Premesso che poca roba si trova in giro, quello che c'è è qui, spulciato in centinaia si blog e siti, chi avesse ulteriori informazioni può benissimo integrare nei commenti, sarà cura nostra aggiungerli nottetempo al testo del post, grazie a tutti.
Augusto Righetti era negli anni '60 un chitarrista virtuoso che ha iniziato sin da giovanissimo una carriera professionale sia nella musica leggera sia nella classica. Attivo soprattutto a Milano, con il suo gruppo Le Ombre era ospite fisso a metà degli anni '60 del locale Charly Max, dove ha avuto modo di incontrare i Beatles nel loro tour italiano (era il 1965) partecipando anche al loro concerto nella città lombarda. Dopo questa esperienza incide nel 1966, con la complicità di Mogol, Calabrese e Beretta un intero LP con la Carosello con cover dei Beatles dal titolo "Righetti al Charly Max canta i Beatles in italiano" (disponibile per i curiosi anche su Onsale Music con quattro tracce bonus ma registrate in altri momenti). Nessun tentativo o quasi da parte dei tre noti parolieri di far conoscere i testi del gruppo più famoso del rock, procedevano nella maggioranza dei casi solo per assonanza metrica. Evidentemente non avevano alcun timore reverenziale per quelle canzoni poi diventate classici. In questo caso nel testo viene addirittura dichiarato esplicitamente che il paroliere (Giorgio Calabrese, in questo caso) non sa proprio che pesci pigliare. Eppure il testo originale di Paul McCartney ricco di divertita ironia e di ottimismo (forse in parte autobiografico) sulle insolite opportunità della vita non era difficile da rendere in lingua italiana.
Augusto è il chitarrista milanese più in voga della scena musicale degli anni '60: le sue credenziali vanno dagli studi classici con Miguel Alboniz e Andrés Segovia al primo premio internazionale di chitarra classica (Pavia) a un rapporto di personale amicizia con Cliff Richard e i suoi Shadows. La sua prima band del milanese si chiama Ombre, e comprende tre futuri Camaleonti, Gerry Manzoli, Paolo De Ceglie e Livio Macchia, oltre a Marcello Olmari. Con quella formazione Righetti registra i brani di The New Sound Group (Voce del Padrone 1964), per gran parte composto da cover (un solo brano in italiano). Una vera rarità per i collezionisti visto che in tutto il mondo ne circolano meno di 100 copie e il valore supera i mille dollari. Dal punto di vista musicale niente di particolare da segnalare. Questo gruppo segna la nascita dei Camaleonti. E non è cosa da poco.
da ansa.it
Tra i tanti che possono dire di avere assistito ai concerti dei Beatles in Italia esistono anche pochi fortunati musicisti che si possono vantare di avere suonato prima di loro in una delle esbizioni della tournée italiana. Ma solo una band può dire di avere suonato per i Beatles. "A quei tempi suonavamo nella band di Augusto Righetti – ricorda Bruno Tibaldi, bassista – in un locale molto alla moda a Milano, il Charlie Max. Il 24 giugno ci fu chiesto di suonare al Vigorelli prima che i Beatles salissero sul palco e questo ovviamente ci emozionò moltissimo. Suonammo sia in apertura del concerto pomeridiano, sia la sera. Ma mentre il pomeriggio dopo aver suonato ci fermammo per sentire il loro concerto, alla sera fummo costretti ad andarcene subito perché dovevamo andare al Charlie Max a fare la nostra solita serata".
Una serata che così solita non sarà, ma Bruno e i suoi compagni ancora non lo sapevano. "Per noi era tutto finito lì – continua Marcello Olmari, in arte Gil Ventura, sassofonista – con quella grande emozione. Poi si tornava alla realtà di tutti i giorni, o meglio di tutte le notti, che era il Charlie Max". La serata procede dunque come sempre con Bruno, Gil e le Ombre di Augusto Righetti a suonare i pezzi beat dell’epoca per far ballare la gioventù milanese in pista al Charlie Max. Fino a quando… "Sento – continua Tibaldi - Augusto Righetti che suona il giro di apertura di And I love her, mi volto e vedo entrare nel locale i Beatles. Potete immaginare cosa volesse dire suonare una canzone dei Beatles avendo Paul McCartney, John Lennon, George Harrison e Ringo Starr tra il pubblico".
Una giornata che già era nata per essere indimenticabile diventa a questo punto una pagina di storia, soprattutto per la band italiana che continua a suonare mentre i Beatles mangiano e si rilassano dopo il concerto al Vigorelli. Ci sarà tempo anche per foto e autografi che ora Bruno e Gil conservano tra i più cari ricordi. Bruno in particolare mostra con orgoglio l’autografo dei quattro sulla cinghia del suo basso. "Un basso Hofner, esattamente come quello di Paul McCartney, ma comprato anni prima in tempi non sospetti, quando i Beatles non erano ancora diventati popolari. E pensare che i miei compagni mi costrinsero a comprarne un altro, uno Fender Precision, perché quello non piaceva, non era alla moda. E invece Paul McCartney aveva scelto lo stesso basso. Solo che poi lui è diventato quel che è diventato…". Ma non c’è rimpianto nelle parole e negli occhi di Bruno Tibaldi né in quelli di Marcello Olmari. Le loro vite sono state belle e piene di soddisfazioni anche senza aver raggiunto il successo dei quattro di Liverpool. In più ora hanno questa piccola perla da raccontare ad amici e nipoti. Loro nella notte dei Beatles in Italia c’erano, e sono stati protagonisti.
Qui invece alcuni brani che compaio in giro sparsi e solinghi