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Channel: VERSO LA STRATOSFERA
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Sage - 1972 - Emancipated

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TRACKLIST :

1 - (It) Still Goes On  (6:37)
2 - Winds Of Change (4:52)
3 - Slow Down (5:05)
 4 - Music Is (4:04)
5 - Did You Ever Wonder (4:21)
6 - People Running (2:21)
7 - Garden Of Boom (4:14)
  
 
Non sono solito rifare post appena apparsi su altri blog, ma questa volta non ho potuto esimermi dal dare maggior luce ad una vera e propria chicca, non citata in nessuno dei nostri siti di riferimento. Pochi giorni fa infatti, sull'ottimo blog Progressive Reviews, è stato pubblicato, dall'amico Julian Ryan (che ringrazio sentitamente per la grandiosa scoperta/riscoperta), un post che da subito ha destato la mia curiosità, visto che si trattava di un disco italiano del 1972, dalla copertina decisamente accattivante per noi amanti del prog, abituati ed attirati da certe stranezze... 


Andando un po' oltre, ed indagando un po' più a fondo, ho scoperto che i Sage altri non erano se non i Four Kents (al momento di questa incisione: Charles Hilton Brown, Charlie Cannon, George Chandler, Jimmy Chambers e Stanley Evans), famoso complesso vocale composto da militari NATO americani di stanza a Vicenza che, con il passare degli anni, diventarono tra le maggiori attrazioni dello strafamoso Piper, il regno di Patty Pravo (della quale furono anche coristi, in più di un'occasione). Da menzionare anche la loro partecipazione al famosissimo film "Avventura a Montecarlo"e alla relativa colonna sonora, insieme a Trip, New Trolls, Mal e altri. Entrambi questi lavori (film e colonna sonora) apparsero, a loro tempo, sulla stratosfera. Nei primi settanta i Four Kents, tentati forse dal nuovo genere musicale imperante, decisero di variare, seppur timidamente, il loro sound, inserendo qualche contaminazione proveniente dalle nuove sonorità seventies. Per evidenziare il cambiamento, il gruppo si ribattezzò appunto Sage. A coadiuvarli nella nobile operazione, essendo i Four Kents un complesso formato da soli vocalist, intervenne una valida formazione denominata The Stump, composta interamente da musicisti italiani, nel dettaglio: Alberto Barisano (organo, piano, mellotron), Dino Cappa (basso), Franco Di Stefano (batteria), Tony Ollard (chitarra). Anche gli arrangiamenti e le (magnifiche, seppur classiche) orchestrazioni dei prezzi sono a cura del già citato Alberto Barisano degli Stump (che è anche autore di tutte le canzoni, insieme a membri dei Sage) e Marcello Faneschi. Aggiungiamo poi che il disco fu prodotto e registrato a Roma, agli RCA Studios (per la sottoetichetta Victor); fu certamente spinto pochissimo dall'etichetta, tanto che non molti ricorderanno oggi la sua esistenza...

 

Non potevo certo lasciarmi sfuggire l'occasione di pubblicare questa incredibile chicca, registrata ed uscita in italia e con la collaborazione di musicisti italiani, quindi con una precisa identità per apparire qui. Mi sbilancio dicendo che questo fu l'unico o uno dei pochissimi tentativi, in italia, di introdurre, seppur timidamente, tematiche e soluzioni progressive in un contesto schiettamente soul e rhythm'n' blues, sebbene le tentazioni pop siano ancora molto presenti. Ammirevoli comunque per il bel tentativo, rimasto purtroppo unico (per la cronaca, i Sage furono presenti al grande raduno di Villa Pamphili a Roma del 1972, uno dei concerti simbolo del rock progressivo italiano). I Sage o Four Kents che dir si voglia, comunque, erano in possesso di una fantastica vocalità e capacità di integrare le loro voci: gli impasti vocali, anche nei pezzi più commerciali, sono di notevole impatto e davvero gradevoli all'ascolto, ed altrettanto si può dire dell'arrangiamento orchestrale, provate per credere. 


Ma dove è più presente quell'aria di cambiamento di cui parlavo sopra? Già l'open track "(It) Still Goes On", che inizia come un soul rock classico dal bel riff, dopo il secondo minuto ci lascia spiazzati, interrompendosi per lasciare spazio ad un organo sommesso e, subito dopo, ad un bellissimo coro, per poi lentamente tornare al refrain iniziale. Sicuramente, ed il nome è una garanzia, l'aria di cambiamento si respira in "Winds of change", con il suo dolcissimo ed ineccepibile coro; ancor più nella successiva "Slow Down" che, seppur nella sua classicità, è introdotta da un riff su tempi impossibili, tipicamente prog. Bella anche la coda strumentale della successiva "Music is" e davvero struggente la conclusiva "Garden of boom", seppure al di fuori dei canoni del prog. In definitiva, un album davvero bello sotto più punti di vista, che penso possa accontentare palati diversa estrazione musicale e, soprattutto, è un disco interessante per quel che riguarda lo studio della musica prog in italia: non solo nei pezzi citati, infatti, è possibile notare qualche superamento del pop soul comunque imperante nel disco. In quasi tutte le canzoni, anche le più insospettabili, diversi ascolti riveleranno, per esempio, un breve assolo con effetto "wah-wah" di chitarra, una melodia di flauto traverso, un cambio di ritmo inaspettato o una melodia vocale inusuale o un arrangiamento "fuori contesto".

Nell'augurarvi buon ascolto, spero proprio di ricevere i vostri commenti. Penso che, di fronte ad una rarità simile, vista la sua particolarità, e visto che neppure l'Amico/Maestro Augusto Croce cita quest'album nell'enciclopedico Italianprog,  gli stimoli alla discussione siano tanti. Dal canto mio vi posso dire che questo disco, seppur molto lontano dalle mie abituali corde, mi ha stregato, tanto che lo sto ascoltando con godimento da diversi giorni. Fatemi sapere cosa ne pensate, ragazzi...


Post by Captain, thank you very much to Julian Ryan of blog ProgressiveReviews


A Julian, non me ne voglia, vorrei dire una cosa, riguardo il post originale dedicato a quest'opera. Nell'ultima parte, purtroppo ti sfugge un po' il piede sull'acceleratore (come direbbe il caro Frank-One), descrivendo questo rarissimo album come costosissimo ed impossibile da acquistare a causa del popolo italiano, esoso come nessun'altro e portato a fregare il prossimo anche nei centesimi di resto del caffè (libera traduzione). Fai poi di tutta l'erba un fascio, o sarebbe meglio dire di tutto un popolo, mettendoci dentro malandrini ed ex presidenti del consiglio puttanieri, e ti dimentichi della tanta brava gente, onesta che si fa il culo e che è la maggioranza. Insomma un bellissimo post rovinato da troppo qualunquismo, peccato davvero.
 

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