora si preparavano ad incidere il loro primo disco per la RCA sotto la produzione di Lilly Greco. Qui ascoltiamo due basi strumentali sulle quali si sarebbero dovute poi aggiungere tutte le voci e le parti cantate dei cori. Questi provini furono registrati a Roma da Fulvio Mancini il 6 aprile 1981 presso gli studi del "Cenacolo" sulla Nomentana. La formazione era la seguente: Giampaolo Conchedda (batteria e percussioni), Pietro Fara (piano Yamaha CP70),  Gino Marielli (chitarra Gibson stereo), Nando Esposito (basso Rickenbaker). Non erano presenti nella registrazione Gigi Camedda, Andrea Poddighe, Antonio Poddighe e Andrea Parodi. 

Tracks 3 e 4 - si tratta di due brani live registrati dai Solenero, nella loro seconda edizione, nel 1986 in occasione del Concerto Tempio. Sono tratti da una vecchia cassetta video ritrovata da uno dei componenti del gruppo anni dopo. Questa la formazione: Andrea Poddighe (voce),  Antonio Poddighe (voce), Elio Solinas (batteria), Rino Cossa (tastiere), Stefano Sanna (chitarra), Luciano Cabras (basso). Il primo brano è una cover di I Heard It Through The Grapevine dei gloriosi Creedence, con tanto di assoli di chitarra, basso e batteria. Veramente notevole. 

Track 5 - include due take rimaste inedite. Gampaolo Conchedda nel marzo 1984 registrò con il Coro degli Angeli il famosissimo Nanneddu Meu, incluso in "Misterios", per la Tekno Record. Qui appare la prima take. Nella stessa seduta di registrazione suonò la batteria anche sul brano di Simon & Garfunkel, The Sound of Silence , con testo di Mogol tradotto in sardo da Antonio Strinna, col titolo Deo ti cheria Maria. Il testo fu successivamente cambiato e il brano, nella sua stesura definitiva, venne infine intitolato Ninnidu silenziosu.  La formazione comprendeva Giampaolo Conchedda (batteria), Andrea Parodi (voce), Gino Marielli (chitarra), Pietro Fara (pianoforte), Gigi Camedda (tastiere) e Nando Esposito (basso).

Track 6 - è la versione conclusiva della cover di S & G, pubblicata nel 1984 sull'album "Misterios".

Tracks 7 e 8 -  nel 1985 il Coro Degli Angeli registrò, oltre ai due brani, Johnny e Break-Down, prodotti da Mogol, anche un intero album cantato  in inglese, con testi di Jennifer L. Martin, prodotto da Yves Mamou. Qui possiamo ascoltare alcuni brani, di forte impronta new wave,  cantati da Andrea Parodi, assolutamente atipici rispetto agli standard musicali del gruppo. La Tekno Records, interessata alla pubblicazione, non fece niente a causa della scissione della band nel novembre del 1987. Tra i fans circola ancora qualche copia delle registrazioni su musicassetta in versione bootleg con l'aggiunta di brani live. La formazione comprendeva Andrea Parodi (voce solista), Pietro Fara (pianoforte, tastiere, voce), Gino Marielli (chitarra, voce), Gigi Camedda (tastiere, voce), Nando Esposito (basso), Giampaolo Conchedda (batteria). Semplicemente fantastico.



Bonus CD - "Rarities # 2"
Gianni Morandi e il Coro degli Angeli Live @ RTSI
7 luglio 1983


CD 1 - TRACKLIST (su unico file)

01. Canzoni stonate 
02. Buonasera 
03. Occhi di ragazza 
04. Solo all'ultimo piano
05. Marinaio 
06. Nuova gente
 07. Fumo negli occhi
08. Ave Maria (canta il Coro degli Angeli) 
09. La compagnia (canta il Coro degli Angeli) 
10. La mia nemica amatissima
11. Oramai (canta Fiordaliso) 
12. In bicicletta (con Fiordaliso)
13. Poster (con Fiordaliso)
14. Un mondo d'amore


CD 2 - BONUS TRACKS (Gianni Morandi e il Coro degli Angeli varie live 1983)

01. Occhi di ragazza
02. Scende la pioggia
03. Buonasera
04. Fumo negli occhi
05. Il giocattolo
06. L'aeroplano
07. Solo all'ultimo piano
08. Si, andare lontano
09. La mia nemica amatissima
10. Nuova gente


FORMAZIONE

Gianni Morandi - voce
Michele Santoro - chitarra acustica e tastiere
Giampaolo Conchedda - batteria
Nando Esposito - basso, cori
Pietro Fara - pianoforte, tastiere, cori
Gigi Camedda - tastiere, cori
Gino Marielli - chitarra, cori
Andrea Poddighe - cori
Antonio Poddighe - cori
Andrea Parodi - cori


Il live ala RTSI è stato registrato in presa diretta presso gli studi della televisione svizzera il 7 luglio 1983, nell'ambito della trasmissione "Musicalmente", ed è stato stampato su CD e DVD dalla Sony Music. E' poi stato riproposto nel 2009 dalla Edizioni Master per la serie "I grandi miti della musica italiana" col titolo "Gianni Morandi Live Collection" e nel 2013 da NAR International col titolo "Gianni Morandi in concerto".  Il disco, come già più volte ricordato, si avvale per la parte strumentale e vocali del Coro degli Angeli (i musicisti restano anche soli sul palco per interpretare Ave Maria e La compagnia).  Da segnalare anche la presenza della cantante Fiordaliso, che duetta con Gianni Morandi in tre brani. 

Il secondo CD contiene invece bonus tracks registrate dal vivo da Morandi col Coro degli Angeli sempre nel 1983 in varie location. Alcune canzoni, seppur già presenti nel concerto svizzero, sono qui proposte in versione diversa. 

Concludo scusandomi per l'eccessiva lunghezza di questo post che, inizialmente, doveva comprendere solo il primo disco del Coro degli Angeli. A mano a mano che ho proseguito con la ricerca delle informazioni e delle immagini sul gruppo sono emersi continui stimoli e curiosità che mi hanno portato, alla fine, a realizzare uno dei tanti bistrattati Superpost. Scegliete il materiale che vi interessa. Non è necessario scaricare e ascoltare tutto quanto ho postato.. 


Ricordo, infine, che nei miei archivi sono presenti altri due album del Coro degli Angeli, "Sempre Battisti" del 1989 e il mai pubblicato "Ma dove sei America" del 1991. Se vi interessano fatemelo sapere. "Misterios", invece, mi manca e quindi mi affido a voi per completare la discografia del gruppo. Detto questo vi lascio con il consueto Buon ascolto.

Link Rarities
Link Gianni Morandi live RTSI 1983
Link Bonus tracks (Gianni Morandi e Coro degli Angeli live 1983)

Post by George - Music by George & Osel

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